29/09/17

L'eremita che viveva nel Colosseo. Una storia particolare.

  



Anche Roma ha avuto i suoi santi mistici. E alcuni di loro, vissuti in tempi relativamente recenti, hanno lasciato tracce ben visibili nella storia e nei luoghi cittadini.
E’ il caso di San Benedetto Giuseppe Labre, un santo di cui oggi si è persa quasi la memoria, nato il 26 marzo del 1748 ad Amettes, un villaggio di cinquecento abitanti nel Passo di Calais, nel nord della Francia, che ancora oggi dalla Chiesa è celebrato come il patrono di tutti i barboni, o clochard, e quindi anche di tutti i senzatetto che ancora vivono nella Roma industrializzata di oggi.

Nato poverissimo, Benedetto, detto il Vagabondo di Dio, dopo diversi tentativi di inserirsi in una vita monacale, si convinse di essere destinato a predicare il Vangelo nelle strade, insieme ai più umili. Così fece, e come un Forrest Gump ante litteram in pochi anni percorse qualcosa come trentamila chilometri a piedi, visitando i santuari più famosi dell’epoca in mezza Europa, e arrivando finalmente a Roma, la città santa, il 3 dicembre del 1770, da dove non si allontanò più, se non per la visita annuale che si concedeva a Loreto, alla Santa Casa.

Viveva e dormiva per strada, vivendo di semplici offerte che gli venivano concesse anche se egli non chiedeva l’elemosina, donando tutto ciò che aveva, e avendo stabilito come sua dimora, uno degli antichi archi del Colosseo, esattamente l’arco XLIII dove visse per ben sette anni.  Da qui si trasferì alle grotte che all’epoca si trovavano nella zona di Montecavallo (il Quirinale) e infine – quando era già molto malato – all’ospizio di San Martino ai Monti.


La sua fama di mistico e di santo dei poveri si era nel frattempo diffusa nella città, al punto che nobili e cardinali lo cercavano e lo convocavano per ottenere consigli spirituali.
La gente del popolo lo aveva soprannominato Il penitente del Colosseo o il povero delle Quarantore, perché lo si vedeva sempre nelle Chiese di Roma che svolgevano il rito delle Quarantore, secondo la tradizione il tempo trascorso da Gesù Cristo fra la sua morte e la Resurrezione.

A lui si attribuivano, già in vita, numerosi miracoli. E quando le sue condizioni di salute, già fragili, peggiorarono, una folla si riunì in preghiera quando, il giorno del mercoledì santo del 1783, Benedetto si sentì male mentre era in preghiera nella chiesa di Santa Maria dei Monti e fu trasportato a braccia nella bottega di un macellaio di Villa dei Serpenti, tale Zaccarelli, che era stato il primo a soccorrerlo.

Le preghiere furono inutili: in quello stesso pomeriggio morì, a soli trentacinque anni di età. Il corpo fu esposto per tre giorni a Santa Maria dei Monti, in coincidenza con i riti pasquali, e a rendergli tributo arrivò una folla immensa. I riti furono sospesi, e  il giorno della Pasqua, il 20 aprile del 1783 fu sepolto nella stessa chiesa.

E ancora oggi, il corpo del Santo è conservato al primo piano della casa al numero civico 2 di Via dei Serpenti, dove è possibile leggere esternamente questa lapide:  In questa casa, portatovi morente dalla vicina Chiesa della Madonna dei Monti, il 16 aprile 1783, spirava San Benedetto Giuseppe Labre, miracolo di carità e di penitenza, apostolo pellegrino dei maggiori santuari d’Europa.


E’ uno dei pochi casi a Roma, dove è stata conservato e protetto, da ogni destinazione futura, il luogo della morte di un Santo. Il palazzo era all’epoca di proprietà dell’ambasciata del Portogallo (come si evince dallo stemma e dalla iscrizione che si può leggere al portone vicino, il civico 3), che aveva dato il locale in concessione ad un certo Petazzotti, e da questo subaffittata al macellaio Zaccarelli.

La casa dove morì Benedetto fu acquistata dal postulatore della causa di beatificazione, Raffaele Virili, e di passaggio in passaggio fu affidata infine alla custodia delle Volontarie del Movimento pro Sanctitate che la gestiscono ancora oggi.

La casa-Cappella, che ancora oggi è aperta al pubblico ogni 16 aprile (giorno di San Benedetto) e a richiesta dell’istituto, conserva quadri ispirati alla figura del Santo, le assi del letto e il materasso dove l’eremita morì e alcune reliquie:  gli indumenti, due scatole contenenti documenti, i libri di preghiera, una scarpa, le sue bisacce e una maschera di cera. Nell’angolo preciso della Casa dove Benedetto morì, infine, protetta da una inferriata,  una statua in gesso che rappresenta il santo nei suoi ultimi istanti di vita, con due cuscini sotto il capo e la scritta: Hic jacet corpus S.B.J. Labre.



Nella parete di fronte, a rendere ancora più evidente la suggestione del luogo, i cuori in argento ed ex voto per grazie ricevute dal Santo dai fedeli nel corso degli ultimi due secoli.

28/09/17

Riapre Sabato 30 settembre dopo molti anni il meraviglioso Tempio di Ercole a Tivoli !





Nella Roma imperiale era uno dei luoghi piu' importanti e gettonati, frequentato dall'aristocrazia che in queste terre aveva le sue ville da vacanza, amato da Augusto che forse ne apprezzava la suggestione dei tramonti sulla grande spianata a picco sulla valle dell'Aniene, affollato da pellegrini e da mercanti, dai banchieri e dai pastori

Maestoso e spettacolare, il tempio di Ercole Vincitore, eretto nel II secolo avanti Cristo sulla sommita' di una collina a Tivoli, alle porte di Roma, era tra i piu' importanti centri di culto romani, per quasi cinquecento anni frequentatissimo luogo religioso e di spettacolo e nello stesso tempo nevralgico snodo commerciale, tanto che era stato costruito proprio sopra la via Tiburtina, che quindi per un tratto lo attraversava. 

