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19/06/20

100 film da salvare alla fine del mondo: 69. "Vacanze Romane" (Roman Holiday) di William Wyler, 1953, Usa




Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 69. "Vacanze Romane" (Roman Holiday)  di William Wyler, 1953, Usa

Il film che per molti ha rappresentato il liberatorio risveglio dopo gli anni della Guerra, il film che guardava con fiducia, ottimismo, ironia, al futuro, in un futuro dove il meglio sembrava possibile.  

In Italia come altrove.

Roman Holiday (il titolo originale) fu realizzato dal grande William Wyler nel 1953 e fu candidato a dieci premi Oscar - ne vinse poi 3 di cui uno a Audrey Hepburn come migliore attrice protagonista. 

La storia, frutto della sceneggiatura di Dalton Trumbo, uno dei più geniali scrittori di Hollywood finito poi nelle liste di proscrizione del maccartismo, racconta le vicende di Ann, una giovane principessa, che gira per le capitali europee, soggetta a un protocollo immutabile. 

Arrivata a Roma, decide di fuggire e lascia il palazzo in cui abita, dopo che un medico le ha somministrato un sedativo, addormentandosi su una panchina del Colosseo e attirando l'attenzione di un giovane e piacente giornalista, Joe Bradley. 

Bradley la porta a casa sua e la mattina dopo scopre che la ragazza non è altro che la Principessa Ann che avrebbe intervistato lo stesso giorno. 

Il palazzo, spaventato ha intanto avviato le ricerche per ritrovare la ragazza. 

Bradley decide di approfittare della situazione, cercando di intervistare Ann e fotografarla, nascondendo il suo lavoro di giornalista. 

Ann, felice di avere una giornata di libertà, si diverte e visita la capitale in Vespa . 

La sera prende la decisione di tornare al Palazzo,  a causa dei compiti derivanti dal suo suo status, nonostante si sia innamorata di Bradley. 

Il giorno seguente, Bradley rinuncia a scrivere e pubblicare un articolo sulla scappatella della principessa, nonostante l'importante somma che ha ricevuto dal suo giornale.

Pochi istanti dopo, Ann, intervistata da una folla di giornalisti, riconosce Bradley tra loro.

Il giornalista gli fa capire che rimarrà in silenzio, e il suo collega fotografo restituisce alla giovane donna le foto che le aveva fatto a sua insaputa. 

Ai giornalisti che le chiedono quale città preferisce tra tutte quelle che ha visitato durante il suo tour, Ann risponde che Roma è la sua città preferita e che la ricorderà per tutta la vita, rompendo così il protocollo che voleva che lei non esprimesse alcuna preferenza. 

Dopo questa conferenza stampa Bradley capisce che fa parte di un altro mondo rispetto al suo, e che, nonostante il sentimento, ognuno deve seguire il suo destino.

I titoli di coda specificano che il film è stato interamente realizzato a Roma (in città e negli studi di Cinecittà ). Il film deve anche il suo successo alle riprese in bianco e nero, una scelta voluta da Wyler che sorprese, nel momento in cui Technicolor era in pieno boom. 

Gregory Peck, già affermato, affascinato dall'esibizione della giovanissima Audrey Hepburn, chiese che il suo nome apparisse accanto al suo sul poster del film. 

La comprensione e la complicità tra i due attori era eccellente e lo si percepisce a distanza di 70 anni, ciò che rende questo film sempre genuino e felice. 

A riprova di questa complicità, la famosa scena della Bocca della Verità, con Gregory Peck che mette la mano nella Bocca della Verità, come è tradizione, e fa credere ad Audrey Hepburn che sia stata tagliata. 

La reazione spontanea dell'attrice è stata catturata in una ripresa dal regista che ha deciso di includerla nel montaggio.

Tra i luoghi di Roma ripresi nel film: il Colosseo , la Bocca della Verità, il ponte e il Castel Sant'Angelo, la Fontana di Trevi, il Pantheon, Piazza Venezia, Piazza di Spagna, la Galleria Colonna (dove si tiene la conferenza stampa alla fine del film).  


