31/05/18

120 artisti, registi, scrittori sostengono in Francia i 3 "No Borders" sotto processo da oggi.


Venti personalità del mondo dell'arte, della scienza e della politica hanno espresso solidarietà ai tre militanti, due svizzeri a un'italiana, che saranno processati oggi per avere aiutato alcuni migranti ad attraversare illegalmente la frontiera franco-italiana. 

I 'tre di Briançon', come sono ribattezzati dai loro sostenitori, rischiano fino a dieci anni di prigione, il pagamento di 750mila euro di ammenda e l'interdizione dal territorio francese. 

"Se diventa pericoloso e illegale aiutare queste persone, allora cosa diventeranno la nostra repubblica e i nostri principi di uguaglianza e fratellanza?", si chiedono i firmatari della lettera di denuncia pubblicata sul quotidiano francese Le Monde. 

"Noi, cittadini della Repubblica francese, dichiariamo che abbiamo già aiutato, che lo stiamo facendo ora e che continueremo ad aiutare tutti i migranti che ne avranno bisogno, anche se irregolari, in nome dei valori di uguaglianza e fratellanza, inscritti nel motto nazionale che e' alla base della nostra Repubblica"

Tra i firmatari Cedric Herrou, il contadino francese condannato nell'agosto 2017 a quattro mesi di detenzione con sospensione della pena per avere prestato soccorso ad alcuni migranti nella zona delle Alpi marittime.

Figurano anche l'attrice Juliette Binoche, gli scrittori JMG Le Clezio e Marie Darrieussecq, i registi Bertrand Tavernier e Costa-Gavras, i cantanti Imhotep (IAM) e Nicola Sirkis (Indochine) e i politici Benoît Hamon e Philippe Poutou. 

La lista comprende anche numerosi personaggi del mondo delle scienze e l'associazione Médicins du monde.

29/05/18

La Natività del Caravaggio rubata dalla Mafia nel 1969, non fu distrutta !


La celebre Nativita' di MichelangeloMerisi da Caravaggio rubata a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 non e' andata distrutta. 

È questa la clamorosa novita' che emerge dalla relazione della presidente della Commissione parlamentare antimafia nella passata legislatura, Rosy Bindi sull'inchiesta svolta dalla Commissione e che sara' presentata a Palermo

Su proposta della presidente Bindi, la Commissione aveva riaperto il dossier e condotto una propria autonoma indagine sul furto del famoso dipinto, alla ricerca degli autori materiali, dei mandanti e soprattutto del destino dell'opera, tutt'oggi avvolto nel mistero. 

A quanto pare, secondo le dichiarazioni rese da pentiti di Mafia, l'opera fu smembrata in Italia in diverse parti e rivenduta a collezionisti stranieri in Svizzera. 

I risultati dell'inchiesta saranno illustrati a Palermo domani 30 maggio nel corso di un convegno promosso dal Comune di Palermo dal titolo 'Il Caravaggio rubato dalla mafia: una storia semplice - L'indagine della Commissione Antimafia'. 

L'incontro si svolgera' presso l'Oratorio di San Lorenzo, dove era collocato il capolavoro del Caravaggio e dove oggi e' ospitata una copia realizzata con innovative tecniche di riproduzione digitale

Interverranno, oltre alla Presidente della Commissione e al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l'arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, il procuratore della Repubblica, Franco Lo Voi, il professore Claudio Strinati, il senatore Pietro Grasso e il presidente della commissione antimafia della Regione Siciliana, Claudio Fava.

L'evento e' previsto alle 16 e rientra nell'ambito delle manifestazioni su Palermo capitale italiana della cultura 2018. 

28/05/18

Torna in libreria "Il fascismo eterno" di Umberto Eco un profetico breve saggio.



La Nave di Teseo rimanda in libreria in questi giorni il profetico testo scritto da Umberto Eco nel 1997 e pubblicato in origine da Bompiani nei "Cinque scritti morali"IL FASCISMO ETERNO. 
Un testo che se letto oggi, sorprende e scuote.  Riporto qui soltanto un passaggio, quello del punto 13 (delle cause da cui si riconosce il Fascismo eterno, cioè il ritorno non dell'ideologia ma di quello che Eco chiama dispotismo o fanatismo:

IL FASCISMO ETERNO

13. L'Ur-Fascismo si basa su un "populismo qualitativo" : In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l'insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per l'UrFascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il "popolo" è concepito come una qualità, un'entità monolitica che esprime la "volontà comune"

Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo è così solo una finzione teatrale. 

Per avere un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo più bisogno di Piazza Venezia o dello stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come la "voce del popolo"

A ragione del suo populismo qualitativo, l'Ur-Fascismo deve opporsi ai `putridi" governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel parlamento italiano fu: "Avrei potuto trasformare quest'aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli." 

Di fatto, trovò immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquidò il parlamento. Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perché non rappresenta più la "voce del popolo", possiamo sentire l'odore di Ur-Fascismo. 

27/05/18

La Pagina della Domenica: da "Everyman" di Philip Roth.



Intorno alla fossa, nel cimitero in rovina, c’erano alcuni dei suoi ex colleghi pubblicitari di New York che ricordavano la sua energia e la sua originalità e che dissero alla figlia, Nancy, che era stato un piacere lavorare con lui. C’erano anche delle persone venute su in macchina da Starfish Beach, il villaggio residenziale di pensionati sulla costa del New Jersey dove si era trasferito dal Giorno del Ringraziamento del 2001: gli anziani ai quali fino a poco tempo prima aveva dato lezioni di pittura

E c’erano i due figli maschi delle sue turbolente prime nozze, Randy e Lonny, uomini di mezza età molto mammoni che di conseguenza sapevano di lui poche cose encomiabili e molte sgradevoli, e che erano presenti per dovere e nulla più. C’erano il fratello maggiore, Howie, e la cognata, venuti in aereo dalla California la sera prima, e c’era una delle sue tre ex mogli, quella di mezzo, la madre di Nancy, Phoebe, una donna alta, magrissima e bianca di capelli, col braccio destro inerte penzoloni sul fianco. 

Quando Nancy le chiese se voleva dire qualcosa, Phoebe scosse timidamente il capo, ma poi finì per dire con voce sommessa, farfugliando un po’: – È talmente incredibile… Continuo a pensare a quando nuotava nella baia… Tutto qui. Continuo solo a vederlo mentre nuota nella baia -. E poi c’era Nancy, che aveva organizzato tutto e fatto le telefonate a quelli che erano venuti per evitare che al funerale venissero solo sua madre, lei, il fratello del defunto e la cognata. 

C’era solo un’altra persona la cui presenza non era stata sollecitata da un invito, una donna robusta con una simpatica faccia tonda e i capelli tinti di rosso che era venuta spontaneamente al cimitero e si era presentata col nome di Maureen, l’infermiera privata che lo aveva assistito dopo l’operazione al cuore di qualche anno prima. Howie si ricordava di lei e andò a darle un bacio sulla guancia.

