24/08/13

I nomi, le cose - di Fabrizio Falconi




I nomi, le cose

Gelidi rimpianti
amorevoli degradazioni
tutto comincia così
rosseggia l'albero di cemento
allunga le sue vene
                           dissotterrate
aspetta un vecchio segnale
la radura, un battito di mani
una spoglia
un campo di riso seccato
                           è il suo cuore
che non sverna e
non si rinfresca

deserti luoghi, lugubri coscritti
il passo non s'adegua
s'invelenisce il frutto
scoppia e scolora l'imbrunire

attimo per attimo
il conto delle cose
si perde,

anche se
nulla appare invano

tutto sfiorisce
nel contorno dell'ombra
e solo la tua linea
del collo e dello sguardo
propone un nome alle cose
assegna loro un posto
nell'ordine concreto
della divina sopravvivenza.


Fabrizio Falconi © (Milano, febbraio 2011, inedito)

16/08/13

Four russians (Quattro russi) di Fabrizio Falconi - traduz. di Lynne Lawner.




Four russians 


Four Russians
at a concert of Beethoven
out of breath,
hair cut short.
Why were you crying?
and most important why did he,
with white transversal lines
going everywhere,
avoid your hook of a glance
supplicant, proud and final,
pretending he was listening
to nothing but the complex
ascendance to glory that the quintet made?
(traduz. di Lynne Lawner)

testo originale:

Quattro russi

Quattro russi
al concerto di Beethoven,
respiro di affanno
capelli corti.
Perché piangevi ?
E soprattutto perché
- linee bianche trasversali
dappertutto -
lui, ignorando  il tuo sguardo a uncino
supplicante, fiero e finale,
fingeva di seguire soltanto
la complicata ascesa
alla gloria, del quintetto ?

da L'ombra del ritorno (1996).

14/08/13

A swarm of thoughts - di Fabrizio Falconi (traduz. Lynne Lawner).




A swarm of thoughts


A swarm of thoughts
dissipates in a flash,
from multiple orations of pallid,
sunken hours
dawn emerges,
as usual the windiest time—
shrugged shoulders,
a calm awakening—
the phantasm’s axe far off;
calmly I go sit down
on an azure armchair in the empty house.

Within the messy drapery of sky
no snow falls, no bird flies:
merely a thread of white smoke.

The game of dominos that objects play around us lacks one
piece—the very one you moved,
as left hanging the air
was your incipient laughter.

(traduz. di Lynne Lawner)

testo originale:

La messe di pensieri

La messe di pensieri
dipana improvvisa, tra molte
orazioni di ore pallide
e sommerse, una: all'alba,
come sempre,
nell'attimo più ventoso
uno scrollare di spalle,
quieto risveglio
al riparo dalla scure dei fantasmi;
quieto nella casa vuota
venni a sedermi sulla poltrona azzurra.

Nel drappo disadorno
del cielo, senza neve
o senza uccelli
un solo filo di fumo bianco.

Nel dominio degli oggetti
intorno, manca un pezzo: quello
che tu spostavi,
in un inizio di riso
lasciato a risplendere nell'aria.

da L'ombra del ritorno (1996).




13/08/13

Folgoranti citazioni dal "Dell'amore" di Stendhal.






Niente è interessante quanto la passione, perché tutto è imprevisto, e colui che agisce è anche quello che subisce. Niente è piatto, quanto l'amore-gusto dove tutto è calcolo come in tutti gli affari prosaici della vita.
(p.201)

A Roma, a causa del poco interesse degli avvenimenti di ogni giorno, a causa del sonno della vita esterna, la sensibilità si accumula a favore delle passioni.
(p.122)

ciò che è accidentale fa molto in amore.
(p.260)

Non si può arrestare l'amore se non agli inizi. 
(p.107)

si è quel che si può, ma si sente quello che si è.
(p.80)

a meno che non si tratti di una passione nata poco a poco e nella prima giovinezza, una donna di spirito non ama mai a lungo un uomo comune.
(p.87)

ci sono due disgrazie al mondo: quella della passione contrastata e quella del vuoto assoluto.
(pag.70)

citazioni tratte da Stendhal, Dell'amore, ediz. Garzanti, 1982, traduz. Maddalena Bertelà.

12/08/13

In viaggio con la zia - di Graham Greene. Una riscoperta.





