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19/12/19

Ecco la grande mostra dedicata a Sergio Leone all'Ara Pacis di Roma



'C'era una volta Sergio Leone': e' il titolo evocativo della grande mostra all'Ara Pacis, in programma fino al 3 maggio 2020, con cui Roma celebra, a 30 anni dalla morte e a 90 dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano. 

Promossa dall'Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l'esposizione arriva in Italia dopo il successo dello scorso anno alla Cine'mathe'que Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell'allestimento romano insieme alla Fondazione Cineteca di Bologna. 

Il percorso espositivo - curato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini - racconta di un universo sconfinato, quello di Sergio Leone, che affonda le radici nella sua stessa tradizione familiare: il padre, regista nell'epoca d'oro del muto italiano, scegliera' lo pseudonimo di Roberto Roberti, e a lui Sergio strizzerà l'occhio firmando a sua volta Per un pugno di dollari con lo pseudonimo anglofono di Bob Robertson

Nel suo intenso percorso artistico Sergio Leone attraversa il peplum, (filone cinematografico storico-mitologico), riscrive letteralmente il western e trova il suo culmine nel progetto di una vita: C'era una volta in America.

A questo sarebbe seguito un altro film di proporzioni grandiose, dedicato alla battaglia di Leningrado, del quale rimangono, purtroppo, solo poche pagine scritte prima della sua scomparsa. Leone, infatti, non amava scrivere.

Era, piuttosto, un narratore orale che sviluppava i suoi film raccontandoli agli amici, agli sceneggiatori, ai produttori, all'infinito, quasi come gli antichi cantori che hanno creato l'epica omerica.

Ma ciò nonostante, il suo lascito e' enorme, un'eredita' creativa di cui solo oggi si comincia a comprendere la portata. 

I suoi film sono, infatti, "la Bibbia" su cui gli studenti di cinema di tutto il mondo imparano il linguaggio cinematografico, mentre molti dei registi contemporanei, da Martin Scorsese a Steven Spielberg, da Francis Ford Coppola a Quentin Tarantino, da George Lucas a John Woo, da Clint Eastwood ad Ang Lee continuano a riconoscere il loro debito nei confronti del suo cinema.

Le radici del cinema di Sergio Leone affondano, naturalmente, anche nell'amore per i classici del passato - in mostra i film dei giganti del western, da John Ford a Anthony Mann - e rivelano un gusto per l'architettura e l'arte figurativa che ritroviamo nella costruzione delle scenografie e delle inquadrature, dai campi lunghi dei paesaggi metafisici suggeriti da De Chirico, all'esplicita citazione dell'opera Love di Robert Indiana, straordinario simbolo, in C'era una volta in America, di un inequivocabile salto in un'epoca nuova. 

Per Leone la fiaba e' il cinema. 

Il desiderio di raccontare i miti (il West, la Rivoluzione, l'America) utilizzando la memoria del cinema e la liberta' della fiaba, entra pero' sempre in conflitto con la sua cultura di italiano che ha conosciuto la guerra e attraversato la stagione neorealista. 

A partire da Per qualche dollaro in piu' Leone puo' permettersi di assecondare la sua fascinazione per il passato e la sua ossessione documentaria per il mito curando ogni minimo dettaglio. 

Perche' una favola cinematografica, per funzionare, deve convincere gli spettatori che quello che vedono stia accadendo realmente.

Grazie ai preziosi materiali d'archivio della famiglia Leone e di Unidis Jolly Film i visitatori entreranno nello studio di Sergio, dove nascevano le idee per il suo cinema, con i suoi cimeli personali e la sua libreria, per poi immergersi nei suoi film attraverso modellini, scenografie, bozzetti, costumi, oggetti di scena, sequenze indimenticabili e una costellazione di magnifiche fotografie, quelle di un maestro del set come Angelo Novi, che ha seguito tutto il lavoro di Sergio Leone a partire da C'era una volta il West. 




10/12/18

All'Ara Pacis una grande e bellissima mostra tutta dedicata a Marcello Mastroianni.


