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02/11/22

2 Novembre: La Lettera d'Amore a Mastroianni sulla sua tomba al Verano a Roma

 

La Tomba di Mastroianni al Verano fotografata qualche giorno fa /foto Rashide Andrade

Oggi, il giorno dei morti, vorrei ricordare il grande Marcello Mastroianni (1924-1996) sepolto al Cimitero Monumentale di Roma al Verano. 

Proprio qualche giorno fa, abbiamo realizzato questa foto e quella che segue: ci sono infatti morti che continuano a parlare e a ricevere messaggi anche molto tempo dopo la loro morte, per quello che hanno lasciato artisticamente certo, ma anche per la persona che sono stati. E' così bellissimo questo bigliettino lasciato da una ammiratrice che si definisce "giovane" e che si firma Claudia. Un semplice bigliettino con l'inchiostro scolorito dalla pioggia. 

La lettera lasciata da una ammiratrice sulla Tomba di Mastroianni al Verano/foto di Rashide Andrade

Si scopre, avvicinandosi, che il biglietto contiene nient'altro che alcune delle frasi più famose nella storia del cinema: quelle pronunciate da Marcello Mastroianni (Guido Anselmi) nel suo monologo contenuto nel capolavoro di Fellini, 8 e Mezzo e che rappresenta pienamente lo spirito del film. 

Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto, che diventi tutto proprio perché è la tua fedeltà che la fa diventare infinita, saresti capace? 

Qui sotto il video.

E un ricordo oggi, per tutti i nostri morti.

Fabrizio Falconi - 2022


Fabrizio Falconi


31/10/22

L'incredibile storia della "Colonnina telefonica" sulla Tomba di Roberto Rossellini al cimitero del Verano a Roma

La colonnina della T.E.T.I al Verano (foto Stefania Giudice) 

Una delle curiosità più particolari - e commoventi - del Cimitero Monumentale del Verano, dove riposa il meglio della cultura e dello spettacolo italiano degli ultimi 150 anni, è la cosiddetta "Colonnina della Teti, recentemente restaurata", che si trova proprio al fianco della tomba di famiglia dove è sepolto il grande Roberto Rossellini insieme ai suoi più stretti familiari.

La colonnina della Teti o meglio della T.E.T.I. (l'allora compagnia telefonica nazionale), come si legge nella targa apposta sotto il mandato del sindaco Marino, ricorda quanto accaduto nel 1946 quando "fu installata per consentire al regista Roberto Rossellini di seguire la lavorazione del film 'Germania anno zero' mentre con la moglie Marcella de Marchis vegliava sulla tomba del primogenito romano, morto all'età di 9 anni"

La tomba della famiglia Rossellini al Verano (foto Stefania Giudice) 

La vicenda della colonnina telefonica è iniziata nel 1946. Era l'anno di '"Paisa" e Roberto Rossellini si accingeva a girare "Germania anno zero" quando una banale appendicite si portò via il figlio, Romano, di 9 anni. 

Una tragedia che ha stravolse Rossellini e la moglie Marcella de Marchis e gli fece mettere le radici su quella piccola tomba, da dove non riusciva a staccarsi

Perchè l'esigenza vitale fu, per Roberto e Marcella, vivere fino in fondo e condividere il dolore vegliando sul figlio perduto. Ma c'era il film da portare avanti e gli obblighi, che la nuova pellicola imponeva, da onorare. Per potere comunicare con il produttore e gli sceneggiatori del nuovo film, Rossellini si fece allora installare una linea telefonica della teti di fronte alla tomba di famiglia

Il telefono non esiste più, ma quella colonnina in ghisa è ancora lì, al cimitero monumentale del Verano.