VACANZE ROMANE 
(Roman Holiday)
Regia di William Wyler 
Usa 1953 
con Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power, Harcourt Williams, Margaret Rawlings
durata 119 minuti




20/01/18

L'UNICEF a 25 anni dalla scomparsa ricorda Audrey Hepburn: "un impegno instancabile".




"Venticinque anni fa moriva Audrey Hepburn, una donna che noi della famiglia dell'Unicef vogliamo ricordare come un esempio di straordinaria generosita' e come una meravigliosa Goodwill Ambassador". 

Lo sottolinea Giacomo Guerrera, Presidente dell'Unicef Italia. "Di lei, amo ricordare una frase: aprite le vostre braccia per stringere il maggior numero di bambini, amarli e proteggergli come se fossero vostri". 

Appena nominata "Unicef Special Ambassador" nel 1988, Audrey Hepburn si e' recata in Etiopia, dove anni di siccita' e di guerra civile avevano causato una terribile carestia. Al suo ritorno, ha cominciato instancabilmente  a raccontare il lavoro dell'Unicef in tutto il mondo

"Posso testimoniare cosa significhi l'Unicef per i bambini, perche' sono stata fra quelli che hanno ricevuto cibo e soccorso medico subito dopo la Seconda Guerra Mondiale", ha detto quando e' stata nominata Goodwill Ambassador nel 1989. 

In pochi anni ha effettuato per l'Unicef una serie di missioni sul campo in Turchia, Venezuela, Ecuador, Guatemala, Honduras, El Salvador, Messico, Bangladesh, Thailandia, Vietnam e Sudan. 

Ha visitato diversi progetti dell'associazione per vaccinare, proteggere e fornire acqua e servizi igienico sanitari a bambini poveri, sfollati e malnutriti. Ha inoltre parlato al Congresso Usa, partecipato al Summit Mondiale per l'Infanzia e ha lanciato i Rapporti su "La Condizione dell'Infanzia nel Mondo". 

Anche nell'ultimo periodo di vita, durante la malattia, Audrey Hepburn ha portato avanti il suo impegno per l'Unicef con diversi viaggi in Somalia, Kenya, Regno Unito, Svizzera, Francia e Stati Uniti. Sir Peter Ustinov, altro storico Goodwill Ambassador Unicef, ha detto di lei: "Sapeva meglio di chiunque altro che la ricompensa per questo lavoro sta negli occhi di coloro che hanno bisogno di aiuto. Sono loro che ci fanno capire, in tutta la loro semplicita', che questo lavoro ha un senso".


 Anche la Casa del Cinema di Roma le rende omaggio oggi con la proiezione alle 16.30 del film diretto da Stanley Donen 'Cenerentola a Parigi' (Funny face, Usa, 1957) e la successiva presentazione del libro 'Audrey Hepburn. Immagini di un'attrice' (Tabula Fati 2017) scritto dalla giornalista-attrice Margherita Lamesta Krebel.

Oltre all'autrice presenzieranno all'incontro Marco Solfanelli (editore Tabula Fati), Maria Barresi (giornalista Rai TG1), Enrico Magrelli (critico cinematografico Hollywood Party), Roberto Mostarda (giornalista Wall Street International, gia' conduttore Giornale Radio Rai), Andrea Minuz (docente di Storia del Cinema presso La Sapienza Universita' di Roma) e Stefano Dominella (presidente Maison Gattinoni).

La figura della Hepburn ancora oggi riecheggia in modo potente e trasversale. Tutti conoscono la sua straordinaria influenza nel mondo della moda, divenuta simbolo universale di bellezza e stile, ma poche volte sono stati messi in risalto il suo talento e le sue eccezionali capacita' interpretative. Un originale animale scenico che l'American Film Institute ha definito "la terza piu' grande attrice di sempre". Premio Oscar al debutto come protagonista in 'Vacanze Romane' e' stata un esempio davvero singolare di carriera, in cui il numero dei film girati e' pari al numero dei suoi film di successo.

Attraverso il fil rouge di quattro passaggi - innocenza, metamorfosi, moda e maturita' - l'autrice ha voluto testimoniare la meravigliosa avventura cinematografica dell'interprete, focalizzando l'analisi sull'acting, senza trascurare la sua allure da diva iconica, capace di affascinare anche al di la' della sua bravura.