Una vita tra parentesi”. Così Marcello Mastroianni amava definire la sua vita. Le parentesi tra un set e l’altro, tra un palcoscenico e l’altro, lungo una carriera fatta di un’infinità di film, di spettacoli, di personaggi.

L’esposizione ripercorre la carriera straordinaria di Mastroianni. Dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 alla collaborazione con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego.

Più di cento film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.

Un attore entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, identificato dal semplice profilo (pensiamo all’icona creata da Fellini in 8 e ½), ma su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire.

E per andare a fondo nella scoperta, come osserva il curatore Gian Luca Farinelli, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita.

Ed è proprio questo il percorso che seguirà la mostra Marcello Mastroianni, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo (ricordiamo una delle sequenze fondamentali interpretate da Mastroianni: quella in cui si scatena nel ballo in Le notti bianche, il film di Luchino Visconti che segnerà il suo riconoscimento come attore “importante”).

Tutta la vita e la carriera di Marcello Mastroianni sono raccontate in questa mostra che raccoglie i suoi ritratti più belli, i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, alternando immagini e racconti e immergendo lo spettatore in quello che è stato ed è ancora il più conosciuto volto del cinema italiano. Un percorso attraverso scritti, testimonianze, recensioni, oltre a un raro apparato fotografico che ritrae l’attore come non siamo abituati a ricordarlo, sul palco, vicino agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago.

Cinema e teatro, le due anime di uno degli attori più importanti del nostro cinema, raccontate in dialogo costante grazie ai materiali conservati dalla Cineteca di Bologna, dallo stesso Mastroianni e da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) con i quali è stato costruito questo percorso privilegiato che accompagnerà lo spettatore attraverso cinquant’anni di cultura e costume italiani.

Museo dell'Ara Pacis , Spazio espositivo Ara Pacis 
Dal 26 ottobre al 17 febbraio 2019 Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). 24 e 31 dicembre 9.30-14.00 Chiuso il 25 dicembre e l'1 gennaio 

30/03/18

A Roma Musei Gratis a Pasqua! Aperture straordinarie a Pasquetta.


In occasione delle festività pasquali e' in programma a Roma l`iniziativa "La sorpresa e' nei Musei", promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l`organizzazione di Ze'tema Progetto Cultura. 

I musei civici saranno aperti anche a Pasqua e Pasquetta con una ricca offerta culturale di mostre, spettacoli, visite guidate e laboratori per bambini, con il pagamento del biglietto ordinario di ingresso al museo, salvo che non sia diversamente indicato. 

La domenica di Pasqua, che quest`anno coincide con la prima domenica del mese, l`ingresso a tutti i musei civici e' gratuito per i residenti a Roma e nella Citta' Metropolitana (ad eccezione della mostra Magnum Manifesto al Museo dell`Ara Pacis). 

I tanti appuntamenti con l`arte proseguono anche il lunedi' di Pasquetta grazie all`apertura straordinaria di tutti i musei.

 Fino al 2 aprile sono in programma nei musei civici concerti e letture: 

venerdi' 30 marzo il Museo Carlo Bilotti ospita alle 12 "Racconti di Pasqua fra Resurrezione e Liberazione" con Antonio Banno', Angela Ciaburri e Alessandro Muller al violoncello, a cura di Teatro di Roma; al Museo Napoleonico e' previsto alle 16 il concerto jazz di Aldo Bassi/Alessandro Bravo duo, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma; al Museo di Roma in Trastevere alle 16 il concerto di musica classica con il pianista Luca Lione a cura di Roma Tre Orchestra. 

Sabato 31 marzo alla Villa di Massenzio (Mausoleo di Romolo) alle 12.00 e' in programma "Racconti di Pasqua fra Resurrezione e Liberazione" con Lorenzo Parrotto, Antonietta Bello, e Alessandro Muller al violoncello, a cura di Teatro di Roma; alla Centrale Montemartini alle 12 il concerto di MuSa Classica A tutto Bach a cura di Sapienza CREA - Nuovo Teatro Ateneo; al Museo Napoleonico alle 16 il concerto jazz Greg Burk/Federica Michisanti duo in collaborazione con Fondazione Musica per Roma; al Museo Carlo Bilotti alle 16 il concerto di musica classica con il pianista Giovanni Alvino a cura di Roma Tre Orchestra. 

