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16/02/18

I Giardini di Palazzo Colonna: un angolo segreto di Roma (che oggi si può visitare).



Per molti secoli è rimasto un gioiello visibile soltanto per pochi: i principi che lo abitavano, la loro servitù e i prestigiosi ospiti che venivano da ogni parte d'Europa. 

I Giardini del Palazzo Colonna sono però ancora oggi una delle meraviglie di Roma e meriterebbero di essere conosciuti e visitati da tutti. Si può fare ogni sabato mattina o prenotando una visita qui

Per chi non lo sa, Palazzo Colonna è forse il più grandioso palazzo nobiliare di Roma, ancora oggi abitato dagli eredi della famiglia romana (nome risalente al XII secolo), la cui costruzione iniziò nel XIV secolo ai piedi del colle del Quirinale. 

Entrando dall'ingresso di Via della Pilotta, si scopre un regno verde incontaminato, incastonato dal meraviglioso Palazzo che ospita fra l'altro importantissime opere d'arte - da Bronzino a Guido Reni, da Guercino a Carracci a Tintoretto). 


I Giardini si presentano nella loro magnificenza, dai caratteristici Ponti che salgono in cima al Quirinale, ai terrazzamenti, alle scalinate, alla piazza ellittica, ai boschetti di cipresso, agli allori, le magnolie, gli agrumi e i fastosi resti archeologici, da quello che fu Il Tempio di Serapide dell'Antica Roma; alla scenofrafica cascata di giochi d'acqua ornata da statue, al ninfeo rocaille, alla galleria in pietra peperino che allude alla impresa di Marcantonio Colonna nella Battaglia di Lepanto. 





Completano la visita, la tappa alla Galleria del Piano Nobile del Palazzo (lunga ben 70 metri), e agli altri saloni del palazzo, con le specchiere affrescate da Mario de' Fiori (cui è intitolata una via del Centro, nei pressi), al Salone della Cappella, gli arazzi di Artemisia e molti altri capolavori mai visti, compresi gli appartamenti che furono di proprietà della principessa Isabelle che qui riceveva la regina Elisabetta, e poi la Sala del Vanvitelli, la Sala delle Feste, la Sala della Fontana (foto sotto), la sala del Dughet e la Sala del Mascherone. 

Uno scrigno unico al mondo.

Fabrizio Falconi -
2018 riproduzione riservata 

26/01/12

Caccia alla tomba perduta di Cervantes.


Al via le ricerche per la tomba perduta di Miguel de Cervantes (1547-1616), uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, autore del mitico ''DonChisciotte della Mancia''. 

Un'equipe di ricercatori guidati dallo storico spagnolo Fernando Prado ha ottenuto un permesso straordinario, da parte delle suore del Convento de las Trinitarias Descalzas di Madrid, dell'arcivescovo e dell'Accademia Reale, per scandagliare con tecnologie geo-radar le mura, i pavimenti e i sotterranei del convento stesso in cerca delle ossa del grande scrittore, che secondo le cronache vi fu sepolto subito dopo la morte. 

A trasformare la vicenda in un'impresa degna di Don Chisciotte, tuttavia, sono le innumerevoli incertezze che la circondano, riferisce un articolo del sito on line Tropico del Libro: il corpo di Cervantes potrebbe ancora trovarsi entro i tremila metri quadri di estensione dell'edificio, oppure essere stato spostato in un convento vicino durante dei lavori di ristrutturazione, o ancora essersi mescolato con altri resti umani conservati nella struttura. 

Se anche poi la spedizione scientifica dovesse riuscire a trovare le ossa, identificarle come realmente appartenenti a Cervantes costituirebbe di per se' un altro problema, dato che probabilmente non conterrebbero abbastanza Dna da poter essere confrontato con quello dei discendenti dello scrittore. 

Per poterle attribuire con certezza a Cervantes, gli scienziati pensano invece di cercare tracce di una ferita d'archibugio che l'autore ricevette durante la battaglia di Lepanto nel 1570. Nel caso in cui il ritrovamento e l'identificazione si rivelino un successo, il progetto del professore Prado punta ancora piu' in alto, deciso a determinare una volta per tutte quale fu la causa della morte di Cervantes (cirrosi epatica, diabete, o magari alcolismo) e addirittura a prendere un calco del suo teschio e utilizzarlo per ricostruirne il volto. 

Il tutto entro il 2016, giusto in tempo per la celebrazione mondiale del quarto centenario della morte di Cervantes che, circostanza curiosa, coincide esattamente con quella di William Shakespeare.