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22/02/22

La serie TV che in Italia quasi nessuno ha visto e di cui nessuno parla, e che è una delle migliori di sempre - "Normal People" da Sally Rooney

 


Ci sono fenomeni misteriosi, in Italia, tra i quali quello per cui spesso vengono premiate dal pubblico serie Tv molto commerciali e molto poco significative, e altre, di grande qualità, che vengono ignorate o comunque viste da ristrette minoranze. 

Eppure, Normal People, serie Tv di produzione inglese-irlandese,avrebbe ogni caratteristica per imporsi anche in Italia: è tratta da un fortunatissimo romanzo di Sally Rooney (Einaudi), che anche tra di noi ha molti fedeli lettori, descrive la relazione in sottilissimo equilibrio tra amore-innamoramento-sessualità-amicizia tra due ventenni, presenta due attori protagonisti di enorme talento, parla di cose che sono molto prossime a chiunque di noi. 

Eppure nessuna serie d'autore, come questa, ha fatto incetta dei premi più prestigiosi, dentro e fuori la Gran Bretagna. 

La produzione della serie tv è BBC Three e Hulu in associazione con Screen Ireland. Ed è basata sul secondo romanzo di Sally Rooney, del 2018. 

Alla 72a edizione dei Primetime Emmy Awards, la serie è stata nominata per quattro premi, tra cui Miglior attore protagonista per Mescal e Miglior regia per Lenny Abrahamson. 

La serie descrive il passaggio all'età adulta di Marianne Sheridan e Connell Waldron dal loro periodo alla scuola secondaria nella contea di Sligo, sulla costa atlantica dell'Irlanda, fino agli anni universitari al Trinity College di Dublino. 

L'obiettivo è principalmente la complessa relazione di Connell e Marianne. Tra i suoi coetanei al liceo, Marianne è considerata una strana, ma nega di preoccuparsi della sua posizione sociale. Nonostante i suoi successi accademici, la sua vita familiare è complicata dalla madre sprezzante, Denise, e dal suo risentito fratello, Alan. Suo padre è deceduto e in seguito si scopre che è stato un molestatore domestico, anche se la sua famiglia evita di menzionarlo. 

Connell è uno studente atletico e di successo che vive con la madre single Lorraine, che è assunta da Denise come donna delle pulizie. È popolare a scuola, anche se rimane in silenzio mentre Marianne è costantemente vittima di bullismo. Questo crea complessità e punto di contesa mentre la loro relazione si sviluppa. In aggiunta a ciò, entrambi i personaggi lottano per conoscere e articolare i propri sentimenti e interpretano male le reciproche intenzioni.

Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, nei panni dei due protagonisti è proprio il caso di dire che non "interpretano", ma "vivono" i loro personaggi, rendendoli più veri del vero. Due giovani attori straordinari. 



Tra i moltissimi elogi pubblicati su siti e riviste specializzato si leggono commenti come: "Ancorato dalle esibizioni vulnerabili di Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, Normal People è allo stesso tempo intimo e illuminante, traducendo magnificamente le sfumature del suo materiale originale".

Caroline Framke ha scritto su Variety: "Con la sua tripletta di scrittura, regia e recitazione eleganti, Normal People di Hulu è altrettanto cupo e intransigente come il romanzo di Rooney, un'impresa che richiede diversi episodi per essere completamente assorbita. mi ci sono voluti fino a circa metà per capire quanto mi stesse influenzando... Man mano che la relazione tra Marianne e Connell diventa più profonda, Normal People diventa coinvolgente come il libro che l'ha ispirato, facendoti desiderare e temere di sapere, o forse di più accuratamente, sperimentando, cosa succede dopo." 

La produzione ha ricevuto elogi particolari per la sua rappresentazione realistica di contenuti intimi e per il lavoro di Ita O'Brien come coordinatrice dell'intimità dello spettacolo. La nudità ha acceso anche  il dibattito alla radio irlandese, ma Prathyush Parasuraman di Film Companion , ha scritto: "Raramente ho visto il tipo di dialogo culturale che ho visto dopo l'uscita di Normal People nell'aprile 2020, quando è stato rilasciato nel Regno Unito. È ambientato in Irlanda e dintorni, con brevi deviazioni nell'assolata Italia e nevosa Svezia". 