La domenica di Pasqua, primo aprile, il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina propone alle 16 "Racconti di Pasqua fra Resurrezione e Liberazione", con Antonio Banno', Alessandro Minati, e Alice Cortegiani al clarinetto, a cura di Teatro di Roma; mentre al Museo Carlo Bilotti si svolge alle 16 il concerto di musica classica con il pianista Michele Tozzetti a cura di Roma Tre Orchestra. 

Vari sono gli eventi previsti il giorno di Pasquetta, lunedi' 2 aprile: al Museo Carlo Bilotti alle 12 il concerto di MuSa Classica Le de'but du printemps en France a cura di Sapienza CREA - Nuovo Teatro Ateneo; al Museo Giovanni Barracco alle 12 il concerto di musica classica con Fabiola Gaudio, violino, e Marco Simonacci, violoncello, a cura di Roma Tre Orchestra; al Museo Pietro Canonica alle 12 "Racconti di Pasqua fra Resurrezione e Liberazione" con Alessandro Minati, Silvia Quondam, e Alice Cortegiani al clarinetto, a cura di Teatro di Roma; al Museo Napoleonico alle 16 il concerto di MuSa Jazz All that jazz... a cura di Sapienza CREA - Nuovo Teatro Ateneo. 

In programma nei musei civici anche visite guidate, laboratori per bambini e ragazzi e l`apertura straordinaria di L`Ara com`era il giorno di Pasqua e Pasquetta. 

In particolare, il Museo Civico di Zoologia, oltre ad insolite visite al museo previste il 2 aprile per la Pasquetta in famiglia, propone campus scientifici per bambini dai 5 ai 12 anni nelle date del 29 marzo, 30 marzo e 3 aprile, in occasione della chiusura delle scuole per le festivita' pasquali. 

I Campus scientifici proietteranno i giovani scienziati fra barriere coralline e grandi carnivori del nostro pianeta, per sperimentare e giocare con la scienza. 

Informazioni e prenotazioni su www.myosotisambiente.it 

Infine, domenica primo aprile il percorso di visita nell`Area Archeologica dei Fori Imperiali sara' aperto al pubblico gratuitamente dalle 8.30 alle 19.15, con l`ultimo ingresso alle 17.30. 

L`apertura straordinaria prevede l`ingresso alla Colonna di Traiano e, dopo il percorso con passerella attraverso i Fori di Traiano e di Cesare, la prosecuzione attraverso il breve camminamento nel Foro di Nerva, che permette di accedere al Foro Romano, mediante la passerella realizzata presso la Curia dalla Soprintendenza di Stato

fonte askanews

05/08/17

Ferragosto a Roma: i luoghi della Cultura che resteranno aperti.



Sperando che il clima africano consenta una tregua più vivibile, a Ferragosto a Roma la cultura comunque non va in ferie. 

Il giorno sara' possibile visitare i musei, aperti regolarmente, mentre la sera si potra' partecipare alle iniziative nei Fori di Augusto e di Cesare, alla magia del teatro shakespeariano al Silvano Toti Globe Theatre e alle rassegne estive della Casa del Cinema, ambedue nel verde di Villa Borghese. 

Le attivita' sono promosse da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Ze'tema Progetto Cultura. 

Si potranno dunque visitare le collezioni e le mostre ospitate ai Musei Capitolini, al Museo dell'Ara Pacis, ai Mercati di Traiano, al Museo di Roma, alla Galleria d'Arte moderna e al Macro. 

Per la sera di Ferragosto gli appuntamenti in programma al Globe Theatre, l'arena nel parco di Villa Borghese per i film della Casa del Cinema. 

