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15/01/21

Ma cos'era esattamente - e come era fatta - l'Arca dell'Alleanza?



Si continua a parlare, ovunque nei siti più o meno rigorosi sui temi di archeologia e misteri, della famosa Arca dell'Alleanza, sulla quale anche il cinema, dai tempi di Indiana Jones e anche prima, ha favoleggiato a lungo. 

Ma che cosa era esattamente l'Arca dell'Alleanza, in pochi veramente lo sanno. 

Sarà bene dunque ripassare: 

L'Arca dell'Alleanza (in ebraico ארון הברית, ʾĀrôn habbərît, pronuncia moderna /aˌʀon habˈʀit/), secondo la Bibbia, era una cassa di legno rivestita d'oro e riccamente decorata, la cui costruzione fu ordinata da Dio a Mosè, e che costituiva il segno visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo.

L'Arca è descritta dettagliatamente nel libro dell'Esodo (25, 10-21; 37, 1-9): era una cassa di legno di acacia rivestita d'oro all'interno e all'esterno, di forma parallelepipeda, con un coperchio (propiziatorio) d'oro puro sul quale erano collocate due statue di cherubini anch'esse d'oro, con le ali spiegate (cherubini di tradizione ebraica, diversi da quelli di tradizione cristiana). 

Le dimensioni erano di due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza e altezza, ovvero circa 110×66×66 cm

Ai lati erano fissate con quattro anelli d'oro due stanghe di legno dorato, per le quali l'arca veniva sollevata quando la si trasportava

All'interno della cassa erano conservati un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che era fiorita e le Tavole della Legge. (Ebrei 9:4;). 

Tuttavia, al momento dell'inaugurazione del Tempio di Salomone non conteneva altro che le Tavole della Legge (Deuteronomio 10, 1-5; 1 Re 8, 9; 2 Cronache 5, 2-10). 

Il compito di trasportare l'arca era riservato ai leviti: a chiunque altro era vietato toccarla

Quando Davide fece trasportare l'arca a Gerusalemme, durante il viaggio un uomo di nome Uzzà vi si appoggiò per sostenerla, ma cadde morto sul posto (2 Samuele 6, 1-8, 2 Cronache 13, 9-10). 

Secondo la tradizione l'arca veniva trasportata coperta da un telo di pelle di tasso coperto da un ulteriore telo di stoffa turchino (Num. 4:6) e, quando il popolo ebraico si fermava, veniva posta in una tenda specifica, definita "Tenda del Signore" o "Tenda del convegno" senza che venisse mai esposta al pubblico, se non in casi eccezionali. 

Inoltre la leggenda vuole che l'arca, in alcune situazioni, si adornasse di un alone di luce e che da essa scaturissero dei lampi di luce divini, delle folgori, capaci di incenerire chiunque ne fosse colpito e nel caso non avesse rispettato il divieto di avvicinarvisi; infine, tramite l'arca, Mosè era in grado addirittura di parlare con Dio che compariva seduto su un trono fra i due cherubini che ornavano il coperchio e che rappresentano l'angelo Metatron e l'angelo Sandalphon.

fonte: wikipedia

23/06/18

Il Tempio della Pace ai Fori e il Tesoro Scomparso di Re Salomone.

I grandiosi resti del Tempio della Pace al Foro Romano

Il Tempio della Pace e il tesoro di Re Salomone. Nuovi scavi nella zona del Foro Romano hanno da qualche anno permesso di far tornare alla luce alcuni preziosissimi resti dell’età antica, che si credevano perduti per sempre. 

Sono le rovine del cosiddetto Teatro della Pace, fatto costruire dai Flavi, che consacrarono questo luogo nel 75 d.C. dopo la guerra giudaica e i bagni di sangue per la conquista di Gerusalemme. Finalmente regnava nell’impero la Pax Augusta e l’imperatore Vespasiano decise di far costruire il nuovo Foro (il terzo in ordine cronologico e il più esteso per superficie), a fianco di quello di Augusto, lungo la strada dell’Argileto che collegava la suburra alla zona centrale nevralgica del potere cittadino. 

Danneggiato molto gravemente alla fine del III secolo d.C. il Tempio perse progressivamente la sua importanza, fino a cadere nell’oblio. Ma la memoria di questa colossale struttura rimase nei documenti e nelle cronache dell’epoca e anche se oggi l’area su cui afferiva il Tempio è quasi interamente ricoperta da Via dei Fori Imperiali, è stato possibile recuperare i frammenti di cinque delle colossali colonne originali in granito rosa provenienti dalle cave di Assuan in Egitto, che adornavano il Tempio dedicato alla dea Pax. 

Le gigantesche colonne forniscono l’idea della grandezza di questa struttura che occupava due ettari di terreno, con corti, porticati, giochi d’acqua e ardite architetture. Ma il motivo principale dell’interesse degli archeologi negli anni e dell’interessa intorno al Foro della Pace è proprio relativo ai tesori che esso custodiva.

Una ricostruzione del Tempio (o Foro) della Pace

Tra di essi, alcune fonti assicurano si trovava anche il leggendario Tempio del Re Salomone. Durante la guerra giudaica, infatti, e a seguito della conquista di Gerusalemme, i Romani infatti ebbero finalmente accesso anche al mitico Tempio, del quale riferiscono abbondantemente le Scritture, fatto costruire dal Re biblico otto secoli prima di Cristo, raso al suolo dai Babilonesi di Nabucodonosor II, che lo spogliarono dei suoi tesori (fatti restituire poi da Ciro il Grande), ricostruito dai Giudei in forme grandiose e ultimato nel 515 a.C.

E nessuno sa con esattezza che cosa facesse parte del bottino dei Romani, una volta espugnato il Tempio. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che nel tesoro trafugato dai soldati di Vespasiano vi fosse anche la mitica Arca dell'Alleanza, descritta dalla Bibbia, la cassa (in legno d’acacia) rivestita d'oro e sontuosamente decorata, costruita da Mosè per ordine stesso di Dio. 

L’Arca dell’Alleanza, la vera Arca, è il tesoro più ambito da ogni archeologo del mondo, e su di essa si è favoleggiato a lungo, anche perché la Bibbia stessa dice che al suo interno erano custodite nientemeno che le Tavole della Legge ricevute da Mosè sul Monte Sinai, la verga di Aronne e la manna che cadde dal cielo per miracolo e nutrì gli ebrei nel deserto. Sull’Arca, che comunque già all’epoca del Re Salomone sembra contenesse soltanto le Tavole della Legge, gravava anche la maledizione secondo cui essa non poteva essere toccata che da un levita. E chiunque, non appartenente alla razza prediletta, ne venisse a contatto, moriva istantaneamente. 

Anche per questo, il prezioso reperto non veniva mai mostrato in pubblico, ed era sempre ricoperto di uno spesso strato di pelle di tasso e da un telo di stoffa azzurro. All’Arca erano attribuiti ogni sorta di prodigi. Attraverso di essa, Mosè era in grado di parlare con Dio, e di farlo comparire presente tra gli uomini, levitante al di sopra dell’Arca. Resta dunque molto suggestiva l’idea che sia stata trasportata, al termine delle sue vicende in Terra Santa, a Roma, e che magari, resti di essa giacciano ancora oggi sepolti sotto l’odierna Via dei Fori Imperiali, che spacca oggi in due il Foro della Pace, sotto spessi strati di terra.

Una ricostruzione ipotetica dell'Arca dell'Alleanza