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14/07/22

*Quando Rimbaud a 18 anni trafisse con un colpo di spada Etienne Carjat, il fotografo che lo aveva ritratto nella foto divenuta iconica.*

 

La celebre foto realizzata da Etienne Carjat al giovanissimo Rimbaud,
colorizzata con tecnologie moderne

La breve vita del grande Arthur Rimbaud (solo 37 anni), uno dei più grandi geni della letteratura di tutti i tempi, è costellata di episodi "scandalosi", che testimoniano il carattere difficile, umbratile, bipolare si direbbe oggi, del "ragazzo dalle suole di vento", destinato a diventare un mito.
Uno dei meno conosciuti è forse quello che risale al 2 marzo 1872, quando il poeta aveva solo 18 anni, ma stava già conquistandosi, a furia di scorribande, furibonde letture, e provocazioni, un suo posto nella scena letteraria parigina.
L'incresciosa scena avvenne durante un pranzo dei “Vilains Bonshommes”, nella stessa rivendita di vino in cui Rimbaud cinque mesi prima aveva stupito un gruppo di poeti già affermati o in odore di notorietà, con le sue straordinarie poesie.
Questa volta tra i poeti c'era perfino il grande Mallarmé, e a quanto risulta, fu probabilmente l'unica volta che Rimbaud e Mallarmè si incontrarono, durante le loro vite.
Al termine del pranzo c’era l’abitudine che i commensali leggessero i loro versi.
Come al solito, i poeti più noiosi si prendevano più tempo.
Rimbaud scalpitava e si mordeva la lingua, reso forse anche più intollerante da abbondanti dosi di alcol.
Venne il turno di August Creissels, un poeta mediocre, che si alzò e cominciò a recitare il suo “Sonnet du Combat”, un poemetto che sembra fosse piuttosto imbarazzante, qualitativamente.
Rimbaud cominciò ad aggiungere una parola alla fine di ogni verso:
“Sottoposta questa legge, la terzina in uniforme” – e Rimbaud dice: “merde!”
“Sta austera e inflessibile al suo posto designato” – e Rimbaud dice: “merde!”
Ad un certo punto il poeta-fotografo Etienne Carjat - che aveva già fotografato nel suo studio Rimbaud, giovanissimo - intimò a Rimbaud di smetterla, chiamandolo “piccolo rospo”.
Rimbaud, raggiunto alle spalle da Verlaine, afferrò il bastone da stocco dell’amico (all’interno del bastone c’era una vera e propra lama) e la affondò verso Carjat, sfiorandogli la mano.
Rimbaud venne disarmato, sollevato in aria da Carjat stesso, e scaraventato fuori.
Arthur però attese pazientemente all’esterno il termine delle letture, e quando Carjat uscì gli si parò davanti all’improvviso e lo trafisse allo stomaco con lo stesso bastone-spada.
Per fortuna la ferita fu di poco conto, ma Carjat si infuriò a tal punto da distruggere i negativi delle due foto che aveva fatto a Rimbaud. Per fortuna le foto si salvarono lo stesso e - essendo praticamente le uniche esistenti del poeta - sono diventate nel tempo vere e proprie icone.
L’altro risultato fu ovviamente l’espulsione di Rimbaud dal gruppo dei “Vilains Bonshommes”.
Purtroppo non conosciamo la reazione di Mallarmé alla scena a cui gli capitò di assistere. Ma forse non è difficile immaginarlo, visto il carattere del tutto dissimile, di quello che è stato ed è venerato come il padre del simbolismo poetico francese.

Fabrizio Falconi - 2022

29/05/22

Poesia della Domenica - "Sensazione" di Arthur Rimbaud


Sensazione

Le sere turchine d’estate andrò nei sentieri,
Punzecchiato dal grano, calpestando erba fina:
Sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi.
E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo.

Non dirò niente, non penserò niente: ma
L’amore infinito mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, più lontano, come uno zingaro
Nella Natura, – felice come con una donna.

Arthur Rimbaud

marzo 1870


Par les soirs bleus d’été, j’irai dans les sentiers,
Picoté par les blés, fouler l’herbe menue:
Rêveur, j’en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tête nue.
 
Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Mais l’amour infini me montera dans l’âme,
Et j’irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la Nature, – heureux comme avec une femme.

da “Œuvres complètes”, a cura di Antoine Adam, “Bibliothèque de la Pléiade”, Paris, 1972

traduzione di Diana Grange Fiori



18/01/22

Il Mistero degli autoritratti africani di Rimbaud - Foto destinate a scomparire

 

Rimbaud ad Harar

Arthur Rimbaud è un mito intramontabile della scena poetica e letteraria. 

Il poeta, si sente spesso dire, terminò la sua breve ma brillante carriera letteraria quando fuggì nel Corno d'Africa e divenne un avventuroso fuorilegge a molte miglia di distanza, a quanto pare, dall'intenso eroe simbolista di Illuminations e Una stagione all'inferno, che avrebbero squassato per sempre il mondo della poesia.

La rottura di Rimbaud con la poesia è stata così decisiva, così brusca, che i critici hanno passato decenni a cercare di spiegarla: cosa può aver fatto scomparire dalla società il giovane libertino, così attratto dal voyeurismo urbano e dall'infilzamento della borghesia locale per una vita anonima e senza radici? 

D'altronde, già in Una stagione all'inferno, Rimbaud scriveva: "È giunto il momento di seppellire la mia immaginazione e i miei ricordi! Una conclusione degna per un artista e narratore di fiabe”. 

Aveva solo 18 anni allora, nel 1873, quando scrisse il suo addio. Due anni dopo, avrebbe finalmente posto fine alla sua violenta e tumultuosa relazione con Paul Verlaine e avrebbe intrapreso una serie di viaggi, prima a piedi in tutta Europa, poi nelle Indie orientali olandesi, a Cipro, nello Yemen e infine in Abissinia (l'odierna Etiopia),  dove si stabilì ad Harar, strinse un'amicizia con il governatore (il padre del futuro imperatore Haile Selassie) e divenne un commerciante di caffè molto apprezzato, e anche, sì, un trafficante di armi.

Rimbaud potrebbe aver lasciato la poesia alle spalle, convinto di aver realizzato tutto ciò che poteva nella lingua. Ma non aveva rinunciato ad avvicinarsi esteticamente alla sua esperienza. Solo che, invece di cercare di "inventare nuovi fiori, nuove stelle, nuova carne, nuove lingue", come scrisse in "Addio", aveva evidentemente deciso di accettare il mondo alle sue condizioni

Ha documentato le sue scoperte in saggi di geografia e resoconti di viaggio e, nel 1883, diverse fotografie, inclusi due autoritratti che inviò a sua madre a maggio, scrivendo: "In allegato ci sono due mie fotografie che ho scattato". 

La prima in testa al post, la seconda qui sotto:



Le "circostanze in cui sono state scattate le fotografie sono piuttosto misteriose", scrive Lucille Pennel in The Eye of Photography

A partire dal 1882, Rimbaud rimase affascinato dalla nuova tecnologia. Ordinò una macchina fotografica a Lione per illustrare un libro su "Harar e il paese di Gallas", una macchina fotografica che ricevette solo all'inizio del 1883. 

Ordinò anche libri specializzati e apparecchiature per l'elaborazione fotografica. 

La prevista pubblicazione scientifica non fu mai realizzata e le sei fotografie - due autoritratti e quattro immagini di vita ritratta ad Harar - sono l'unica traccia dell'attività di Rimbaud. 

"Non mi sono ancora ben stabilito, né consapevole delle cose", scrisse Rimbaud nella lettera a sua madre, "Ma lo sarò presto e ti invierò alcune cose interessanti"

Non è esattamente chiaro il motivo per cui Rimbaud abbia abbandonato i suoi sforzi fotografici. Si era avvicinato all'attività non solo per hobby, ma anche come impresa commerciale, scrivendo nella sua lettera: “Qui tutti vogliono essere fotografati. Offrono anche una ghinea una fotografia." Il commento porta Pennel a concludere che "devono esserci state altre fotografie, ma di esse si perde ogni traccia, sollevando dubbi sul grado di coinvolgimento di Rimbaud con la fotografia"

Forse, tuttavia, aveva semplicemente deciso di aver fatto tutto ciò che poteva fare con il medium, e l'aveva lasciato andare con un grazioso addio. Storia, posterità, consolidamento di una reputazione: questi sono fenomeni che sembravano di scarso interesse a Rimbaud. "Cosa ne sarà del mondo quando te ne andrai?" aveva scritto in "Gioventù, IV" - "Non importa cosa succede, nessuna traccia di ora rimarrà". 

