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28/07/14

Doppio Sogno di Schnitzler ... e Kubrick.



Doppio Sogno nelle edizioni Adelphi


Merita sempre di riprendere in mano questo straordinario libro. 

Fatelo, questa estate. 

Sollecita le corde più profonde del nostro inconscio la storia immaginata (sognata?) dallo scrittore (e medico) viennese nel 1926 con il titolo di Traumnovelle: Fridolin e Albertine, "tranquilla" coppia borghese con figlia vivono una crisi coniugale.
Arthur Schnitzler

Lui trascorre una intera notte attraversando esperienze misteriose senza peraltro tradire materialmente la moglie): l'incontro con la figlia di un vecchio appena defunto, quello con una prostituta, la partecipazione ad una festa con molte donne nude e mascherate, la peregrinazione nel laboratorio di un costumista dove si aggirano strane figure.

Lei attraverso un complicato sogno, durante il quale prima tradisce il marito con un giovane danese conosciuto diversi anni prima, e poi assiste soddisfatta alla morte per crocefissione del marito. 

Verità, finzione, tradimento e realtà, inganni, comprensione come unica via - forse - per mettere un freno alle tenebre e ai fantasmi dell'inquietudine.

Il problema è che ciò che si comprende, passa per forza di cose dalla soggettività. E nessuno, a quanto pare può aiutarci.

Non è un caso che questa storia abbia ispirato a tal punto Stanley Kubrick da farne l'epitaffio simbolico della sua straordinaria carriera di film maker, con Eyes Wide Shut  (film imperfetto, esteticamente sublime, pieno di simboli oscuri), uscito nelle sale nel 1999 e che il grande regista non riuscì nemmeno a veder terminato)

Per quanto sia vasta l'oscurità, dobbiamo procurarci da soli la nostra luce, era il motto preferito di Kubrick. Un motto che anche Alfred Schnitzler avrebbe sottoscritto... a occhi (ben) chiusi.


Eyes wide shut

Fabrizio Falconi