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19/11/18

Libro del Giorno: "L'io e l'inconscio" di Carl Gustav Jung.




L'Io e l'inconscio, pubblicato nel 1928 da Carl Gustav Jung è uno dei suoi lavori più celebri e importanti.  

Si tratta del primo tentativo di esporre in modo sistematico l'insieme di ipotesi sulla natura, struttura e dinamica della vita cui aveva dato il nome di "psicologia analitica".

Vengono definiti per la prima volta da Jung i concetti di inconscio "personale" e "collettivo" oltre ai concetti - chiave per le teorie di Jung - di "Animus" e di "Anima", insieme a quelli, già emersi, di "Archetipo" e di "Ombra".

Con questo libro Jung avvia il lungo dibattimento speculativo sul processo di individuazione del Sé, vero obiettivo di ogni cammino di consapevolezza e di "psicologia analitica".  Il Sè è infatti il centro della persona, quella entità che rispecchia e contiene i caratteri del trascendente, dell'oltre (del divino, se si vuole) e che 'galleggia' tra la coscienza e l'inconscio (sia quello personale che quello collettivo).  L'emersione dei contenuti inconsci nel e attraverso il Sé e la sua integrazione con i contenuti consci è l'obiettivo della individuazione e quindi anche della vita psicologica.

Una lettura straordinariamente affascinante, con pagine memorabili che parlano ancora ad ognuno di noi, in quanto esseri umani, in quanto individui.



19/12/17

I geni NON spiegano intelligenza, timidezza, criminalità e ogni altra caratteristica umana complessa.



Ignoriamo la sintassi del genoma.

Si pigliano granchi colossali ignorando la nostra profonda ignoranza. 

Il destino è nei geni ? La domanda è retorica, la risposta è un secco no. 

Tanta roba è scritta nei nostri geni, fra cui sicuramente maggiori e minori predisposizioni a sviluppare certe malattie, o a rispondere al trattamento con farmaci.

Ma i tentativi di trovare un gene che spieghi caratteristiche complesse, come la criminalità, la timidezza, o (peggio ancora) l'intelligenza hanno portato a risultati risibili. 

"Se in un titolo si legge 'Scoperto il gene responsabile di X' dove X sta per una caratteristica umana complessa, quel gene non è stato scoperto perché in realtà non esiste".



Notizie contenute in "Il destino non è solo nei geni", di Guido Barbujani, recensione del nuovo libro di Adam Rutherford (genetista e divulgatore scientifico), Breve storia di chiunque sia vissuto. Il racconto dei nostri geni, Bollati Boringhieri, Torino, pagg.343 Euro 26; in Domenicale del Sole 24 ore di Domenica 10 dicembre 2017. 


30/09/15

I "Tipi psicologici" di Carl Gustav Jung - Un'opera fondamentale.



I Tipi psicologici scritto da Jung nel 1921 e più volte rivisto nel corso della sua lunga vita è un testo capitale. 

Appena terminata la monumentale edizione di Bollati Boringhieri (integrale), si ha la sensazione di aver scalato un'erta montagna e di aver potuto ammirare, dalla sua cima, un paesaggio nuovo, aperto, totale, inesplorato. 

A distanza di molti anni infatti, Tipi psicologici mantiene una chiarezza illuminante e dispensa una luce esatta su una materia considerata da sempre inafferrabile. 

E' a tal punto innovativa, questa grande opera, che si deve proprio a C.G.Jung e a questo studio, la nascita dei due termini "introverso" ed "estroverso" entrate stabilmente nel linguaggio comune e che ancora oggi usiamo per descrivere il carattere di una persona, anche se la maggior parte ignora la loro origine e al fatto che si debbano all'intuizione di uno dei grandi padri della psicologia, frutto di vent'anni di ricerche sulle specificità che compongono il carattere individuale. 

E' importante sottolineare che nella dottrina di Jung i termini “estroverso” e “introverso” non sono usati per esprimere un giudizio, ma per distinguere due diversi modi di rapportarsi al mondo esterno, quello che Jung chiama l'oggetto

E scorrendo le intense pagine del suo studio si scopre quanto le attuali semplificazioni abbiano del tutto snaturato l'originale teoria junghiana, che al contrario di Freud non  concepisce la psicologia come scienza esatta, ma come espressione di fattori soggettivi. 

Jung definisce e descrive  otto tipi psicologici principali, a partire dai due caratteri fondamentali, apollineo e dionisiaco, che hanno dominato lo spirito nella filosofia e nelle arti da Platone e Aristotele fino a Goethe e Nietzsche. 

