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18/12/21

Cosa scriveva (e pensava) Pasolini del Natale?

E' noto come per Pasolini l'elemento spirituale del Natale cristiano fosse sostanzialmente e brutalmente tradito nei fondamenti, dalla furia consumistica di cui egli è stato uno dei massimi fustigatori (ante litteram). E' utile rileggere queste poche, fulminanti righe, in cui formula i suoi - molto particolari - auguri di Natale. 

«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!

Tanti auguri a chi morirà  di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà  o accoltellerà  chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento!

Tanti auguri a chi crederà  sul serio che l’orgasmo che l’agiterà  – l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!

Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere, qualunque cosa abbiano fatto (eccettuati i soliti fascisti, quei pochi che ci sono); è vero che ci sono in libertà  tanti disgraziati cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi, in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti, con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso presuntuoso).

Ma scelgo i carcerati per ragioni polemiche, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo, volendolo o non volendolo, essi restano gli unici veri contestatori della società. Sono tutti appartenenti alla classe dominata, e i loro giudici sono tutti appartenenti alla classe dominante».

Da Saggi sulla politica e sulla società, di P.P. Pasolini, a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, Mondadori, Milano, 1999

25/12/20

Una notte di Natale speciale a Roma, 1202 anni fa - Da "La storia di Roma in 501 domande e risposte" di Fabrizio Falconi



E' in tutte le librerie (e in quelle online) La Storia di Roma in 501 domande e risposte di Fabrizio Falconi. Pubblichiamo un breve estratto sulla notte di Natale dell'anno 800 a Roma


244. Perché Carlo Magno è importante nella storia di Roma? 

Carlo Magno, figlio di Pipino il Breve e Bertrada di Laon, fu re dei franchi dal 768 e dei longobardi dal 774. Era diventato sovrano unico dal 771, dopo che il fratello, Carlomanno era morto in circostanze misteriose, e in breve aveva allargato i confini del regno dei franchi su gran parte dell’Europa occidentale. 

Carlo arrivò a Roma il sabato santo del 774 accolto dal papa Adriano i sul sagrato di San Pietro. Nacque proprio lì, sulla tomba dell’apostolo Pietro, una forte amicizia personale e politica, che cambiò le sorti della storia. 

Approfittando del fatto che il trono dell’Impero bizantino – legittimo discendente dell’Impero romano – fosse stato usurpato da una donna, Irene d’Atene, indusse il successore di Adriano, papa Leone III a considerare “vacante” il trono “romano”: così, la notte di Natale dell’anno 800, Carlo Magno fu solennemente incoronato dal papa, “imperatore”, termine mai più usato in Occidente dai tempi della morte di Romolo Augustolo, nel 476. In questo modo Leone III legò indissolubilmente i franchi a Roma, rivendicando da quel momento la supremazia del papa sui poteri temporali, terreni e rimettendo la città di Roma al centro della scena europea.





08/12/20

40 anni senza John Lennon - "Happy Xmas (War is Over)" Storia di una canzone leggendaria

 


40 anni fa  John Lennon veniva ucciso a New York.  Il mondo lo celebra e noi lo celebriamo con una delle sue canzoni immortali, particolarmente adatta a questo momento che l'umanità vive, dove a pochi giorni dal Natale si combatte una guerra fatta non con le armi e tra popoli (per fortuna), ma contro un aggressore  virale, biologico.  E' l'occasione comunque per riascoltarla e per ricostruirne la storia. 

Happy Xmas (War Is Over) fu composto da John Lennon e Yoko Ono, pubblicato come singolo natalizio, il 6 dicembre del 1971, con la melodia del brano tratta da uno standar folk: Stewball.

La canzone fu incisa ai Record Plant (East) Studios di New York il 28 e 29 ottobre 1971, sotto la produzione di Phil Spector, e nacque come brano di protesta contro la guerra in Vietnam, diventando in seguito uno tra i più noti classici natalizi.

Il pezzo venne accreditato alla Plastic Ono Band insieme al coro gosperl Harlem Community Choir, che partecipò all'incisione, pubblicata in USA in concomitanza con le festività natalizie del '71, e l'anno successivo in Europa. Lennon compose il pezzo all'inizio dello stesso mese, registrandone anche una versione demo, con il testo ancora incompleto, soprattutto nella contromelodia che utilizzava il sottotitolo, slogan usato per la sua campagna per la pace della fine del '69.

All'inizio del brano, Lennon e la Ono augurano un buon Natale ai loro due figli,rispettivamente Julian e Kyoko, dai quali all'epoca vivevano separati.

Il brano folk che servì d'ispirazione a Lennon  è una tipica canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino, un "canto di lavoro" dei neri americani con parole provenienti dalla Gran Bretagna, "derivante rispettivamente dalla ballata The Noble Skewball con un nuovo testo di epoca Elisabettiana intitolato Go from My Window." 

Anche negli anni successivi alle pubblicazioni ufficiali, in occasione del  Natale, il brano è più volte entrato nella classifica britannica.



Così questo è il Natale,
e cosa hai fatto?
un altro anno è passato
ed uno nuovo è appena iniziato
e così questo è il Natale
spero che ti diverta
con il più vicino e il più caro
col più vecchio e il più giovane

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

e così questo è il Natale (la guerra è finita)
per i deboli e per i forti (se lo vuoi)
per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita)
il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)
e così buon Natale (la guerra è finita)
per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)
per i gialli e per i neri (la guerra è finita)
fermiamo tutte le guerre (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

così questo è il Natale (la guerra è finita)
e cosa abbiamo fatto? (se lo vuoi)
un altro anno è passato (la guerra è finita)
ed uno nuovo è appena iniziato (se lo vuoi)
e così questo è il Natale (la guerra è finita)
spero che ti diverta (se lo vuoi)
con il più vicino e il più caro (la guerra è finita)
col più vecchio e il più giovane (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

la guerra è finita, se lo vuoi
la guerra è finita, adesso

testo originale:

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
A new one just begun
I hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
For weak and for strong
The rich and the poor ones
The war is so long
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fights

So this is Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
And what have we done
Another year over
A new one just begun
We hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

So this is Christmas
(And a happy New Year)
Ooh, oh
(Let's hope it's a good one)
It's a good, it's a good one
Without any fear