Per ironia della storia, le fotografie di Rimbaud “furono sviluppate in 'acqua sporca'”, osserva Pennel, nel senso che “continueranno a sbiadire fino a quando le immagini non saranno sparite. Sono fugaci come l'uomo con le suole del vento». Se si desidera vederle, il tempo è breve. La foto in cima al post è conservata alla Bibliothèque Nationale de France . Le altre sei sono conservate all'Arthur Rimbaud Museum di Charleville-Mézières, nella cittadina dove il poeta è nato. 

05/02/20

Libro del Giorno: "Rimbaud" di Graham Robb



Una biografia magnifica, questa di Graham Robb, giustamente pluripremiata e diventata punto di riferimento per quanto riguarda la letteratura francese simbolista e in particolare per l'opera multiforme, misteriosa e magmatica del grande Arthur Rimbaud. 

Documentatissima, come è nello stile british, il libro di Robb scandaglia l'opera e la vita dell'uomo dalle suole di vento, che in soli 3 o 4 anni di precocissima e intensissima produzione poetica, sconvolse la letteratura non solo francese, aprendo le porte alla modernità, prima di eclissarsi in un cupio dissolvi leggendario, lontano dalla letteratura e da tutti, nel cuore dell'Africa inesplorata, alimentando miti e leggende. 

Il pregio più grande di questo avvincente libro è il suo stile - letterario appunto - che sembra prendere spunto dall'enigma di Rimbaud e delle sue poesie, per esporre le sue idee - e anche i fatti - sempre su un piano di ambiguità, che non pretende di mostrare, ma di suggerire. 

Si impara tantissimo.

E' appena il caso di dire che pur noto in vita solo ad una ristretta cerchia di adepti, Arthur Rimbaud è stata una delle figure che più hanno affascinato la cultura e l´immaginario del ventesimo secolo. 

La biografia di Graham Robb ricostruisce in modo appassionante, appassionato e dettagliato i mille volti di questo artista ribelle: l´enfant prodige e il poeta maledetto, il genio dissacrante e il visionario, l´omosessuale e l´avventuriero, il bohèmien e l´uomo d´affari. 

Seguiamo così le fasi burrascose dei soggiorni a Parigi e a Londra, la violenta storia d´amore con Paul Verlaine, la lotta solitaria contro la letteratura tradizionale e il tentativo di reinventare alla radice il linguaggio poetico. 

Sulla base di documenti finora inesplorati, infine, Robb getta nuova luce sugli anni oscuri trascorsi in Africa come viaggiatore, mercenario, mercante d´armi e di schiavi

Graham Robb è noto per le sue biografie di Balzac e Victor Hugo; quest'ultima premiata nel 1997 col Royal Society of Literature Heinemann Award e il Whitebread Biography Award.

Una lettura consigliabile, anzi raccomandabile, a tutti.

Rimbaud 
Graham Robb 
Carocci Editore
2004 
ISBN: 9788843028610

02/12/16

Finisce all'asta la pistola con cui Verlaine sparò a Rimbaud, venduta per mezzo milione di Euro!


La pistola più famosa nella storia della letteratura francese, il revolver con cui Paul Verlaine cercò di uccidere l'amante e collega poeta Arthur Rimbaud, è stata venduta per 434.500 euro a un'asta a Parigi.

Il prezzo per questa 7 millimetri a sei colpi è stato sette volte superiore alle stime, ha annunciato la casa d'aste Christie's. 

Verlaine acquistò l'arma a Bruxelles la mattina del 10 luglio 1873, determinato a mettere fine alla sua relazione, che andava avanti da due anni, con il ragazzo 19enne.

Il 29enne poeta abbandonò la moglie e il figlio per Rimbaud, che sarebbe in seguito diventato il simbolo della gioventù ribelle, idolatrata dai cantanti degli anni Sessanta come Jim Morrison. 

