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23/06/22

Dopo "Normal People" arriva "Conversations with friends" la nuova serie tratta dal romanzo di Sally Rooney ed è una delusione


C'era molta attesa tra i tanti - e io fra di loro - che avevano salutato Normal People, la serie tratta dall'omonimo romanzo di Sally Rooney, uscita nel 2020 (visibile su StarzPlay), come un piccolo vero miracolo.

Vincitrice di una cascata di premi e osannata dalla critica in patria e fuori, Normal People aveva trovato due giovanissimi attori in stato di grazia, realizzando un'opera moderna e autentica, sorvegliata dall'autrice che aveva supervisionato la scrittura e tutta la realizzazione della Serie targata BBC.
E' perciò notevole la delusione per Conversation with Friends con la quale serie è stato tentato il bis della prima: stessa produzione identica, stessa autrice (altro romanzo, best seller in Europa), stesso formato di mini puntate da 25/30 minuti per 12 episodi.
Eppure, Conversation with Friends non funziona per niente. Si rivela anzi, puntata dopo puntata, scialba e indigesta, sonnolenta e inconcludente.
A causa soprattutto dei due protagonisti, male amalgamati e totalmente inespressivi - due "facce" e basta - privi totalmente di chimica reciproca (l'esatto contrario di ciò che avveniva in Normal People), alla lunga perfino irritanti nella loro passività amebica.
Due protagonisti che potremmo definire "indecisi a tutto": dialoghi inesistenti monosillabici, ritrosie, smorfiette, lunghe scene a bordo di treni, camminate, diecimila tazze di té preparate.
Anche lo spirito del romanzo di Rooney, basato sulle conversazioni (come recita il titolo perfino), è del tutto tradito.
Si gira a vuoto e si capisce che questo sarebbe il famoso "messaggio" dell'opera, sugli amori inconcludenti o per dirla alla Bauman, liquidi": il tutto già visto e risaputo e appesantito da attori e messa in scena completamenti privi di allure o di carisma.
Peccato.

12/02/22

Quando i Neonazi manifestavano liberi nel 1962 a Londra, a Trafalgar Square

 


Una bella miniserie prodotta da BBC, "Ridley Road", in 4 puntate di 1 ora ciascuna, ancora in attesa di trovare un distributore in Italia, ha riportato alla memoria l'incredibile vicenda di un gruppo neonazista che in Gran Bretagna, ispirandosi direttamente ad Adolf Hitler, nel dopoguerra, riuscì a manifestare liberamente per le strade di Londra, come conferma questa foto storica scattata a Trafalgar Square, nel 1962.

Il gruppo era capitanato dal politico Colin Jordan, e dalla moglie francese, Francoise Dior, che oltre ad essere la dama nera del movimento inglese, era anche la nipote (figlia del fratello) di Christian Dior. 

Ero piuttosto curioso, dopo aver visto la serie, di scoprire quanto nella fiction ci fosse di vero. E sembra proprio che la ricostruzione sia molto fedele ai fatti. 

Nell'Inghilterra del dopoguerra Colin Jordan, figlio di un impiegato postale scozzese, cavalcò la frustrazione di un popolo che molto aveva sofferto durante la Seconda Guerra Mondiale, con un inaudito numero di perdite umane; lanciando lo slogan che tutto questo era stato fatto "per salvare gli ebrei" e quindi, tutto sommato, per colpa loro. 

Cominciò così una campagna dai toni sempre più aggressivi nei confronti degli ebrei inglesi, fino a quando Jordan non fu arrestato con l'accusa - e le prove - di aver organizzato una forza paramilitare sul modello delle SA naziste. 

Ridley Road ripercorre con tocco lieve ma efficace, la storia di due infiltrati - ebrei - che riuscirono a sabotare l'organizzazione di Jordan, fornendo a Scotland Yard, le prove della loro attività criminale. 

Come sempre, quando si tratta di serie inglesi, la ricostruzione è perfetta negli ambienti, nel clima, e nei personaggi. 

Tra tutti i (bravi) attori, menzione particolare per Rory Kinnear, attore shakespeariano che incarna magistralmente il nevrotico represso Jordan. 

Fabrizio Falconi - 2022 



29/08/19

Sparito murales di Bansky sulla Brexit a Dover




È giallo su un murale di Banksy dedicato alla Brexit.

L'opera che nel 2017 lo street artist aveva realizzato nella citta' inglese di Dover, che mostrava un operaio intento a cancellare una delle stelle gialle della bandiera dell'Unione europea, e' scomparsa nel fine settimana.

