14/07/16

Dal 21 luglio riapre, dopo un lungo restauro, il Carcere Mamertino. Dagli scavi emergono 3 scheletri e il Limone più antico del Mediterraneo !



"La sensazione e' la stessa di alcuni luoghi della Terra Santa, importanti non solo per la storia o una religione. Ma per il genere umano". 

Cosi' Francesco Prosperetti, Soprintendente per l'Area archeologica di Roma, racconta il Carcer Tullianum, meta tra le piu' sacre al Cristianesimo perche' qui tradizione vuole che vennero incarcerati San Pietro e San Paolo, ma anche luogo piu' nero della storia di Roma, dove "per oltre un millennio si facevano sparire i nemici della citta"'. 

Grazie alla "grande collaborazione" con l'Opera RomanaPellegrinaggi (che gestisce il sito e che insieme alla Confraternita dei Falegnami e' tra i tre "padroni di casa"), il Carcer, noto anche come Carcere Mamertino, riaprira' al pubblico il 21 luglio dopo un anno di chiusura con un nuovo percorso museale, restaurato e soprattutto dopo tutte le scoperte dell'ultima di tre campagne di scavo, finanziata da Soprintendenza ("300 mila euro") e ORP ("800 mila") con il contributo di Intesa San Paolo e LSGI. 

La prima bellissima sorpresa e' la "piu' antica Madonna della Misericordia mai rinvenuta a Roma, per di piu' proprio nell'anno del Giubileo della Misericordia", racconta Monsignor Liberio Andreatta, vice presidente dell'ORP. 

E' venuta fuori da un affresco parietale di cui si scorgono ancora i colori e che gli studiosi datano al XIII secolo d.C. 

Ma andando "giu"' uno dopo l'altro ecco riemergere i tanti anelli di una storia lunga quasi 3 mila anni, per un'aera che nasce nell'VIII secolo sulla Rupe Tarpea con le mura di contenimento del Campidoglio, poi diventa luogo sacro nel V a.C sulle acque della fonte Tulliana (oggi ben visibile), cresce con i primi ambienti per recludere i nemici politici, viene monumentalizzata nella prima eta' imperiale, poi torna luogo di culto, questa volta cristiano, nell'VIII d.C, come testimoniano le "lampade e i resti della Chiesa di S. Pietro" ritrovati, racconta il direttore archeologo per l'Area di Roma, Patrizia Fortini

O la cattedra del IX secolo e gli affreschi in cui ancora si riconoscono tante mani di fedeli (XI-XIV secolo), fino alla Chiesa della congregazione dei Falegnami del 1540

Ma scavando "quasi per miracolo - racconta l'archeologa - in un'intercapedine tra il portico moderno e la facciata antica abbiamo trovato anche gli scheletri di tre corpi: un uomo, ucciso con un colpo in testa e le mani legate; una donna e una bambina. Le analisi dicono che sono del IX-VIII a.C". 

 E poi ecco le offerte di un rito votivo, "con il piu' antico limone mai ritrovato nel Mediterraneo - dice la Fortini - Semi e polpa fresca, che le analisi al radiocarbonio datano al 14 d.C." e che potrebbero finalmente fissare una data precisa per l'inizio dei lavori della nuova facciata, "non sotto Nerone, ma con Augusto".

 E ancora ecco "i resti delle ceramiche di una fornace del XIII, che a Roma non erano ancora mai state trovate". 

 Il nuovo allestimento ha ora restituito la forma circolare dell'ambiente assunta nel Medioevo. Il Museo raccoglie i reperti trovati e le nuove visite, con tanto di tablet, racconteranno le loro implicazioni storiche, con anche le ricostruzioni degli ambienti originali. Dal 21 luglio, poi, sara' attivo il nuovo varco per il Foro Romano dal lato del Campidoglio (disponibile un biglietto unico per Carcer e area archeologica) sottolineando "quanto tutta questa area fosse connessa". 

Ma le sorprese non sono finite. Ora, conclude la Fortini, "ci sarebbe da scavare tutto il lato verso le scale Gemonia. Li' sotto ci deve essere ancora il passaggio originario al Foro, con le scale volute da Augusto".

fonte Daniella Giammusso per ANSA

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