 Poi sopravvennero decadenza e rovina, i marmi e le meravigliose statue vennero razziati, le colonne del tempio abbattute, ma la magia e la spettacolarita' del posto non si e' mai persa. 

Dal '700 in poi, accanto e sopra alle rovine del complesso romano, e' sorto un polo industriale dalle destinazioni piu' varie, da laboratorio di guanti a fonderia di cannoni, dalla centrale elettrica - la prima in Italia - alla cartiera degli anni Cinquanta del Novecento, edifici e capannoni oggi vincolati come esempio di archeologia industriale. 

Ed e' da qui, racconta all'ANSA Andrea Bruciati - da maggio direttore del parco autonomo che comprende Villa Adriana, Villa d'Este e il Santuario di Ercole - che si riparte oggi per dare una nuova vita a questo magico luogo, rilanciare le visite e nello stesso tempo, dice, "un modello culturale dalla grande forza identitaria". 

 Restaurato nel 2011 con un finanziamento di 15 milioni, brutalizzato all'epoca con una ricostruzione in cemento del teatro romano e dalla collocazione accanto alla cavea di una ricostruzione in ferro del frontone del tempio (che fece parecchio discutere), il complesso, a dispetto degli annunci dell'epoca (il ministro era Giancarlo Galan), non e' stato mai veramente riaperto se non su prenotazione e d'estate per gli spettacoli allestiti nel teatro. Ora si cambia. 

Da sabato 30 settembre, annuncia Bruciati, il sito riapre al pubblico tutti i fine settimana con un nuovo percorso di visita e ambienti di grande impatto emotivo dell'antico tempio da poco recuperati e mai visti. 

Entro il 2018 poi, assicura il direttore, gia' da marzo, il Santuario verra' aperto tutti i giorni, "con un biglietto unico per i tre siti e un servizio di navetta" che fara' la spola anche con la stazione dei treni.

Intanto, fianco a fianco con il comune della cittadina (il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, archeologo di fama, e' stato per anni il segretario generale del Mibact), si lavora alla messa in sicurezza di tutto il complesso e con i 13 milioni di euro appena messi a disposizione dal Mibact parte il progetto di restauro e messa in sicurezza, che entro il 2020-21 dotera' il complesso anche di un parcheggio multipiano e di un auditorium per spettacoli e conferenze ("Niente nuove edificazioni" assicura Proietti, "faremo tutto all'interno della ex cartiera oggi di proprieta' del comune"). 

Tutto per recuperare la magia di questo posto unico e farla scoprire al visitatore, guidandolo con serieta' scientifica tra antico e nuovo. Senza ricostruzioni e rievocazioni. "Puntiamo ad un approccio diverso - spiega Bruciati, una vita di impegni nell'arte contemporanea - a far capire la metamorfosi del sito, che da duemila anni continua a vivere, le sue stratificazioni e anche le sue contraddizioni. E' importante per una lettura piu' consapevole dell'oggi e una proiezione sul domani. La nostra sfida e' questa, creare un modello di cultura sostenibile. In tre anni contiamo di vincerla". 

27/09/17

Torna la Notte dei Ricercatori, il 29 settembre manifestazioni in tutta Italia tra telescopi e Galassie.



Seminari scientifici, mostre, laboratori, visite guidate. Tante le iniziative proposte dalle sedi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica sparse sul territorio italiano in occasione della Notte Europea dei Ricercatori, iniziativa promossa dalla Commissione europea, che chiudera' il prossimo 29 settembre l'edizione 2017 della Settimana della Scienza

Obiettivo dichiarato: divulgare la scienza al grande pubblico e rendere piu' familiare la figura del ricercatore. 

Tantissimi gli appuntamenti da nord a sud della penisola (maggiori dettagli su media.inaf.it). 

A Brera - ad esempio - all'Osservatorio Astronomico presso l'Aula Magna del Museo di Storia Naturale, Giardini di Via Palestro, venerdi' 29, dalle 16 alle 22, e sabato 30, dalle 16 alle 21, sara' possibile visitare la mostra "Grandi telescopi, grande scienza", organizzata congiuntamente dall'Osservatorio Europeo Australe (Eso) e dal progetto europeo "Darklight", finanziato dall'European Research Council (Erc). 

Il cuore dell'Universo e della sua straordinaria zoologia di forme e colori sara' scandagliato con gli occhi del VLT (Very Large Telescope), il telescopio all'avanguardia che ha portato a scoperte scientifiche straordinarie, come la gigantesca mappa dell'Universo creata e studiata dal progetto Darklight. 

Non manchera' uno sguardo al futuro, con immagini del progetto ELT (Extremely Large Telescope), l'enorme telescopio da 39 m di diametro in fase di costruzione da parte dell'Eso, di cui sabato 30 parlera' il responsabile di programma dell'ELT, Roberto Tamai dell'ESO. 

A Milano, presso il Museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci, venerdi' 29 dalle 19 alle 20.30, presso l'Area Spazio si svolgera' l'inaugurazione della musealizzazione del telescopio Merz Repsold, utilizzato da Giovanni Virginio Schiaparelli alla fine del XIX secolo per i suoi studi del pianeta Marte. 

A seguire, nella Sala delle Colonne, si svolgera' l'incontro "150 anni col naso all'insu': dal telescopio di Schiaparelli agli strumenti astronomici di prossima generazione", con il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, con il responsabile tecnico del progetto europeo dell'ESO che costruira' in Cile il telescopio piu' grande e sofisticato mai realizzato e con alcuni scienziati che collaborano alla sua realizzazione e che lo utilizzeranno per indagare sempre piu' a fondo i segreti dell'Universo

A Padova proprio il 29 settembre si concludono le celebrazioni per i 250 anni dell'Osservatorio Astronomico della citta': ci saranno cacce al tesoro e robot spaziali per i piu' piccoli, si parlera' di storia, cieli da salvare, missioni da spedire nello spazio e galassie a forma di medusa per i piu' grandi, tutto fino a tarda sera. 

"Cari Pianeti vicini e Lontani" - informa l'Inaf - e' invece il titolo della tavola rotonda sullo sviluppo delle missioni spaziali future per l'esplorazione dei pianeti del nostro Sistema solare e per la scoperta di nuovi pianeti extrasolari che si terra' nel cortile interno dalle 19 alle 20.30. 

