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14/02/17

Il Nobel Vargas Llosa contro Trump : "gli ispanici reagiscano agli insulti".



Il premio Nobel per la letteratura, Mario Vargas Llosa, ha invitato oggi il mondo ispanico a solidarizzare con i latini degli Stati Uniti e di paesi come il Messico "insultati" dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. 

"Noi, tutte le comunità di lingua spagnola, dovremmo mobilitarci in solidarietà non solo con loro (latinos), ma anche con i paesi che sono chiaramente insultati dal nuovo presidente degli Stati Uniti, come il Messico", ha spiegato lo scrittore peruviano ai giornalisti a Madrid. 

Secondo Vargas Llosa, la comunità ispanica negli Stati Uniti è in una "situazione difficile" dal giorno dell'insediamento di Trump alla Casa bianca, il 20 gennaio

Ma la stessa lingua spagnola è in "pericolo" negli Stati Uniti, "dove ha radici profonde e dove almeno una cinquantina di milioni di lingua spagnola non vogliono rinunciare al loro idioma, adottando l'inglese", ha sottolineato lo scrittore, che in passato aveva già qualificato Trump come un "clown" e un "demagogo".

fonte askanews - afp


14/10/16

La più grande mostra su Beethoven, apre a Parigi (fino al 29 gennaio).



Le sue sinfonie continuano a risuonare, al cinema, in spot televisivi e molto altro, e adesso Beethoven è protagonista di una mostra alla Filarmonica di Parigi fino al 29 gennaio che ne celebra il mito, e ne riconosce il ruolo chiave nella musica mondiale, capace di superare confini e barriere, e di attraversare i generi.

Un'esposizione in cui ascoltare le musiche, ammirare le campagne che le usano come sottofondo, ma non solo.

Ci sono quadri, disegni e opere che celebrano Ludwig van Beethoven e ne mostrano l'influenza sul panorama artistico, politico, intellettuale e sociale prima e dopo la sua morte nel 1827.

Da Gustav Klimt a Stanley Kubrick, il suo fantasma ha sempre continuato ad aleggiare e a inspirare capolavori.

"Credo che una delle chiavi del suo successo sia la profonda umanità della sua musica - spiega la curatrice della mostra Marie-Pauline Martin - non è un linguaggio in codice, né eccessivamente classico, è un linguaggio musicale che raggiunge l'anima di chiunque e che lo rende moderno, sempre, dal IX secolo ai giorni nostri. L'altro elemento è sicuramente la sua semplicità. 'L'inno alla gioia' è un tema che ha solo cinque note, un ritmo semplice o come direbbe Wagner una melodia, una melodia così semplice che può essere compresa da un largo pubblico".

 Lui stesso ha contribuito alla creazione del mito.

"La prova è che al suo funerale c'erano 20-30mila persone a seguire la sua bara - dice ancora la curatrice - per noi è importante mostrare che l'immagine che molti hanno di lui è sbagliata, quella di un compositore morto solo, un genio quasi incompreso, sepolto in una tomba pubblica. La sua grandezza invece se la è costruta lui stesso, quando era ancora vivo".

fonte Askanews

03/06/16

L'archivio di Proust aggiudicato a 1,2 milioni di Euro. Nelle carte anche la famosa foto "compromettente".






E' stato aggiudicato a 1,2 milioni di euro l'archivio del grande scrittore francese Marcel Proust, una cifra decisamente più alta del valore stimato dagli esperti tra i 520.000 e i 740.000 euro. 

Battuto all'asta da Sotheby's a Parigi, l'archivio contiene fotografie, lettere ad amici e amanti, manoscritti, alcuni dei quali inediti: un totale di 120 documenti. 

La collezione, passata prima al fratello di Marcel Proust, Robert, alla morte dello scrittore nel 1922, è stata messa in vendita dalla pronipote dell'autore di "Alla ricerca del tempo perduto", Patricia Mante-Proust, 41 anni. 

I pezzi forti sono un'edizione originale della prima parte della Recherche, "Dalla parte di Swann", e un insieme di bozze in parte corrette e manoscritte del secondo volume, "All'ombra delle fanciulle in fiore". 

Tra i documenti anche moltissime foto, tra cui il celebre autoritratto di Proust a 17 anni, autografato dal suo amico Lucien Daudet "à (s)on cher Marcel", con un'annotazione scritta a mano in latino. 

Un'altra immagine scattata nel 1896 da Otto Wegener, ritrae Lucien Daudet che guarda Marcel con sguardo languido e con un braccio sulla sua spalla. 

