22/09/14

Lo spaventoso "Pozzo del Merro", alle porte di Roma, l'abisso più profondo del mondo.





Tra le storie di fantasmi contemporanei a Roma ci sono quelle che riguardano le incredibili cavità sotterranee che soggiacciono non solo al territorio urbano, ma anche a quello immediatamente extra-urbano. 

Si tratta di luoghi spaventosi e affascinanti, come il Pozzo del Merro, un pozzo naturale noto sin dai tempi della Roma Antica, simile per morfologia ai cenotes messicani, sito nella campagna del Lazio, nel comune di Sant'Angelo Romano.

In mezzo ad una fitta vegetazione compare quasi dal nulla questa cavità che si presenta come un cratere, sul fondo del quale la proliferazione di alghe superficiali nasconde l’esistenza di un laghetto. 

La particolarità, davvero incredibile è che, si tratta realmente di un pozzo senza fondo: le più recenti esplorazioni, dapprima da parte di speleologi subacquei (che ha permesso il recupero di reperti risalenti al Giurassico), poi con l’ausilio di sofisticati robot, ha stabilito che la profondità del Pozzo del Merro eguaglia e supera l’equivalente dell’altezza della Torre Eiffel: le rivelazioni compiute dai tecnici dell'Università di Tor Vergata, infatti, parlano di circa 400 metri (392 metri per l’esattezza), che è il limite massimo a cui le misurazioni sono giunte, il che ne fa la cavità naturale più profonda del mondo.

Il fondo, però, sottolineano gli esperti, non è stato ancora raggiunto. Ovvio che un luogo così affascini geologi e speleologi di mezzo mondo, e i naturalisti che hanno l’occasione di scoprire e analizzare le forme di vita che riescono a vivere a profondità così assolute.

Di cavità così, anche se non con profondità record come quella del Merro, ne esistono molte a Roma.

Una delle più famose, nel tessuto urbano, è il cosiddetto Abisso Charlie, scoperto dallo speleologo Carlo Pavia nel 1992 (2), che si trova al di sotto della collinetta tufacea di Villa Glori, dove esiste un grande pozzo nel quale gli antichi romani gettavano degli ex voto, dal cui stretto ingresso nascosto tra le sterpaglie vicino ai resti di un tempio si accede ad una cavità, per gran parte occupata da acqua, che scende fino a 50 metri e oltre di profondità.

L’esistenza di questi cenotes romani ha partorito o giustificato la presenza di numerosi racconti di fantasmi fioriti intorno al mito di luoghi che sembrerebbero mettere in comunicazione direttamente con il mondo dei morti o degli inferes.   





Fabrizio Falconi  (C) - riproduzione riservata - materiale  tratto da I Fantasmi di Roma. 

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