Dalle 19 alle 23 nella Sala Pigne ci sara' la presentazione "Galassie medusa e i buchi neri supermassicci" con filmati, simulazioni e proiezioni 3D dei recentissimi clamorosi risultati su queste galassie a forma di medusa che alimentano famelici buchi neri nascosti negli ammassi di galassie. 

 Tra gli appuntamenti di Bologna, l'evento congiunto Inaf/Infn "L'Universo oscuro: viaggio ai limiti della nostra conoscenza del Cosmo" una conversazione tra fisici e astrofisici sul tema della Materia e dell'Energia Oscura, con intervalli musicali e collegamento in streaming con il Cern (alle 21.00 nell'Auditorium Biagi di Sala Borsa). 

Nel Lazio l'Osservatorio Astronomico di Roma e l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali organizzano diverse attivita' partecipando al progetto Made in Science, organizzato da FrascatiScienza

 Tra gli appuntamenti, quello con la mostra "In Viaggio con Cassini" realizzata in collaborazione con l'Associazione Stellaria, per celebrare insieme il gran finale della sonda Cassini-Huygens. 

A completamento della mostra verranno presentati alcuni dei principali progetti spaziali e di ricerca dell'Istituto, tra cui il progetto europeo AHEAD, con la proiezione del premiato documentario per planetari "L'Universo Caldo e violento". 

Venerdi' 29, in collaborazione con il CNR-ARTOV sara' possibile visitare i laboratori di ricerca dell'Inaf-Iaps ospitati presso ARTOV, Area di Ricerca di Tor Vergata (via Fosso del Cavaliere 100, Roma).

 Presso la sede dell'Osservatorio Astronomico di Roma, venerdi' 29, l'appuntamento e' con "ASTROJukeBox": i ricercatori incontreranno il pubblico, presso l'Osservatorio e organizzeranno un vero e proprio talk show, con ricercatori a rispondere alle domande piu' svariate del pubblico, secondo le loro curiosita', spaziando dal Sistema solare al Big Bang fino ai buchi neri

All'Inaf di Capodimonte laboratori, esperimenti, conferenze e osservazioni. Venerdi' 29 dalle 18 sino a tarda sera, l'Osservatorio invita grandi e piccini a "toccare con mano" l'Universo con un ricco e vario programma di attivita'. In Sicilia l'Osservatorio Astrofisico di Catania aprira' le porte delle sue sedi, mentre a Palermo l'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica offre diverse attivita' tra cui due presentazioni per la Science Happy Hour presso il "Caffe' Internazionale" di Palermo: "The dark side of the universe: materia oscura ed energia oscura" e "Il grande, il piccolo, l'io: storia del Cosmo a uso dei suoi abitanti". Per concludere, l'Osservatorio Astronomico di Cagliari venerdi' 29 aprira' le porte al pubblico gia' dal pomeriggio, mettendo a disposizione il suo personale di ricercatori, tecnologi e tecnici per chiacchierare con i visitatori e raccontare le attivita' scientifiche e tecnologiche portate avanti al suo interno. La serata proseguira' poi con una visita al Museo degli strumenti storici dell'Osservatorio, uno spettacolo al Planetario e si chiudera' con l'osservazione del cielo ai telescopi. Inoltre, durante la giornata sara' possibile visitare il Sardinia Radio Telescope.

26/09/17

Come Age e Scarpelli inventarono il nome di Brancaleone passeggiando per Roma.



La Tomba di Laudomia, figlia di Brancaleone, nella chiesa di San Pantaleo.

Molto probabilmente nel celebre film L’armata Brancaleone, diretto da Mario Monicelli nel 1966, uno dei capolavori del cinema italiano, Age e Scarpelli, che firmarono la sceneggiatura si ispirarono, per il nome del protagonista, ad uno dei tredici cavalieri italiani che si sfidarono, il 13 febbraio del 1503, nella piana tra Andria e Corato, in Puglia, nel celebre scontro cavalleresco passato alla storia come Disfida di Barletta: tra i tredici cavalieri italiani che combatterono sotto l’egida spagnola contro i loro avversari francesi, ve n’era infatti uno che si chiamava Giovanni Brancaleone. 

E chissà se Age (Agenore Incrocci) e Furio Scarpelli non trassero questa ispirazione visitando la piccola chiesa di San Pantaleo, che si affaccia sulla piazza omonima, lungo Corso Vittorio Emanuele II: qui, in questo poco conosciuto edificio di culto, infatti, si conserva una memoria romana di quella celebre Disfida, ovvero i resti mortali di Laudomia, che era la figlia di Giovanni Brancaleone, come si legge sulla lapide del sarcofago nel passetto per raggiungere la sacrestia, con una iscrizione che recita

D.O.M. Laudomiae Johannis
Brachalonii qui inter
tredicim Italos cum
totidem Gallis certavit et vicit. 

E’ comunque solo una delle attrattive di questa Chiesa poco conosciuta, che merita di essere visitata se non altro per la sua lunghissima storia: esistente già dal 1100 d.C. fu intitolata al martire romano San Pantaleo, martirizzato nel 305 d.C. sotto l’imperatore Diocleziano; e oggi ospita anche il corpo di San Giuseppe Calasanzio, morto a Roma nel 1648, fondatore dei Chierici Poveri della Madre di Dio, e proclamato santo nel 1767

I suoi resti sono conservati in una magnifica urna di porfido rosso, mentre le scuole a lui intitolate si trovano in molti e diversi angoli di quattro diversi continenti.

Fabrizio Falconi, tratto da: Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Newton Compton Editori, Roma, Roma rist.2017. 

Chiesa di San Pantaleo, Roma

25/09/17

"Le parole e le cose" - 1910, L'emancipazione della dissonanza, un importante libro di Thomas Harrison.



Il bellissimo blog Le parole e le cose dedica un post all'uscita del libro di Thomas Harrison: 1910, L'emancipazione della Dissonanza (Castelvecchi, 2017) Questo è un brano della postfazione al libro scritto dall'autore, che si può leggere nella sua interezza nel blog citato QUI.