Ma non solo la critica: Normal People ha messo d'accordo anche il pubblico, diventando la serie più vista in streaming dell'anno sulla BBC, con 62,7 milioni di visualizzazioni da aprile a novembre 2020. 

Nel giugno 2020, è stato riferito che Normal People aveva raccolto oltre 3 milioni di visualizzazioni su RTÉ Player , battendo il record precedente per il servizio di streaming di 1,2 milioni, detenuto dalla quarta serie di Love/Hate.

In Italia la serie, a parte illuminate ed euforiche recensioni - per esempio quella sul Domenicale del Sole 24 ore - è passata finora piuttosto inosservata.


Fabrizio Falconi - 2022 



09/09/21

Le geniali opere di Simon Stålenhag che hanno ispirato la bellissima serie "Tales From The Loop"

 


Chi l'ha vista - in Italia su Amazon video/prime - sa che si tratta di uno dei prodotti migliori degli ultimi anni, in assoluto: si tratta di Loop (Tales from the Loop), la serie televisiva statunitense del 2020 creata da Nathaniel Halpern e basata sulle opere illustrate dell'artista svedese Simon Stålenhag. 

Per chi non l'avesse ancora vista diremo, per non rovinare nulla, che la serie è ambientata negli anni ottanta in una zona rurale dell'Ohio, in cui gli abitanti vivono e lavorano in un misterioso luogo chiamato il "Loop".

Si scopre che in effetti venti anni prima, negli anni sessanta, in quella regione è stato costruito un grande acceleratore di particelle nelle profondità della campagna circostante. 

Ogni puntata della serie - valorizzata dalle bellissime musiche di Philip Glass e da una meravigliosa fotografia - racconta in modo straordinario le vicende quotidiane e personali degli abitanti di quel luogo, stravolte da eventi e paradossi legati al Loop.

Ma chi é Stålenhag?

Cresciuto in un ambiente rurale vicino a Stoccolma, l'artista svedese ha cominciato a realizzare opere grafiche di fantascienza solo dopo aver scoperto concept artist come Ralph McQuarrie e Syd Mead; la genialità del suo lavoro è quella di combinare la sua infanzia con temi tratti da film di fantascienza, dando vita a un paesaggio svedese stereotipato con una tendenza neofuturistica

Secondo Stålenhag, questo focus nasce dalla sua percepita mancanza di connessione con l'età adulta, con gli elementi di fantascienza aggiunti in parte per attirare l'attenzione del pubblico e in parte per influenzare l'umore del lavoro. Queste idee si traducono in un corpus di lavori che possono presentare robot giganti e megastrutture accanto a normali articoli svedesi come le automobili Volvo e Saab. 

Man mano che il suo lavoro si è evoluto, Stålenhag ha creato un retroscena per esso, incentrato su una struttura sotterranea governativa.

Stålenhag solitamente per i suoi lavori utilizza un tablet e un computer Wacom, progettato per assomigliare alla pittura ad olio.

La maggior parte del suo lavoro si basa su fotografie preesistenti che scatta; queste vengono quindi utilizzate come punto di partenza per una serie di schizzi prima che il lavoro finale sia completato.

La maggior parte delle opere d'arte di Stålenhag era inizialmente disponibile online, prima di essere successivamente venduta come stampe. 

I risultati sono veramente stupefacenti. 
Qui qualcuna delle sue opere:

Labyrinth 

Vimpelturbiner

Collater.al





01/03/21

Il film di Werner Herzog e l'incredibile (vera) fotografia di Churchill, Lawrence D'Arabia e Gertrude Bell Giza che oggi ha 100 anni

 


C'è una meravigliosa, famosa foto, ancora incredibilmente nitida, scattata su una vecchia lastra a nitrato d'argento, nel lontano 1921 nella quale, al centro, si vedono tre persone a cavallo dei loro dromedari, sullo sfondo della piana di Giza, con la Sfinge in primo piano.

