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08/11/17

La Follia del Mega Palco per il "Divo Nerone" - un enorme Flop con i soldi pubblici.




Sta finalmente per essere definitivamente smantellato il Mega-Palco costruito nel cuore del Foro Romano nella primavera scorsa - una struttura gigantesca alta 30 metri e con 3.000 posti a sedere -  per ospitare lo spettacolo (una presunta opera-rock) Divo Nerone, rivelatosi un flop senza precedenti. 

La struttura così invasiva aveva fatto gridare allo scandalo già dalla sua costruzione, ma a nulla erano valse le proteste di associazioni ambientaliste e comitati di cittadini. 

Adesso, a distanza di qualche mese da un fallimento clamoroso (che ha lasciato senza paga perfino le maestranze assunte per l'allestimento), inizia il solito balletto italiano delle responsabilità, considerando che l'opera era finanziata da fondi pubblici e patrocinata da enti istituzionali. 

Interrogato dall'Ansa, anche il ministro della Cultura Franceschini, che pure aveva voluto fortemente il progetto, si chiama fuori: "Il Divo Nerone? È stato un belfallimento, ma il milione di euro non era dello Stato"

Il ministro precisa: "Il patrocinio - spiega Franceschini - e' quello che da' il Ministero a una manifestazione. Altra cosa sono i permessi che non c'entrano niente con il patrocinio e che vengono dati, in questo caso, dalle singole Soprintendenze per la realizzazione di una struttura in un'area archeologica, che e' competenza della Soprintendenza e non del ministero". 

Circa le polemiche sul finanziamento della Regione al progetto, replica Franceschini, "devo rispondere io anche delle scelte della Regione? Il patrocinio del ministero - conclude - non e' riferito al tipo di struttura che si costruisce o al successo di una iniziativa, ma e' una cosa che si da'. Casella? (Il produttore dello spettacolo ndr). Non so chi sia, non lo conoscevo". 

Insomma, la colpa è (sarebbe) tutta delle Soprintendenze che hanno concesso i permessi (a nostro avviso veramente folli) e della Regione che ha messo il milione di euro. 

Ma un Ministero che si chiama Della Cultura, non avrebbe il diritto/dovere di tutelare il patrimonio storico archeologico di Roma (il più ingente concentrato in una città) e di impedire la realizzazione di simili scempi ??

Fabrizio Falconi 


03/10/17

Dopo 40 anni riaprono dal 1 novembre il IV e V livello del Colosseo !!






Dopo piu' di 40 anni, saranno riaperti al pubblico, a partire dal prossimo 1mo novembre, il IV e il V livello del Colosseo

Posizionati a circa 40 metri d'altezza rispetto al piano dell'arena, i due livelli erano destinati alla plebe e non consentivano una veduta dettagliata di quanto accadeva nell'arena, ma in compenso erano coperti dalla tettoia che riparava dal sole e dalla pioggia

"E' una giornata importante, riapriamo i piani alti dell'Anfiteatro Flavio in seguito a un restauro importante", ha detto il ministro dei Beni e delle Attivita' culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso della visita organizzata per la stampa. 

Fino ad oggi era possibile visitare l'anfiteatro Flavio soltanto fino al III livello

Dal 1 novembre saranno invece visitabili il IV e il V livello con delle visite guidate, che occorre prenotare attraverso il sito www.coopculture.it o chiamando il numero 06-39967700. 

Con una vista veramente incomparabile sul monumento:



Questo nuovo percorso di visita, consentito per ragioni di sicurezza soltanto se accompagnati da una guida e per gruppi di massimo 25 persone, comincia con l'attraversamento dell'unica galleria conservata come in origine. 

E' uno spazio con copertura a volta destinato allo smistamento del pubblico che si trova tra il II e il III livello

"Il V livello del monumento - ha spiegato la direttrice del Colosseo, Rossella Rea - era destinato alla plebe, il IV alla classe dei commercianti e la piccola borghesia, il III ad una categoria che potremmo definire 'middle class', il II ai cavalieri (gli equites), e il I, infine, era destinato ai senatori, che sedevano su dei troni di marmo e agli ospiti pubblici". 

La capienza dell'Anfiteatro era di 50-60 mila posti.

26/12/15

Le meravigliose Case Cantoniere italiane, abbandonate: parte un piano per il recupero.



Sono per me luoghi quasi mitici: appartengono a un'Italia che non c'è più, ma hanno contrassegnato l'infanzia di molti di noi, e sono inconfondibili ancora oggi, con il loro fascino in rovina. Sono perciç particolarmente felice di questa notizia: 


E' stato sottoscritto, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, del Presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani e del Direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, un accordo per la riqualificazione e il riuso di beni pubblici, a partire dalle Case Cantoniere dell’Anas, a supporto di nuovi piani di valorizzazione turistico-culturali del territorio italiano, al servizio della clientela stradale

 L’accordo sottoscritto da Anas, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ed Agenzia del Demanio, definirà le linee guida per l’attuazione di un progetto pilota che partirà dall’analisi delle potenzialità di un primo portafoglio di 30 case cantoniere individuate su tutto il territorio nazionale, che sarà progressivamente integrato con ulteriori beni pubblici dismessi, appartenenti allo Stato, agli Enti territoriali e ad altri Enti pubblici. 

Si tratta di immobili di particolare interesse presenti in prossimità di specifiche reti e circuiti culturali, turistici e di mobilità: la via Francigena ed il tracciato dell’Appia antica. Successivamente saranno poi compresi il Cammino di Francesco (La Verna-Assisi), il Cammino di San Domenico, il Circuito del barocco in Sicilia, la Ciclovia del Sole (Verona-Firenze), la Ciclovia Ven.To (Venezia Torino). 