[È uscito per Castelvecchi L’emancipazione della dissonanzatraduzione italiana di 1910: The Emancipation of Dissonance (1996) di Thomas Harrisonuno dei saggi di storia della cultura più interessanti usciti negli ultimi decenni negli Stati Uniti. Il tema è la rivoluzione artistica e culturale che si compie in Europa attorno alla data allegorica del 1910, l’anno nel quale “la natura umana cambiò”, secondo una frase celebre e provocatoria di Virginia Woolf, e l’arte perse la propria ovvietà, come si legge nell’incipit della Teoria estetica di Adorno. Le pagine che seguono sono tratte dalla postfazione del libro. LPLC ha pubblicato anche un’intervista a Thomas Harrison].
Mentre gli artisti nel 1910 speravano che la propria opera scoprisse una “realtà autenticamente vivente”, oggi vediamo l’arte come un business tra i tanti, una redditizia produzione dell’industria dello spettacolo. Anche quando l’arte ha ambizioni più alte, difficilmente riesce a evitare la parodia, la satira o un moralismo didattico. Oggi è perfino difficile pensare la differenza tra persuasione e retorica. Il “pathos della verità” è stato sostituito dalla sete di lieto fine. Vogliamo le risposte senza le domande e immaginiamo di sopprimere gli ostacoli al desiderio attraverso una consonanza di volontà o una balcanizzazione di interessi e gruppi. Il materialismo, come gli espressionisti temevano, è diventato il metro di misura più sicuro della conoscenza e il pragmatismo il più affidabile criterio per la determinazione del valore. Non è proprio un’epoca per filosofi.
Per quanto riguarda la ricerca del Sé promossa nella prima decade del secolo, membri scelti della nostra società ricevono piccole fortune per istruirci su come comportarci, promettendoci in cambio miglioramenti morali ed emotivi. Il più delle volte, tuttavia, raccomandiamo simili analisi agli altri, invitandoli a riflettere su come loro possano essere responsabili delle nostre manchevolezze […]. In Europa la situazione è in qualche modo diversa, sebbene anche lì troviamo la stessa paura della paura, le stesse congiunzioni chimeriche tra compiacenza morale e intolleranza sociale, la stessa miscela di omogeneizzazione culturale e crisi dell’autonomia locale. In ultima analisi, la dissonanza caratterizza i nostri tempi tanto quanto gli anni che precedettero la Grande Guerra, anche se non è sempre altrettanto cosciente di sé. L’inizio del nostro secolo non è semplicemente l’antitesi dei primi anni del Novecento; ne è un’immagine specchio, un riflesso invertito […]. Si può solo sperare che, decenni dopo la caduta del Muro di Berlino, gli eventi non si limiteranno a parodiare quelli che portarono alla Grande Guerra, quando l’insicurezza sulla collocazione dell’individuo tra i suoi simili condusse a nuove tattiche di auto-affermazione. La mobilità, l’interdipendenza e la rapida trasformazione delle classi, delle etnie e delle nazioni nel ventunesimo secolo dà al discorso identitario dei primi del Novecento un sapore di falsità. Fa sembrare la dissonanza che vorremmo emancipare oggi (o rendere consonante a una regola?) qualcosa di ricreato artificialmente.
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Il bellissimo blog Le parole e le cose dedica un post all'uscita del libro di Thomas Harrison: 1910, L'emancipazione della Dissonanza (Castelvecchi, 2017) Questo è un brano della postfazione al libro scritto dall'autore, che si può leggere nella sua interezza nel blog citato QUI.

23/09/17

La Poesia che canta la Natura. Valeria Patera stasera alla Casa delle Donne.





La Natura, intesa come tempio abitato da piante, fiori e animali, e' stata 'cantata' dai poeti di tutti i secoli, da Emily Dickinson a Paul Eluard, da Pablo Neruda a Trilussa fino a Franco Marcoaldi. 

I loro lavori saranno interpretati, con accompagnamento musicale dal vivo, nello spettacolo 'Naturalia', stasera 23 settembre, alle h.21, alla Casa Internazionale delle Donne a Roma. 

Sul palco si esibira' l'attrice Valeria Patera, ideatrice del recital, il cui nodo principale e' il rapporto aureo che c'e' tra poesia e natura

Parole e musica, in una piccola cerimonia teatrale, per raccontare e richiamare lo sguardo sui piccoli e grandi 'miracoli' della flora e della fauna

L'accompagnamento musicale dal vivo sara' in mano al jazzista Elvio Ghigliordini. 

'Naturalia' ha debuttato lo scorso giugno a Villa Nigra, sul lago d'Orta in occasione dell'evento botanico Menta &Rosmarino, e dopo Roma andra' in altre del Nord Italia.

22/09/17

In vendita online i meravigliosi borghi italiani dimenticati, si parte da 200mila euro.



Borgo dei Vegnuti, Fivizzano, Massa Carrara


Dopo l'approvazione all'unanimita' da parte della Camera, la legge salva-borghi e' ora in Senato. In attesa di scoprire se il finanziamento da 100 milioni di euro per salvare i piccoli gioielli italiani dallo spopolamento sara' effettivamente erogato, sul web sono decine gli interi paesini in vendita. 

Dall'Umbria alla Toscana, fino ad arrivare alla Campania, tutto il territorio italiano e' costellato di piccoli agglomerati di case, spesso di origine medievale: alcuni di questi sono stati trasformati in resort o agriturismi, altri versano in condizioni di abbandono

La varieta' di quelli in vendita, spiegano dal portale Immobiliare.it, e' molto vasta e lo dimostrano i prezzi, che vanno da un minimo di circa 200mila euro a un massimo di quasi 6 milioni. Senza pero' considerare che in alcuni casi il costo rimane un mistero e viene rivelato solo a chi realmente interessato

 Partendo dal piu' economico, si tratta di un piccolo borgo nei pressi di Rocca d'Evandro, in provincia di Caserta: per 230mila euro e' possibile acquistare un complesso di cinque appartamenti, alcuni dei quali abitati, dotato anche di stalle e cantine e di un terreno da 20mila metri quadrati

Serve circa il doppio per comprare un borgo umbro in provincia di Terni, nei pressi di Monteleone d'Orvieto. Come si legge nell'annuncio, l'origine di questo agglomerato a poca distanza dal castello di Fabbro risale all'epoca quattrocentesca, mentre la chiesetta al suo interno e' stata edificata nel '700. 