War is over, if you want it
War is over, now


25/12/19

Poesia di Natale: "A metà di un tetro inverno" di Christina Rossetti

A metà di un tetro inverno 


A metà di un tetro inverno
il vento gelido si lamentava,
la terra era dura come ferro,
l’acqua come pietra;
la neve era caduta, neve su neve
neve su neve
a metà di un tetro inverno
tanto tempo fa.
Il nostro Dio,
il cielo non può trattenerlo,
né la terra sostenerlo;
cielo e terra scompariranno
quando verrà il suo Regno;
a metà di un tetro inverno
una stalla fu sufficiente
per il Signore, Dio incarnato
Gesù Cristo
Bastò per lui,
dei cherubini
che lo adorassero notte e giorno,
un seno pieno di latte
e una mangiatoria piena di fieno.
Bastò per lui,
e gli angeli
caduti in passato,
il bue e l'asino e il cammello
lo adorassero
Angeli ed arcangeli
erano tutti lì riuniti,
cherubini e serafini
affollavano l’aria,
ma solo sua madre
nella sua beatitudine di vergine
adorò il suo Amato
con un bacio.
"Cosa posso dargli
povera come sono?
Se fossi un pastore
vorrei portare un agnello,
se fossi un Magio
vorrei fare la mia parte,
ecco ciò che posso donargli -
gli dono il mio cuore"






In the bleak mid-winter

In the bleak mid-winter,
Frosty wind made moan;
Earth stood hard as iron,
Water like a stone;
Snow on snow had fallen,
Snow on snow,
In the bleak mid-winter,
Long ago.
Our God,
Heaven cannot hold Him,
Nor earth sustain,
Heaven and earth shall flee away
When He comes to reign:
In the bleak mid-winter,
A stable-place sufficed,
The Lord God Almighty,
Jesus Christ.
Enough for Him
Whom Cherubim
Worship night and day,
A breastful of milk
And a mangerful of hay;
Enough for Him,
whom Angels
Fall down before,
The ox and ass and camel,
Which adore.
Angels and Archangels,
May have gathered there,
Cherubim and seraphim,
Thronged the air;
But only His Mother,
In her maiden bliss,
Worshipped the Beloved,
With a kiss.
What can I give Him,
Poor as I am?
If I were a Shepherd,
I would bring a lamb;
If I were a Wise Man,
I would do my part,
Yet what I can I give Him,
Give my heart.

22/12/19

Poesia della Domenica: "Annunciazione - Le parole dell'Angelo" di Rainer Maria Rilke




Annunciazione - Le parole dell'Angelo

Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani
tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare a te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.

Sono stanco ora, la strada è lunga,
perdonami, ho scordato
quello che il Grande alto sul sole
e sul trono gemmato,
manda a te, meditante
(mi ha vinto la vertigine).
Vedi: io sono l’origine,
ma tu, tu sei la pianta.

Ho steso ora le ali, sono
nella casa modesta
immenso; quasi manca lo spazio
alla mia grande veste.
Pur non mai fosti tanto sola,
vedi: appena mi senti;
nel bosco io sono un mite vento,
ma tu, tu sei la pianta.

Gli angeli tutti sono presi
da un nuovo turbamento:
certo non fu mai cosí intenso
e vago il desiderio.
Forse qualcosa ora s’annunzia
che in sogno tu comprendi.
Salute a te, l’anima vede:
ora sei pronta e attendi.
Tu sei la grande, eccelsa porta,
verranno a aprirti presto.
Tu che il mio canto intendi sola:
in te si perde la mia parola
come nella foresta.

Sono venuto a compiere
la visione santa.
Dio mi guarda, mi abbacina...

Ma tu, tu sei la pianta.


Rainer Maria Rilke
Traduzione di Giame Pintor

25/12/18

Poesia di Natale: "Torna Gesù" di Luigi Pirandello.




Torna Gesù

La memoranda notte è ormai vicina
e mi risuona ancora negli orecchi,
eco gentil dell'età mia bambina,
la voce de' miei vecchi:
Candido roseo e biondo
come nato da giorni, eri anche tu,
vien questa notte al mondo
il Bambino Gesù !

Ogn'anno, ogn'anno in questo freddo mese,
per quanto stanca, l'anima risogna
la festa che a Gesù fa il mio paese.
Già suona la zampogna...
Ah che profonda, arcana
malinconia, che nostalgia m'assal
della casa lontana,
del villaggio natal !

Rigide sere della pia novena
in cui, sur ogni piazza, in ogni via,
fiamman, fuochi gregal, fasci d'avena:
mentre la litania
il vicinato intuona
raccolto innanzi a un rustico altarin,
e la zampogna suona,
tintinna l'acciarin.

Ed io fanciullo, alla finestra dietro
me ne stavo, e schiarendo con un dito
timidamente l'appannato vetro,
rimiravo smarrito,
in un'ansia segreta,
se in quella notte piena di mister
la fulgida cometa
apparisse davver... .

E dubitavo allora, e ho dubitato
sempre, dappoi. S'inaridì l'istinto
della fede nel cuore: errai bendato
per questo labirinto
della vita mortale,
e te pure chiamai causa, Gesù,
d'una parte del male
che si soffre quaggiù.

Ma santa adesso appar la tua follia
anche al mio sguardo, o dolce redentore.
E torna, io prego, a noi, torna, Messia,
a predicar l'amor!
Altri, del rosso tuo mantello avvolto,
d'odio nudrendo la gentil parola,
batte alle oscure case, e infosca il volto
de la miseria. Vola

il grido della guerra...
Pace tu sei, Gesù, tu sei pietà:
torna a rifare in terra d'amor la carità.

Luigi Pirandello (1867-1936)

24/12/18

"Racconto di Natale" di Paul Auster ("Il Natale di Auggie Wren") - il Video dal film "Smoke".




Nel 1990, a Paul Auster fu commissionato dal New York Times un racconto di Natale.

Il grande consegnò una novella intitolata Il Natale di Auggie Wren, ambientata nella vecchia Brooklyn, con due protagonisti - lo scrittore Paul Benjamin (alter ego di Auster), in crisi di ispirazione per un racconto di Natale che gli era stato commissionato dal Times, ed il tabaccaio Augustus - detto Auggie - Wren, appassionato di fotografia, che gli racconterà del Natale in cui per la prima volta è entrato in possesso di una macchina fotografica. 

La bellissima novella è diventata poi anche lo spunto per la trama di due film Smoke e Blue in the face, entrambi scritti e codiretti da Paul Auster insieme a Wayne Wang nel 1995 e nel 1997. 

In testa riporto il video integrale del racconto - sceneggiato nel finale del film Smoke (1995) e narrato da Harvey Keitel che impersona Auggie al suo amico William Hurt nei panni di Paul Benjamin, sulle travolgenti note della canzone di Tom Waits, You're Innocent when you dreams. 

