05/01/16

Pubblicati i Quaderni neri di Heidegger: Donatella Di Cesare: "serve riflettere e non fuggire".



All'indomani della pubblicazione dei "Quaderni neri" qualcuno si e' accanito a difendere i testi di Martin Heidegger; qualcuno ha girato le spalle al filosofo tedesco e qualcun altro ha adottato la terza via: riflettere. 

E farlo anche sulla "coscienza infelice", quella che deriva dalla riconoscenza dell'allievo verso il maestro. 

E' questo il caso di Donatella Di Cesare, che dopo "Heidegger e gli ebrei" del 2014, lo scorso novembre ha dato alle stampe "Heidegger & sons", titolo che richiama la "ditta" costituita da soci ed eredi dell'autore di "Essere e tempo", ma anche da investitori in fuga: esemplare il caso di Gunter Figal, autore di cinque libri e numerosi articoli sul filosofo, dal 2003 al 2015 presidente della fondazione Heidegger, che ha improvvisamente dichiarato "la fine dell'heideggerismo". 

Poco amata dalla famiglia Heidegger, e soprattutto dal figlio del filosofo, Hermann (custode a quanto pare poco disinteressato della proprieta' intellettuale del padre), anche Di Cesare nel marzo 2015 si e' vista costretta a lasciare la fondazione (dal 3 marzo vive sotto scorta per le minacce subite dall'estrema destra), senza per questo "diseredarsi", neanche dopo quella che lei stessa definisce la "tempestosa resa dei conti" con il filosofo di Messkirch, che nei suoi Quaderni e' arrivato a sostenere l'aberrante tesi dell'autoannientamento degli ebrei

Di Cesare non fa l'avvocato difensore del filosofo, ma non ama i rottamatori: "Il 'caso Heidegger' e soprattutto la pubblicazione dei Quaderni neri hanno fatto emergere un fenomeno altrimenti inconsueto nella filosofia, quello dell'incursione del rottamatore che si presenta nell'agorà non per discutere, bensì per fare piazza pulita. A questo scopo ha bisogno che tutto sia bianco o nero. Il terzo e' escluso, cosi' come e' escluso quel chiaroscuro che e' il luogo in cui, sopportando l'indecisione e la domanda aperta, soggiorna e si sofferma la filosofia".

 Hans Georg Gadamer, che di Heidegger fu allievo, avrebbe detto che "il comprendere e' l'originario modo di compiersi dell'esserci". 

 Ma la tentazione di proscrivere Heidegger e' molto diffusa e Di Cesare mette in guardia da che potrebbe essere una facile scappatoia: "La filosofia tedesca, incapace di uscire dal cono d'ombra proiettato dal suo pensiero, prova a demolirne la figura. Cosi' diventa molto piu' facile cancellare con un colpo di spugna non solo Heidegger, ma anche il passato recente che pesa sempre di piu': la fine dell'ebraismo tedesco, le leggi di Norimberga, la Shoah"

 Hannah Arendt, che di Heidegger fu allieva e amante, dopo l'adesione del filosofo al partito nazista e l'elezione a rettore nell'ateneo di Friburgo (mentre lei fuggiva prima di essere rinchiusa nel campo di internamento di Gurs) dira' di lui che e' un "potenziale assassino"

Questo non le impedisce, a guerra finita, tornata in Europa da New York, di incontrarlo di nuovo e fare marcia indietro sui suoi giudizi. 

Ma dal dopoguerra fino alla morte, avvenuta nel '76, Heidegger non ha mai pronunciato una parola di condanna della Shoah e dopo la pubblicazione dei Quaderni neri e' chiaro che la sua non era la posizione di un antipolitico per scelta, di cui si servi' persino il suo allievo Herbert Marcuse, il cui "L'uomo a una dimensione" fu "la rilettura in chiave rivoluzionaria di 'Essere e tempo'", spiega Di Cesare

L'autrice definisce quello di Heidegger un "antisemitismo metafisico", accentuandone cosi' la gravita'. 

Del resto il filosofo "ha aderito al nazismo per convinzione - scrive Di Cesare - muovendo dal suo pensiero. Percio' si e' trattato, non di un 'errore', bensi' di un rapporto lungo, profondo, complesso che non si e' esaurito con la fine della guerra". 

 E qui Di Cesare avverte che i Quaderni neri sono motivo per meditare non solo sull'antisemitismo del passato, ma anche su quello a venire". E intravede tracce di razzismo laddove le parole giocano a nascondersi: "Il neoantisemita non scrive sui muri 'morte agli ebrei', ma parla del 'business della Shoah'". 

DONATELLA DI CESARE 
"HEIDEGGER & SONS" 
BOLLATI BORINGHIERI 
PP.148, 13 EURO

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