Gli oltre 50 vani sono distribuiti all'interno di spesse mura in pietra e la proprieta' vanta anche una grotta molto ampia, bellissimi soffitti a cassettoni, una sala biliardo e cinque ettari di terreno. Per un prezzo poco al di sotto dei 2 milioni di euro si trovano in vendita tre borghi toscani distribuiti tra la provincia di Firenze e quella di Siena

Nel comune di San Gimignano per 1,8 milioni e' in vendita un borgo composto da tre strutture gia' attrezzate per la ricezione turistica; a San Casciano Val di Pesa, nelle colline fiorentine, e' in vendita per poco piu' di 1,9 milioni un agglomerato di varie unita' da ristrutturare risalenti al 1200. 

È invece della fine dell'800 la villa padronale del borgo in zona Fiesole, in provincia di Firenze: per acquistare l'intero borgo servono quasi 2 milioni di euro. 

A Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, e' in vendita Borgo dei Vegnuti per circa 3 milioni di euro: si tratta di un centro medievale costruito in pietra e adibito a struttura ricettiva. Si arriva a superare la cifra di 5 milioni per un borgo nella campagna di Pescaglia, in provincia di Lucca, dove si contano due palazzine gotiche, una villa del '500, una cappella privata, una vasca e una sorgente di acqua oligominerale e povera di sodio, come si legge nell'annuncio

Rimane un mistero il costo del borgo in vendita nei pressi di Cinigiano, in provincia di Grosseto: un progetto di ristrutturazione in corso ha unito sapientemente elementi di modernita' all'inconfondibile stile toscano. Qui i piu' fortunati possono comprare l'intero complesso, ma e' possibile anche pensare all'acquisto di singole abitazioni.


20/09/17

Esce per Adelphi, "Cacciatori nel buio" - intervista a Lawrence Osborne.



I luoghi e, per certi versi, anche le situazioni sono le stesse. Ma Lawrence Osborne, l'autore inglese noto in Italia per alcuni illuminanti reportage letterari dai confini del mondo, questa volta resta in Oriente, pero' si muove dalla non fiction al romanzo con "Cacciatori nel buio", che esce nella collana Fabula di Adelphi ed e' il primo testo di non fiction di Osborne a essere tradotto in italiano. 

Lo abbiamo incontrato alla sua presentazione alla libreria Verso a Milano e abbiamo parlato con lui del diverso passo che occorre per passare sul terreno impervio del romanzo.

"E' piu' di un altro passo - ci ha risposto Osborne - e' un altro mondo, un altro universo psicologico. Per me e' stato molto difficile arrivarci, e ho cominciato con un libro ambientato in Marocco, uscito nel 2012, ma c'e' una grande differenza tra le due cose e si richiede un cambio completo di abitudini di lavoro. Ci ho messo tanto ad arrivarci, e' successo a 50 anni. Ci sono dei momenti nella tua vita in cui certe cose succedono, magari anche in modo inconscio". 

"Cacciatori nel buio" e' stato definito un noir e racconta di casino', somme di denaro, oscurita' e vite alternative sul confine tra Thailandia e Cambogia e quindi nella giungla di un Paese dove la violenza dei Khmer Rossi continua segretamente ad aleggiare

"Scrivere fiction - ha aggiunto Osborne - e' molto piu' divertente per me. La verita' e' che io ho sempre trovato molto difficile scrivere giornalismo e non fiction. Anche se in realta' il mio ultimo libro di non fiction pubblicato in Italia, 'Bangkok' era scritto in modo particolare, come se fosse una raccolta di racconti. Non voleva essere solo qualcosa di noioso e fattuale, ma piuttosto un libro con delle emozioni, abbastanza pazzo. Lo volevo cosi', con uno stile da fiction. Credo che abbia rappresentato il momento di transizione tra i due mondi". 

Gran parte della letteratura di Osborne, e probabilmente anche una discreta fetta della sua vita, si svolge proprio sui confini, zone di transizione e incertezza nelle quali lo stesso scrittore ammette di sentirsi "piu' vivo"

"Il confine tra Thailandia e Cambogia - ci ha raccontato - e' un confine molto interessante, come quello tra Messico e Stati Uniti, o tra Spagna e Marocco. Quei confini carichi di elettricita', molto tesi, molto violenti, ma anche liberatori: attraversare un confine simbolicamente rappresenta una liberazione"

La vita dei protagonisti del romanzo segue un suo sviluppo, che spesso appare incalzante e tumultuoso, cosi' come, ci ha assicurato Lawrence Osborne, la genesi degli stessi personaggi. "Io posso pianificare meta' del libro - ha concluso lo scrittore - ma dell'altra meta' non ho idea. I personaggi verranno fuori e andranno dove vogliono". Niente male come premessa e promessa di avventura.

19/09/17

Dal 28 settembre in libreria le Lettere dal Manicomio del grande Robert Schumann.


Dal 28 settembre in libreria 

LETTERE DA ENDENICH
di 
Robert Schumann


a cura di Filippo Tuena
Traduzione di Anna Costalonga
«Nel suo Schumann Filippo Tuena recupera con intelligenza il genere epistolare, finendo per affrontare con grande finezza e passione il discorso sul genio».
Chiara Fenoglio