Semplificando un pensiero estremamente complesso come quello junghiano, l'estroverso ha un rapporto positivo con l'oggetto: lo osserva, studia tutte le circostanze e cerca di adattarsi ad esse il più possibile. La persona estroversa cerca l'approvazione altrui e tende a esprimere giudizi non troppo difformi da quelli del gruppo. 

L'introverso invece tende a rimanere distante dall'oggetto, perché è più attratto dal suo mondo interiore. A differenza dell'estroverso, le sue energie non sono rivolte all'esterno ma si concentrano sulla dimensione individuale. Più che con fatti e parole – la dimensione preferita dall'estroverso – si sente a suo agio con emozioni e pensieri. Ama la solitudine, ha un atteggiamento schivo e tende a essere diffidente e pessimista. 

Ma oltre alla dicotomia Estroversione-Introversione Jung individua quattro funzioni psichiche principali: Sentimento, Pensiero, Sensazione e Intuizione. Ognuna di queste indica un diverso modo di rapportarsi al mondo. 

Dall'interazione di attitudine e funzione psichica dominante si possono definire almeno otto tipi psicologici principali, come riportato dagli attuali manuali di psicologia: 

1. Sentimentale Estroverso: diplomatico, espansivo e molto socievole, si inserisce con estrema facilità in ogni tipo di gruppo. 2. Sentimentale Introverso: taciturno, riservato, spesso malinconico, vive i sentimenti in modo esclusivo senza esprimerli all'esterno. 3. Pensatore Estroverso: riformatore, moralizzatore, per lui contano solo i fatti concreti e poco o nulla le teorie. 4. Pensatore Introverso: riflessivo, chiuso al mondo esterno, insegue pensieri astratti ed è del tutto indifferente all'oggetto. 5. Sensoriale Estroverso: esteta, alla ricerca dei piaceri della vita, realista e gaudente, crede solo nei fatti concreti e tangibili. 6. Sensoriale Introverso: animo da artista, per lui conta solo la sua soggettività, attraverso la quale interpreta e si relaziona al mondo circostante. 7. Intuitivo Estroverso: opportunista, dinamico, guidato da uno spiccato senso degli affari e da una notevole carica di entusiasmo. 8. Intuitivo Introverso: sognatore, è colui che più di ogni altro crede nel potere dell'immaginazione. 

Una lettura comunque fondamentale, per capire qualcosa di più dell'oceano psichico dal quale siamo abitati e che abitiamo.


Fabrizio Falconi


15/04/15

Carl Gustav Jung: Il Tema Astrale.




A partire dal Timeo ( di Platone, ndr) è stato ripetutamente affermato che l'anima è il "rotondo".

In quanto anima mundi essa gira con la ruota dell'universo, il cui fulcro è il polo. Per questo lì si trova il cuore del Mercurio: perché il Mercurio è l'anima mundi. 

L'anima mundi è propriamente il motore del cielo. Alla ruota dell'universo stellato corrisponde l'oroscopo, il Thema Tes Geneseos, ossia quella suddivisione del cielo in dodici case che al momento della nascita viene regolata in modo che la prima casa coincida con l'ascendente.

Il firmamento così suddiviso sembra una ruota che gira, e fu a causa della similitudine fra la ruota e il tornio che l'astronomo Nigidio venne soprannominato Figulus, cioè Vasaio. 

Il Thema (propriamente ciò che viene posto o imposto) è in realtà un Trochos, una ruota.

Il senso fondamentale dell'oroscopo consiste nel fatto che, determinando le posizioni dei pianeti nonché le loro relazioni (aspetti) e assegnando i segni zodiacali ai punti cardinali, esso dà un quadro della costituzione prima psichica e poi fisica dell'individuo.

L'oroscopo dunque rappresenta in sostanza un sistema delle qualità originarie e fondamentali del carattere d'una persona e può essere considerato un equivalente della psiche individuale.


15/08/12

Carl Gustav Jung: folgoranti citazioni dal Liber Novus (Libro Rosso).



La lettura del Liber Novus - Libro Rosso di Carl Gustav Jung, stampato con merito anche in Italia in una pregevole e preziosa edizione da Bollati Boringhieri è fonte di continua meraviglia.  E' un libro ricchissimo in cui si trovano molte e importanti risposte a quello che spesso si cerca senza comprenderlo e senza nemmeno saperlo. Ho raccolto qui alcune di queste (illuminanti) citazioni. 