Miscela di spettacolo e archeologia, infine, I viaggi nell'antica Roma a cura di Piero Angela e Paco Lanciano con due emozionanti tappe al Foro di Augusto e al Foro di Cesare: partendo da pietre, frammenti, colonne e con l'uso di tecnologie all'avanguardia, gli spettatori sono guidati dalla voce di Piero Angela e da filmati e ricostruzioni. 

Una rappresentazione emozionante e allo stesso tempo ricca di informazioni dal grande rigore storico e scientifico. 

15/04/17

Musei civici aperti a Roma a Pasqua: Ecco tutte le mostre.




Sarà una Pasqua d'arte quella di Roma, dove, oltre alle aperture straordinarie, e in alcuni casi serali, di molti musei, sono previste visite didattiche e iniziative di vario genere.

Ecco un elenco delle principali mostre in corso: 

Porte aperte ai Musei Capitolini per vedere il manoscritto che raccoglie la summa delle intuizioni elaborate da Leonardo sul volo, per la prima volta a Roma nella mostra Leonardo e il Volo. Il manoscritto originale del Codice e un'esperienza multimediale e 3D e, al piano terra di Palazzo dei Conservatori, L'Annunciazione del grande artista cretese El Greco. E anche ai Mercati di Traiano con I Fori dopo i Fori. La vita quotidiana nell'area dei Fori Imperiali dopo l'antichità, che illustra le vicende dell'area archeologica dei Fori Imperiali attraverso i rinvenimenti degli scavi degli ultimi 25 anni.

La splendida mostra Artemisia Gentileschi e il suo tempo al Museo di Roma in Palazzo Braschi, si svolge in un percorso che svela gli aspetti più autentici dell'artista, attraversando un arco temporale che va dal 1610 al 1652. 
Nelle sale del piano terra del Museo I pittori del '900 e le carte da gioco. La collezione di Paola Masino, un'originale collezione di carte di Paola Masino, donate da Alvise Memmo al Museo di Roma ed esposte per la prima volta al pubblico. In mostra alla Galleria d'Arte Moderna di via Francesco Crispi Stanze d'artista. Capolavori del '900 italiano. Sironi, Martini, Ferrazzi, De Chirico, Savinio, Carrà, Soffici, Rosai, Campigli, Marini, Pirandello e Scipione, circa sessanta opere di scultura, pittura, grafica in cui l'arte della prima metà del Novecento è raccontata da dodici dei suoi maggiori esponenti.

Da non perdere al Museo dell'Ara Pacis Spartaco. Schiavi e padroni a Roma per comprendere la realtà della schiavitù nella vita quotidiana e nell'economia della Roma imperiale.

Al Museo Pietro Canonica di Villa Borghese Nick Devereux, la prima personale dell'artista presso una pubblica istituzione a Roma, che prosegue il ciclo espositivo dal titolo Fortezzuola. 
Nella stessa villa al Museo Carlo Bilotti InMateriale. Lucilla Catania e, presso lo spazio esterno del Museo, la luce, Noor in persiano, è elemento base dell'opera di Bizhan Bassiri.

Diversificata la scelta per il MACRO di via Nizza con Anish Kapoor; Nanni Balestrini - La Tempesta Perfetta; Arte e Politica. Percorsi nell'arte contemporanea attraverso la collezione MACRO; Gea Casolaro. Con lo sguardo dell'altro. 

Al MACRO Testaccio Alfredo Pirri. I pesci non portano fucili; Pietro Fortuna S.I.L.O.S. 
Alla Pelanda Marco Paoli Etiopia; Alessandro Verdi. Sulla pelle della pittura; #POETRY Adonis e Marco Nereo Rotelli con la partecipazione del poeta Yang Lian.

Alla Casina delle Civette di Villa Torlonia, Tre Civette Sul Comò, una mostra dedicata alle "civette" attraverso un percorso di 67 opere, al Casino dei Principi Magia della luce. Specchio e simbolo nell'opera di Lorenzo Ostuni.