Mi piace andare controcorrente. Mi piace rileggere vecchi libri che nessuno legge più. E qualche volta anche libri di autori considerati snobisticamente troppo popolari, troppo di successo. 

Graham Greene (1904-1991) è uno scrittore meraviglioso.  Che, un po' come accadde a William Somerset Maugham o a Simenon, capitò in vita l'accidente di avere molto, molto successo. 

Cosa che, per la critica militante e benpensante dell'epoca, era imperdonabile. 

Greene ha venduto milioni di copie di libri in tutto il mondo, tradotti in ogni lingua. E quasi ogni suo romanzo, dei molti che ha scritto, sono diventati film e a loro volta grandi successi al cinema. 

E' accaduto anche a In viaggio con la zia, scritto nel 1969 e divenuto un grande successo internazionale con il film girato da George Cukor nel 1972 per la MGM che aveva come protagonista la grande Maggie Smith.

Come è accaduto a Maugham e a Simenon (ma un po' più a rilento rispetto a loro), anche per Greene è cominciata l'epoca della riscoperta. 

La scrittura facile di Greene, non è mai facile

E come sa bene chi scrive, scrivere bene facile è molto, molto più difficile che scrivere difficile (o complicato). 

Greene possedeva un talento naturale per la leggerezza (che non è mai superficialità).  Ha scritto romanzi importanti e di argomento molto serio e storie apparentemente più esili o divertenti, a cui apparterrebbe anche In viaggio con la zia. 

Che riletto oggi è però, un grande romanzo. 

Un romanzo nel quale il puro divertimento della lettura  si unisce all'intelligenza, alla sagacia, alla comprensione profonda delle leggi umane. 

Il pretesto è noto: Greene mette al centro di questa storia  la zia Augusta (modello neanche tanto nascosto della Zia Mame del recente romanzo che ha avuto successo notevole internazionale), dama smisuratamente eccentrica, formidabile esemplare di quella galleria di vecchie anticonformiste che sono una specialità della letteratura inglese. Insieme con noi ne fa la conoscenza il cinquantacinquenne Henry Pulling, suo nipote, educato, ironico, un po' timido, e che, dopo aver trascorso una decorosa esistenza in una banca della City, già pregusta un tranquillo life-end trascorso coltivando dalie nel suo giardinetto. 

L'incontro, al funerale della madre, sconvolgerà i suoi piani: recatosi a casa della zia avrà la sorpresa di vedere l'urna con le ceneri della madre trasformata in un contenitore di marijuana; verrà poi coinvolto in uno sfrenato carosello che lo trascinerà ai quattro angoli del mondo, al seguito sempre della terribile parente, e gli farà conoscere un variegato universo di loschi trafficanti, di ragazzine hippie in via per Katmandu, di decrepiti avventurieri italici, di agenti della CIA.

Il tutto scandito da una narrazione pirotecnica, sempre brillante, che nella seconda parte del libro diventa sempre più grave e introspettiva, con il lento dipanarsi del segreto che il lettore non tarda a scoprire (prima del protagonista).

Se siete alla ricerca di un libro per l'estate (ma anche per l'inverno), non vi pentirete di aver scelto questo romanzo.  

Fabrizio Falconi

11/08/13

Libro sotto l'ombrellone: lasciate a casa le orride trilogie e portatevi dietro Conrad, Stendhal o Fitzgerald.




L'estate è la stagione dei lettori occasionali.  

Chi legge molto, di solito legge tutto l'anno.   In tanti invece, riescono a leggere soltanto d'estate. Interpretano, molti tra costoro, la lettura, come una delle forme diversive,  di divertimento o di svago.  Al pari del cruciverba, della rivista facile e dei vari compendi tecnologici che si infilano nella stessa borsa della spiaggia. 

Eppure un libro non è (solo) un diversivo. 

Un libro può arricchire - e di molto - la nostra vita reale.  Non bisognerebbe dunque sprecare l'occasione, almeno un mese all'anno, di conoscere, di crescere.  Attraverso un buon libro.

Vedo sotto la spiaggia in tanti violentarsi inutilmente con le trilogie trash o con il giallo un tanto al chilo d'importazione o fatto in casa.  E fuoriuscire da queste letture ancora più instupiditi di prima. 

