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30/10/11

Il sesso, la roba e Boccaccio: intervista a Vittore Branca.



Einaudi presenta un progetto grandioso e già più volte vagheggiato, quello di un "Boccaccio visualizzato" in due volumi, che rappresenterà un importante passo avanti per la definizione dell'influenza del Boccaccio nella storia dell'arte.   All'opera la cui uscita è prevista nel '91, sta lavorando da molto tempo Vittore Branca, uno dei massimi conoscitori mondiali del Boccaccio, che coordina una imponente équipe internazionale di filologi e storici dell'arte.

"Boccaccio è l'autore che più di ogni altro ha sollecitato gli artisti visuali, xilografi, pittori, miniaturisti..." spiega Branca, che nella sua casa veneziana, è alle prese con le riproduzioni di più di milleduecento illustrazioni e miniature raccolte nelle biblioteche di tutto il mondo.

"La ripresa di interesse del Boccaccio a livello mondiale non mi stupisce" continua Branca, "il Decameron è l'opera che seicentocinquanta anni fa ha affrontato i due temi più presenti nell'età moderna: il sesso e la roba, cioè il possesso.  Per questo è con Dante, il classico italiano più tradotto, più di Machiavelli, che è troppo aristocratico. Il rapporto parola-immagine era per il Boccaccio assolutamente fondamentale" spiega ancora Branca, "al punto che nell'autografo del Decameron, che io stesso identificai 28 anni fa, è proprio lo stesso autore a voler illustrare di mano propria il suo capolavoro."

Da allora in poi molti, da Botticelli a Giorgione, da Tiziano a Palma, da Veronese a Blanchard, a Rubens, dovettero percepire la forza esplosiva delle immagini contenute nella prose dell'opera, rivoluzionando molti dei vecchi archetipi dell'immagine pittorica.

Ma non tutti sono d'accordo sull'effettiva portata delle innovazioni contenute nel Decameron. E questo è proprio il segnale di una intramontabile attualità del dibattito intorno al novelliere. Proprio recentemente Giampaolo Dossena, nella sua Storia Confidenziale della Letteratura Italiana, arrivata al secondo volume, ha fatto risorgere vecchie e interminabili questioni, affermando che almeno metà delle novelle del Decameron sarebbero 'mediocri'.

Niente di più di una provocazione, secondo alcuni: fatto sta che di Boccaccio si torna a discutere e anche con un apparente piacere.  Al punto tale che, dopo qualche indugio, il Decameron approda in lettura integrale alla radio.  L'opera, curata da Alberto Asor Rosa e Adolfo Moriconi, è infatti in fase di ultimazione negli studi della RAI di Firenze e verrà trasmessa questa estate, nella divertita lettura di numerosi intepreti: da Valeria Moriconi a Davide Riondino, da Paolo Poli a Giorgio Albertazzi.

"Il Decameron è il libro che fonda tutta la nostra letteratura," dice Paolo Gonnelli, direttore di Radiotre, che ha prodotto l'impegnativa operazione, "ma è un libro poco letto. Per questo abbiamo deciso di ripetere l'esperimento già tentato con la lettura integrale della Divina Commedia, che ci ha dato notevoli soddisfazioni."

Reggerà il Decameron alla prova radiofonica ? Non è la prima volta, in effetti, che tra le perplessità dei filologi, l'opera si trova a dover sconfinare oltre l'ambito letterario: sono ormai innumerevoli le riduzioni cinematografiche, molte delle quali addirittura iconoclaste, come quelle dei B-movies dichiaratamente licenziosi, così come le molte "traduzioni" da versioni modernizzate, in circolazione nei mercati esteri. Ma alla prova definitiva, la prosa del Boccaccio, ha mostrato sempre segni di sorprendente vitalità.

"Credo che il Decameron rappresenti il primo esempio nel quale, in letteratura, gli uomini vengono raffigurati come sono davvero e non come vorrebbero essere", dice Vittore Branca, che non riesce a trattenere l'entusiasmo di fronte all'immagine di uno splendido quadro del Botticelli che ha sotto gli occhi, "Nastagio e la caccia infernale," conservato al Museo del Prado di Madrid.  E' l'illustrazione di una novella del Decameron, raccontata nella quinta giornata.

"Un capolavoro come questo ha una storia antichissima", dice Branca, "perché proprio Botticelli ci ha aiutato a capire che nella novella si nascondeva un mito antichissimo, quello di Atteone. Ma solo Boccaccio poteva raccontarlo così, e Botticelli ha dato espressione a questa narrazione realistica, incredibilmente visuale."

Fabrizio Falconi, "Superboccaccio",  Il Manifesto,  domenica 1 aprile 1990.