Decisamente animato il panorama del Museo di Roma in Trastevere con le immagini potenti, di una folgorante bellezza, che rivelano una grande fotografa: Vivian Maier. Una fotografa ritrovata, 120 scatti in bianco e nero realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta, oltre ad alcuni filmati in super 8. 

Al primo piano, per conoscere la Cina di ieri e capire la Cina di oggi attraverso l'iconografia, l'arte e la propaganda maoista, CHINA: rivoluzione - evoluzione. Manifesti della Propaganda (1949 - 1983) in un percorso d'immagini originali d'epoca.

Al Museo Napoleonico Minute visioni. Micromosaici romani del XVIII e del XIX secolo dalla collezione Ars Antiqua Savelli, una delle più importanti in ambito internazionale dedicate a questo peculiare genere artistico, frutto di oltre quarant'anni di acquisizioni e ricerche.

Alla Centrale Montemartini l'esposizione permanente si è arricchita di nuovi straordinari capolavori da tempo conservati nei depositi. Da ammirare il treno di Pio IX, il prezioso ritratto in basanite dell'imperatrice Agrippina Minore in prestito dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen.

Al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco All'ombra delle piramidi. La mastaba del dignitario Nefer, il preziosissimo rilievo funerario del dignitario Nefer, databile al regno del faraone Cheope: una ricostruzione 1:1 della struttura della cappella funeraria e una ricchissima documentazione grafica, fotografica e multimediale per descriverne lo spazio interno.

Al Museo delle Mura Alphabetica - Abecedario grafico contemporaneo, una rassegna di opere grafiche di artisti nazionali e internazionali.

03/04/17

"Spartaco - Schiavi e padroni e Roma" - Una grande mostra sugli Schiavi e Roma Antica all'Ara Pacis, fino al 17 settembre.




Il più grande sistema schiavistico che la storia abbia mai conosciuto. 

Un’intera economia basata sullo sfruttamento di una “merce” cara e redditizia quanto deperibile: l’essere umano. 

La società, l'economia e l’organizzazione dell’antica Roma non avrebbero potuto raggiungere traguardi così avanzati senza lo sfruttamento pianificato delle capacità e della forza lavoro di milioni di individui privi di libertà, diritti e proprietà. 

Basti pensare che stime recenti hanno calcolato la presenza di 6 fino a 10 milioni di schiavi su una popolazione di 50/60 milioni di individui. 

Grazie ad un team di archeologi, scenografi, registi e architetti la mostra restituisce la complessità del mondo degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata dallo schiavo e gladiatore trace Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. 

I diversi ambiti della schiavitù ai tempi dell’impero vengono raccontati attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici. 

Le opere sono inserite in un racconto immersivo composto da installazioni audio e video che riportano in vita suoni, voci e ambientazioni del contesto storico. 

Chiudono il percorso i contributi forniti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, International Labour Organization), Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù legate al mondo del lavoro. 

Le sezioni 
- Vincitori e vinti, in cui si racconta l’età delle conquiste e la riduzione in schiavitù di decine di migliaia di vinti in ogni campagna militare; 
- Il sangue di Spartaco, ossia la sconfitta a opera delle legioni di Crasso dei circa 70.000 ribelli guidati, appunto, da Spartaco; 
- Mercato degli schiavi, fiorente in tutto il Mediterraneo e presente nella stessa Roma; 
- Schiavi domestici evidenzia il privilegio, rispetto agli addetti ai lavori pesanti, di chi condivideva quotidianamente la vita negli spazi domestici; 
- Schiavi nei campi, si tratta dell’agricoltura, contesto sicuramente più svantaggiato, per la fatica quotidiana, la presenza di un sorvegliante plenipotenziario e a volte per l’uso delle catene nei campi; 
- Schiavitù femminile e sfruttamento sessuale, per le quali la prostituzione era così frequente da renderne necessaria la proibizione per legge; 
- Mestieri da schiavi alcuni dei quali conferivano ulteriore marchio di infamia, come le prostitute, i gladiatori, gli aurighi e gli attori; 
- Schiavi bambini, del cui impiego nell’economia domestica padronale restano molte testimonianze archeologiche; 
- Schiavi nelle cave e miniere, descrive la condizione di lavoro e di vita cui erano costretti coloro che rifornivano di marmi e metalli preziosi la capitale e gli altri centri dell’impero; 
- Una strada verso la libertà, dedicata alla manumissio, vera e propria occasione offerta dal diritto romano agli schiavi più meritevoli e a quelli che erano riusciti, arricchendosi, a comprare la propria libertà; 
- Schiavitù e religione, esplora il rapporto della schiavitù con alcuni aspetti del culto ufficiale romano. 