Ma non e' chiaro se sia stata cancellata o rimossa per metterla in vendita.

Il murale era apparso a maggio del 2017 sull'edificio Castle Amusements, vicino al terminal dei traghetti di Dover.

Effettivamente quell'anno stesso la famiglia Godden, proprietaria del palazzo, fece sapere che stava "valutando opzioni per mantenere, rimuovere o vendere" l'opera, assicurando che in caso di vendita avrebbe devoluto gli incassi a enti benefici locali.

E la famiglia in passato aveva perso una battaglia legale presso l'Alta corte dopo aver provato a vendere un altro capolavoro di Banksy.

Ma su cosa sia avvenuto adesso regna il mistero. 

L'unica cosa certa e' che l'opera e' scomparsa e il muro su cui si trovava adesso appare bianco e coperto da un ponteggio. 

Bbc riporta che la societa' Deal Scaffolding ha detto di essere ignara del motivo per cui le sia stato chiesto di montare l'impalcatura.

E secondo una testimonianza racconta dalla Cnn, l'impalcatura e' stata montata sabato e gia' la mattina dopo l'opera non c'era piu'. A Dover, citta' portuale da cui partono i traghetti che collegano il Regno Unito alla Francia, il murale era diventato un polo di attrazione e i turisti si fermavano spesso per scattare foto o fare selfie.

Sui social network tanti residenti hanno espresso il proprio sgomento per la scomparsa del murale. 

Chi invece non si e' ancora espresso in merito e' Banksy. Il suo ultimo post su Instagram risale al 24 luglio.

Fonte: LaPresse

04/01/19

Incredibile: dopo 2.000 anni le rive del Tamigi restituiscono un prezioso reperto romano.



Incredibile ma vero, dopo 2.000 anni anche le rive del Tamigi continuano a restituire reperti dell'epoca gloriosa dell'Impero Romano la cui estensione giunse fino a questi lidi.

E così capita che un cercatore di fanghi - alla ricerca di scafi abbandonati -  tale Alan Suttie, di Mitcham, si è imbattuto in un prezioso reperto di epoca romana: si tratta di una tradizionale lucerna a olio, la cui terracotta è finemente lavorata, che risale alla fine del I secolo dopo Cristo, il periodo cioè successivo alla conquista della Britannia da parte dell'esercito romano e della sua annessione all'Impero. 

Il reperto andrà ad arricchire la collezione del Museum of London e - riferisce la Bbc sul suo sito - e' stato descritto come "rilevante". 

Fonte BBC e ANSA

04/12/18

Una bellissima poesia di un poeta palestinese, tratta da The Little Drummer Girl.




Nella terza puntata di The Little drummer girl, bellissima serie televisiva BBC tratta dal romanzo di John  Le Carré con Alexander Skarsgard e Florence Pugh, in una intensa scena viene recitata questa poesia di Mahmoud Darwish, poeta palestinese nato nel 1941 e morto in America, a Houston nel 2008.   La ripropongo per i lettori di questo Blog.


Ora, quando ti svegli, ricorda l’ultima danza
del cigno. Hai ballato coi cherubini
mentre sognavi? La farfalla ti ha illuminato
mentre ardeva della luce eterna della rosa? La fenice
ti è apparsa nitida…. e ti ha chiamato
per nome? Hai visto sorgere l’alba
dalle dita della tua amata? E hai toccato il sogno
con la mano, o hai lasciato che il sogno sognasse da solo,
quando all’improvviso ti sei accorto della tua assenza?
Non è così che i sognatori lasciano il sonno,
diventano incandescenti,
completando nel sogno la propria vita…
Dimmi come hai vissuto il tuo sogno
In un qualche luogo, e ti dirò chi sei
E ora che sei sveglio, ricorda:
hai maltrattato il tuo sogno ?
Se lo hai fatto, ricordati
l’ultima danza del cigno!
Di Mahmoud Darwish, traduzione italiana di di Pina Piccolo dalla traduzione inglese di Fady Joudah, tratta dal libro “The Butterfly’s Burden, Copper Canyon Press, 200 2007 (la poesia è tratta dalla raccolta di Darwish “Non ti scusare per quel che hai fatto, 2003)

Now, as you awaken, remember the swan's 

last dance. Did you dance with young angels 
while you were dreaming? Did the butterfly 
light you up when it burned with the eternal 
light of the rose? Did the phoenix appear clearly 
before you and call you by your name? 
Did you see the morning dawn from the fingers 
of the one you love? Did you touch 
the dream with your hand or did you 
leave it to dream alone, aware suddenly 
of your own absence? Dreamers don't abandon 
their dreams, they flare and continue 
the life they have in the dream…tell me 
how you lived your dream in a certain place 
and I'll tell you who you are. And now, 
as you awaken, remember if you have wronged 
your dream. And if you have, then remember 
the last dance of the swan. 