Ecco il racconto integrale di Paul Auster

IL NATALE DI AUGGIE WREN

Ho sentito questa storia da Auggie Wren. Siccome Auggie non ne viene fuori molto bene, almeno non bene come egli avrebbe voluto, mi ha chiesto di non usare il suo nome vero. A parte questo, tutti i fatti sul portafoglio smarrito, sulla donna cieca e sulla cena di Natale sono come lui me li ha raccontati. Auggie ed io ci conosciamo da quasi undici anni ormai. Lavora dietro il bancone di una tabaccheria su Court Street a Brooklyn downtown, e visto che quello è l’unico posto che importa le sigarette olandesi che fumo io, vado lì abbastanza spesso.

Per lungo tempo non gli ho prestato molta attenzione. Era soltanto lo strano omuncolo che indossava una felpa blu sudata col cappuccio, che vendeva sigarette e riviste, il buontempone malizioso che aveva sempre qualche cosa spiritosa da dire sul tempo, i Mets o i politici di Washington, e questo era il limite.

Ma poi un giorno, diversi anni fa, gli capitò di stare a guardare una rivista del negozio, e fini per caso su una recensione di uno dei miei libri. Sapeva che ero io perché una foto accompagnava la recensione, e dopo questo le cose cambiarono tra di noi. Non ero più soltanto un cliente per Auggie, ero diventato una persona distinta. Alla maggior parte della gente non potrebbe interessare di meno libri e scrittori, ma venne fuori che Auggie considerava se stesso un artista. Ora che aveva rotto il secreto su chi fossi, mi considerò un alleato, un confidente, un commilitone. Per dire la verità, trovai questa cosa abbastanza imbarazzante.

Quindi, quasi inevitabilmente, venne il momento in cui mi chiese se avessi voluto guardare le sue fotografie. Considerato il suo entusiasmo e la sua buona volontà sembrava non esserci possibilità di scoraggiarlo. Dio sa cosa mi aspettavo. Tanto per cominciare non era ciò che Auggie mi mostrò il giorno seguente. In una piccola stanza senza finestre sul retro del negozio, aprì un cartone e ne tiro fuori dodici identici album fotografici. Questo era il lavoro della sua vita, disse, e non gli prendeva neanche cinque minuti al giorno per farlo.

Ogni mattina da dodici anni a questa parte, si era appostato all’angolo tra Atlantic avenue e Clinton street, alle sette precise e aveva scattato una singola fotografia a colori esattamente dallo stesso angolo. Il progetto è arrivato ora a più di quattromila fotografie. Ogni album rappresenta un anno differente, e tutte le fotografie sono ordinate in sequenza dal primo Gennaio al trentuno Dicembre, con le date meticolosamente segnate sotto ciascuna di esse. Mentre scorrevo gli album e cominciavo a studiare il lavoro di Auggie, non sapevo cosa pensare. La mia prima impressione fu che quello era la cosa più strana e più assurda che avessi mai visto. Tutte le foto erano identiche. L’intero progetto era un fredda scarica di ripetizioni, la stessa strada e gli stessi palazzi, ancora e ancora, un inesorabile delirio di immagini ridondanti.

Non potevo pensare a niente da dire ad Auggie così ho continuato a voltare le pagine, annuendo con la testa facendo finta di apprezzare. Anche Auggie sembrava imperturbabile mentre mi guardava con un largo sorriso sul volto, ma dopo aver visto che ero stato lì per diversi minuti, improvvisamente mi interruppe e disse: “Vai troppo svelto. Non ci arriverai mai se non rallenti.”

Aveva ragione, ovviamente. Se non ti prendi il tempo per vedere, non imparerai mai a guardare niente. Presi un altro album e mi sforzai di procedere più attentamente. Prestai maggiore attenzione ai dettegli, presi nota dei cambiamenti del clima, osservai le variazioni d’angolatura della luce con il procedere delle stagioni. In breve fui in grado di notare le differenze del flusso del traffico, di anticipare il ritmo dei giorni (il tumulto delle mattine lavorative, la relativa tranquillità dei fine settimana, il contrasto tra i Sabati e le Domeniche). E poi, poco alla volta ho iniziato a riconoscere i volti delle persone sullo sfondo, i passanti sulla loro strada per il lavoro, le stesse persone nello stesso punto ogni mattina, mentre vivono un instante delle loro vite nel campo della macchina fotografica di Auggie.

Una volta che li ho riconosciuti, ho iniziato a studiare la loro situazione, la maniera con cui si trascinavano da un giorno all'altro, cercando di scoprire il loro stato d’animo attraverso queste informazioni superficiali, come se potessi immaginarmi storie per loro, come se potessi penetrare nel dramma invisibile chiuso dentro i loro corpi. Presi un altro album.

Non ero più annoiato e neanche imbarazzato come ero all’inizio. Auggie stava fotografando il tempo, realizzai, sia il tempo naturale che quello umano, e lo stava facendo piantandosi in un minuscolo angolo del mondo, desiderando che fosse il proprio mentre vigilava nello spazio che aveva scelto per se stesso. Mentre mi guardava leggere attentamente il suo lavoro, Auggie seguitava a sorridere con soddisfazione.

Quindi, quasi stesse leggendo nei miei pensieri, cominciò a recitare un verso di Shakespeare: “Tomorrow and tomorrow and tomorrow,” mormorò sottovoce, “time creeps on its petty pace.” Capii che sapeva esattamente che cosa stava facendo. Questo è stato più di duemila foto fa. Da quella volta Auggie ed io abbiamo discusso molte volte del suo lavoro, ma è stato soltanto la settimana scorsa che ho saputo come si era procurato la macchina fotografica e come ha iniziato a fotografare la prima volta. E’ il soggetto della storia che mi ha raccontato e sto ancora sforzandomi di dargli un senso. Poco prima di quella settimana un tizio del New York Times, mi chiama e mi chiede se avessi voluto scrivere un racconto che sarebbe apparso nel giornale le mattina di Natale. Il mio prima impulso fu quello di dire di no, ma l’uomo fu ammaliante e persistente, e alla fine della conversazione gli dissi che avrei tentato.

Dal momento che riattaccai il telefono, mi sentii sprofondare nel panico profondo. Che cosa sapevo del natale? Mi sono chiesto. Che cose ne sapevo dello scrivere racconti su commissioni? Ho passato i successivi giorni nella disperazione, combattendo con i fantasmi di Dickens, O. Henry e altri campioni dello spirito natalizio. L’esatta frase Racconto di Natale comportava spiacevoli associazioni per me, evocando insopportabili sfoghi di miele e melassa. Anche nella migliore delle ipotesi i racconti natalizi erano non più che sogni di appagamento, favole per adulti, e che possa essere dannato se avessi permesso a me stesso di scrivere qualche cosa del genere. E ancora come potrebbe qualcuno prefiggersi di scrivere una storia di Natale non sentimentale?

