Visualizzazione post con etichetta andrej konchalovskij. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta andrej konchalovskij. Mostra tutti i post

25/10/19

Arriva il Michelangelo di Andrej Konchalovskij ! Il film che è stato girato nelle cave originali del Monte Altissimo.




Verrà proiettato in anteprima mondiale, come evento speciale di chiusura della XIV Festa del Cinema di Roma, domenica 27 ottobre 2019,  il film di Andrei Konchalovsky “Il Peccato - il Furore di Michelangelo” (Sin)

Il film, una produzione Andrei Konchalovsky Studios, Jean Vigo Italia e Rai Cinema, uscirà in Italia il 28 novembre, distribuito da 01 Distribution. 

Le riprese del film sono iniziate sul Monte Altissimo il 28 agosto 2017 nelle cave di Henraux, le stesse che furono scoperte da Michelangelo nel 1517. 

Per la produzione le cave dovevano soddisfare una serie di requisiti: dovevano comprendere un ampio piano di lavoro con una prospettiva verso l’infinito; essere in prossimità un terreno scosceso, su cui Michelangelo in scena doveva arrampicarsi, e rendere possibile l’ambientazione di una via di lizza, un percorso rudimentale attraverso il quale il marmo veniva trasportato a fondo valle.

Il regista cercava uno spazio lunare, affascinante e impervio che restituisse il senso della fatica cui erano sottoposti i cavatori. 

Nel film le montagne di marmo dovevano apparire simili alla fisionomia del tempo, così le cave del Monte Altissimo - che Michelangelo aveva esplorato e scelto per la qualità del suo marmo statuario 500 anni fa - sono divenute l’unica grande location in cui sono stati rinvenuti tutti gli ambienti previsti in sceneggiatura. 

 Dopo una ricerca durata otto anni, il Maestro Konchalovsky mette in scena un Michelangelo inedito, un uomo pieno di difetti che si cela dietro il genio incomparabile e che in pochi conoscono. Un racconto cinematografico per rappresentare la sua proverbiale terribilità che allude sia all'impetuoso tormento del suo carattere - modesto e vanitoso, stravagante e misantropo, avaro e generoso, violento, permalosissimo e intransigente - sia all'altezza sublime e inarrivabile della sua arte

 IL PECCATO si dispiega su un preciso periodo della vita di Michelangelo raccontato attraverso la lente visionaria e immaginifica di Konchalovsky. 

Uno sguardo privo di patine accademiche o mitizzazioni agiografiche ma capace di restituire il sapore di un’epoca e una versione tutt'altro che addomesticata del Rinascimento. 

La produzione ha infatti interpellato una serie di consulenti ed esperti che hanno offerto il loro contributo in modo che tutte le scelte artistiche avessero un riscontro storico, per le soluzioni scenografiche e gli oggetti di scena, per i costumi, ma anche per le musiche, le acconciature e il trucco.

Perché ogni scena doveva avere il sapore della vita vera. “Non voglio vedere ritratti nell'inquadratura. Ho bisogno di gente con abiti sporchi, pieni di sudore, vomito, saliva. L’odore deve passare attraverso lo schermo e arrivare allo spettatore.” 

Questo l’intento di Konchalovsly. Fra gli apporti degli esperti al lavoro del Maestro Konchalovsky è stato fondamentale quello di Costantino Paolicchi, autore di Michelangelo. Sogni di marmo che racconta l’avventura di Michelangelo sul Monte Altissimo, fra i primi testi che Konchalovsky ha letto per la preparazione del film, ed è stato Costantino Paolicchi ad accompagnare il regista anni fa nelle cave di Seravezza. 

“Sono particolarmente onorato di aver ospitato il Maestro Konchalovsky, gli attori, i tecnici e l’intero staff di produzione nelle nostre cave sul Monte Altissimo. – ha dichiarato Paolo Carli, Presidente di Henraux Spa e della Fondazione Henraux – Essere parte di un progetto culturale di così grande levatura internazionale ha reso orgogliosi tutti gli uomini e le donne di Henraux che avranno l’opportunità, insieme ad un pubblico mondiale, di avere una visione storica ed emozionante delle nostre cave. In questi luoghi, scoperti proprio da Michelangelo, è stato emozionante vedere come le scene si scolpissero nella pellicola per rivelare un ritratto inedito di Michelangelo secondo la straordinaria visione di Konchalovsky che racconta l’umanità più profonda del genio del Rinascimento”. 

Paolo Carli ha sottolineato come la messa a disposizione delle cave per un progetto come questo faccia parte della mission dell’Azienda che affonda le sue bicentenarie radici nella storia, nell’architettura, nell’arte e oggi anche nel design internazionale. 