Nancy disse a tutti: – Posso iniziare dicendovi qualcosa di questo cimitero, perché ho scoperto che il nonno di mio padre, il mio bisnonno, non solo è sepolto nelle poche centinaia di metri quadrati del nucleo originario accanto alla mia bisnonna, ma fu anche uno dei suoi fondatori nel 1888. L’associazione che per prima finanziò ed eresse il cimitero era composta dalle società incaricate delle onoranze funebri delle organizzazioni caritatevoli e delle congregazioni ebraiche sparse nelle contee di Union ed Essex. Il mio bisnonno era il proprietario e il gestore di una pensione di Elizabeth che accoglieva soprattutto immigrati arrivati di fresco, e si preoccupava del loro benessere piú di quanto in genere facesse un possidente. Ecco perché fu tra i soci originari che acquistarono il campo che c’era qui e lo spianarono e lo disegnarono personalmente, ed ecco perché diventò il primo presidente del cimitero. Allora era un uomo relativamente giovane ma nel pieno vigore delle forze, e c’è solo il suo nome sui documenti nei quali si specifica che il cimitero era destinato ad «accogliere i soci defunti in armonia con le norme e i riti ebraici»

Come appare fin troppo evidente, la manutenzione dei singoli lotti e del recinto e dei cancelli non è piú come dovrebbe essere. Le cose sono marcite e crollate, i cancelli sono arrugginiti, i lucchetti spariti, ci sono stati dei vandalismi. Ormai questo posto è diventato il retrobottega dell’aeroporto, e quello che sentite a qualche miglio di distanza è il rumore costante dell’autostrada, la New Jersey Turnpike. 

Naturalmente avevo pensato, prima, ai posti veramente belli dove mio padre poteva essere sepolto, i posti dove andava a nuotare con mia madre quando erano giovani, e le località costiere dove amava fare il bagno. 

Ma nonostante il fatto che guardarmi intorno e vedere il degrado che c’è qui mi spezza il cuore – come probabilmente spezza il vostro, e forse addirittura vi spinge a domandarvi perché ci siamo riuniti in un luogo cosí deturpato dal tempo – volevo che riposasse accanto alle persone che lo amavano e dalle quali è disceso. Mio padre amava i suoi genitori e deve stare vicino a loro. Non volevo che fosse solo, chissà dove -. Tacque un momento per ritrovare la padronanza di sé. 

Era una donna fra i trenta e i quarant’anni, dall’aria dolce, semplice e carina com’era stata la madre, e all’improvviso perse tutta la sua autorevolezza e il suo coraggio e finì per somigliare a una bambina di dieci anni schiacciata da quella situazione

Voltandosi verso la bara, prese una manciata di terra e, prima di lasciarla cadere sul coperchio, disse con leggerezza, sempre con quell’aria da bambina frastornata: – Be’, cosí vanno le cose. Non c’è piú niente da fare, papà -. Poi le venne in mente la stoica massima che lui ripeteva decenni addietro, e scoppiò in lacrime. – È impossibile rifare la realtà, – gli disse. – Devi prendere le cose come vengono. Tener duro e prendere le cose come vengono.


Philip Roth, Everyman (2006). Edizione italiana di riferimento: P.R., Everyman. Traduzione di Vincenzo Mantovani, Einaudi 2007, pp. 5-8

26/05/18

ll Libro del Giorno: "Marx" di Mario Cingoli.



Nell'anno del bicentenario della nascita di Karl Marx (1818-2018), il prezioso volume curato dal filosofo Mario Cingoli (Ascoli Piceno, 1943), nella collana Grandangolo curata da Armando Torno ripercorre biografia e opere del pensatore di Trier, che più di ogni altro ha forse influenzato la vita politica mondiale del Novecento. 

Come scrive Peter Sloterdijk, il problema di Marx è stato sempre quella di una dominazione degli interpreti sui testi, "una dittatura ermeneutica moderata dalla burocrazia", cosicché è forse oggi propizio - dopo che sono cadute molte delle grandi ideologie al cui pensiero si erano ispirate - ritornare all'origine, alla pregnanza dei testi, dell'immensa mole prodotta dall'uomo che volle rivoluzionare il concetto stesso di filosofia, sradicandola dal pensiero astratto e immergendola nella prassi. 

La vita colma di peripezie, di dolori, sofferenze e crisi di indigenza, le difficoltà di riuscire a farsi ascoltare, il ruolo decisivo svolto da Friedrich Engels, senza il quale sarebbe praticamente forse esistito il sistema filosofico elaborato da Marx, la derivazione da Hegel, il capitalismo medievale della Germania, la rivoluzione industriale inglese, i moti europei del 1848, il ruolo che tutto questo ha avuto nel pensiero di Marx che - come scrive Cingoli - dato irrimediabilmente come sepolto, riemerge ciclicamente come un fiume carsico e mostra ancora una forte attualità

Dai manoscritti economico-filosofici del 1844 alla concezione materialistica della storia, alla elaborazione delle linee guida del suo pensiero: Il valore delle merci, La teoria del salario, a quella del Plusvalore, al saggio del profitto; quello di Marx è un pensiero magmatico, di non facile lettura - per questo fu decisivo l'apporto di Engels - ma di incredibile profondità, nel quale emergono anche lucide profezie sul mondo a venire, il mondo moderno, dalla globalizzazione alla crisi delle economie mondiali, allo sfruttamento dei lavoratori più poveri, sempre più marginalizzati. 

 Un saggio ben scritto, veloce, ma tutt'altro che banale. 



18/05/18

Libro del Giorno: "Moccoletti Romani" di Mario Verdone.




Mario Verdone non era romano.  Era nato infatti ad Alessandria il 27 luglio del 1917 e nonostante i modesti mezzi familiari, riuscì a completare gli studi laureandosi a Siena in Giurisprudenza con Norberto Bobbio e una tesi in Filosofia del diritto.

Ma fu il 1941 l'anno della svolta della sua vita, quando si trasferì a Roma, città in cui negli anni della guerra cominciò a collaborare con le principali testate cinematografiche dell'epoca (da Cinema a Bianco e Nero) diventando poi docente di Storia e Critica del Cinema con corsi liberi di filmologia in diverse Università, fino alla collaborazione col Centro Sperimentale di Cinematografia. 

Divenuto quindi figura centrale in Italia degli studi sul Cinema, Verdone fu così assorbito dalla città, da divenire più che un romano di adozione. 

Questa riedizione dei suoi Moccoletti romani - voluta dai figli Silvia, Luca e Carlo, in occasione del centenario della nascita dello studioso, testimonia infatti di una passione totale per la storia e le tradizioni cittadine in tutte le sue forme. 

Verdone, in questi scritti sparsi che vanno dal 1948 fino agli anni ottanta e oltre, ripropone gli studi sugli spettacoli e le feste romane, su scrittori e pittori, sui viaggiatori, sulla gente di teatro e di cinema di ieri e di oggi, sui futuristi, insomma su tutto il mondo popolare e popolaresco, e artistico o erudito che ha fatto da sfondo alla vita della Capitale nel trascorrere di secoli e decenni, con una parte sostanziosa, evidentemente, dedicata al cinema, con pagine dedicate alla gloriosa storia degli stabilimenti Cines, al Neorealismo, a Cinecittà, a Orson Welles e alla sua ossessione per Piranesi.

Naturalmente si parla molto anche del Belli, di Trilussa, del Carnevale Romano, di cui i Moccoletti del Martedì Grasso (che danno il titolo al volume) erano un grande e scenografico epilogo. 