Dopo 68 anni, la colonnina fu restaurata e in quella occasione il figlio di Roberto, Renzo, disse: "Le opere di mio padre le divido in quelle prima della morte di romano e in quelle successive, dove c'è una spiritualità non presente in quelle precedenti. 'Germania anno zero' mio padre l'ha organizzato da qui. Dopo i bombardamenti di San Lorenzo qui molte tombe erano aperte e io passavo ore e ore a giocare con le ossa, creavo trombette, sono stato allevato nel lutto e nel dolore dei miei genitori. Negli anni passati ho fotografato la colonnina e la tomba e l'ho mandate a tutti i sindaci di Roma, ma solo grazie alla sensibilità di Marino questo oggetto è entrato nella storia" 

Una storia che Roma fa bene a non dimenticare. 




08/11/15

Gassman, Rossellini, Moravia, Ungaretti, De Sica, Trilussa: le tombe del Cimitero del Verano.



Il cimitero del Verano 

L’ager Veranus, la zona dove sorge attualmente il cimitero monumentale di Roma, prendeva il nome anticamente dall’imperatore Lucio Vero che regnò dal 161 al 169 d.C. ed era adibita già da tempo immemore a luogo di sepolture, essendo attraversata dalla via Tiburtina, ai lati della quale, in quel punto, esistevano numerose catacombe e lo stesso san Lorenzo era stato qui sepolto nel 258 d.C. 

La zona continuò poi a essere utilizzata come ossario, ma il primo vero e proprio cimitero fu istituito dopo l’editto di Saint Cloud del 1804 che imponeva le sepolture al di fuori dei centri abitati

Il progetto iniziale fu affidato al Valadier, nel 1811, ma dopo la caduta del regime napoleonico bisognò aspettare il 1836 quando papa Gregorio XVI diede l’ordine definitivo di costruzione, affidando la realizzazione dell’ingresso monumentale a Virgilio Vespignani.

Lo stesso architetto realizzò i possenti muraglioni verso la via Tiburtina e alle spalle della basilica di San Lorenzo mentre le quattro grandi statue allegoriche poste all’entrataSperanza, Meditazione, Preghiera e Silenzio – furono scolpite dal Blasetti e dal Galletti. 

Il nucleo storico, più antico del cimitero, è costituito dalla sua porzione israelitica, che fu denominata negli anni Pincetto Vecchio, per la sua caratteristica di essere leggermente sopraelevata, rispetto al resto del piano cimiteriale. 

Al Verano furono sepolti personaggi noti e meno noti delle vicende romane, e anche quelli che incapparono nelle maglie della giustizia in modo del tutto inconsapevole, come quel Cesare Lucatelli che venne decapitato nel 1861 accusato di aver ucciso una guardia pontificia, mentre soltanto qualche anno più tardi si scoprirono le prove della sua innocenza. 

Nel cimitero monumentale poi furono sepolti Giuseppe Gioacchino Belli e Cesare Maccari, Edoardo Perino, il creatore del Rugantino e Guido Baccelli, ma aggirandosi oggi per i grandi viali alberati si ha soltanto l’imbarazzo della scelta nello scoprire le tombe di personaggi popolari amatissimi, attori, uomini politici, benefattori, scienziati, artisti: tra gli altri Maria Montessori, Alberto Moravia, Pietro Nenni, Nino Manfredi, Giuseppe Ungaretti, Alberto Sordi, Eduardo Peppino e Titina De Filippo, Bruno Buozzi, Vittorio De Sica e Aldo Fabrizi, Luciano Lama e Ugo La Malfa, Gabriella Ferri e Clara Petacci, Gianni Rodari, Vittorio Gassmann e Roberto Rossellini, George Santayana e il grande Trilussa, vera e propria voce della città

Un museo all’aperto, insomma – molte di queste tombe sono state scolpite da grandi artisti – purtroppo seriamente danneggiato dai bombardamenti degli alleati che colpirono Roma e il quartiere di San Lorenzo il 19 luglio del 1943.

estratto dal Libro Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Fabrizio Falconi, Newton Compton, Roma, 2013.