Continua a leggere: http://frontierenews.it/2016/03/ora-quando-ti-svegli-ricorda-mahmoud-darwish/

19/04/16

Archeologia: Una splendida villa romana riemerge da scavi nel Wiltshire in Inghilterra.



I resti di un'antica villa romana suddivisa in diversi spazi sono riemersi "per caso" dalle profondita' della storia in un giardino del Wiltshire, in Inghilterra, dove il padrone della proprieta' di campagna in cui e' stata fatta la clamorosa scoperta stava interrando alcune linee elettriche per far giocare i suoi bambini senza pericolo. 

 Alle prime avvisaglie di quello che stava saltando fuori, riferisce la Bbc, il proprietario del terreno, Luke Irwin, ha chiesto aiuto

E i successivi scavi hanno confermato tutto, rivelando resti "straordinariamente ben conservati" incluso un mosaico pressoche' intatto. 

Secondo gli archeologi di Historic England si tratta di una scoperta "senza precedenti negli ultimi anni". Una delle ville romane piu' grandi riportate alla luce in Inghilterra, simile per dimensioni e pregio a quella di uno dei siti piu' famosi del Regno Unito: quello di Chedworth, nel Gloucestershire.



16/03/12

Downton Abbey - Le vite, i destini.




E' facile comprendere perché
Downton Abbey, la serie televisiva BBC scritta da Julian Fellowes abbia fatto man bassa di tutti i premi possibili, negli ultimi due anni.

Non si riescono a trovare difetti a quest'opera - giunta alla seconda stagione, ma è già in cantiere la terza serie per la gioia degli aficionados di mezzo mondo - compiuta, realizzata con standard qualitativi inimmaginabili per la gran parte dei prodotti di fiction pensati e realizzati oggi, non soltanto per la televisione ma anche per il cinema. 

Attori eccellenti - su tutti Jim Carter, che interpreta il vecchio maggiordomo e la mitica Maggie Smith nel ruolo della nonna, matriarca della famiglia Crawley, conti di Grantham - ricostruzioni di scene e costumi minuziosi fino al più piccolo particolare, sceneggiatura impeccabile, senza cadute o forzature, regia non convenzionale, scrittura dei dialoghi mai banale, all'altezza anzi di un vero grande romanzo letterario (si è appresa e studiata la lezione di Henry James). 

Julian Fellowes è l'autore di Gosford Park, l'ultimo grande film di Robert Altman e il copione di Downton Abbey ripete le orme di quello del film:  una grande casa nobiliare della Vecchia Inghilterra dentro la quale si intrecciano le vicende della famiglia possidente (padre, madre, tre figlie femmine e vari parenti al seguito) e quelle della numerosa servitù che vive all'ombra dei ricchi proprietari.

Ha molto da dire, Downton Abbey perché le cose che ci racconta sono propriamente le cose umane: le ambizioni e i rimpianti; le incapacità dei caratteri, le bassezze, le piccole meschinità del cuore, che sempre rendono amara la vita propria e quella degli altri; i gesti di generosità gratuita, le qualità umane, i dolori, le sofferenze taciute e quelle manifeste; soprattutto la velleità di orientare la propria vita alla radice di un senso, che è quello di una eterna ricercata (e continuamente perduta) pienezza.

Downton Abbey - è stato fatto notare, inevitabilmente - ha riscosso così unanime consenso perché ci riporta ad un'epoca in cui la vita e i destini individuali sembravano ancora obbedire a regole condivise, a forme di convivenza che promettevano ordine e restituivano un senso.

Un mondo che nel Novecento ha conosciuto una crisi fortissima, una vera e propria catastrofe.

Non è un caso che le vicende di Downton Abbey prendono avvio alla vigilia del Primo Conflitto Mondiale, che segna proprio la linea di discrimine tra classicità e modernità, la fine di un mondo ormai decaduto e decadente e la nascita - catastrofica - di un 'nuovo mondo'. 

Quei personaggi di Downton Abbey parlano a noi. Parlano di quel che eravamo e di quel che siamo diventati.  Perché ciò che eravamo è ancora dentro di noi. E per comprendere ciò che siamo oggi non possiamo e non potremmo mai smettere di interrogarci su quel che eravamo.