Verdone, che probabilmente ha trasmesso questa sua inclinazione al figlio Carlo - celebrato regista e attore -  ha coltivato sempre nella ricerca storica, il gusto per il particolare e l'inconsueto, ispirandosi al detto di Prosper Merimée: "nella storia io amo soprattutto l'aneddoto". 

C'è infatti in queste pagine una cura del dettaglio, una ricerca quasi maniacale dell'aspetto dimenticato, oscurato dagli anni, come nelle bellissime pagine dedicate a Federigo Tozzi, visto che a Verdone, poco dopo il suo arrivo a Roma, nel 1945, capitò di andare a vivere proprio nello stesso palazzo - in Via del Gesù, 62 - dove aveva abitato lo scrittore senese; o come nelle pagine che descrivono il difficile e idiosincratico rapporto di James Joyce con la Città Eterna. 

Un libro godevole, pieno di prezioso materiale per gli appassionati di cinema, di letteratura e naturalmente.. di Roma. 


Carlo e Mario Verdone





17/05/18

E' morto Leone Piccioni, grande critico letterario e tra i maggiori esperti di Ungaretti.




E' morto ieri sera a Roma il critico Leone Piccioni, tra i maggiori interpreti e studiosi della poesia di Giuseppe Ungaretti, di cui ha curato anche il prezioso Album per i Meridiani Mondadori. 

Aveva da poco compiuto 93 anni. A dare la notizia i figli Giovanni e Gloria. Figlio del politico Attilio e fratello del musicista Piero era nato a Torino nel 1925.

Dopo la giovinezza a Pistoia aveva studiato a Firenze con Giuseppe De Robertis e a Roma proprio con Ungaretti. 

Libero docente di letteratura italiana moderna e contemporanea, instancabile autore di studi e saggi critici sulla letteratura del 1800 e 1900, ha scritto anche numerosi saggi e libri di viaggio. 

Dal 1946 e' entrato in Rai dove e' stato fino agli anni '90 arrivando a ricoprire dal 1969 la carica di vice direttore generale. 

E' stato anche una delle firme storiche de Il Tempo, redattore de L'Approdo letterario e curatore della omonima trasmissione, direttore del settimanale La discussione. I funerali si terranno oggi alle 15.30 nel duomo di Pienza, citta' a cui era molto legato e gli aveva conferito la cittadinanza onoraria.

16/05/18

"Miracoli d'amore coniugale" di Vittorio Sgarbi.



Che cos’è l’amore? Che cos’è arte? Due domande assolute, irricevibili.

Ma la seconda può essere utile a rispondere alla prima. Parliamo di amor sacro e, anche, del matrimonio: per molti una pena e una dannazione, tenacemente perseguita, per consuetudine, per ordine sociale, come la maturità, la patente e la laurea. Per altri l’apice di un rapporto amoroso (che di per sé non lo richiederebbe). Per chi crede fermamente: un sacramento.

La mia visione del Cristianesimo è troppo legata alla sua ragione storica perché io mi possa dire di fede cristiana. Dirò che sono di ragione cristiana. E testimone grato della civiltà cristiana. Non coincidendo in me fede e ragione, devozione a Dio e vita quotidiana, nella loro frequente contraddizione, non mi sono mai sposato.

Ma ne provo nostalgia, pensando ai miei genitori e, più ancora, meditando a una pagina sublime della storia dell’arte: l’affresco di Giotto con l’incontro di Gioacchino e Anna alla Porta aurea nella Cappella degli Scrovegni, a Padova. 

Chi vi si reca in pellegrinaggio (pur disturbato dalla fastidiosa camera iperbarica dell’ingresso posteriore, per contingentare e “spolverare” i turisti) può astrarsi davanti a quella visione, e trasferire in una dimensione ideale, di una propria vita mancata o non vissuta, l’incontro di quegli sposi. Giotto descrive un ricongiungimento dopo una lunga assenza. Gioacchino è andato nel deserto per insofferenza e infelicità. Anna non riesce a renderlo padre. E il matrimonio è, letteralmente, il “dono della madre”.

Malinconico, tra i pastori, nel deserto, Gioacchino ha l’apparizione dell’Angelo. Che lo esorta a rientrare a casa, dove tutto si è compiuto. Così, alla buon’ora, accompagnato da un pastore che, nel taglio della composizione, è diviso a metà per farci sentire il cammino di lungi, Gioacchino torna verso Gerusalemme.

E, sul ponte, subito fuori dalla Porta aurea, incontra Anna. Giotto riesce, per la prima volta, a farci sentire l’intensa emozione del loro abbraccio. Gioacchino inchina leggermente in avanti il corpo, Anna piega il busto, così che loro vesti si fanno una sola, in un congiungimento che allude alla maternità. 

E, mentre si abbracciano, i loro corpi diventano uno solo: un naso, due occhi, una bocca, contro lo spigolo della torre di guardia, dalle cui feritoie possiamo immaginare lo sguardo commosso dei soldati. Ma l’intimità, che genera una profondissima nostalgia, è espressa nei gesti: lui l’avvicina con il braccio destro sulla schiena; lei, tenerissimamente, gli mette una mano tra la barba e l’altra dietro la nuca. 

Mai gesto fu più intenso e delicato di questo. Dietro, sotto l’arco, il corteo delle donne che hanno seguito Anna, frementi, sorridenti, con i loro abiti variopinti, e i gesti di approvazione. Una tiene lo scialle di Anna. Ma, a dividere loro, felici, dalla coppia felice, c’è una donna vestita di nero, con il velo che le copre metà del volto. Una intuizione formidabile, per contrasto. 

Nella sua austera e dolorosa solitudine, questa immagine nera indica la vedovanza, il lutto. È attraverso questa intuizione che si potenzia il dialogo muto dei gesti di Gioacchino e Anna, colmi di affetto e di gratitudine al Dio che li ha uniti e resi fecondi.

Qualcuno ha scritto: il primo bacio della storia dell’arte. No, l’immagine stessa dell’amore coniugale, come unione per la famiglia. La famiglia cristiana, quella dei miei genitori, quella che io non ho costituito. E che, davanti a Giotto, e alla sua eloquenza, rimpiango.

Vittorio Sgarbi, Miracoli d'amore coniugale, Io Donna, Corriere della Sera, 25 agosto 2018


Finisce una vicenda infinita: Palazzo Barberini si riappropria delle Sale del Circolo Ufficiali delle F.A.: per festeggiare, una bellissima mostra: "Eco e Narciso".



Giovedì 17 maggio dalle 19.00 alle 22.00, in occasione dell’apertura delle nuove sale dell’ala Sud di Palazzo Barberini e della loro restituzione al pubblico, sarà possibile visitare in anteprima la mostra: Eco e Narciso. Ritratto e autoritratto nelle collezioni del MAXXI e delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini a cura di Flaminia Gennari Santori e Bartolomeo Pietromarchi 

Per celebrarne l’apertura le nuove sale, oltre al Salone Pietro da Cortona, alla Sala Ovale e alla Sala dei Paesaggi, saranno allestite con Eco e Narciso, la mostra prodotta dalle Gallerie Nazionali in collaborazione con il MAXXI: un percorso che si snoda fra arte antica e arte contemporanea sul tema del ritratto e dell’autoritratto, con opere provenienti dalle collezioni dei due musei nazionali

Il ritratto rappresenta uno dei filoni più significativi della collezione delle Gallerie Nazionali ed è presentato in mostra attraverso una prospettiva diversa, non cronologica, al di là delle categorie storico-artistiche con le quali abitualmente si guardano e si studiano i dipinti del passato.