Era una contraddizione in termini, un paradosso, un rompicapo vero e proprio. Si potrebbe immaginare meglio un cavallo da corsa senza gambe o un passero senza ali. Non sono arrivato da nessuna parte. Il martedì uscii per fare una lunga passeggiata, sperando che l’aria mi avrebbe schiarito le idee.

Appena passato mezzogiorno mi fermai al negozio di sigari per rifornire la mia scorta e li c’era Auggie, in piedi dietro la cassa come sempre. Mi chiese come stavo. Senza realmente volerlo mi ritrovai a sfogare i miei problemi con lui. “Un racconto di natale?” disse dopo che avevo finito. “Tutto qui? Se mi offri il pranzo, amico mio, ti racconterò il miglior racconto di natale che hai mai sentito. E ti garantisco che ogni parola di esso è vera. Camminammo verso il quartiere dove stava Jack, un buco allegro dove servivano degli ottimi sandwich e pieno di fotografie dei Dogers appese al muro.

Trovammo un tavolo in fondo, ordinammo da mangiare e quindi Auggie si lanciò nella sua storia.

“Era l’estate del settantadue” disse. ” Un ragazzino arrivò una mattina e iniziò a rubare dal negozio. Doveva avere circa diciannove o venti anni e credo di non aver visto mai un taccheggiatore più patetico nella mia vita. Stava vicino alla rastrelliera dei giornali vicino al muro lontano e si riempiva la tasca del cappotto di libri. Al momento attorno alla cassa era affollato così all’inizio non lo vidi. Ma quando ho notato che cosa stava combinando, iniziai a strillare.

Partii come un coniglio Ma nel tempo in cui mi sono districato per uscire da dietro la cassa stava già correndo a tutta velocità giù per Atlantic Avenue. L’ho inseguito per un po’ ma poi ho rinunciato. Aveva lasciato cadere qualcosa lungo la strada e siccome non me la sentivo più di correre mi piegai a vedere che cos’era. Risultò che fosse il suo portafoglio. Non c’erano soldi dentro, ma c’era la sua patente con tre o quattro fototessere. Penso che avrei dovuto chiamare i poliziotti e farlo arrestare. Avevo il suo nome e l’indirizzo dalla patente, ma mi sentivo un po’ dispiaciuto per lui. Era un piccolo misero punk, e una volta che avevo visto quelle foto nel portafoglio non riuscii ad essere veramente arrabbiato con lui. Robert Goodwin.

Era questo il suo nome. In una delle foto, mi ricordo, stava con il braccio intorno alla madre o alla nonna. In un’altra stava seduto all’età si nove o dieci anni, vestito con l’uniforme da baseball e un grande sorriso stampato in volto. Non né ho avuto il fegato, ecco. Era probabilmente drogato, ho immaginato. Un ragazzo povero di Brooklyn senza molta fortuna e chi se ne fregava di un paio di rivistacce, in ogni caso? “Alla fine mi tenni stretto il portafoglio. Di tanto in tanto sentivo l’impulso di spedirglielo indietro ma ho continuato a rimandare e non ho fatto mai niente. Quindi arriva il natale ed io non ho nulla da fare.Il capo solitamente mi invita da lui a passare la giornata ma quell’anno lui e la sua famiglia erano giù in Florida a far visita ai parenti.

Quindi sto seduto nel mio appartamento quella mattina sentendomi un po’ dispiaciuto per me stesso quando vedo il portafoglio di Robert Goodwin che giaceva in una mensola in cucina. Penso, cazzo perché non fare qualche cosa di carino per una volta così mi metto il cappotto e vado fuori per restituire il portafoglio di persona.

L’indirizzo era su a Boerum Hill, da qualche parte nei quartieri popolari. Si congelava quel giorno e mi ricordo di essermi perso diverse volte cercando di trovare il palazzo giusto. Tutto sembrava uguale in quel posto, tu continui ad andare intorno allo stesso posto pensando di essere altrove. In ogni caso raggiungo finalmente l’appartamento che sto cercando e suono il campanello.

Non succede niente. Deduco che non c’è nessuno, ma provo ancora giusto per essere sicuro. Aspetto un po’ di più e proprio nel momento in cui sto per rinunciare, sento qualcuno trascinarsi verso la porta. Una voce di donna anziana mi chiede chi è e io dico che sto cercando Robert Goodwin. ‘Sei tu Robert?’ dice la vecchia, e quindi da circa quindici giri alla serratura e apre la porta. “Doveva avere massimo ottanta, forse novant’anni e la prima cosa che ho notato di lei è che era cieca. ‘Sapevo che saresti venuto Robert’ disse ‘Sapevo che non ti saresti scordato di tua nonna Ethel a natale.

Quindi allarga le braccia come se stesse per abbracciarmi. “Non avevo molto tempo per pensare, capisci. Dovevo dire qualcosa velocemente e prima che sapessi che cosa stesse succedendo potei sentire le parole uscire dalla mia bocca. ‘E’ vero nonna Ethel’, dissi. ‘Sono tornato per venire a trovarti a natale.

Non chiedermi perché l’ho fatto. Non ne ho idea. Forse non la volevo dispiacere o qualcosa del genere, non lo so. Mi è venuto fuori così e dopo questa vecchia donna improvvisamente mi stava abbracciando davanti alla porta, ed io la stavo abbracciando a mia volta

“Non dissi esattamente che ero suo nipote. Non con molte parole in ogni caso ma questa fu la conseguenza. Non stavo neanche cercando di ingannarla. Era come un gioco che entrambi avevamo deciso di fare senza dover discutere delle regole. Voglio dire, quella donna sapeva che non ero suo nipote Robert. Era vecchia e mezza matta ma non era così andata da non poter distinguere tra un estraneo e il sangue del suo sangue. Ma la rendeva felice fare finta, e visto che io non avevo niente di meglio da fare comunque, ero contento di proseguire con lei. “

Quindi entrammo nell’appartamento e passammo la giornata insieme. Il posto era veramente un letamaio, potrei aggiungere, ma cosa puoi aspettarti da una donna cieca che fa da sola i lavori di casa? Ogni volta che mi faceva una domanda su come andava le mentivo. Le ho raccontato che avevo trovato un buon lavoro al negozio di sigari, le ho raccontato che stavo per sposarmi, le ho raccontato un centinaio di storie simpatiche, e lei si comportava come se credeva ad ognuna di esse. ‘Va bene, Robert’ diceva muovendo la testa mentre sorrideva. ‘Ho sempre saputo che le cose avrebbero funzionato per te.’ Dopo un po’ ho iniziato ad avere abbastanza fame. Non sembrava che ci fosse da mangiare a sufficienza in casa allora sono andato in un negozio in zona e ho portato un casino di cose. Un pollo precotto, una zuppa vegetale, una vaschetta di insalata di patate, una torta di cioccolato, ogni genere di cose.

