16/02/20

Libro del Giorno: "La ladra di frutta" di Peter Handke



Personalmente, come tanti elettori, ho accolto con gioia il riconoscimento del Premio Nobel per la Letteratura 2019 al grande Peter Handke, che ha segnato la letteratura degli ultimi 40 anni. 

Peter Handke, nato a Griffen (Austria), nel 1942, è romanziere, drammaturgo e poeta e le sue opere sono state formative per una intera generazione di lettori, non solo europei: Storie del dormiveglia, Falso movimento, Il peso del mondo, La storia della matita, Pomeriggio di uno scrittore, Epopea del baleno, Saggio sul luogo tranquillo, Saggio sul cercatore di funghi, Prima del calcio di rigore, I giorni e le opere, I calabroni oltre alla produzione poetica culminata nel celebre Canto alla durata.  

Ha vinto innumerevoli premi tra cui il premio Franz Kafka nel 2009 e ­l’International Ibsen Award nel 2014.
Famose e celebrate le sue collaborazioni con Wim Wenders, fino a Il cielo sopra Berlino.

Nelle motivazioni dell'Accademia Svedese per il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura si legge: “la sua opera influente che ha esplorato con ingegnosità linguistica la periferia e la specificità dell’esperienza umana”.

E' quello che succede  anche nell'ultimo fluviale romanzo, scritto da Handke, e uscito nel 2019.

Ad aprire il nuovo libro di Peter Handke, definito dall’autore stesso «Ultimo Epos», è una puntura d’ape, la prima dell’anno, che in una giornata di mezza estate rappresenta per lui un segnale. È il momento di lasciare la «baia di nessuno», la casa nei pressi di Parigi, per mettersi in cammino verso la regione quasi disabitata della Piccardia, ripercorrendo l’itinerario compiuto, in un passato non meglio definito, dalla ladra di frutta.

La ragazza – un personaggio sfuggente, dai tratti leggendari – «afflitta dalla smania di vagare» e incline a scartare dalla strada maestra per «sgraffignare» e assaporare i frutti di orti e frutteti, è partita invece con un intento preciso: ritrovare la madre, scomparsa da circa un anno dopo aver lasciato senza preavviso il suo posto di dirigente in una banca.

Il viaggio della ladra di frutta e quello del narratore finiscono per sovrapporsi, per confondersi, per specchiarsi l’uno nell’altro: una serie di peripezie, incontri, folgorazioni ispirate dal contatto con la natura, che culminano in una grande festa.

E questa sarà un approdo e un ricongiungimento, ma anche l’occasione per celebrare il vagare, l’erranza fine a se stessa, tutte quelle deviazioni dal tracciato che regalano visuali e doni inaspettati, come i frutti presi di soppiatto dai frutteti altrui, tema da sempre centrale nella narrativa di Handke. 

Il «semplice viaggio nell’entroterra» è ricco di rivelazioni e scoperte, e diventa, o forse è sempre stato, anche un percorso interiore.

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