Curatore/i Claudio Parisi Presicce, Orietta Rossini con Lucia Spagnuolo 
Museo dell'Ara Pacis, Spazio espositivo Ara Pacis 
Orario Dal 31 marzo al 17 settembre 2017 Tutti i giorni 9.30-19.30 


18/02/15

"La sua vita era una scuola di disobbedienza." - Un libro-biografia su Henri Cartier-Bresson.




Racconta la storia di uno sguardo la biografia che Pierre Assouline ha dedicato a Henri Cartier-Bresson. Proprio a lui, il grande fotografo, il disegnatore, il viaggiatore, l'artista, "l'occhio del secolo" come veniva chiamato, che "inorridiva solo a sentire parlare di biografie".

La scintilla che ha convinto Assouline e' stata il "prendere coscienza che la vita di Henri Cartier-Bresson era una scuola di disobbedienza". A spiegarlo e' lo stesso Assouline, scrittore e giornalista, autore dell'apprezzata biografia di Georges Simenon, nell'introduzione a 'Henri Cartier-Bresson. Storia di uno sguardo' che esce il 19 febbraio nella collana 'In Parole'di Contrasto, con 25 foto in bianco e nero, nella nuovatraduzione di Laura Tasso.

Il libro e' il risultato di una lunga conversazione privata tra Assouline e Cartier-Bresson durata cinque anni a casa dell'uno o dell'altro, al telefono, per cartoline o via fax. Un lavoro accurato ma nato da un incontro speciale ("aveva finalmente accettato l'idea di un'intervista, benche' a una condizione: che tale non fosse") che ha permesso ad Assouline di disobbedire al grande fotografo che non voleva si scrivesse della sua vita, alquale e' stata recentemente dedicata una mostra all'Ara Pacis diRoma che ha visto un record di 120 mila presenze.

"E' il libro che lo racconta meglio. Assouline ha conosciuto Cartier-Bresson, era una persona che andava al di la' della sua opera fotografica, che si contraddiceva. Mi e' piaciuto molto il modo in cui e' riuscito a raccontarlo" dice all'ANSA Roberto Koch, fondatore e direttore di Contrasto.

La grande curiosita' e l'antico fascino che Cartier-Bresson esercitava hanno fatto superare ad Assouline ogni paradosso e contraddizione fino a perdersi nel "suo universo interiore senza preoccuparsi della cronologia" per raccontare la storia di un uomo "che si e' posto - dice il biografo - tutta la vita la stessa domanda: 'di che si tratta? e che non ha mai trovato la risposta perché non esiste".

Pioniere del foto-giornalismo, il fotografo che ha raccontato Gandhi a poche ore dal suo assassinio e la vittoria dei comunisti cinesi, da adolescente si dedicava solo all'arte, si sentiva piu' disegnatore che pittore e il tratto distintivo del suo carattere era la rabbia, che non e' mai riuscito a domare. 
Viaggiatore, innamorato dell'Africa che restera' sempre nel suo cuore, Cartier-Bresson gia' a ventitre' anni aveva capito che "l'importante e' avere un'idea e seguirla fino in fondo. Una sola basta a impegnare un'esistenza" ricorda Assouline. E quando decide di fare il fotografo lo annuncia al padre, che non lo considera un mestiere ma un hobby, facendosi accompagnare da Max Ernst, che ha 17 anni piu' di lui. Ma diventa veramente fotografo un giorno del 1932 quando trova il suo strumento: la Leica che sara' sempre la sua compagna di strada.