Ethel aveva un paio di bottiglie di vino stipate in camera, e alla fine tra lei e me mettemmo decentemente insieme una dignitosa cena di natale Entrambi diventammo un po’ alticci dal vino, mi ricordo, e dopo che il cibo finì uscimmo per sederci in sala, dove le sedie erano più comode. Dovevo fare pipì, quindi mi scusai e andai nel bagno in fondo al corridoio. Questo è dove le cose fecero una nuova svolta. Era già abbastanza sciocco fare questo gioco del nipote di Ethel, ma quello che feci dopo fu assolutamente folle e non mi perdonerò mai per questo.

"Vado in bagno e ammassata davanti al muro vicino alla doccia, vedo una pila di sei o sette macchine fotografiche. Nuove trentacinque millimetri, ancora nelle scatole, merce di prima qualità. Immagino che quello è opera del vero Robert, un magazzino per i suoi ultimi furti. Non avevo mai fatto una foto in vita mia, e sicuramente non avevo mai rubato niente, ma nel momento che ho visto quelle macchine in bagno, ho deciso che volevo averne una per me. Così. E senza neanche fermarmi a pensarci, ho preso una di quelle scatole sotto il braccio e sono tornato in salotto.

“Non dovevo essermi assentato per più di tre minuti, ma in quel tempo nonna Ethel si era addormentata nella sedia. Troppo Chianti, immagino. Andai in cucina per lavare i piatti e lei dormì durante tutto il baccano russando come un bambino. Non c’era nessun motivo per svegliarla così decisi di andare. Non avrei neanche potuto scriverle un biglietto per salutarla, considerando che era ceca e tutto il resto, perciò me ne andai soltanto. Lasciai il portafoglio di suo nipote sul tavolo, presi di nuovo la macchina fotografica e camminai fuori dall’appartamento. E questa è la fine della storia.”

“Sei mai tornato a trovarla?” chiesi “Una volta” disse. “Circa tre o quattro mesi dopo. Mi sentivo veramente male per aver rubato la macchina fotografica, non la avevo neanche usata ancora. Finalmente mi misi in testa di restituirla, ma Ethel non era più lì. Non so che cosa le è successo, ma qualcun altro si era trasferito nell’appartamento, e non seppe dirmi dove era.

“Probabilmente è morta.” “Già, probabilmente.” “Questo significa che ha passato il suo ultimo natale con te” “Penso di sì. Non l’ho mai vista in questo modo.”

“E’ stata una buona azione, Auggie. E’ stata una cosa carina che hai fatto per lei.” “Le ho mentito, e dopo ho anche rubato da lei. Non vedo come tu puoi chiamarla buona azione.”

“L’hai fatta felice. E le macchine erano in ogni caso rubate. Non è come se la persona da cui le hai prese le possedeva sul serio.” “Qualsiasi cosa per l’arte, eh, Paul?” “Non lo avrei detto. Ma alla fine hai usato le macchine per un buono scopo.”

“E ora hai la tua storia di natale, no? “Sì,” dissi. “Penso di sì.” Mi fermai un momento per studiare Auggie mentre un ghigno malizioso si apriva sul suo volto. Non potevo esserne sicuro, ma i suoi occhi in quel momento apparivano misteriosi, così carichi di una specie di bagliore interiore, che improvvisamente mi venne in mente che avesse costruito tutta la storia.

Ero sul punto di chiedergli se mi avesse raccontando frottole, ma poi mi resi conto che non lo avrei mai fatto. Sono stato convinto a crederci e questo era l’unica cosa che contava. Fino a che c’è qualcuno che ci crede non esiste storia che non può essere vera. “Sei un asso, Auggie.” Dissi. “Grazie per essere così d’aiuto.” “Ogni volta” rispose, guardandomi ancora con quella luce maniacale negli occhi. “Dopo tutto, se non puoi condividere i tuoi segreti con gli amici, che razza di amico saresti?” “Mi sa che te ne devo uno.” “No, non devi. Buttala giù così come te l’ho raccontata io e non mi devi nulla.” “Eccetto il pranzo” “E’ vero. Eccetto il pranzo.” Contraccambiai il sorriso di Auggie con un sorriso dei miei, dopo chiamai la cameriera e le chiesi il conto.

Paul Auster

21/12/18

TUTTI I MUSEI NELLE VACANZE DI NATALE A ROMA.


A Natale i Musei Civici fanno festa con mostre, eventi, spettacoli e attivita' didattiche con un ricco programma, promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dal 22 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 e con l'apertura straordinaria del 1° gennaio dei Musei

Eccezionalmente, i Musei Capitolini, i Mercati di Traiano, il Museo dell'Ara Pacis, il Museo di Roma, il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, il Museo Napoleonico e il Museo di Roma in Trastevere saranno aperti il 1° gennaio 2019 dalle 14.00 alle 20.00 e l'area archeologica del Circo Massimo sara' aperta dalle 10.00 alle 16.00

I Musei Civici resteranno tutti chiusi il 25 dicembre mentre il 24 e il 31 dicembre saranno aperti i Musei Capitolini, i Mercati di Traiano, e il Museo dell'Ara Pacis dalle 9.30 alle 14.00 e, come ogni anno

Domenica 6 gennaio 2019 con ingresso gratuito per la prima domenica del mese per i residenti a Roma e nella Citta' Metropolitana per tutti i Musei e le mostre in programma, tranne le mostre Marcello Mastroianni in corso al Museo dell'Ara Pacis e Il Sorpasso. Quando l'Italia si mise a correre, 1946-1961, in corso al Museo di Roma. Sara' inoltre aperto al pubblico gratuitamente il percorso di visita nell'area dei Fori Imperiali dalle ore 8.30 alle 16.30, con l'ultimo ingresso alle 15.30

L'apertura straordinaria prevede l'ingresso in prossimita' della Colonna di Traiano e, dopo il percorso con passerella attraverso i Fori di Traiano e di Cesare, la prosecuzione attraverso il breve camminamento nel Foro di Nerva, che permette di accedere al Foro Romano mediante la passerella realizzata presso la Curia dalla Soprintendenza di Stato. 

Alle tante MOSTRE da visitare nei musei durante le festivita' si aggiungono come sempre al grande patrimonio di collezioni permanenti dei Musei, a cominciare dalle due esposizioni in corso ai Musei Capitolini, La Roma dei Re. Il racconto dell'archeologia e I Papi dei Concili dell'era moderna. Arte, Storia, Religiosita' e Cultura. 