Le lettere inedite scritte tra il 1854 e il 1855 dall'ospedale psichiatrico di Endenich da Robert Schumann alla moglie Clara, alle figlie Marie ed Elise, agli amici Brahms e Joachim, per la prima volta tradotte in Italia.
Collana: Piccola Biblioteca di Letteratura Inutile
pp 96 • f.to 11,8x18,5
brossura con bandelle – fogli intonsi
€ 12,00
Gli eventi che portarono Schumann a chiedere egli stesso il ricovero in una clinica per alienati non sono riconducibili a una sola patologia, a un solo caso. Vi è un probabile tentativo di suicidio (non comprovato); una serie ripetuta di allucinazioni auditive; una forma di malinconia piuttosto grave che tuttavia non gli impediva la frequentazione degli amici o dei conoscenti. Quanto alle cause di questa instabilità emotiva: una malattia venerea contratta in gioventù; l’alcolismo; un probabile bipolarismo in una fase acuta e senza ritorno. Ancora frammenti, ciascuno con una sua verità.
Le lettere dal manicomio di Endenich, qui tradotte e raccolte nel loro insieme per la prima volta in italiano, sono semplicemente uno dei frammenti di quell’immagine distrutta.
“Che gioia, amata Clara, mi hai portato con la tua lettera e con il ritratto. La mia fantasia è stata molto scombussolata nelle molte notti insonni; solo ora ti rivedo nei tuoi tratti nobili e veri. E che tu scriva dei nostri parenti e dell’attitudine musicale di Julie mi ha reso felicissimo di cuore. E così anche per quello che scrivi di Brahms e Joachim e delle composizioni di entrambi.”
Robert Alexander Schumann è nato a Zwickau nel 1810 e morto a Endenich nel 1856. Pianista e compositore, è stato tra i massimi esponenti del romanticismo musicale tedesco.
Filippo Tuena è nato a Roma nel 1953. A Schumann ha dedicato una pièce teatraleFantasmi di Schumann a Manhattan e un romanzo Memoriali sul caso Schumann (Il Saggiatore, 2015).
Anna Costalonga, nata a Milano, vive a Berlino e Lipsia. Oltre che traduttrice, è giornalista musicale.
LA COLLANA - PICCOLA BIBLIOTECA DI LETTERATURA INUTILE
L’energia intellettuale che da sempre caratterizza la città di Svevo, Saba, Bazlen e Stuparich, per una nuova editoria di cultura, intel­ligente e attenta alle esigenze dei lettori più raffinati.
La Italosvevo rinasce con una nuova collana di volumetti intelligenti e anticonvenzionali per contenere quel­la letteratura, di grande tradizione italiana, che non appartiene alla narrativa e difficilmente trova spazio nelle case editrici. Volumi di piccolo formato molto cura­ti nella veste grafica, copertina in brossura su carta di pregio con lunghe bandelle, ri­legatura filo refe, tagli laterali in tonso. Con questo nuovo progetto editoriale Italosvevo vuole catalizzare l’energia culturale che nasce dalla storica tradizione letteraria di Trieste e che tuttora ne fa una delle città più attive e ferventi, per esportarla in tutto il Paese. Il progetto della Italosvevo, rilevata Alberto Gaffi, la cui direzione editoriale è affidata a Giovanni Nucci, è di andare a cogliere questo fermento là dove storicamente è sempre, con una produzione letteraria particolarmente vivida, colta, intelligente e raffinata. Con un occhio di riguardo alla realtà triestina, pubblicando però indistintamente autori italiani e, se necessario, stranieri.
La collana «Piccola biblioteca di letteratura inutile» si muoverà negli spazi del reportage, delle divagazioni letterarie, divertissement, pamphlet, testi di letteratura filosofica o di saggistica dissacrante, brevi scritti morali. Nel segno della riflessione e della critica, dall’attenzione e dell’intelligenza, del sarcasmo e dell’ironia. La grafica curata da Maurizio Ceccato è moderna pur seguendo i dettami della grafica editoriale di più chiara tradizione.  I volumi finora usciti sono: Trittico di Hans Tuzzi, Piccolo dizionario delle malattie letterarie di Marco Rossari, Un ossimoro in lambretta. Labirinti segreti di Giorgio Manganelli di Patrizia Carrano, Sulla Poesia di Giorgio Caproni a cura di Roberto Mosena, Editori vicini e lontani di Cesare De Michelis, E due uova molto sode di Giovanni Nucci, Non è una questione politica di Alfonso Berardinelli, Il carteggio Bellosguardo di Valerio Aiolli, Il trequartista non sarà mai un giocatore completo di Gianvittorio Randaccio.


www.gaffi.it                                            www.italo-svevo.it

18/09/17

Kamasi Washington - "Truth" (VIDEO) - La forza vitale.




Il grande jazzista d’avanguardia Kamasi Washington ha inserito questo brano “Truth” come sesto movimento da Harmony of Difference, un nuovo EP pubblicato da pochissimi giorni. . 

Ad accompagnare il nuovo brano di tredici minuti intitolato “Truth”, un film del celebre regista A.G. Rojas che potete vedere qui in testa.

Il brano di Kamasi Washington è una esperienza totale, come il video è un'esperienza totale. 

E' confortante che ancora l'espressività umana sia capace di questo, e tutti dovremmo rallegrarcene. 

Truth - elaborazione geniale di un motivo di Duke Ellington - è la sintesi della forza vitale, della forza interiore.  L'armonia della differenza alla quale si riferisce Kamasi è la ricchezza stessa della vita che si fa non solo e non tanto esperienza, sperimentazione, ma iniziazione. 

Collezioniamo vite fatte di ricordi ed esperienze sensoriali, ma non sappiamo organizzarle, né valorizzarle. Tutto resta ad un livello epidermico e svanisce in fretta nel nulla. 

Invece, soltanto quello che va e resta nel profondo ha senso e fa crescere. 

La nostra vita vale la pena di essere vissuta soltanto per questo: perché è scoperta che resta: tutto quello che resta fa evolvere verso strati di maggiore consapevolezza, e la consapevolezza porta vera gioia interiore. La gioia - non soltanto di essere al mondo, ché tutti ne sono capaci dai girasoli ai maiali nel cortile - ma di sentire (non di pensare) su se stessi il cambiamento evolutivo, la ricchezza raggiunta, il cambiamento profondo del proprio essere. 

Fabrizio Falconi

15/09/17

"Viviamo nell'età della rabbia" - dal 29 settembre al 1 ottobre il Festival di Internazionale a Ferrara.





Oltre 250 ospiti provenienti da 40 paesi e da 4 continenti per 250 ore di programmazione e 130 incontri. 

