31/12/10

La fine e l'inizio.




la fine e l’inizio


nel limite di oggi ti vendo
una luce di passaggio, appena
apparsa nel grigio di mille stormi
migranti di nuvole

coglila

io e te non le apparteniamo
meno di quanto le appartenga
il mondo intero
e tutti i silenzi che ci sono dentro,
rinasce e muore
ogni giorno e oggi
più di ogni altro giorno

ti vendo una luce di passaggio
te la regalo, anzi
con le mani giunte
di uno che si è perso
e si ritrova nel dubbio
del mare e della promessa
ogni giorno, e anche questo.


Fabrizio Falconi - 31 dicembre 2010.


in testa: illustrazione di Carl Gustav Jung tratta da The Red Book, Il Libro Rosso, appena pubblicato in Italia da Bollati editore.

22/12/10

Il giorno più corto.


"Una lingua nuova di solito apre la strada a un cuore nuovo. Quello che accade è che un rinnovamento di pensieri e desideri provoca un rinnovamento della lingua.

Il rinnovamento è una necessità costante, poiché questa particolare novità, che non può mancare di piacere a Dio quanto l'uomo vecchio non poteva mancare di dispiacergli, differisce da quanto è nuovo nel mondo.

Le cose terrene, vedete, per nuove che siano, invecchiano man mano che durano, mentre questo spirito nuovo si rinnova tanto più quanto più dura. L'uomo vecchio muore gradatamente in noi, dice Paolo di Tarso, e si rinnova ogni giorno, e sarà perfettamente nuovo solo nell'eternità, in cui canteremo incessantemente il canto nuovo di cui Davide parla nei salmi: il canto, cioè, che scaturisce dal nuovo spirito."

Così scriveva Blaise Pascal in una lettera indirizzata a Mademoiselle de Roannez il 5 novembre 1656.

Mi sembrano parole estremamente evocative, nel giorno dell'anno che segna la nostra rinascita astronomica, cioè solare. Il buio è alle spalle. Il giorno più corto dell'anno lascia il posto ad un nuovo inizio. La luce ritorna. Il sole non è sconfitto, è anzi, come dicevano i nostri padri, in-victus. Cioè, non-vinto.

In questo re-inizio, ogni inizio è possibile. E' un invito a noi, che viviamo così frettolosamente e così sbadatamente, con così poca attenzione. Pensiamo e coltiviamo quello spirito dell'inizio, sempre. Esso, potrà generare in noi frutti insospettabili.


20/12/10

La poesia della Domenica - "Come onde davanti alla tempesta" di Paul Klee


I.
Come onde davanti alla tempesta
fuggono gli uomini. Cosa
li incalza, quale vento. Il vento
dei loro desideri. I vani
desideri del vento.

Io sono il timoniere e la mia nave
forte mi porta alla meta.
Rema la luminosa speranza
verso bellissime isole.

Con violenza si infrangono
marosi, quasi
crolla il coraggio. Se
qui naufragasse il meglio,
oh luminosa speranza ?

No, io sono giovane e il mio braccio
è forte. Io devo
raggiungere l'isola, ci fossero
grandissime montagne
e alta fosse la loro solitudine.

Libero vento di lassù.
Schiuma dei marosi.

II.
So guardare più lontano.
Io ho raggiunto l'isola.
Io ho vinto la risacca
senza spegnerla.
Vive e divora.

Il mio monte più alto tremerà.

Il canto di guerra delle onde
è ammutolito. Il mondo
è una fossa fradicia,
un grande deserto.

La luce si spegne, il mondo
deve essere buio. Il giorno
rinnova la vita.

Avremo la notte !
Lottare da uomini
prima che scenda la notte.
Prima la vita !