Le opere di Luigi Ontani e Pietro da Cortona, Raffaello e Richard Serra, Bronzino e Giulio Paolini, Piero di Cosimo e Kiki Smith raccontano i temi della temporalità, della rappresentazione del potere, dell’erotismo, dell’intimo e dell’esotico.

ECO E NARCISO. RITRATTO E AUTORITRATTO NELLE COLLEZIONI DEL MAXXI E DELLE GALLERIE NAZIONALI BARBERINI CORSINIa cura di Flaminia Gennari Santori e Bartolomeo Pietromarchi
18 maggio – 28 ottobre 2018

INAUGURAZIONE MOSTRA E APERTURA STRAORDINARIAgiovedì 17 maggio 2018ore 19.00 – 22.00 (ultimo ingresso 21.30)Palazzo Barberini, Via delle Quattro Fontane 13Ingresso gratuito

www.barberinicorsini.orgwww.maxxi.art
06-4824184 | comunicazione@barberinicorsini.org

15/05/18

Ci sarà anche Russell Crowe alla grande Kermesse del 6 giugno al Colosseo per il "Gladiatore".


Il Gladiatore torna al Colosseo. Ci sara' anche Russell Crowe il 6 giugno al grande evento charity dell'Orchestra Italiana del cinema e CineConcerts, in cui per la prima volta il film da 5 Oscar di Ridley Scott sara' proiettato con colonna sonora eseguita dal vivo proprio nell'arena dell'Anfiteatro Flavio. 

"Ho il piacere di annunciare che sono entrato in contatto con Russell Crowe pochi giorni fa- dice il presidente dell'Orchestra Marco Patrignani - Sono tre anni che sogno di coinvolgerlo in questa iniziativa. Dopo tre anni che lo cerco, ora e' lui che sta cercando me. È un artista molto impegnato, ma ha espresso la sua volonta' di esserci, qui al Colosseo e nelle repliche al Circo Massimo (8 e 9 giugno ndr). Per scaramanzia non dico al 100%, ma la sua presenza e' confermata al 99%. Lascio i margini per imprevisti professionali". 

Invitato anche l'altro "gladiatore" di Roma, l'ormai ex capitano giallorosso Francesco Totti. "Ho sentito dire che in quei giorni sara' in Cina, ma lo aspettiamo", aggiunge Patrignani. 

Con il maestro Justin Freer sul podio, la partecipazione straordinaria di Lisa Gerrard (che con il tema principale "Now we are free" vinse il Golden Globe) e il compositore Hans Zimmer in platea, Il gladiatore in concerto raccogliera' fondi per la Campagna del Rotary End Polio Now e finanziera' un nuovo ascensore per disabili al Colosseo, dal primo al terzo livello, consegnato entro giugno 2019.

Ma il Colosseo quest'anno è davvero protagonista anche per altre iniziative.  Duemila anni dopo, infatti l'Anfiteatro Flavio torna palcoscenico di battaglie e gladiatori, raccontando di quei 100 giorni di gare e festeggiamenti inaugurali dell'80 d.C. in "Sangue e Arena", primo show suprogetto del nuovo Parco Archeologico aperto al pubblico fino al 27 ottobre (ogni venerdi' e sabato, tre spettacoli di 30 minuti in italiano e inglese, platea da 170 persone, biglietto 20 euro). 

Una performance multimediale, che per la prima volta si svolge direttamente sul piano dell'arena dell'Anfiteatro Flavio, proprio li' dove si affrontavano i piu' temerari eroi del tempo, e con il pubblico nel Menianum inferiore, dove sedevano i senatori. 

Monumento tra i piu' visitati al mondo, ripropone le emozioni vissute dagli antichi cittadini di Roma, il coraggio dei gladiatori, le belve in arrivo dalle lontane provincie dell'Impero. 

Costato "500 mila euro in arrivo dalla bigliettazione" e realizzato in "quattro mesi di lavoro" in collaborazione con Electa, tra ricostruzioni virtuali, luci, musica e ologrammi proiettati su un telo di 17 metri, lo show a cura della responsabile del monumento, Rossella Rea, ripercorre i fasti e il lungo calendario di eventi inaugurali voluti dall'imperatore Tito per l'Anfiteatro, progettato nel '69 d.C. da suo padre Vespasiano, ma terminato solo nell'80. 

Per festeggiare, il sovrano non bado' a spese, regalando agli oltre 73 mila spettatori che l'arena poteva ospitare tre mesi di attrazioni, da giugno a settembre: naumachie ma anche venationes, feroci munera tra gladiatori, esecuzioni capitali. 

"Tutto quello che vedrete e' accaduto davvero", dice la Rea. Narratore di gesta e Miti, il poeta spagnolo Marco Valerio Marziale, testimone oculare di tanta grandezza negli epigrammi del Liber de spectaculis. 

Ecco allora le impressionanti coreografie acquatiche; la Pompa (il corteo solenne dei protagonisti dei giochi); il rito della probatio armorum per verificare la regolarita' dell'arma pugnatoria; la corona di alloro per i vincitori. 

Una ricostruzione virtuale, ma rigorosamente filologica, costruita su fonti iconografiche antiche, prime tra tutte i mosaici: vere e proprie pagine di storia illustrate. L'ideazione e la produzione delle installazioni multimediali, che combinano insieme diverse tecniche e stili dal modeling all'animazione in 3D e projection mapping, e' della societa' canadese Graphics e Motion, "vincitrice di bando e gia' nota - dice la Rea - per alcune proposte su Pompei", che ha lavorato in stretto contatto con la direzione del monumento e del Parco, insieme a un comitato scientifico di storici, archeologi e architetti. 

Dal 14 maggio infine è ripresa "La luna sul Colosseo", visita serale a sotterranei, gallerie e arcate interne, in italiano e inglese, fino al 31 ottobre.


13/05/18

La poesia della Domenica: "Historiae" di Antonella Anedda.




Historiae

Prima di essere sconfitto dai cristiani, Massenzio
eresse al figlio Romolo
un grande Mausoleo pagano. Nessuna guida dice
quanti anni avesse il ragazzo né quale sia stato il motivo della morte.
E' marzo, il sole scalda le pietre,
due reti arancioni difendono il restauro dalle frane.
Scendendo in quella luce da ipogeo ascoltiamo l'eco dei suoni -
"forse era là" dice una voce. Indica una tana tra piante nate nell'umido,
vive anche senza calore.
Nessuno grida, i cani sono con i padroni,.
Due uccelli simili all'ibis solitario si posano sul muro
poi volano in un tonfo oltre un pino romano parasole.
Penso a Romolo, alla sua tomba imperiale
e la comparo al varco tra la sedia e il tuo letto,
un mausoleo eretto a caso e visitato con cautela dal gatto.
Mi chiedo se davvero Massenzio desiderasse Roma
o non fosse già come noi siamo ora
stretti a una forma senza segno, privi di vittoria.


