29/07/16

Il Logogrifo di Athanasius Kircher - Un articolo di Federico Mussano.




Athanasius Kircher interpretò l’enciclopedismo seicentesco in modo eclettico: fu uno dei maggiori personaggi del tempo emanando un fascino che viene rilevato anche oggigiorno, prova ne sono gli scritti che continuano a essergli dedicati

Qualche anno fa uscì “Vita del Reverendo Padre Athanasius Kircher – autobiografia” a cura di Flavia De Luca (La Lepre Edizioni) che ricorda come, alla base dell’incontro con l’erudito gesuita, ci sia stata la sua frequentazione del Liceo Classico Visconti, ospitato nel Collegio Romano in cui Kircher visse dal suo arrivo a Roma fino alla morte.

Recentemente Fabrizio Falconi ha pubblicato I fantasmi di Roma” (Newton Compton) con un capitolo dedicato al Kircher e alla vicenda del corpo sparito.  

Altrettanto sparito sembra il ricordo, anche da parte degli appassionati di giochi di parole in prospettiva storica, di alcune sfaccettature dei suoi interessi enigmistici (coordinati al più generale interesse del gesuita per il linguaggio e gli alfabeti ermetici ed esoterici): un’azione di recupero di questa memoria è cominciata a gennaio per opera del Leonardo (il trimestrale dell’Associazione Rebussistica Italiana) che ha mostrato un logogrifo musicale (da denominare rebus a tutti gli effetti, secondo l’odierna terminologia) composto da Kircher con il titolo diLogogriphus musicus in forma Canonis hypertriti, contrario motu” e con la soluzione “FAma LAteRE nequit MIcat VT SOL inclyta virtus”. 

Questo gioco non è incluso nelle tre opere da sempre considerate il riferimento degli studi sul Kircher legato agli enigmi e alle scritture crittografiche (Oedipus Aegyptiacus, Artificium cryptographicum, Polygraphia), è invece nella Musurgia universalis in cui notiamo anche un curioso utilizzo degli scarti iniziali progressivi per spiegare il fenomeno acustico dell’eco! 

Passiamo da un religioso all’altro, dal gesuita Kircher al carmelitano Zanetti, vice priore della Chiesa dei Carmini a Venezia e amico di Goldoni. Lo abbiamo già incontrato su queste pagine a marzo, nella panoramica sul logogrifo de La casa nova decifrato nel 1893 (qualche anno dopo il tentativo di farlo risolvere da dodicimila lettori, tanti ne contava Il Pungolo della Domenica) dal giornalista Valeri con la soluzione “Marmontel / Roma; mar, monte; arom; L” poi rivista in “Virginio Zanetti / Viterbo; bagni; olii; T” da Giorgio Padoan. 

Al di là delle altre ipotesi presentate a marzo, si possono rivisitare alcune supposizioni di Padoan (la errata lettura della L e l’identificazione in Zanetti del destinatario) ritenendo di posizionare la lettera che «tu aggiugni a quel che avanza» accanto alla base del logogrifo così da ricavare “fra Virginio Zanetti; S / Avignone; ferragosto; fragranze”.

Continua così l’attenzione verso il Goldoni enigmista: non solo solutore (suo un sonetto del 1761 che, come scrisse A.G.Spinelli, «spiega un indovinello dato dalla Gazzetta di Venezia») ma anche autore di anagrammi del proprio nome (rettifichiamo quello che a marzo avevamo definito anagrammoide: in realtà La bella verità mostra un anagramma, Loran Glodoci, così come con Aldinoro Clog e Calindo Grolo si entra in un mondo anagrammatico che coinvolge anche Francesco Grisellini e Domenico Lalli) e di enigmi (Il medico olandese mostra l’indovinello doppio sulla speranza e il timore).



Federico Mussano 
tratto da Leggere Tutti, n.105 luglio-agosto 2015


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