Proseguendo con Balla a Villa Borghese e L'acqua di Talete. Opere di Jose' Molina, le mostre al Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, la prima incentrata sulle opere dipinte dall'artista nella villa e l'altra sulle origini del pensiero occidentale. 

Al Museo di Roma Paolo VI. Il Papa degli artisti, una mostra per ripercorrere la storia degli ultimi tre concili dell'eta' moderna che hanno determinato nella storia della Chiesa radicali cambiamenti. 

Nel chiostro della Galleria d'Arte Moderna di via Crispi, l'installazione etica di Antonio Fraddosio Le tute e l'acciaio, dedicata agli operai dell'Ilva e alla citta' di Taranto. 

Alla Casina delle Civette di Villa Torlonia Metamorfosi del quotidiano, il fascino dei materiali liberty e de'co nella la collezione romana di Francesco Principali, raffinato collezionista di arti decorative del XX secolo. 

Al Casino dei Principi Discreto continuo - Alberto Bardi. Dipinti 1964/1984, una mostra che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica. 

Oltre a Lisetta Carmi. La bellezza della verita', al Museo di Roma in Trastevere e' da vedere la mostra Vento, caldo, pioggia, tempesta. Istantanee di vita e ambiente nell'era dei cambiamenti climatici con la quale, attraverso un percorso di fotografie, Greenpeace racconta i cambiamenti climatici. 

Al Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco e al Museo Ebraico di Roma e la mostra sull'archeologo e mercante d'arte Ludwig Pollak (Praga 1868 - Auschwitz 1943), che ripercorre la storia professionale e personale del grande collezionista dalle sue origini nel ghetto di Praga, agli anni d'oro del collezionismo internazionale, alla tragica fine nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Ai Mercati di Traiano Viaggio nel Colosseo - Magico fascino di un monumento, una mostra grafica sul fascino che "la magia" del Colosseo ha sempre esercitato sull'artista austriaco Gerhard Gutruf, attraverso una selezione delle sue opere realizzate in tecniche e formati differenti. Io So(g)no. Sguardi dei minori stranieri non accompagnati sulla loro realta' e i loro sogni e' la mostra fotografica al Museo delle Mura rivolta a minori stranieri non accompagnati accolti a Roma. 

Fino al 6 gennaio, i Musei faranno festa anche offrendo SPETTACOLI, CONCERTI E ATTIVITÀ per tutte le eta' e per ogni gusto. 

Con Musei in gioco, i protagonisti delle feste di Natale saranno bambini e ragazzi di ogni eta', dal 22 dicembre 2018 alla Befana 2019, che potranno scegliere tra le tante attivita' divertenti e formative organizzate per conoscere la storia di Roma e delle sue collezioni museali, in modo inusuale e divertente: dall'originale caccia al tesoro del Museo delle Mura, il 22 dicembre e il 5 gennaio, alla speciale tombola allestita al Museo di Casal de' Pazzi - 23 dicembre e 4 gennaio - con animali, piante e uomini del Pleistocene. 

E ancora, il Museo dell'Ara Pacis il 4 gennaio proporra' prove di abilita' e simpatici enigmi e al Museo Civico di Zoologia saranno molti i giorni dedicati al gioco - 22,23,27,28,29,30 dicembre e 2,3,4,5,6 gennaio - in cui i piccoli partecipanti potranno interagire con reperti naturalistici negli incontri della scienza divertente sulle orme di Babbo Natale e tra gli animali del ghiaccio. 

Anche al Museo di Roma, il 23 dicembre i ragazzi "vestiranno i panni" dei personaggi dipinti nelle opere attraverso oggetti - vestiti e gioielli - indossati nell'opera scelta. Non mancheranno cruciverba, puzzle, caccia all'opera d'arte misteriosa al Casino dei Principi di Villa Torlonia il 27 dicembre e il 6 gennaio, un "Mercante in Fiera" rivisitato in chiave napoleonica, naturalmente al Museo Napoleonico, il 3 e il 5 gennaio. Sabato 29 dicembre divertenti appuntamenti sia ai Musei Capitolini, con caccia all'opera e altri giochi di osservazione, sia alla Centrale Montemartini, dove melodie antiche e frastuoni moderni accompagneranno i bambini alla scoperta del museo. 

15/12/17

Domani sera musiche e canti di natale ai Musei Capitolini per 1 euro !



Serata musicale dal sapore natalizio ai Musei Capitolini durante l'apertura straordinaria di sabato 16 dicembre. 

L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia coi giovani della JuniOrchestra e della Cantoria sara' protagonista di un evento che accogliera' il pubblico con una ricca selezione di brani di musica classica (Vivaldi, Sibelius, Corelli) e di canzoni natalizie tradizionali e rivisitate in chiave swing (Stille Nacht,White Christmas, Santa Claus is coming to town). 

Dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso ore 23 - biglietto simbolico di 1 euro) nell'Esedra di Marco Aurelio, nel Salone di Palazzo Nuovo e nella Sala Pietro da Cortona si alterneranno i concerti di un quintetto di fiati, di un ensemble di archi della JuniOrchestra diretto da Simone Genuini e della Cantoria dell'Accademia diretta da Massimiliano Tonsini con l'accompagnamento di pianoforte, contrabbasso e batteria

Per i bambini e le famiglie si realizzerà anche un laboratorio musicale curato da Laura de Mariassevich per imparare a leggere la musica e a realizzarla con piccoli strumenti a percussione. 

L'apertura di sabato, inoltre, consentirà ai visitatori di apprezzare la mostra 'Il Tesoro di Antichita'. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento'. 

Compreso nel biglietto si potrà scoprire l'affascinante storia dello studioso tedesco Johann Joachim Winckelmann che, nel suo soggiorno a Roma, rivoluziono' l'archeologia con i suoi studi e la sua moderna metodologia di approccio all'arte antica.

Dalla serata dei Musei Capitolini alla mattina in musica del Museo Carlo Bilotti. Il week-end di eventi terminera' domenica 17 nel museo di Villa Borghese col concerto gratuito Ritratto d'autore: Johannes Brahms. Il compositore tedesco sara' protagonista di una esibizione curata dalla Roma Tre Orchestra con una selezione di suoi brani eseguiti dai pianisti Sara Costa e Fabiano Casanova.