Il progetto pilota sarà pronto entro il 30 giugno 2016 e subito dopo partiranno i relativi bandi.

“L’operazione rientra in una politica di cura dei beni pubblici e di attenzione al territorio – ha dichiarato il ministro Graziano Delrio – che si esprime in altre azioni del Governo, volta alla valorizzazione di edifici e infrastrutture esistenti, per favorirne la fruizione da parte dei cittadini in tutto il Paese. Oltre a garantire servizi e infrastrutture di trasporto efficaci, veloci e intelligenti, vogliamo in questo modo evidenziare anche un altro modo di viaggiare, più lento e sostenibile, più attento al paesaggio, alla sosta, alle emergenze storiche e culturali. Con la firma di questo protocollo, le Case Cantoniere di Anas ritorneranno ad essere simbolo positivo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone”. 

“Le Case Cantoniere distribuite lungo tutto il territorio nazionale e contraddistinte dall’inconfondibile colore rosso pompeiano – ha dichiarato il ministro Dario Franceschini - costituiscono un brand formidabile per promuovere quel turismo sostenibile necessario allo sviluppo sociale, economico e culturale dei tanti territori ricchi di arte, tradizioni enogastronomiche e bellezze paesaggistiche che rendono l’Italia un Paese unico al mondo. Grazie alla voglia di fare di chi saprà cogliere questa opportunità, luoghi oggi abbandonati diverranno ostelli, ciclofficine, punti di ristoro per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire l’Italia al giusto ritmo”. 

 “La valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico - ha dichiarato Roberto Reggi - è oggi una grande opportunità per realizzare progetti concreti di slow travel, rimettendo in funzione beni abbandonati lungo itinerari turistici e culturali di grande valore. L’Agenzia del Demanio è impegnata a fianco degli altri Enti pubblici per promuovere iniziative che restituiscano nuova vita agli immobili in disuso, anche minori, lungo i più suggestivi percorsi religiosi, culturali e naturalistici italiani, rispondendo così a un’esigenza collettiva sempre più forte di recupero di luoghi pubblici, con il rilancio dell’imprenditoria e dell’occupazione.” 

 “Il nostro patrimonio immobiliare – ha sottolineato il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani - rappresenta un valore sociale ed economico di fondamentale importanza per il Paese che, attraverso l’avvio di concrete iniziative di riqualificazione, può costituire un fattore di crescita per l’economia e per l’occupazione”. 

Nei prossimi mesi saranno quindi definiti i piani di utilizzo (Turismo, Cultura, Accoglienza, Ristorazione, Ospitalità, etc.) delle Case Cantoniere inserite nel progetto, la tipologia dei servizi che offriranno e che andranno ad ampliare quelli a supporto delle attività di esercizio e manutenzione della rete stradale mantenendone la disponibilità

 Su tutto il territorio nazionale l’Anas possiede 1.244 Case Cantoniere (di cui 607 sono utilizzate a vario titolo – uso istituzionale o di supporto alle attività di esercizio) di cui il 35% indisponibile per valorizzazione perché sedi istituzionali, il 55% parzialmente disponibili sulla base delle analisi dei flussi di clienti, il 10% ad alto potenziale turistico. 

 L’iniziativa è orientata su target specifici e qualificati, in particolare quella dei giovani italiani ed europei classificati come “Energy”, stranieri senior e italiani locali “Relax”, italiani e stanieri all ages “Foodies” e stranieri e italiani che cercano percorsi alternativi ed originali stile “Routard”. 

 “L’idea è di aumentare i servizi al cliente stradale – ha aggiunto il Presidente di Anas Gianni Vittorio Armani – sviluppare un brand associabile a concetti di autenticità, genuinità, legame con il territorio. Inoltre questo progetto vuole essere un impulso all'imprenditoria, soprattutto giovanile, e all'occupazione sociale, nel rispetto dei profili di sostenibilità ambientale, efficienza energetica, di sicurezza e di innovazione delle infrastrutture e rientra nell’importante riassetto e nella ridefinizione delle competenze e delle responsabilità sociali di Anas”. 

 “Il progetto nasce dalla considerazione che le Case Cantoniere rappresentano delle vere e proprie ‘icone’ - ha concluso Armani – sono il simbolo tangibile dell’impegno e della presenza costante di Anas sul territorio. Una presenza che la nuova Anas vuole rilanciare ampliando i servizi dedicati all’utenza stradale, che sono e restano la loro finalità, con l’offerta di nuovi funzionalità in grado anche di sviluppare delle sinergie con il territorio in cui si trovano”.

L’istituzione della casa cantoniera risale al 13 aprile 1830, giorno in cui, con Regio Decreto del re di Sardegna Carlo Felice, viene ufficialmente creata la figura del Cantoniere al quale viene demandata la manutenzione e il controllo di un ‘cantone’ della strada (un tratto di circa 3-4 chilometri). 

 Per svolgere questo compito i cantonieri dovevano abitare in case site ai margini di ciascun cantone - di quel colore rosso pompeiano che le ha rese ormai celebri - che ricevevano in uso gratuito affinché restassero vicini al luogo ove svolgevano il loro lavoro.

Il cantoniere doveva mettere a disposizione la casa cantoniera per soccorrere feriti o per ricoverare agenti della forza pubblica e militari in servizio, un luogo simbolo della presenza sul territorio del Regno prima e dello Stato repubblicano poi. 

La pagina del sito web Anas dedicata al progetto “Case Cantoniere” è a questo indirizzo: http://www.stradeanas.it/index.php?/content/index/arg/case_cantoniere