Nella foto compare anche Robert de Flers

Si sa che dopo le insistenze dei genitori Proust fu costretto a recuperare tutti gli esemplari della foto giudicata compromettente. 

Tra gli oggetti più carichi di emotività un lotto di lettere che Marcel Proust scrisse al padre che non riusciva a comprendere come si potesse fare della letteratura una professione. 

fonte afp - askanews 

05/05/16

Il Lincoln Center di New York celebra Anna Magnani .



Istituto Luce-Cinecittà e The FilmSociety of Lincoln Center sono orgogliosi di presentare La Magnani, la retrospettiva che porterà in anteprima a New York, e poi in tutti gli Stati Uniti e Canada, un momento irripetibile della storia del cinema mondiale: l'apparizione davanti alla macchina da presa di un'attrice di nome Anna Magnani. La retrospettiva prevede 24 titoli, in gran parte provenienti dall'Archivio Internazionale di Luce Cinecittà, tutti proiettati in pellicola in formato 35 e 16 millimetri, dal 18 maggio al 1 giugno 2016 presso il Walter Reade Theater del Lincoln Center, coprendo quasi per intero l'arco cronologico della sua carriera cinematografica, dal suo terzo film Tempo massimo di Mattoli del '34, fino al simbolico addio in Roma di Fellini nel 1972.

Passando per il capolavoro di Rossellini che la proiettò nella memoria del mondo, Roma città aperta ("Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato", scrisse Giuseppe Ungaretti), La rosa tatuata di Daniel Mann che le valse l'Oscar® (di cui ricorre quest'anno il 60° anniversario) e Selvaggio è il vento di Cukor, con cui vinse il premio per la miglior interpretazione a Berlino, e la sua seconda nomination agli Oscar®. La retrospettiva intende riproporre negli Stati Uniti, che le hanno ufficialmente tributato i più alti onori - dall'Oscar® alla stella sulla Walk of Fame di Hollywood - l'orgogliosa passione, l'umorismo tagliente ed il naturalismo alieno dall'affettazione, che hanno reso Anna Magnani il simbolo, se non forse la più sintetica definizione dell'idea del cinema italiano.

Una forma d'arte, esplosa nell'apparizione di Roma città aperta, che mostrò al mondo qualcosa che prima le platee non avevano mai visto così apertamente: quel qualcosa che si divideva tra la nudità del realismo e la gloria, che era la vita portata sullo schermo. Parimenti portata per il dramma e la commedia, così come per il palcoscenico e lo schermo, la Magnani incarnava quella che sarebbe stata la qualità più precisa e insieme inafferrabile del nostro cinema migliore: muovere con lo stesso film il pubblico al riso e alla commozione.

Così, non per caso, la retrospettiva newyorchese dedicata ad Anna Magnani diventa anche l'occasione per riscoprire alcuni capolavori del cinema italiano: da Rossellini (oltre a Roma città aperta, L'amore), Visconti (Bellissima), Pier Paolo Pasolini (Mamma Roma), Federico Fellini (Roma), De Sica (Teresa Venerdì), Lattuada (Il bandito), Monicelli (Risate di gioia), Zampa (L'Onorevole Angelina). Consegnando la diversità di generi e umori che fanno del cinema italiano uno dei più eclettici, ancora oggi, al mondo. E non meno intensa è la visione di pellicole di maestri internazionali: da Cukor, a un film divenuto proverbiale come La carrozza d'oro di Jean Renoir, al Lumet di Pelle di serpente (accanto a un possibile analogo maschile della Magnani, per iconicità ed estensione dei limiti del vero: Marlon Brando), a un film intrecciato alla vicenda biografica con Rossellini come Vulcano di Dieterle, alla Rosa tatuata, scritto da Tennessee Williams appositamente per l'attrice.

E non mancherà per il pubblico del Lincoln Center la visione di pellicole raramente conosciute oltreoceano, come una delle sue prime prove per il cinema, il già citato Tempo Massimo di Mario Mattoli del 1934, o il suo distintivo stile vocale in La vita è bella di Carlo Lodovico Bragaglia, e una delle sue ultime interpretazioni sullo schermo: il dramma storico …Correva l'anno di grazia 1870, di Alfonso Giannetti, la sua unica pellicola a fianco di un altro grande interprete italiano: Marcello Mastroianni, nel 1971

A seguire, dal 2 fino all'8 giugno, Istituto Luce Cinecittà ed il Lincoln Center presenteranno insieme la rassegna di Cinema Contemporaneo OPEN ROADS, giunta alla sua 16a edizione