Visualizzazione post con etichetta birmania. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta birmania. Mostra tutti i post

23/06/12

Aung San Suu Kyi torna ad Oford 25 anni dopo: è il giorno dell'emozione.



E' stato il giorno dell'emozione per Aung San Suu Kyi, tornata nella Oxford in cui studio' e crebbe i figli Alexander and Kim insieme con il marito Michael Aris.

Il tradizionale abito lungo sotto il vestito accademico, i capelli sotto il copricapo nero da cui spuntava un fiore bianco, il leader dell'opposizione birmana ha sfoggiato tutta la propria eleganza e un sorriso gentile quando il rettore dell'Universita, Chris Patten, le ha consegnato quella laurea honoris causa della quale fu insignita nel 1993 ma che, al pari del premio Nobel, solo oggi San Suu Kyi ha potuto ricevere.

"Quello di oggi", ha esordito la donna pronunciando un discorso nello scenario settecentesco dello Sheldonian Theater, "e' stato un giorno molto commovente, in questi anni difficili passati agli arresti domiciliari i miei ricordi di Oxford sono stati di conforto nelle sfide alle quali ero chiamata".

Le due parole non potevano non suscitare una standing ovation, tributatale dai piu' di 1.000 studenti della setta Universita' in cui San Suu Kyi studio' scienze politiche, economia e filosofia nella meta' degli anni Sessanta.

"Mai piegata campionessa di liberta'", ha detto rivolgendosi solennemente alla donna il rettore, "che ha dato al nostro popolo e al mondo intero un esempio di coraggio e tenacia, le consegno la laurea onoraria in diritto civile".

Aung San Suu Kyi lascio' Londra nel 1988, per andare a visitare la madre morente in Birmania, ma non immaginava che sarebbe rientrata in terra britannica soltanto un quarto di secolo dopo.

Fu lo stesso marito a insistere con lei perche' restasse in Asia a proseguire la lotta per la democrazia.

Di conseguenza, a partire dal 1988 Aung San Suu Kyi vide il marito e figli, lasciati che erano neanche adolescenti, solo in rare occasioni, finche' nel 1999 il professor Aris mori' di cancro.

Intervistata dai media britannici, la donna ha parlato delle "sofferenze" della sua famiglia e ha riconosciuto che la sua "scelta di vita" e' stato un sacrificio pesante, tanto per il marito che per figli.

"Soprattutto per i ragazzi, perche' mio marito era adulto, ma loro erano bambini ed era importante per loro avere entrambi i genitori vicini. Non e' stato facile, ma d'altra parte penso - ha aggiunto - che alla fine si fanno delle scelte in base alle priorita' di ciascuno e poi si vive con quella decisione".

Oggi Aung San Suu Kyi e' pronta a guidare la Birmania. "La strada che abbiamo davanti non e' facile", ha detto allo Sheldonian, "ma Oxford si aspetta il meglio da me e da questo luogo, al quale adesso appartengo, esco rafforzata nelle sfide che dovro' affrontare".

Poi, con lo sguardo rivolto a John Le Carre', accanto al quale si e' seduta dopo il discorso: "Quando ero agli arresti domiciliari, i libri di Le Carre' mi hanno aiutata a viaggiare nel mondo e nelle idee". I popoli, pero', sono persone in carne e ossa. E' pronta a guidare quello del suo Paese, le ha chiesto la Bbc. ""Si'", ha risposto, "credo di poterli guidare nel modo appropriato".

fonte AGI

19/03/12

Il silenzio di lei - di Fabrizio Falconi





Il silenzio di lei

La Verità esiste solo perché tu la cerchi.

Non dissipare il cerchio del vapore
che lentamente disegna intorno a te
un bersaglio, non preservare le prove
non aspettare che il fiore cada
dai capelli, che il miscuglio di tenerezza
e ostentazione avvampi sul ciglio del tuo volto.

Canta ancora, nelle notti di polvere orientale
il disinteressato mormorio della ragione
che ti guida, come la luce del porto un levantino;
che possiedi, come il profumo che s’ apre
dal ventre di un’orchidea, consisti ancora
nel proposito di un giorno, nella paternità
dell’ardua sfida che chiamano: idea.

Nulla sanno di te i pallidi coscritti che scendono
dai treni del nulla d’occidente, nulla possono
prendere di te, i finti cocchieri della potenza,
memori di illusioni finite, profeti del gorgo
della distruzione, tu non appartieni a loro
e nessuno possiede il silenzio tragico
che di notte, dolcemente, ti culla.

La Verità esiste e tu nel vento insonne, la cerchi.  



Fabrizio Falconi  © -   riproduzione riservata  29 maggio 2009