16/10/18

Vicino Terni affiora lo scheletro di una bambina con un sasso nella bocca: è la prova che fu la malaria a fermare Attila ?



Nuove conferme alla tesi degli archeologi della presenza della malaria che, nella meta' del V secolo d.C., infesto' l'area dove oggi sorge Lugnano in Teverina, fermando l'avanzata di Attila: dal sito archeologico di Poggio Gramignano e' emersa infatti una tomba con i resti di una bambina di dieci anni, con la bocca aperta e una pietra collocata all'interno della cavita' orale, pietra che ricondurrebbe ad un rito legato presumibilmente all'epidemia della malattia. 

Il rinvenimento e' avvenuto durante la campagna di scavi nello scorso luglio ad opera di un'equipe di archeologi statunitensi guidata da David Soren, dell'universita' dell'Arizona, che per primo scopri' la necropoli dei bambini. 

Le operazioni sono state condotte da ricercatori della Yale e della Stanford University, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria e il Comune di Lugnano in Teverina. 

La scoperta si riallaccia alla tesi secondo la quale Attila, durante la sua campagna di conquista verso Roma, desistette nell'avanzare dopo essersi imbattuto proprio nella presenza della malaria. 

"Questa scoperta - afferma una nota del Comune - sta suscitando molto interesse a livello internazionale sia dal punto di vista scientifico che da quello mediatico. Non possiamo quindi che ritenerci soddisfatti per i risultati ottenuti e che daranno sicuramente piu' visibilita' al nostro sito archeologico proprio mentre ci apprestiamo a portare a termine il progetto di copertura dell'area di Poggio Gramignano che, grazie ai finanziamenti delle Aree Interne, verra' reso fruibile ai turisti". 

A Poggio Gramignano gli archeologi scavano da tre anni sui resti di un'antica villa di epoca romana, riportata alla luce proprio dall'universita' dell'Arizona dal 1988 al 1993. 

Alcuni ambienti furono riutilizzati alla meta' del V secolo d.C. come cimitero di bambini

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