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06/11/18

L'amore si costruisce ?





L'amore si costruisce ?  

Ricordo una bella canzone di qualche anno fa di Ivano Fossati, che si intitolava proprio: La costruzione di un amore. La costruzione del mio amore/ Mi piace guardarla salire/ Come un grattacielo di cento piani/ O come un girasole diceva quel testo. 

Eppure si fatica sempre a immaginare l'amore come una costruzione.  Perché siamo dominati dall'idea che l'amore è il meno razionale dei sentimenti e il meno suscettibile di ordine esteriore. Proprio a causa del fatto che l'amore risponde soltanto al suo ordine interiore. 

Non è però in contrasto con questo, affermare che anche l'amore ha bisogno di cura. Tutti nella vita sperimentano che - come una pianta formata dall'essenza delle due anime che si amano - nessun amore resiste se non vi è una cura continua, assidua, dativa. 

L'amore vive cioè di una sua vita propria - nasce spontaneamente e molto spesso neanche da un perché: nasce da un riconoscimento reciproco e nasce come dono molto raro - ma nello stesso tempo ha bisogno di nutrirsi. Ha bisogno di nutrirsi soprattutto quel complesso di cose che sostengono l'amore: la stima, la coerenza, la fiducia, la presenza, il rispetto, la considerazione, la felicità, la festa, la gioia, la sincronia dei gesti, dei pensieri, l'ascolto. 

Questo, potrebbe definirsi più generalmente è il volersi bene. Che è la cura dell'amore, ciò che sostiene l'amore. 

Lo ha espresso bene uno scrittore molto (troppo?) prolifico come Erri De Luca con queste parole: Il volersi bene si costruisce. L'amore lo senti immediato, non ha tempo. E' dire "ti sento" , un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per una vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle sempre e comunque. 


Fabrizio Falconi 





15/11/16

La cura - di Fabrizio Falconi.





Cura è una parola ambivalente. Significa infatti non soltanto curare qualcuno o qualcosa che sta male, portandolo alla guarigione, ma anche permettere a qualcosa o a qualcuno - che è già sano -  di crescere, di svilupparsi, di fiorire come fioriscono le piante. 

E non sembra un caso che la parola derivi dal latino cura che a sua volta deriva dalla radice ku-/kav- che significa osservare

Chi ha a cuore qualcosa o qualcuno infatti, per prima cosa osserva. Meravigliandosi di quella bellezza unica - non riconosciuta e non vista da alcuno, nei suoi propri termini tranne da chi osserva, e osservando cura.  

Ti curo perché ti amo e ti voglio proteggere e preservare. Ti voglio far crescere. Non voglio che tu cresca secondo i miei desideri, perché questo sarebbe forzare, piegare, stridere.  Voglio che tu cresca per come sei, voglio che tu esprima la potenzialità piena che è in te. 

Io ti osserverò, ti guarderò da lontano, senza co-stringerti. Ti lascerò libera. Ma ti aiuterò ogni volta che tu lo vorrai e ogni volta che ne avrai bisogno. 

Lo farò non per ottenere riconoscenza, ma solo perché il tuo stesso sbocciare è per me la ricompensa. 

Dunque la mia cura non ti verrà data perché tu sei malata, ma proprio perché sei piena di bellezza. 

Diventerò forse saggio, in questo modo.  La stessa radice in sanscrito dice che kavi è il saggio. Il saggio è colui che osserva.

Questo mio osservarti sarà fatto fino alla fine.  Ovvero finché tu non ne avrai più bisogno. E se tu avrai sempre bisogno di me, io sarò sempre qui a curarti. 

Nel tempo sospeso e breve di una esistenza, questa cura salverà dai tuoni e dalla tempesta.  Rimarrà indelebile anche dopo il turbinio della pioggia e delle foglie. Tornerà a splendere ad ogni nuova stagione.  Sarà la mia luce. Sarà la tua luce. 

Fabrizio Falconi




31/10/16

"The book of love", una canzone definitiva di Magnetic Fields, portata al successo da Peter Gabriel sull'amore.





E' una splendida canzone, definitiva sul senso dell'amore, quella scritta da Stephin Merrit e dai Magnetic Fields e poi portata al grande successo da Peter Gabriel qualche anno fa e contenuta nell'album Scratch my back (2010).

E' innanzitutto una canzone molto semplice e dal testo molto semplice.

Ma molto sottile.  Innanzitutto, dice, l'amore è un libro

Ciò vuole dire che l'amore preesiste agli stessi innamorati o amanti. E' qualcosa di già scritto, di già esistente, di già formato. Perché è stato scritto tanto tempo fa. (non si sa da chi).