Antonella Anedda, inedito di prossima uscita.

12/05/18

Fabrizio Falconi parla delle Statue di Roma Lunedì prossimo, 14 maggio al Circolo L'Incontro.



Per gli appassionati di Roma e dell'arte, una conferenza - con molte foto, aneddoti storie e curiosità - su 8 delle statue più famose di Roma, dalla Paolina Borghese, alla Pietà di Michelangelo, dalla statua parlante di Pasquino, a quella del Babuino, dal Marco Aurelio alla Lupa del Campidoglio, dall'Ermafrodito al Louvre (e la sua copia alla Galleria Borghese di Roma), allo Spinario dei Musei Capitolini. 

Sono un patrimonio inestimabile della città e raccontano la nostra storia (quasi) trimillenaria. 

L'appuntamento è per Lunedì prossimo, 14 maggio alle ore 16.30 al Circolo L'Incontro, presso l'Istituto San Gabriele, Viale Cortina D'Ampezzo n. 144. 





11/05/18

Una Mostra al Museo della Memoria di Roma per ricordare il Bombardamento di San Lorenzo del 1943.



Il museo della Memoria e della Storia di Roma ricorda in una mostra il bombardamento del 19 luglio 1943. 

Cinquecentonovantuno bombardieri sganciarono mille tonnellate di esplosivo ad alto potenziale sul quartiere di San Lorenzo, sul Prenestino, sull'area del cimitero del Verano, sulla Citta' Universitaria e zone limitrofe. 

Il 13 Agosto un secondo bombardamento continuo' l'opera di devastazione

I morti furono circa 3000, moltissimi i feriti.

Oggi San Lorenzo e' uno dei quartieri piu' vivaci della movida animata dai giovani. A 75 anni di distanza le conseguenze dei bombardamenti, ancora in parte visibili, sono segni evidenti per chi conosce o ha vissuto quei tragici accadimenti, ma illeggibili per chi frequenti le sue strade e i suoi locali senza conoscerne la storia.

'1943 - 2018 Memoria e spazio pubblico. 12 progetti per ricordare il bombardamento di San Lorenzo', visibile dall'11 al 16 maggio 2018 alla Casa della Memoria e della Storia, ha come obiettivo tenere vivo il ricordo di questi tragici avvenimenti, grazie alla sperimentazione di nuove modalita' di comunicazione.

La mostra raccoglie il lavoro di ricerca e progettazione realizzato dagli studenti dell'atelier di Exhibit Design, tenuto dai professori Cecilia Cecchini e Maurizio Di Puolo nell'ambito della laurea magistrale in Design, Comunicazione Visiva e Multimediale della facolta' di Architettura della Sapienza universita' di Roma.

Gli studenti hanno progettato - con un approccio interdisciplinare che coinvolge comunicazione multimediale, architettura e grafica - un memoriale diffuso per San Lorenzo, in grado di superare la retorica dei tanti monumenti ai caduti.

Nei progetti presentati, i molti palazzi dall'inspiegabile profilo mutilato, sedi oggi di affollati ristoranti e pub, acquistano un nuovo senso; la realizzazione di piccole architetture del ricordo, la mappatura interattiva degli edifici distrutti accessibile con up dedicate, l'inserimento di postazioni multimediali che forniscono informazioni mirate, le testimonianze dei sopravvissuti raccolte in appositi siti web, danno nel loro insieme una modalita' nuova di lettura di quei luoghi restituendone la Storia.

 La scritta 'Eredita' del Fascismo', che comparve su un muro del quartiere San Lorenzo in quei giorni, e' ormai scomparsa, ma affinche' l'oggi non sia incosciente di quel che e' stato ieri sono necessari nuovi, puntuali e potentiprogetti di comunicazione. 

 I progetti in mostra realizzati dagli studenti e i filmati che li accompagnano forniscono una chiave di lettura coinvolgente delle tracce di quegli accadimenti facendone l'occasione per raccontare la Storia e propongonouna modalita' di fruizione dello spazio pubblico all'insegna della conoscenza, della condivisione e della valorizzazione dei luoghi.Un evento collaterale alla mostra e' la presentazione, martedi' 15 Maggio alle 17, di Caratteri clandestini.

 La tipografia nella resistenza italiana, il volume di Andrea Vendetti in uscita per ETS Edizioni, che nasce dallo sviluppo della tesi di laurea in Disegno Industriale, relatore Cecilia Cecchini. Il testo approfondisce lo studio delle tipografie attive in Italia durante la Resistenza e della grafica della stampa clandestina. La mostra e' a cura di Cecilia Cecchini e Maurizio Di Puolo per il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell'Architettura della Facolta' di Architettura - Sapienza Universita' di Roma, promossa da Roma Capitale - assessorato alla Crescita culturale - Dipartimento Attivita' Culturali in collaborazione con Ze'tema Progetto Cultura.

Fonte Lapresse

10/05/18

Libro del Giorno: "La città bucata", le poesie di Antonella Palermo.


Nelle curate edizioni di Interno Poesia esce con la prefazione di Franca Mancinelli, La città bucata, ultima raccolta di Antonella Palermo, nata a Campobasso, ma romana d'adozione, nota voce radiofonica, che ha esordito nel 2012 con Le stesse parole (Lietocolle).

E' il risultato di una lingua conquistata attraverso il dolore, come scrive Franca Mancinelli, che in questa raccolta, divisa come una piccola sinfonia in 4 movimenti (A ferri scoperti; Del voi; In levare; Onora le spine) snodandosi, perde le spigolosità più acute, apre brecce nel mondo intorno e nel mondo interiore che ne è corrispettivo.  

Dettagli esteriori, corporei, minimi, quasi si potrebbe dire cinematografici, sospesi, aprono spiragli sulla nudità interiore, nel clima raffreddato/a livello di cuori lenti; così come, là fuori, la giungla e i suoi animali/ irrompono tra i santi/ e le capriole del fotografo / che vuole immagini pulite spalancano invece visioni in cui il verso obliquo a scendere / riporta nelle grotte / di una città bucata.

C'è un dialogo ininterrotto con un tu che si dichiara, ma non possiede nessuna struttura, né sincerità: Non sai nemmeno come è fatta, la mia spalla/ che curva prende... Questo mio odore che dici buono/ dove ti resta ?  

Le parole di oggi non vanno, suonano come una moneta falsa, non distinguono il vero dall'effimero, devono essere scacciate, alla ricerca di qualcosa di più autentico, che non teme la rovina e il contatto: Ma io cercavo il tuo ginocchio/per ricominciare, dalla folla,/ il nostro paio. 

I vecchi, muti testimoni del nostro disorientamento, ripetono in leggero asincrono/le formule del prete.

E' necessario il coraggio di una rinascita, per la quale occorre una forza intensa: Le braccia all'unisono, larghe/ saranno il punto./ La sorpresa della lettera grande/ che verrà dopo/ la grazia che ha la resistenza sulle lunghe distanze.

E' questo il punto: la ricerca di quello che resta quando tutto passa, l'unica cosa che può condurci in salvo. Non è una voce assordante: è un sussurro: Se accettassi questa ritmica in levare/ mi affrancherei dalla dispensa piena/ e brinderei con l'aria. 