Figlio di Marthe, intellettuale, meditativa, alla quale Henri assomigliava, e di Andre', un uomo con un forte senso del dovere, Henri, detto Cartier, detto HCB, viene raccontato in nove capitoli, dalla nascita il 22 agosto del 1908 alla morte il 3 agosto 2004, a pochi giorni dai suoi 96 anni, annunciata a esequie avvenute. L'uomo che veniva definito "l'occhio del secolo", tra i fondatori della Magnum Photos, non "era malandato, ma stufo, e si e' spento dolcemente. Pare che si sia lasciato morire" dice Assouline nel libro e ci ricorda che alla sua scomparsa "capimmo che solo in quel momento il secolo nuovo era cominciato".

14/06/12

Gli Obelischi di Roma - 11.Obelisco campense o solare in piazza Montecitorio



Eccoci giunti alla undicesima puntata del nostro studio dedicato ai 13 obelischi originali egizi esistenti a Roma (qui le precedenti puntate). E' la volta del magnifico Obelisco Campense o Solare, che si staglia attualmente in Piazza Montecitorio proprio di fronte alla facciata dell'attuale Palazzo che ospita la Camera dei Deputati. 

Ecco la scheda: 

11. Obelisco campense o solare, in piazza Montecitorio. 

anno di rierezione: 1792 

altezza:  m. 21,791 (m. 33,27 con basamento) 
Geroglifici: solo nella parte anteriore

Cavato dalle montagne di Assuan, eretto dal faraone Psammetico II (595 – 589 a.C.) a Eliopoli. Sottratto, insieme a quello Flaminio, da Augusto Imperatore nel 10 a.C. per celebrare la conquista dell’Egitto. Trasportato lungo il Nilo ad Alessandria, e via mare fino a Roma. 

Eretto da Augusto sul suo basamento originale, che vi pose l’iscrizione – come anche su quello flaminio – Soli donum dedit e il globo bronzeo soprastante (forato) con funzioni astronomiche, nel luogo di Piazza del Parlamento (alle spalle della Camera dei Deputati)  dove attualmente lo ricorda una iscrizione – al civico n. 3 - e dove all’epoca esisteva una meridiana a terra marmorea (Solarium, ricordato anche da Plinio, tutt’ora visibile in frammenti nelle fondamenta di alcuni edifici tra Piazza San Lorenzo in Lucina e Piazza del Parlamento), al centro di una zona – il Campomarzio – dove esistevano già altri importantissimi edifici augustei – l’Ara pacis e il Mausoleo di Augusto. 

La tradizione ne attribuisce la distruzione ai normanni che invasero Roma guidati da Roberto il Guiscardo nel 1084 (unico sopravvissuto quindi, insieme a quello vaticano, alla distruzione dei Goti avvenuta nel VI secolo d.C.). 

D’Onofrio invece ne sostiene la distruzione da parte dei Goti guidati da Totila (547 d.C.), in maniera convincente a causa del fatto che una sola facciata ha conservato i geroglifici (quella interrata, all’epoca dell’invasione dei normanni)


Recuperato nel 1748 in cinque pezzi con grande fatica da Prospero Lambertini nelle cantine delle casupole medievali nell’attuale zona della Piazza del Parlamento, grazie alle macchine create dall’analfabeta Nicola Zabaglia. 

Rimasto per 40 anni in attesa nell’attuale Piazza Montecitorio, viene innalzato da Giovanni Antinori nel 1792 di fronte all’allora Palazzo dei Tribunali (oggi Camera dei Deputati), con estesi rappezzamenti ricavati dalla distruzione della Colonna Antonina. 

Il globo bronzeo con gli stemmi araldici di Pio VI, forato, è un’invenzione di astronomi settecenteschi, sulla base delle ipotesi antiche di un globo analogo, da non confondere con la palla Sansonis, attualmente conservata nel Museo di Palazzo dei Conservatori.






Fabrizio Falconi