E' dunque molto antico e tutto sommato lungo e noioso, probabilmente perché come tutti i libri antichi contiene una sua saggezza arcana, ma è pesante (non si riesce nemmeno a sollevare per il suo peso) ed è pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni, quindi non proprio facile da leggere.

E però è anche un libro pieno di sorprese, perché ha della musica all'interno (la musica, anzi, viene proprio da lì). Anche se questa musica è in parte astrusa  (priva cioè di apparente significato e apparentemente riferita solo a se stessa) e in parte davvero stupida (come sa essere l'amore, specie quando questa musica è interpretata dagli innamorati (infatti è pieno di cose banali come i fiori e le scatole a forma di cuore). 

E ciò nonostante, dice l'innamorato, Io amo quando me lo leggi e tu puoi leggermi qualsiasi cosa, di questo libro.

L'incantamento dunque non è nemmeno nel contenuto del libro, in quello che c'è scritto, ma nel fatto che tu me lo legga.

E che, in qualche modo, me lo regali.

E', anzi, il regalo il vero senso di questo libro.
Il fatto che tu canti per me ogni cosa.

E' questa la vera fede nuziale, che fonda il legame d'amore. 

Un semplice testo dal quale si evincono due cose fondamentali che la saggezza ha imparato a riconoscere nell'amore: la prima, che l'amore pre-esiste agli innamorati. Come scriveva Nietzsche a Lou Salomé, l'amore è infatti più grande di chi ama.  E quindi pre-esiste, resiste e se ne frega delle bassezze, delle sciatterie e delle inadeguatezze di chi ama (o dice di amare).

La seconda è che l'amore passa attraverso un regalo.  Il regalo è di per sè qualcosa di gratuito. Che si fa per il piacere di farlo. E' l'amore che, come scriveva Paul Ricoeur, ad obbligare. Ad obbligare a regalare, a donare spontaneamente. Il regalo è anche una cura. E' avere cura, attenzione per chi si ama.  Ed è anche il discrimine, la mancanza di cura e di attenzione, per tutti quei rapporti che si camuffano da amore, ma amore non sono.

Fabrizio Falconi
il testo originale qui sotto:

Il libro dell'amore è lungo e noioso
Nessuno riesce a sollevare quella dannata cosa
E' pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni per danzare
Ma io
Io amo quando me lo leggi
E tu
Tu puoi leggermi qualsiasi cosa
Il libro dell'amore ha della musica all'interno
Infatti la musica viene proprio da lì
Un po' di questa è astrusa
Un po' di questa è davvero stupida
Ma io
Io amo quando canti qualcosa per me
E tu
Tu canti per me ogni cosa
Il libro dell'amore è lungo e noioso
Ed è stato scritto molto tempo fa
E' pieno di fiori e scatole a forma di cuore
E di cose per le quali siamo troppo giovani per sapere
Ma io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresi regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali

§

The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
It's full of charts and facts and figures and instructions for dancing
But I
I love it when you read to me
And you
You can read me anything
The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it is just transcendental
Some of it is just really dumb
But I
I love it when you sing to me
And you
You can sing me anything
The book of love is long and boring
And written very long ago
It's full of flowers and heart-shaped boxes
And things we're all too young to know
But I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
You ought to give me wedding rings

Stephin Merritt e Magnetic Fields 

12/03/15

Vele spiegate.



Tutto quello che appassiona, divora. 


Tutto quello che si innalza, conserva.  


Tutto quello che viene, rinnova.  

E' la cura dell'essere, queste nostre palpitazioni notturne che ritornano come onde accurate di un destino.  Non è avverso, non è propizio.  Bisogna aspettare, bisogna curare abbastanza. 
Quel che basta è quel che di compimento, già esiste.
Dargli forma, costruirgli intorno humus , spazio favorevole.
Dipende da noi. 
Dipende dall'essere con, non dallo star male senza. 
Uscire dai percorsi mentali, vivere e respirare, sorridere all'umile vita, rendersi conto e rendere conto che tutto è nato da un dono. 
Ogni responsabilità, ogni frutto, ogni libertà. 
Senza dono, nessuna libertà esiste. 
Essere capaci, dunque, di donare. 
Sentirlo non come puro atto di volontà, ma come gesto immane del cuore. 

Non si può spiegare: da lì, partire, come una nave a vele spiegate, dentro il vento che soffia, nonostante. 


Fabrizio Falconi - (C) riproduzione riservata 2015.