La ricerca di quella crepa nel basamento, che decentra gli egoismi; sì bisogna onorare le spine, e giocare, avere il coraggio di giocare a spavento/ spauracchio in precipizio al mare.

Il dono di sé, come una lunga eco, chiude la raccolta: 

Sono bianco
papavero raro.
Mi serve un tuo soffio
per non esserci più
e lasciare che estesa
e spudorata e grande 
tu sia.

Un cammino di iniziazione breve e intenso, che raggiunge, pagina dopo pagina il suo culmine, con una scrittura sempre misurata, che tiene sorvegliata e libera, allo stesso modo, una voce poetica autentica, miracolosamente in bilico tra estasi e pena quotidiana. Solo nell'accettazione della caduta, nella consapevolezza della distanza, si giunge ad ascoltare se stessi, e solo ascoltando se stessi ci si può per davvero regalare a un altro.





09/05/18

"Rome by night": tre bellissime conversazioni/evento da non perdere.



Il Michelangelo e il suo Mosè, Trinità dei Monti e la sua scalinata, La Fontana di Trevi e il suo convento: tre bellissime conversazioni per chi ama Roma e la sua storia unica. Riporto qui la locandina con il calendario degli eventi.



08/05/18

Tornano a splendere dopo un anno e mezzo di restauro, i magnifici mosaici di Santa Maria in Trastevere !


E' la storia di un equilibrio ritrovato il restauro della facciata di Santa Maria in Trastevere grazie al quale torna finalmente leggibile la secolare evoluzione storico-artistica, con la sua bellezza e il suo messaggio spirituale, di uno dei luoghi simbolo di Roma.

Dopo un anno e mezzo di lavori condotti dal team di restauratori della Soprintendenza Speciale di Roma e circa 400 mila euro di fondi spesi, gli splendidi mosaici medievali che tagliano orizzontalmente la facciata della basilica, con l'oro scintillante e la Madonna che domina la scena, tornano a dialogare con le pitture ottocentesche di Silverio Capparoni, finalmente visibili nei loro colori, e, in basso, con il portico settecentesco dell'architetto Carlo Fontana.

Il restauro, proprio per la compresenza di diversi stili e materiali, e per i vari interventi subiti dalla basilica, e' risultato fin da subito complesso.


"Quando parliamo di finanziamenti su Roma tocchiamo un tasto dolente. Roma e' una citta' che ha pochissime risorse, negli ultimi 20 anni ha avuto veramente poco. Abbiamo dovuto integrare, abbiamo potuto integrare il primo finanziamento ministeriale con i fondi che adesso la soprintendenza speciale di Roma riesce stabilmente ad avere grazie al 30% degli incassi del Colosseo". Lo ha affermato il soprintendente Francesco Prosperetti, alla presentazione per la stampa del restauro della facciata della basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.

"Sono circa 13 milioni di euro ogni anno, che ci permetteranno di intervenire meglio di prima sul patrimonio monumentale romano", ha aggiunto. "Il restauro non e' costato molto, attorno ai 400.000 euro. E' durato 15 mesi, con un grande lavoro di abnegazione da parte del team al femminile delle restauratrici del consorzio Roma che hanno sfidato le intemperie su questa facciata molto esposta anche nel periodo invernale", ha sottolineato.


Fonte: ANSA e ASKANEWS

Video su askanews.it


07/05/18

ULTIM'ORA ANSA: "Sotto Colle Oppio una Nuova Pompei"!



"Crediamo che sotto tutta l'area della Polveriera di Colle Oppio come in altri punti di Roma ci possa essere una nuova Pompei, ma al momento non mi sembra che ci siano le condizioni per procedere a uno scavo".

Lo ha detto Eleonora Ronchetti della Soprintendenza capitolina durante la commissione Cultura-Ambiente sui pareri per un playground nell'area della Polveriera di Colle Oppio.

"Ci vorrebbe qualche milione di euro per fare uno scavo archeologico e accertare l'entita' e l'estensione delle terme di Tito che probabilmente si trovano su tutta l'area", ha concluso.

fonte ANSA

Dreamers 68 - Una bellissima mostra di foto e non solo al Museo di Roma in Trastevere.


In occasione del 50° anniversario del 1968, AGI Agenzia Italia ricostruisce l`archivio storico di quell`anno, recuperando il patrimonio di tutte le storiche agenzie italiane e internazionali, organizzando Dreamers - 68 questa affascinante mostra fotografica e multimediale che è allestita al Museo di Roma in Trastevere dal 5 maggio al 2 settembre 2018 (con apertura al pubblico dalle 9 alle 19)

La mostra a cura di AGI Agenzia Italia, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con il patrocinio del MIUR - Ministero dell`Istruzione, dell`Universita' e della Ricerca e' resa possibile dalle numerose fotografie provenienti dall`archivio storico di AGI e completata con gli altrettanto numerosi prestiti messi a disposizione da AAMOD-Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, AFP Agence France-Presse, AGF Agenzia Giornalistica Fotografica, ANSA, AP Associated Press, Marcello Geppetti Media Company, Archivio Riccardi, Getty Images, Contrasto, Archivio Storico della Biennale di Venezia, LUZ, Associazione Archivio Storico Olivetti, RAI-RAI TECHE, Corriere della Sera, Il Messaggero, La Stampa, l`Espresso. 

I servizi museali sono di Ze'tema Progetto Cultura. L`iniziativa nasce da un`idea di Riccardo Luna, direttore AGI e curata a quattro mani con Marco Pratellesi, condirettore dell`agenzia, e intende delineare un vero e proprio percorso nell`Italia del periodo: un racconto per immagini e video del Paese di quegli anni per rivivere, ricordare e ristudiare quella storia.


Da qui, AGI ha ricreato un archivio storico quanto piu' completo del `68 attraverso le immagini simbolo dell`epoca

Non solo occupazioni e studenti, ma anche e soprattutto la dolce vita, la vittoria dei campionati europei di calcio e le altre imprese sportive, il cinema, la vita quotidiana, la musica, la tecnologia e la moda. 

Tutti questi temi verranno raccontati attraverso la cronaca, gli usi, i costumi e le tradizioni in diverse sezioni tematiche, dando vita e facendo immergere il pubblico in questo lungo e intenso racconto nell`Italia del `68. 

Un viaggio nel tempo fra 178 immagini, tra le quali piu' di 60 inedite; 19 archivi setacciati in Italia e all'estero; 15 filmati originali che ricostruiscono piu' di 210 minuti della nostra storia di cui 12 minuti inediti; 40 prime pagine di quotidiani e riviste riprese dalle piu' importanti testate nazionali; e inoltre una ricercata selezione di memorabilia: un juke boxe, un ciclostile, una macchina da scrivere Valentine, la Coppa originale vinta dalla Nazionale italiana ai Campionati Europei, la maglia della nazionale italiana indossata da Tarcisio Burgnich durante la finale con la Jugoslavia, la fiaccola delle Olimpiadi di Citta' del Messico. Anche i personaggi che hanno contraddistinto quegli anni accompagneranno i visitatori all`interno di questo percorso: Martin Luther King, Robert Kennedy, Jim Morrison, Pierpaolo Pasolini, Adriano Celentano, Patty Pravo, Federico Fellini, Alberto Sordi, Giacinto Facchetti, Gianni Rivera, Domenico Modugno, Nino Benvenuti.