I personaggi ed interpreti principali del film sono: Michelangelo, Alberto Testone; Peppe, Jakob Diehl; Pietro; Francesco Gaudiello; Sansovino, Federico Vanni; Raffaello, Glenn Blackhall; Marchese Malaspina, Orso Maria Guerrini; Marchesa Malaspina, Anita Pititto; Francesco Maria Della Rovere, Antonio Gargiulo; Papa Giulio II, Massimo De Francovich; Papa Leone X, Simone Toffanin.




01/06/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 25. "Schiava d'amore" (Раба любви), di Nikita Mikhalkov, Unione Sovietica (1976)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 25. "Schiava d'amore" (Раба любви), di Nikita Mikhalkov, Unione Sovietica, (1976)

Scritto insieme a Friedrich Gorenstein e a Andrej Končalovskij (fratello di Mikhalkov), Schiava d'amore è il capolavoro giovanile di Nikita Mikhalkov (figlio del grande scrittore e poeta Sergej che è anche tra l'altro l'autore dell'inno nazionale russo), che all'epoca aveva 31 anni. 

Il film racconta le vicende di una diva del cinema muto russo Olga Voznesenskaya (una straordinaria Elena Solovey), ispirato dalla vera vita della divina Vera Kholodnaya . 

Il film è ambientato nell'autunno del 1918, proprio durante la guerra civile russa e la rivoluzione d'Ottobre.

La star del cinema muto, Olga Voznesenskaya, in quei giorni ha appena festeggiato un trionfo, insieme al suo co-protagonista e amante, Vladimir Maksakov, nella commedia romantica "Slave of Love". 

Nel frattempo però i bolscevichi hanno conquistato Mosca e il set cinematografico si trasferisce a sud, a Odessa , per lavorare a una nuova produzione lontano dai combattimenti. 

Olga è una star difficile, a volte capricciosa e narcisista, profondamente avvolta nella sua stessa celebrità. 

Maksakov non accompagna gli altri a Odessa, e Olga rifiuta di apparire senza il suo partner, con le rimanenti scorte di pellicola inutilizzata ormai deteriorata. 

Sul set Olga conosce l'operatore Viktor Potozki, e presto si innamora di lui. Inoltre Fedotov, il capo spia locale della "Guardia Bianca" (un'importante forza antibolscevica nella vera e propria guerra civile del tempo), appare sul set del film con crescente frequenza, mentre i bolscevichi vengono arrestati in tutto il paese. 

Dopo un poco di tempo, attori e personale di supporto arrivano da Mosca, portando con loro nuove provviste affinché le riprese possano riprendere. Maksakov però non è con loro,  e soprattutto si percepisce nell'aria che il gusto del pubblico sta cambiando, per i film muti, e c'è bisogno di abbellimenti e cambiamenti estetici che Olga rifiuta con sdegno.  

Inizia da qui un specie di spy story in cui le vicende del set e del film che non si riesce a finire si mescolano alle vicende che ormai scuotono alle fondamenta la Russia. 

Olga è a pezzi psicologicamente e si rifiuta di continuare il suo lavoro sul set.

La situazione precipita: l'operatore del film, considerato un bolscevico, viene colpito a morte dagli uomini di Fedotov. 

Olga viene rapita a bordo di un tram e portata nel suo albergo, giungendo al sacrificio personale non prima comunque di essere passata dalla parte bolscevica, di aiutare i clandestini e di sparare a un ufficiale "bianco". 

E' forse vero, come fu fatto notare da qualche critico, che nel film Mikhalov offra una visione idealizzata della rivoluzione, non basata sulla realtà in quanto tratta la rivoluzione e l'amore come sinonimi. Scrive: "la seduzione sessuale nel vecchio mondo è rimpiazzata dalla seduzione politica compiuta da Viktor per portare Olga dalla parte della rivoluzione: il suicidio di Olga nel film del vecchio mondo è sostituito dalla resa della sua vita all'ideale di Bolscevismo : salva il film di Viktor e viaggia verso una nuova vita "

Un melodramma che solo la maestria assoluta di Mikhalkov e il suo puro genio cinematografico rende capace di attraversare l'epoca in cui fu girato e diventare un classico. 


Nel 1978 il film è stato votato come uno dei migliori film stranieri dal National Board of Review ed è stato votato come il terzo miglior film straniero dell'anno a sia ai Los Angeles Film Critics Association Awards che ai New York Film Critics Circle Awards . Il New York Times lo definì un "capolavoro inaspettato", mentre è noto l'incredibile entusiasmo manifestato da Jack Nicholson e idal regista Monte Hellman quando lo videro per la prima volta, pensando anche di trarne una versione americana. 

Fabrizio Falconi

Schiava d'Amore
Раба любви 
Nikita MikhalkovUnione Sovietica, 1975 
Durata 94 minuti 
con Elena Solovéj, Aleksandr Kalyagin, Rodion Nachapetov,  Oleg Basilašvili