Ma dopo un periodo trascorso a Londra, caratterizzato da oppio e abuso di alcol, che avrebbe ispirato "Una stagione all'inferno" di Rimbaud, Verlaine decise di tornare dalla moglie

Fuggì nella capitale belga per stare lontano da Rimbaud, che però lo seguì

In una stanza d'albergo nel pomeriggio, dopo litigi, grida e alcol a fiumi - secondo la versione di Rimbaud - Verlaine tirò fuori la pistola

"Ecco come ti insegnerò come andartene!", urlò prima di sparare a Rimbaud. Un proiettile lo colpì al polso, l'altro centrò il muro prima di rimbalzare verso il camino. Rimbaud però rimase fedele all'amante. Bendato in un ospedale pregò di nuovo l'autore di "Poemi saturnini" di non lasciarlo. 

Verlaine - che sarebbe stato tormentato da problemi di droga e alcolismo per tutta la vita - tirò fuori ancora una volta la pistola e lo minacciò in strada. 

Fu arrestato da un poliziotto che passava per strada e condannato a due anni di lavori forzati in carcere dove - ancora una volta per il disappunto di Rimbaud - si sarebbe convertito al cattolicesimo. 

 In carcere scrisse 32 poemi che sarebbero in seguito stati pubblicati nelle sue più famose raccolte, "Saggezza", "Allora e ora" e "Invecttive". 

La pistola fu confiscata e finì nelle mani di un privato, secondo Christie's.


Verlaine e Rimbaud

05/06/16

La poesia della Domenica - "Sensazione" di Arthur Rimbaud.





Sensazione


Me ne andrò, nelle sere blu d'estate,
lungo i sentieri, punto dalle spighe,
sull'erbe brevi; la freschezza ai piedi
ne sentirò, sognando, e la mia fronte
nuda dal vento lascerò bagnare !

Non avrò più parole, né pensieri.
Ma su nell'anima infinito amore
mi salirà; lontano, assai lontano,
come un nomade andrò, per la Natura,
- felice, come al fianco di una donna.


SENSATION

Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,
Picoté par les blés, fouler l'herbe menue:
Rêveur, j'en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tête nue.

Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
Mais l'amour infini me montera dans l'âme,
Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,
Par la Nature, - heureux comme avec une femme.

(Mars 1870)

Traduzione di Giovanna Bemporad.

Arthur Rimbaud (1854-1891)

12/10/14

Poesia della Domenica - "Nuit de l'enfer" di Artur Rimbaud




Muoio di sete, soffoco non posso gridare. E' l'inferno, la pena eterna ! (...)
Qui c'è vergogna, qui c'è rimprovero: Satana dice che il fuoco è ignobile, che la mia collera è talmente sciocca.
- Basta!... con gli errori suggeriti dagli altri, magie, falsi profumi, musiche purerili.
- E dire che ho in mano la verità, che vedo la giustizia: il mio giudizio è sano e sicuro, sono pronto per la perfezione (...)
Le allucinazioni sono innumerevoli. Proprio quello che ho sempre avuto: più nessuna fiducia nella storia, dimenticare i princìpi (...)
Questa poi ! L'orologio della vita si è fermato poco fa. Non sono più al mondo.
- La teologia è seria, sicuramente l'inferno sta in basso - e il cielo in alto .
Estasi, incubo, sonno in un nido in fiamme. (...)
Fra poco svelerò tutti i misteri: misteri religiosi e naturali, morte, nascita, avvenire, passato, cosmogonia, niente. Sono maestro di fantasmagorie (...)
Su fidatevi di me, la fede rincuore, guida, guarisce.  Venite tutti - anche i fanciulli - che io vi consoli, che per voi effonda il suo cuore, - il cuore meraviglioso! (...)
Muoio di spossatezza. E' la tomba, me ne vado ai vermi, orrido dell'orrido ! Satana, burlone, tu vorresti dissolvermi, con i tuoi sortilegi. (...)
Mio Dio, pietà, nascondetemi, io mi comporto troppo male ! - Sono nascosto e non lo sono. E' il fuoco che si ravviva con il suo dannato.


da Saison en enfer, Arthur Rimbaud, 1873.


07/06/13

Arthur Rimbaud - Partenza.






Partenza


Visto abbastanza. La visione s'è
incontrata in tutti i climi.

Avuto abbastanza. Rumori di città,
la sera, e al sole, e sempre.

Conosciuto abbastanza. Le soste della vita.
O Rumori e Visioni!

Partenza nell'affetto e nel rumore nuovi.



Arthur Rimbaud - 1890