Cosa resta oggi del Sessantotto? La mostra e' stata promossa e ideata perche' a rispondere a questa domanda siano soprattutto i giovani di oggi, infatti come scrive Riccardo Luna nel catalogo "Questa non e' una mostra sul passato ma sul futuro 1/8… 3/8 Una strada per ricominciare a sognare". 

Oltre all`esposizione l`iniziativa prevede l`organizzazione di un ciclo di eventi e incontri estivi, che si svolgeranno nel Chiostro del Museo, dedicati ai principali momenti musicali, sportivi, politici, culturali e cinematografici che hanno caratterizzato l`Italia nel 1968 con l`obiettivo di coinvolgere un vasto pubblico e il maggior numero di scuole

Obiettivo primario dell`iniziativa e' far si' che ciascuno studente, grazie soprattutto alla partecipazione diretta alle proiezioni cinematografiche, ai dibattiti sulla politica, ai concerti musicali nonche' ad altre iniziative tematiche, possa conoscere e vivere piu' da vicino un anno e, soprattutto, un Paese sino ad oggi studiato solamente sui libri di storia. 

Attraverso il MIUR - Ministero dell`Istruzione, dell`Universita'e della Ricerca verranno coinvolte direttamente le scuole medie e superiori con l`organizzazione di visite guidate mirate agli studenti. 

L`evento, realizzato con il contributo di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con SIAE- Societa' Italiana degli Autori ed Editori e in partnership con la RAI, Sky, la FIGC, la Fondazione Museo del Calcio, il CONI, l`AAMOD-Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio Democratico, Open Polis e il CENSIS, si avvale della collaborazione scientifica ed editoriale dell`Istituto dell`Enciclopedia italiana "Treccani" con il quale verra' realizzato il catalogo dell`esposizione. 

I media partner coinvolti sono Formiche, il Tascabile, magazine digitale di Treccani, Rai Teche, Scomodo, Radioimmaginaria e VoiceBookRadio.

06/05/18

Segna la data: il 13 maggio arriva l'APPIA-DAY.



Far convergere gli interessi diffusi presenti lungo il tracciato dell'Appia, da Roma a Brindisi, per rendere la regina viarum oltre che un attrattore culturale una direttrice di sviluppo in chiave turistica, rilanciando cosi' l'economia di questi luoghi nell'ottica di nuovo approccio per la crescita delle nostre citta'.

E' l'obiettivo di AppiaNet, una rete che vuole comporre un progetto contemporaneo di Appia Antica forte del contributo di tutti quelli che se ne occupano e se ne prendono cura: il parco archeologico, le universita' e la ricerca, le associazioni ambientaliste e quelle di tutela, i Comuni e le Regioni, le imprese del territorio.

L'iniziativa - frutto della collaborazione tra Legambiente, CoopCulture e Touring Club Italiano - e' stata presentata  presso la Reggia di Caserta nel corso del workshop 'Verso il Forum Appia' che parte non a caso da Caserta, proprio per raccontare come il 'sistema' Appia coinvolge non soltanto Roma ma tante citta' del Centro e Sud Italia - vedra' convergere intorno all'antica strada romana associazioni, imprese, cooperative e borghi storici per creare una rete di relazione sulla quale costruire un calendario articolato di iniziative durante tutto l'arco dell'anno.

Il tutto nello spirito della terza edizione dell'AppiaDay il prossimo 13 maggio: una giornata di festa per muoversi senza auto tra il primo miglio dell'Appia e Villa dei Quintili, e poi apertura straordinaria e gratuita dei monumenti tra Roma e Brindisi e tanti eventi in programma - passeggiate, trekking, ciclotour, musica e spettacoli - per vivere l'archeologia e il territorio a piedi e in bici.


'L'Appia Day e gli oltre duecento eventi ad esso collegati - spiega Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente - hanno l'obiettivo di unire idealmente le tante citta' e comunita' locali che si snodano lungo questo antico tracciato per chiederne la pedonalizzazione per l'intero anno, a partire dalla citta' di Roma, cosi' da poterla finalmente considerare la porta d'accesso a una nuova idea di citta'.

Vogliamo mettere in atto quella che fu l'idea dell'intellettuale Antonio Cederna che piu' di tutti si e' battuto per questa visione, superando la vecchia concezione dei monumenti antichi chiusi nel recinto e proporre il patrimonio archeologico come principio regolatore dell'intero sistema urbano, in un inedito intreccio di archeologia e urbanistica'.

L'Appia Day nelle passate due edizioni ha visto la partecipazione di oltre 100 mila persone. Una giornata in cui Roma e i romani, in modo festoso si riappropriano del fascino della strada piu' bella del mondo e che insieme a Legambiente e le altre associazioni chiedono con forza la pedonalizzazione della Regina Viarum e costruire insieme la Capitale e il Paese di domani.


Con loro tantissimi cittadini dei diversi comuni del centro e sud Italia attraversati dall'antica arteria. Nel corso del Forum Appia di Caserta sono stati presentati ufficialmente gli appuntamenti dell'Appia Day e della giornata del 13 maggio, il cui programma completo e' disponibile sul sito www.appiaday.it.

A Roma e' prevista un'anteprima gia' oggi, domenica 6 maggio, con una passeggiata da Porta Portese a Ponte Sisto, promossa con la collaborazione del Comitato Mura Latine, Inarch Lazio e DIAP La Sapienza.

Una camminata di circa tre ore, durante la quale scoprire la storia e il fascino millenario che ancora conservano le strade romane.

 Sabato 12 maggio, invece, alla vigilia dell'Appia Day, per gli amanti delle due ruote da non perdere il GRAB BIKE: appuntamento alle ore 10.00 presso l'Arco di Costantino da dove partira' una pedalata di 45 km pensata per scoprire il GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici della Capitale.

Il progetto di questa ciclovia - nato dal basso, famoso a livello internazionale e gia' finanziato dallo Stato - ha proprio l'Appia Antica tra i suoi tratti piu' pregiati e molto del successo dovuto all'idea del GRAB risiede nella pedonalizzazione della Regina Viarum, elemento necessario ad assicurare all'anello ciclabile quella qualita' e quella bellezza che lo hanno reso famoso nel mondo. Per info e prenotazioni e' possibile collegarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-grab-bike-45190070718.

Nel tratto romano della consolare, costruita nel 312 a.C., cuore dell'Appia Day, il 13 maggio saranno oltre 150 gli eventi in programma con l'apertura straordinaria e l'ingresso gratuito in aree archeologiche, monumenti e musei pubblici che costeggiano il cammino dell'Appia.


Un modo per ribadire la necessita' di tutelare questi spazi dall'invasione delle auto e dello smog, per restituire gli spazi alla collettivita' e per rilanciare l'importanza di una mobilita' nuova e sostenibile anche nelle grandi citta' a partire proprio da Roma.

Ci saranno visite guidate da San Giovanni in Oleo, all'ex Cartiera Latina e ancora al Museo delle Mura o al Mausoleo di Priscilla e di Cecilia Metella; narratori d'eccezione come lo scrittore Roberto Carvelli che terra' lezioni di storia itinerante o con l'antropologo Giorgio Fabretti che curera' il walkabout "Arcadia Felix vero Cava Fabretti", la fabbrica dei sanpietrini.