25/12/16

La poesia di Natale: "L'incantato delle stelle" di Roberto Mussapi




Fu un lungo viaggio, duna su duna, per gli scribi.
Per me fu breve, breve in confronto
all'immobile mappa delle stelle.
Sapevo che il nostro destino era la pista,
o uscirne, o perdersi nelle sabbie,
lentezza era lo sguardo degli astri,
che ho conosciuto, studiandone posizione e luce.
I segni del cielo, le rotte esterne,
e noi scivolanti come onde verso una morte lieve
come la carezza di una donna al tramonto.
Conoscevo la perfezione celeste e il breve respiro
umano che si estingue dopo un atto d'amore.
La vita, svanire prima dell'orizzonte.
Ho conosciuto il cosmo e le teorie caldaiche,
le pietre che sfiammano del ricordo di Venere,
i disegni del cielo gelosamente custoditi nei tappeti.
Poi la grotta e fu buio e respiro
animale e povere membra, una lontana
oscurità rasoterra, più lontana delle stelle,
io non guardai dentro, io provai pena
del tanfo, del povero calore di colpi raccolti.
E uno ne guardai che mi passava accanto,
con gli occhi fissi rapiti da una stella.
Bruno, sporco, con le spalle chiuse da idiota
beveva la luce come eternamente,
eternamente io lo ricorderò, lo racconto.
Perché non fu riflesso ma scontro,
tra quella luce a me nota e un'altra oscura
che in modo assoluto lo incatenava al cielo.
Che luce, che fonte, che pietra stupefacente
orientò lo sguardo e il corpo e il suo destino nel mondo ?
Perché io ero già in lui e lo scrutavo
come avevo scrutato gli enigmi celesti,
e non conosco la luce del profondo,
il fiato della caverna ventricolare e del buio
e la mappa disegnata e persa nella sua ignota esistenza.
Che strada, che pista, che dune alzate dal vento
portano a quel segreto entro te stesso ?
Dov'era la luce, in alto o in basso ?
E io come farò a non perdermi
per esplorare un nuovo universo
quando ti seguirò nel buio del tuo mondo interno,
su quali punti orienterò il mio viaggio
cercando la rotta oscura che proiettò il tuo sguardo,
tu, pezzo di terra,
fangoso simile fratello ?

Roberto Mussapi, da La polvere e il fuoco, Milano, 1997, pp.76-77




24/12/16

Una Lettera di Natale di David Maria Turoldo




Cari amici del Blog, Buon Natale.  Ho scelto per voi, in questo giorno, questa lettera di Natale scritta da David Maria Turoldo poco prima di morire. 
Auguri a tutti.

Quando a uno si dice: guarda che hai un cancro, bello bello, seduto nel centro del ventre come un re sul trono, allora costui - se cerca di avere fede - fa una cosa prima di altre: comincia ad elencare ciò che conta e ciò che non conta; e cercherà di dire, con ancora più libertà di sempre, quanto si sente in dovere di dire, affinché non si appesantiscano ancor di più le sue responsabilità. E continuerà a dirsi: la Provvidenza mi lascia ancora questo tempo e io non rendo testimonianza alla verità! E’ dunque per queste ragioni, caro Gesù, che mi sono deciso a scriverti in questo Natale. Non credo proprio per nulla ai nostri Natali: anzi penso che sia una profanazione di ciò che veramente il Natale significa, costellazioni di luminarie impazzano per città e paesi fino ad impedire la vista del cielo. Sono città senza cielo le nostre. Da molto tempo ormai! E’ un mondo senza infanzia. Siamo tutti vecchi e storditi. Da noi non nasce più nessuno: non ci sono più bambini fra noi. Siamo tutti stanchi: tutta l’Europa è stanca: un mondo intero di bianchi, vecchi e stanchi.

Il solo bambino delle nostre case saresti tu, Gesù , ma sei un bambino di gesso! Nulla più triste dei nostri presepi: in questo mondo dove nessuno più attende nessuno. L’occidente non attende più nessuno, e tanto meno te: intendo il Gesù vero, quello che realmente non troverebbe un alloggio ad accoglierlo. Perché, per te, vero Uomo Dio, cioè per il Cristo vero, quello dei “beati voi poveri e guai a voi ricchi”; quello che dice “beati coloro che hanno fame e sete di giustizia ..”, per te, Gesù vero, non c’è posto nelle nostre case, nei nostri palazzi, neppure in certe chiese, anche se le tue insegne pendono da tutte le pareti...Di te abbiamo fatto un Cristo innocuo: che non faccia male e non disturbi; un Cristo riscaldato; uno che sia secondo i gusti dominanti; divenuto proprietà di tutta una borghesia bianca e consumista.

Un Cristo appena ornamentale. Non un segno di cercare oltre, un segno che almeno una chiesa creda che attendiamo ancora…Eppure tu vieni, Gesù; tu non puoi non venire…Vieni sempre, Gesù. E vieni per conto tuo, vieni perché vuoi venire. E’ così la legge dell’amore. E vieni non solo là dove fiorisce ancora un’umanità silenziosa e desolata, dove ci sono ancora bimbi che nascono; dove non si ammazza e non si esclude nessuno, pur nel poco che uno possiede, e insieme si divide il pane.
Ma vieni anche fra noi, nelle nostre case così ingombre di cose inutili e così spiritualmente squallide. Vieni anche nella casa del ricco, come sei entrato un giorno nella casa di Zaccheo, che pure era un corrotto della ricchezza. Vieni come vita nuova, come il vino nuovo che fa esplodere i vecchi otri. Convinto di queste cose e certo che tu comunque non ci abbandoni, così mi sono messo a cantare un giorno:

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni , figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre , Signore.

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.

David Maria Turoldo

23/12/16

La Nasa fa gli auguri di Natale con la meravigliosa immagine di un "Nido di stelle".




Non sono la fantomatica cometa di Betlemme, ma sono ugualmente belle e luminose e arrivano al momento giusto.


In realta' si tratta di una galassia singolare, dalla forma a spirale, ma cosi' poco compatta da produrre l'impressione di un nido di stelle

E' la prima osservazione dettagliata di questa 'galassia stellare' fin dalla sua scoperta, avvenuta nell'aprile del 1789 fa a opera dell'astronomo William Herschel

 In una notte limpida di piu' di due secoli fa, Herschel vide la luce di NGC 4707, una galassia a spirale nascosta nella costellazione dei Cani da caccia, lontana 22 milioni di anni luce dalla Terra. 

Oltre duecento anni dopo, il telescopio spaziale Hubble e' riuscito a individuare e vedere la stessa galassia, ma con un dettaglio molto maggiore di quello di Herschel, cogliendone tutte le sue caratteristiche e complessita' come mai prima. 

La straordinaria immagine pubblicata raccoglie infatti le osservazioni della Advanced Camera for Surveys (ACS),uno degli strumenti ad alta risoluzione posto a bordo di Hubble

Herschel descriveva NGC 4707 come una "piccola galassia stellare"

Anche se classificata a spirale, i suoi bracci sono molto larghi e indefiniti, e il centro piccolissimo, quasi inesistente. Sembra piu' una spruzzata di stelle, con pennellate di lampi blu su una tela scura sulle regioni di formazione stellare, dove gli astri neonati brillano luminosi, circondati da ombre intense turchesi e azzurre.