Il cavaliere più a sinistra del terzetto centrale è l'inconfondibile Winston Churchill, quello più a destra è il famoso T. E. Lawrence, ovvero Lawrence d’Arabia, in abiti occidentali. In mezzo, c’è una signora: Gertrude Bell, personaggio leggendario: prima donna a laurearsi a Oxford, rossa di capelli, elegantissima, divenuta nei primi anni del secolo la "Regina del deserto", colei che conobbe come nessun  occidentale aveva mai fatto prima, la vita, la cultura, le abitudini, i sovrani delle innumerevoli tribù dell'immane deserto che si dipana tra l'Iraq, la Persia, il Medio Oriente e la penisola Arabica, all'indomani del crollo dell'Impero Ottomano che aveva regnato in quelle regioni sconfinate per cinque secoli. 

La fotografia risale al 1921, quando Churchill era responsabile degli affari coloniali inglesi e aveva convocato una conferenza al Cairo per riorganizzare la presenza del suo paese in quelle regioni.

Gertrude fu l'unica donna a parteciparvi, anche perché era colei che conosceva meglio di tutti la materia di cui si trattava.

Oggi gli storici cominciano a capire che nel gestire la rivolta araba di quegli anni, Gertrude ebbe un ruolo forse persino superiore a quello dell'ormai mitico Lawrence d’Arabia. 

A Gertrude Bell che morì a Baghdad cinque anni dopo questa fotografia, nel 1926, quando aveva 58 anni e che a Baghdad è tuttora sepolta, Werner Herzog ha dedicato un film nel 2015 - piuttosto maltrattato dalla critica - con le meravigliosi ambientazioni dei luoghi originali dove si svolsero i fatti, intitolato Queen of the Desert, con un super cast comprendente Nicole Kidman (nei panni di Gertrude), James Franco, Robert Pattinson, Damian Lewis. Attualmente visibile su Amazon Video. Che termina proprio con la ricostruzione di questa immagine reale e di come fu scattata in quel lontano giorno di 100 anni fa. 


Fabrizio Falconi

Robert Pattinson, Nicole Kidman e Werner Herzog sul set di Queen of the Desert, 2015



05/03/20

Perché la serialità tv italiana è così sterile e asfittica?



E' piuttosto inspiegabile - e indice di un paese a corto di ispirazione o di iniziativa - il fatto che in Italia - con il bendiddio rappresentato da 3000 anni di retaggi storici e civiltà patrie - si producano  soltanto serie tv e film sulle gomorre, ndranghete, suburre, oppure rassicuranti polpettoni biopic o don mattei, o al massimo della creatività, gli infiniti papi sorrentiniani.  

Ora non si pretende certo, in questo clima, un riaffacciarsi di produttori come quelli che hanno fatto grande il cinema e la serialità italiana in passato, che erano sperimentatori geniali, non si pretendono certo gli Otto e Mezzo, i Blow up, i Gattopardi, e nemmeno di certo le Anna Karenina di Bolchi o le Mani Sporche di Sartre-Petri, che andavano in onda sulla RAI nazionale, ma qualcosa di minimamente creativo che riguardi le nostre meravigliose storie - La Storia di Elsa Morante? Gli Indifferenti di Moravia? Il nostro ventennio fascista? Gli anni di piombo? Il sequestro Moro? Oppure, che so, se vogliamo essere sicuri di vendere una serie all'estero: una grande serie sulla moda italiana? Una serie tv sulla vita avventurosa di Caravaggio? Un film sulla epoca d'oro di Cinecittà a Roma? Un film sullo sbarco ad Anzio vissuto dagli italiani che vivevano su quella costa? Un bel filmetto sul furto della Gioconda? Una serie storica sulla Sindone? Una serie sulla epopea di Enzo Ferrari? Un divertente serial-commedia ambientato nei retroscena di un grande ristorante di alta cucina italiana?  

Forse è troppo chiederlo? Il fatto è che si guardano le cose prodotte e sfornate ogni mese dalla BBC e dagli altri canali britannici - non parliamo di Netflix, HBO o Amazonvideo - e cascano le mani.


Fabrizio Falconi
- marzo 2020