Questi i numeri del programma di Internazionale a Ferrara che e' stato presentato nella sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Filo conduttore di questa edizione e' la prospettiva intesa come lungimiranza e opportunita', una risposta ai moti xenofobi, ai populismi e ai nuovi protezionismi, sintomi di un affanno della politica a fare fronte ai grandi mutamenti sociali

Per tendere verso un`informazione corretta; per leggere gli eventi in corso senza paura, immaginando soluzioni rispettose dei diritti umani; per individuare modelli economici piu' inclusivi, serve la giusta distanza. 

"Anche quest`anno la citta' di Ferrara si trasformera' per un fine settimana nella piu' grande redazione al mondo - ha dichiarato Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale - Il mondo del nostro logo quest`anno ha un cannocchiale, per cercare una direzione, mettere in prospettiva le cose, guardarle dalla giusta distanza per vedere non solo crisi ma anche le possibili soluzioni". "

Grandi ospiti da tutto il mondo: da Angela Davis, femminista ed ex militante del partito comunista statunitense a John Lewis che nel 1963, insieme a Martin Luther King organizzo' la grande marcia su Washington al termine della quale fu pronunciato il celebre discorso "I have a dream". Appuntamento, come ogni anno, con giornalisti, scrittori e fotoreporter da ogni continente: dallo scrittore siriano Khaled Khalifa alla reporter colombiana Marta Ruiz, dall`inviato iracheno Gaith Abdul-Ahad all`attivista di origine eritrea Meron Estefanos, fino a Shane Bauer che, nell`anno del risveglio dei nazionalismi e del razzismo istituzionalizzato, sotto copertura si e' infiltrato nei movimenti paramilitari di estrema destra americani. 

Emblematico l`incontro conclusivo del festival, intitolato "L`Eta' della rabbia" dal libro dello scrittore indiano Pankaj Mishra che dialoghera' con lo statunitense Adam Shatz e lo studioso francese Olivier Roy. 

14/09/17

Disfacimento di un Mandala - Una metafora fortissima della nostra vita.





Questo video l'ho girato ieri al Maxxi di Roma dove era previsto l'epilogo canoro e il disfacimento dell'opera di Bruna Brunamonti: un Mandala di grandi proporzioni realizzato in oltre due mesi di minuzioso lavoro con la disposizione sul pavimento del museo, secondo un andamento circolare, legumi e cereali, fino a formare una svastica sinistroversa caratterizzata da una miriade di forme e sfumature di colore. 

Una operazione complessa e delicatissima realizzata da Bruna Esposito insieme a Simone Cametti, Paola d’Agnese, Roberta De Lazzari, Cristina Falasca, Lorenzo Kamerlengo. 

Il video testimonia il momento nel quale l'artista ha proceduto a disfare l'opera con le sue stesse mani.

Poco prima cantori avevano interpretato nel silenzio della sala “e così sia…” (2001) un pezzo di Andries van Rossem su poema di Paola d’Agnese.

Il disfacimento di un Mandala è sempre un momento denso di emozioni. Per noi occidentali, così disabituati al distacco, drammatico.

Per i monaci tibetani, invece, il disfacimento di un Mandala è il semplice significato racchiuso del senso stesso dell'esistenza.

Come ogni cosa umana, su questa Terra, anche lo sforzo titanico di un Mandala, di dare ordine al mondo, finisce in polvere. 

La polvere viene raccolta in un'urna dispersa nell'acqua. 

Ogni Mandala è un esercizio al distacco.  A distaccarsi da ogni cosa terrestre, da ogni cosa, dal possesso, da ogni relazione, da ogni legame. 

Ogni cosa, come tutto, finisce. 

E ieri, mentre osservavo la perfezione di quell'opera, prima che iniziasse la distruzione, pensavo a quanta armonia, quanta bellezza essa conteneva. Eppure, ogni cosa, ogni relazione costruita dall'uomo con tanta pazienza, con tanta dedizione, con tanta cura, con ogni amore, finisce nel caos.  

Colpisce anche la enorme sproporzione dei tempi: ci sono voluti 2 mesi di lavoro continuo, di sei persone che si sono alternate, per costruire e realizzare. 

Ci sono voluti solo pochi minuti per distruggere tutto. 

E' così che vanno le cose qui.  

La bellezza del Mandala è ora in un'altra dimensione della testa e del cuore, in un'oltre-vita che nessuno conosce e nessuno può attraversare.

Fabrizio Falconi












13/09/17

Pontormo, Rosso Fiorentino, Michelangelo: Dal 21 a settembre una grande e importante mostra a Palazzo Strozzi a Firenze.




Dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018 Palazzo Strozzi ospita Il Cinquecento a Firenze, una straordinaria mostra dedicata all’arte del secondo Cinquecento a Firenze che mette in dialogo opere di artisti come Michelangelo, Andrea del Sarto, Rosso Fiorentino, Pontormo, Bronzino, Giorgio Vasari, Santi di Tito, Giambologna. Ultimo atto d’una trilogia di mostre di Palazzo Strozzi a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014, la rassegna celebra una eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale, la seconda metà del Cinquecento a Firenze, in un confronto serrato tra “maniera moderna” e controriforma, tra sacro e profano: una stagione unica per la storia dell’arte a Firenze, segnata dal concilio di Trento e dalla figura di Francesco I de’ Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa.

La mostra comprende oltre settanta tra dipinti e sculture, espressione della temperie culturale di quel tempo. Lungo le sale di Palazzo Strozzi si troveranno a dialogare, in un percorso cronologico e tematico allo stesso tempo, opere sacre e profane dei grandi maestri del secolo come Michelangelo, Pontormo e Rosso Fiorentino, ma anche di pittori quali Giorgio Vasari, Jacopo Zucchi, Giovanni Stradano, Girolamo Macchietti, Mirabello Cavalori e Santi di Tito e scultori come Giambologna, Bartolomeo Ammannati e Vincenzo Danti, solo per nominare alcuni di coloro che furono coinvolti nelle imprese dello Studiolo, della Tribuna e nella decorazione delle chiese fiorentine secondo le indicazioni conciliari. Artisti capaci di giocare su più registri espressivi mediando la propria formazione, avvenuta sui grandi maestri d’inizio secolo, con le istanze di un mondo che affrontava un complesso cambiamento verso l’età che sarebbe stata di Galileo Galilei, aperta a una nuova visione sia della natura sia dell’espressione artistica di respiro europeo.