Purtroppo, come tutto ciò che è sano e durevole, la verità si tiene più sulla via di mezzo che noi a torto detestiamo. 
(C.G.Jung, Liber Novus, pag.292)

Se il pensiero porta a ciò che è inconcepibile, allora è tempo di tornare alla vita semplice. Quello che non risolve il pensiero, lo risolve invece la vita. 
(cit. pag. 293)

Con il cristianesimo non siamo arrivati alla fine semplicemente mettendolo da parte. Mi sembra che di esso resti più di quanto possiamo vedere. Abbiamo combattuto il Cristo, l'abbiamo destituito e ci siamo sentiti vincitori. Ma lui è rimasto in noi e ci ha soggiogato. Tu puoi abbandonare Cristo, ma lui non ti abbandonerà. Il tuo volerti liberare di lui è un illusione. Cristo è la Via. Tu puoi compiere certamente delle deviazioni, ma poi non sei più sulla Via. La via di Cristo finisce sulla croce. Perciò siamo crocefissi con lui in noi stessi. Insieme a lui attendiamo la nostra resurrezione fino alla morte. Con Cristo chi è in vita non sperimenta risurrezione alcuna, se non dopo la morte.
(cit. pag. 293).

Tuttavia chiunque faccia della distruzione il proprio scopo perirà per autodistruzione.
(cit. pag. 296)



Siamo una razza accecata. Viviamo solo in superficie, solo nell'oggi e pensiamo solo al domani. Trattiamo brutalmente il passato, perché non ci prendiamo cura dei morti. Vogliamo fare soltanto lavori che assicurino un successo visibile. Soprattutto vogliamo essere pagati. Non v'è dubbio che le necessità della vita ci hanno costretto a preferire frutti tangibili. Ma chi soffre di più di coloro che si sono smarriti alla superficie del mondo ?
(cit. pag.298)

Una ragnatela di parole è l'inferno per chi vi resta impigliato. Sii cauto con le parole, sceglile bene, prendi parole sicure, parole prive di appigli. Non tesserne una all'altra, affinché non ne nasca una ragnatela, perché tu saresti il primo a restarvi impigliato. La parola è quel vi è di più futile e di più potente. Nella parola confluiscono il vuoto e il pieno.
(cit. pag. 299)

A chi viene dal mare l'affaccendarsi degli uomini appare come una follia. Ma gli uomini lo guardano come se il pazzo fosse lui.
(cit. pag. 299)

La parte in te più vile è la fonte della grazia.
(cit. pag.299)

Non ti accorgi che l'Altro è anche dentro di te. Pensi invece che venga in qualche modo da fuori e ritieni di scorgerlo anche nelle opinioni e azioni del tuo prossimo che ti ripugnano. Lì lo combatti, essendo del tutto accecato. Chi invece accetta l'Altro che gli viene incontro, perché è presente anche in lui, non lotta più, ma guarda dentro di sé e tace.
(cit. pag. 297).

A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (cit. pag.308).

Ma quante cose devono accadere a un uomo prima che egli si renda conto che il successo esteriore visibile, che si può toccare con mano, è una via sbagliata ! Quali sofferenze devono colpire gli uomini prima che essi rinuncino a saziare sul prossimo la loro brama di potere e a volere che tocchi sempre all'Altro ! Quanto sangue deve ancora scorrere prima che agli uomini si aprano gli occhi per vedere la propria personale via e il proprio nemico, finché non si rendano conto di quali siano i loro veri successi ! Tu devi poter vivere con te stesso, non a spese del tuo vicino. L'animale del gregge non è il parassita di suo fratello né il suo tormentatore. O uomo hai persino dimenticato che anche tu sei un animale. Ma credi ancora che si stia meglio là dove tu non ci sei. Guai a te, se anche il tuo vicino la pensa allo stesso modo. Ma puoi essere sicuro che lo fa. Qualcuno deve pur cominciare a non esser più infantile.
(cit. pag. 310)  

Che il tuo desiderio trovi soddisfazione in te stesso. Che la tua brama ti consumi, così essa si stancherà e si acquieterà e tu farai un buon sonno e considererai un bene il sole di ogni giorno. Se invece divorerai altri e altre cose rispetto a te, la tua brama rimarrà perennemente insoddisfatta, perché essa vuole di più, vuole ciò che vi è di più prelibato, vuole te. 
(cit. pag. 310/11)

E un altro comprende ciò che fai tu ? Da dove ti viene il diritto di avere opinioni sugli altri o di agire su di loro ? Tu hai trascurato te stesso, il tuo giardino è pieno di erbacce, e tu vuoi insegnare al tuo vicino l'ordine e fargli notare i suoi difetti ! Perché hai da tacere sugli altri ? Perché ci sarebbe molto da dire sui tuoi propri demoni. 
(cit. pag. 343).