La giornata sara' animata, inoltre, da performance teatrali e di rievocazione storica, laboratori (come quello di cesteria e scriptorium sublacense), degustazioni con prodotti di Slow Food per scoprire la variegata biodiversita', anche agricola, del ricco territorio che l'Appia attraversa, l'Agro romano, che fa di Roma il primo comune agricolo d'Europa. Ci saranno, inoltre, iniziative per bambini, mostre fotografiche (come quella sulla riscoperta della colonizzazione romana dell'Appennino centrale, o sulla ricostruzione cartografica realizzata nell'800 dall'archeologo Luigi Canina); escursioni.

E chiaramente anche tanta buona musica: dall'Orchestra di musica tradizionale di Testaccio alla Corale Femminile Aureliano, Coro Floreos e Coro Academia Alma Vox; ancora i Cori della scuola Musike'; il Grande Coro di Roma con concerto a cappella diretto dal maestro Fabrizio Adriano Neri o della formazione delle Rome Savoyards Barber Shop Quartet.

L'Appia Day sara' anche per i nostri amici a quattro zampe con la passeggiata "Cani in Liberta': passeggiata solidale a 6 zampe" promossa da Almo Nature, Fondazione Capellino e Legambiente e pensata per sensibilizzare i cittadini sulla necessita' di soluzioni concrete per debellare il randagismo.

L'appuntamento e' sempre per domenica 13 maggio, ore 15, al Parco della Caffarella (Largo Tacchi Venturi). La partecipazione e' a offerta libera. I fondi raccolti serviranno per aiutare il canile della Muratella.

Fonte: La Presse

05/05/18

Tutankhamen: Studio Italiano: La Daga è di origine extra-terrestre.



E' in corso al Cairo un convegno di egittologi in cui ricercatori italiani presentano risultati di studi su uno stupefacente oggetto appartenuto al faraone Tutankhamun: la sua daga piovuta dallo spazio


Alla conferenza vengono presentate le piu' recenti ricerche scientifiche sulla piu' famosa tomba regale in Egitto: scoperta da Howard Carter nel 1922, quella di Tutankhamen e' relativamente piccola ma deve la propria fama all'amplissimo corredo di centinaia di preziosi reperti

Negli anni recenti gruppi di ricerca italiani stanno contribuendo allo studio del tesoro di Tutankhamen. 

Si tratta di ricerche interdisciplinari, condotte attraverso l'applicazione ai materiali antichi di scienze e tecnologie avanzate. 

Un'equipe italiana coordinata da Daniela Comelli del Politecnico di Milano e che include ricercatori di CNR, Universita' di Pisa, Politecnico di Torino e dell'azienda XGLab - in collaborazione con ricercatori egiziani dell'Universita' di El Fayyum e del Museo Egizio del Cairo - ha studiato una daga ritrovata sulla mummia del giovane re. 


L'impugnatura e' d'oro ma e' soprattutto la lama in ferro, perfettamente conservata, ad aver suscitato da tempo l'interesse degli archeologi, visto che l'epoca di Tutankhamon precede l'Eta' del Ferro, periodo nel quale si diffonde la tecnologia necessaria a produrre manufatti con questo minerale

Le analisi del team italiano hanno dimostrato quanto alcuni egittologi supponevano: la lama e' stata prodotta con ferro di provenienza extraterrestre, il noto "ferro meteorico", e i risultati di questa ricerca saranno presentati al convegno

Sulla tomba di Tutankhamon peraltro ha lavorato di recente un gruppo di ricerca coordinato da Franco Porcelli del Politecnico di Torino e composta da ricercatori dell'Universita' del capoluogo piemontese, delle aziende Geostudi Astier di Livorno e 3DGeoimaging di Torino. 

Il gruppo e' stato invitato dal Ministero delle Antichita' egiziano ad accertare la validita' di ipotesi, avanzate in anni recenti, sull'esistenza di camere nascoste adiacenti a quella funeraria del giovane re. 

A tal fine, nel febbraio scorso, state eseguite misurazioni mediante tre sistemi geo-radar di frequenze comprese tra 200 MHz e 3 GHz. 

L'elaborazione dei dati raccolti e' stata completata da poco e si attende ora il via libera da parte del Ministero Egiziano delle Antichita' per divulgare i risultati di questa ricerca che dovrebbe stabilire in maniera definitiva la presenza o meno di tali "camere nascoste". 

04/05/18

Il Libro del Giorno: "La taverna del Doge Loredan" di Alberto Ongaro.



Morto poche settimane fa a Venezia (il 23 marzo scorso) la città dove era nato e dove ha quasi sempre vissuto, Alberto Ongaro pubblicò questo romanzo nel lontano 1980, che è divenuto negli anni un piccolo best-seller italiano, caldeggiato da lettori e recensori che - esagerando non poco - lo hanno definito uno dei migliori romanzi degli ultimi decenni in Italia. 

Ongaro amava l'avventura e i viaggi e la sua stessa vita ha obbedito a questa passione, dai tempi lontani in cui fu incarcerato per attività antifascista, durante la guerra, fino all'amicizia strettissima con Hugo Pratt che lo portò - oltre che a divenire uno degli sceneggiatori delle sue novelle grafiche - a intraprendere lunghi viaggi con lui in Sudamerica, firmando lunghe corrispondenze per l'Europeo. 

Dal 1979, tornato a Venezia, si dedicò esclusivamente alla sua attività di scrittore, e i suoi romanzi, pieni di storie di avventure e intrecci storici hanno conquistato un seguito considerevole. 

Anche la Taverna del Doge Loredan non sfugge al mix di ingredienti amato da Ongaro.  Perlopiù con il pretesto - a far da supporto alla storia - del ritrovamento di un misterioso libro, che diventa pagina dopo pagina il protagonista della storia.

Si susseguono fino alla fine del romanzo dunque i due piani narrativi, uno riferito all'oggi che riguarda l'editore e tipografo Schultz che vive in una vecchia casa veneziana ed è anche un ex capitano di marina mercantile e del suo misterioso alter ego Paso Doble che interloquisce con lui, rivangando storie di amori passati e di viaggi in treno; l'altro, quello raccontato nel libro ritrovato, riguardante una storia ambientata nella Londra di due secoli fa, che ha per protagonista un giovane aristocratico Jacob Flint, alle prese con la bellissima e disinibita Nina e con l'amante di lei, Terry Fielding, capo della malavita inglese. 

E' perfino ovvio che le due storie si intreccino con riferimenti che vanno dall'una all'altra in continuazione, fino ad un rocambolesco finale. 

Non v'è dubbio che Ongaro sia abile nel concertare una avventura picaresca e dai toni libertini, ma il romanzo non è mai seriamente avvincente, perché la qualità della scrittura è di grana ordinaria, sembrando più adatta a far da testo ad una storia a fumetti, seppure nobili, come quelle che disegnava il grande Hugo Pratt. 

Sembra più che altro di leggere parodia - nemmeno ben riuscita - di vera letteratura. Tutto ha un suono posticcio, come i nomi dei protagonisti, come le avventure fasulle, come i dialoghi scontati, come il ritmo che da un passaggio all'altro delle due storie non riesce mai a farsi vera letteratura, vera narrativa.