La mostra è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi con Arcidiocesi di Firenze, Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto-Ministero dell’Interno, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, con il supporto di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana, e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Main sponsor Gruppo Unipol.


12/09/17

Ritrovare lo "sguardo bambino" - Dal 21 al 25 settembre "Torino Spiritualità"




Cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni, letture e spettacoli per mettere a confronto coscienze, fedi, culture e religioni. È Torino Spiritualità, che – dal 2005 – è il luogo in cui cercare il significato profondo del nostro tempo e del nostro agire. Con il tema della XIII edizione (21-25 settembre)PICCOLO ME, il festival propone di indagare le tracce d’infanzia presenti ancora nell’età adulta, da recuperare per vivere pienamente. È un invito a “diventare bambini”, come dice il sottotitolo, per ritrovare una dimensione mai perduta bensì sempre presente come tensione che attraversa l’essere umano. C’è uno sguardo da recuperare nella memoria, in cui si intrecciano sorpresacuriositàtimidezzafragilitàpaurapassionemeravigliasperanzatenerezza. Un modo per farlo è ascoltare le storie raccontate nei reading e spettacoli in programma.

Lo sguardo appassionato di chi si lascia coinvolgere con mente e corpo.
Il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, eccellenza del teatro internazionale, porta al festival Open Program con due performance capaci di far “diventare bambini”: sonoIncontro Cantato / Open Choirmartedì 19 settembre, 18.30 al Circolo dei lettori e Le Parole Nascoste / The Hidden Sayings mercoledì 20 settembreore 18.30 alla Chiesa di San Filippo Neri.
(È Aspettando Torino Spiritualità, l’antemprima del festival a ingresso libero)

Dell’occhio sorpreso di un bambino.
È Momo, protagonista di La vita davanti a sé di Romain Gary, capace di catturare la complessità del mondo. Questo romanzo, toccato dalla grazia, diventa un reading con protagonista l’attoreSilvio Orlandogiovedì 21 settembre ore 21 al Teatro Carignano. Insieme al Belleville Quartet di Simone Campa, prende vita sul palco la variopinta e vitalissima sarabanda del quartiere parigino dove la storia è ambientata. (Ingresso € 18, Ridotto Amici di Torino Spiritualità € 12)

Di speranza quando tutto crolla.
Luigi Lo Cascio porta in scena il romanzo del premio Pulitzer Cormac McCarthy, La stradaVenerdì 22 settembre, ore 21 al Teatro Carignano, la storia di un mondo esausto in cui solo i più piccoli sanno ancora portare un po’ di luce. Le sonorizzazioni sono di G.U.P. Alcaro, la produzione di il Circolo dei lettori(Ingresso € 15, Ridotto Amici di Torino Spiritualità € 10)

La speranza è anche al centro di Non ci è concesso lasciare il mondo così com’è, il reading che racconta la coraggiosa storia di Janusz Korczak, medico ed educatore dalla parte dei bambini, vissuto in una Varsavia densa di presagi nazisti. Con Gabriella CaramoreSax Nicosia e l’Orchestra Beethoven della Scuola Popolare di Musica sul palco del Teatro Carignanosabato 23 settembreore 18.30(Ingresso € 5)

Di sguardi fragili e spaventati.
In Il mare è un grembo, l’inviato di “La Stampa” Domenico Quirico – insieme all’attrice e regista Elena Ruzza – racconta il viaggio di chi cerca di raggiungere una riva sicura e lo spaesamento di chi si trova depositato in una terra che non conosce e deve scoprire e decifrare tutto. Lo spettacolo è sabato 23 settembre, ore 21 al Teatro Gobetti(Intero € 8, Ridotto Amici di Torino Spiritualità € 5)

Dello sguardo capace di creare.
L’infanzia sa inventare passaggi verso mondi altrimenti impensabili. È il caso della Piccola liturgia Errante dei ragazzi dell’Atelier dell’Errore, laboratorio di arti visive progettato nel 2002 per il servizio della neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia, dell’artista Luca Santiago Mora che li guida, e delle loro creature zoomorfe, disegni, performance, oracoli e profezie. Al Teatro Gobettidomenica 24 settembreore 15.30, una creazione teatrale straordinaria.

A noi vivi! Il Paradisodomenica 24 settembreore 16.30 al Teatro Astra, un’esperienza ludico-formativa per i piccoli, una ricerca del paradiso perduto (eppure riconquistabile) per gli adulti.

Fudendaiko, i tamburi del Monastero di Fudenji. E migliaia di bodhisattva emersero dalle viscere è invece la performance che celebra i cinquant’anni dello Zen Soto in Europa. Domenica 24 settembreore 18.30 al Teatro Gobetti suonano i tamburi che rappresentano la voce del Buddha che chiama i fedeli ad ascoltare il Dharma. (Ingresso € 5)

E ancora, in programma, lo spettacolo tratto da Qualcosa (Longanesi) di e con Chiara Gamberale, sull’incapacità tutta adulta di non accettare i propri limiti. Insieme alla scrittrice, ancheEmanuele Trevi e l’attore Marcello Spinetta, mentre Luciana Littizzetto è presente “in voce”, domenica 24 settembreore 18.30 al Teatro Carignano(Ingresso € 8, Ridotto Carte Plus del Circolo dei lettori € 5, Gratuito per gli Amici di Torino Spiritualità)

Infine, di tenerezza e commozione.
Un altro immaginario da scoprire è quello delle ninne nanne, romanze e cantigas della tradizione ebraica orientale proposte dal soprano Natalie Lithwick e dal musicista Adel Salameh. È lo spettacolo Mia figlia, mia cara, amen amenlunedì 25 settembreore 21 al Circolo dei lettori.

La biglietteria è al Circolo dei lettori (Via Bogino 9), dalle 9.30 alle 21.30 tutti i giorni eccetto la domenica. I biglietti anche sono acquistabili online su Vivaticket.



Programma completo: www.torinospiritualita.org