Si pensa che un libro importante sia necessariamente  pesante o noioso
Ma lo dice soprattutto gente che non ha mai nemmeno provato a leggere qualcosa di un pochino più evoluto. Si tratta semplicemente di pigrizia mentale.  E come in tutte le cose simili, basterebbe cominciare, per scoprire un mondo. Per scoprire quanto ci si può arricchire. 

Provate anche con i vostri amici. Fatevi promotori dei buoni libri e della buona lettura. 

Chi legge male, di solito, vive anche male. 

Fatelo anche per loro.  Lasciate a casa, e fate lasciare a casa, o nell'ignobile dispenser dell'autogrill, il brutto seller americano, la puntatona della saga finto-medievale, il polpettone erotico a basso voltaggio. 

Portatevi dietro e consigliate all'amico di portare dietro un grande romanzo.  L'ultimo Conrad ristampato in Italia, per esempio (Il Caso, Adelphi, un romanzo straordinario dove sembra non accadere nulla e invece il lettore è risucchiato in un meccanismo narrativo perfetto), lo Stoner di John Williams (di cui, dopo un anno, si sono accorte finalmente, dopo un anno, addirittura, anche le pagine culturali di Repubblica),  La Certosa di Parma di Stendhal, Tenera è la notte di Fitzgerald. 

Vi divertirete anche, è sicuro.  Ma quando chiuderete uno di questi libri, sarete anche un uomo (o una donna) diversi. E scusate se questo è poco.  

Fabrizio Falconi


04/08/13

Notte ai Fori e il progetto del sindaco Marino. Un commento.





Avevo molte perplessità sulla chiusura dei Fori, annunciata come prioritaria nei provvedimenti del neo sindaco di Roma Ignazio Marino e della sua giunta, ma ho voluto sperimentare di persona, ieri la nuova sistemazione viaria. 

Confermo che si tratta di un provvedimento incomprensibile e del tutto velleitario. 

Tre semplici rilievi vengono subito in mente:

1. la zona è una FALSA pedonalizzazione. Bus (i più inquinanti) e taxi continuano a transitare (oltre, presumo alle auto NCC). Che senso ha ? Se si ha il coraggio, si fa una vera zona pedonale con le aiuole e il divieto per tutti.
2. Il transito per chi proviene da piazza venezia resta più o meno uguale, anche se diventa una gimcana di sensi unici e saliscendi e i tempi aumenteranno notevolmente. 
3. diventa un delirio invece per chi viene da Roma Sud raggiungere il centro, Piazza Venezia ecc. che diventerà raggiungibile solo se si possiede un motorino. Chi arriva in auto dovrà fare il giro del mondo del colle oppio (dentro orribili recinti in cemento armato innalzati a trenta metri dal Colosseo, lungo Via Labicana, tanto per rispettare il decoro di quei monumenti. 

In sostanza: è stupefacente che un tale obbrobrio sia la priorità quasi ossessiva di una giunta e di un sindaco insediatosi da 3 mesi in una città dove le emergenze, vere, reali e anche drammatiche, sono in ogni angolo.

Se davvero si voleva e si vogliono poi valorizzare gli splendori di Roma bisognerebbe avere il coraggio di varare un vero piano di pedonalizzazione, e non la solita soluzione all'italiana, puramente di immagine, che scontenta tutti e non risolve nulla.

Fabrizio Falconi

02/08/13

Mirabilia Urbis XII - Cripta dei morti di Sant'Ignazio.





Mirabilia Urbis

XII - Cripta dei morti di Sant'Ignazio

Discesa, dimenticanza di secoli
vita segreta, dentro le viscere
del tempio buio
tutti riposano in fila,
riposano i nomi
scritti col nerofumo
un ricordo una prece
un posto nell'Ordine
dei dimenticati.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.

01/08/13

Mirabilia Urbis XI - Sant'Agnese in Agone di Fabrizio Falconi.




Mirabilia Urbis

XI. Sant'Agnese in Agone

Ovunque il vento insegue
la terra in un canto sotterraneo
e terso, la morte attende
il percorso dei vivi è arte
finzione e architettura,
scende i gradini del tempo
umido e oscuro
è il ventre del passato,
su di esso altitudini
hanno lanciato inutili sfide
a rinnovare il cielo.

Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.