27/12/15

Un video davvero geniale: La mattina di Natale immaginata se fosse girata dai grandi registi.




Buone Feste da questo Blog. 
Gustatevi questo video di tre minuti, realizzato da un amatore americano che ha provato ad immaginare come avrebbero ripreso la mattina di Natale i più grandi registi. 
Capolavoro. 



25/12/15

Le strenne di Natale ? Le hanno inventate i romani.





In tutto il mondo c'è l'abitudine, a Natale, di ricevere e fare doni, le cosiddette strenne. Chi però riallaccerebbe l'origine di esse ai Romani ? Eppure è così: in dicembre si celebravano nell'Urbe i famosi Saturnali che, per alcuni giorni, vedevano servi e liberi uniti nel divertimento, padroni e schiavi trattarsi giocondamente da pari a pari; tutti poi si scambiavano donativi, le strenne in segno di affetto e protezione. 

Secondo Simmaco, l'usanza di queste risaliva addirittura al re Tito Tazio che soleva cogliere nella selva, dedicata appunto alla dea Strena, rami degli alberi a lei sacri, onde trarne felici presagi e fausti auspici per l'anno nuovo. 

Di qui il termine dato ai regali, che se si volesse stare all'etimo del nome di Strena, dea della forza e del valore (donde deriva l'aggettivo strenuus gagliardo, senza paura), andrebbero dati ai più forti. Si danno inconsapevolmente forse, ai più piccini, per spronarli a divenire appunto strenui


24/12/15

Natale: Tutte le mostre aperte il 25 e 26 !


fonte: Nicoletta Castagni per ANSA

Da Giotto a Matisse a Balthus, quasi tutte le grandi mostre attualmente in svolgimento in Italia rimarranno aperte per le feste di Natale

Senza contare che proprio a ridosso del 25 dicembre si sono inaugurate due importanti esposizioni, a Cagliari 'Eurasia' e a Firenze 'Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso fiorentino e Vasari'. 

MILANO - Prosegue l'onda lunga di Expo 2015 con numerose rassegne di indiscusso richiamo, ancora allestite nelle sedi espositive milanesi, e che resteranno aperte in questo week end natalizio. A Palazzo Reale si potranno infatti visitare la bellissima 'Giotto e l'Italia', in cui sono riuniti per la prima volta rarissimi capolavori provenienti da tutto il mondo, 'Da Raffaello a Schiele', con opere straordinarie del genio urbinate, Tintoretto, Durer, Velasquez, Rubens, Goya, Canaletto, Manet, Cezanne, Gauguin custodite al Museo di Belle Arti di Budapest, nonche' 'Mito e Natura' dall'antica Grecia a Pompei. Gli orari di ingresso alla famosa sede espositiva saranno i seguenti: oggi dalle 9.30 alle 14.30, il 25 dalle 14.30 alle 18.30, il 26 dalle 9.30 alle 22.30. 

Porte aperte anche a Palazzo Marino, dove si potranno ammirare la collezione di opere del Municipio del Comune di Milano nella Sala Alessi, e L'Adorazione dei pastori di Rubens, proveniente dalla Pinacoteca Civica di Fermo, che anticipa l'attesa mostra dedicata al pittore fiammingo prevista nel 2016 a Palazzo Reale. Ecco gli orari: domani 9.30-18, per Natale e Santo Stefano dalle 9.30 alle ore 20.00. 

ROMA - Ormai tradizione consolidata, anche nella capitale resteranno aperte le mostre di maggior richiamo, quelle di livello internazionale allestite nelle sedi espositive piu' prestigiose. Per ammirare i capolavori di Balthus, il grande artista francese che fu direttore dell'Accademia di Francia a Villa Medici, riuniti alle Scuderie del Quirinale nella vigilia di Natale oggi si dovra' rispettare l'orario d'ingresso ridotto, dalle 10 alle 15, mentre il 25 l'apertura sara' dalle 16 alle 22.30. Dalle 10 alle 22, invece, per Santo Stefano.

Stessi orari per Palazzo delle Esposizioni, dove sono allestite due bellissime rassegne, 'Impressionisti e Moderni', con opere strepitose della Phillips Collection di Washington e 'Una dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940', curata dal Museo d'Orsay. Sempre dal museo parigino provengono i capolavori della mostra 'Impressionisti tete a tete', che si potra' visitare al Complesso del Vittoriano domani dalle 9.30 alle 15.30, il giorno di Natale dalle 15.30 alle 20.30 e il 26 dalle 9.30 alle 22. 

Il Chiostro del Bramante, infine, che con un'importante esposizione fa scoprire le suggestioni di James Tissot, sara' aperto per la vigilia dalle 10 alle 17, per Natale dalle 16 alle 21 e il 26 dalle 10 alle 21

FIRENZE - Se a Palazzo Strozzi, la grande rassegna 'Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana', dedicata alla riflessione sul rapporto tra arte e sacro da meta' '800 a meta' '900 rispettera' l'orario normale dalle 10 alle 20 in tutti e tre i giorni del week end natalizio, alla Galleria dell'Accademia c'e' una vera primizia, appena inaugurata: 'Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso fiorentino e Vasari' con 50 opere del pittore cinquecentesco, che rimarra' chiusa per Natale. Ma oggi e il 26 si potra' entrare dalle 8.15 alle 18.50. 

TORINO - A Palazzo Chiablese, la bella mostra 'Matisse e il suo tempo', grande affresco delle Avanguardie parigine in oltre 100 opere provenienti dal Centre Pompidou, potra' essere visitata anche nelle festivita' con il seguente orario: oggi dalle 9.30 alle 17.30, per Natale dalle 14.30 alle 19.30 e il 26 dalle 9.30 alle 19.30. La rassegna di maggior richiamo del momento, che attraverso le collezioni del Museo d'Orsay racconta il genio impressionista di Monet, allestita alla Gam, pur restando chiusa il giorno di Natale, sara' visitabile oggi  dalle 10 alle 14 e il 26 dalle 10 alle 19.30. 

CAGLIARI - Conclude l'anno di Cagliari Capitale italiana della Cultura 2015 la grande mostra 'Eurasia', inaugurata ieri, che presenta per la prima volta oltre 350 opere provenienti dal Museo Ermitage di San Pietroburgo. Reperti eccezionali, che in questo progetto espositivo sono stati affiancati a 130 manufatti conservati nei musei sardi per raccontare il progresso della civilta' nell'Eurasia dal Neolitico fino al I millennio a.C. . La mostra durante il week end natalizio sara' visitabile dalle 10 alle 18.