(1901)

Paul Klee - da 'Poesie' - ediz. Guanda - poeti della fenice, a cura di Giorgio Manacorda, 1978

13/12/10

Leonessa, 7 aprile 1944






Leonessa, 7 aprile 1944

Lo scuro tempo del presagio giunse,
senza rinvio e senza scelta
si fermò un istante la fila dei coscritti
la morte li attendeva
nel trascolore delle camice brune
come i fianchi dei monti amati
ancora occupati dall’inverno.
Piansero i derelitti,
pianse mio padre
per i suoi spersi diciannove anni
pianse un passaggio di nuvole
scure oltre il crinale del lungo valle
piansero le madri e le sorelle,
in un soffio si dipinse
nel silenzio smorzato dell’altopiano
la bellezza crocefissa
di vite scialate.
Oggi, che queste nuvole
sembrano
di carta, che ogni parola
appare suono falso
di conchiglia
ripenso e credo
allo sguardo intransigente
di chi è morto. Nel temporale
ascolto la voce
dei trapassati:
è forte e non si schioda
dal punto che è questo
e sempre rimane
come un sasso nel lago
per noi mortali
che non sappiamo
fare i conti con gli sbagli
di una tradita umanità.

Fabrizio Falconi

Poeti contro l'Oblio.


Vi riporto qui di seguito il comunicato della nuova edizione di Poeti contro l'oblio.

Poeti, scrittori, editori, lettori, attivisti, giornalisti e cittadini sono invitati alla seconda grande assemblea pubblica dei "Poeti contro l'oblio" che si terrà, proprio come l'anno scorso, sabato 8 Gennaio 2011, a Roma, presso l'Ass.Cult. Beba do Samba (via dè messapi, 8 - San Lorenzo).

Nonostante Adriano Sofri (e l'articolo apparso su Repubblica il 27 Novembre scorso, nel quale si "racconta" come la risposta culturale e linguistica al potere attuale in Italia sia delegata a dei ragazzi sui tetti e che da molto, troppo tempo, non coinvolga più nessun poeta, ma soprattutto la risposta di Luigi Alberto Sanchi apparsa su La Gru, in attesa della nostra risposta collettiva CLO da inviare a Repubblica) crediamo, seguendo anche l'intuizione di Franco Buffoni, di aver contribuito, insieme con tutta la società civile più critica e attenta e alla cittadinanza attiva, all'odierna, seppur difficile e controversa, situazione politica e sociale, certamente diversa da quella di totale afasia e asservimento del 2009, quando la nostra agitazione culturale ha avuto inizio.

Proprio alla luce del nuovo scenario politico, civile e culturale, ci sembra necessario tornare ad incontrarci per riflettere, fare il punto della situazione, scambiare pareri, idee, progetti, cercare di comprendere insieme il cambiamento in atto, al fine di elaborare un documento collettivo, da far circolare in rete e presso tutti i media, contenente le nostre istanze e le nostre richieste da presentare al "futuro governo".

Vi chiediamo pertanto di segnalarci tutti gli esempi di "moderna resistenza organizzata", di "democrazia partecipata", di "controcultura" e giornalismo critico e militante, da coinvolgere durante l'incontro come testimoni diretti della possibilità di un necessario e definitivo cambiamento del nostro vivere insieme.

Inoltre, dopo un grande lavoro editoriale, come già saprete, abbiamo finalmente pubblicato la versione integrale dell'antologia per i tipi di Cattedrale, nella collana Argo diretta da Valerio Cuccaroni, completa delle opere grafiche degli artisti Valeria Colonnella e Nicola Alessandrini, presentata in anteprima alla Casa delle Culture di Ancona il 14 Novembre scorso con un grande successo di pubblico e partecipazione; sarà questa dell'8 Gennaio, quindi, l'occasione per presentarla ufficialmente a Roma.


08/12/10

John Lennon - gli eroi idealisti non muoiono mai.


Sono molto colpito oggi - trentesimo anniversario della morte, avvenuta violentemente a NewYork l'8 dicembre 1980, poco dopo aver compiuto il 50mo anno di età - dal proliferare di ricordi, ovunque, dedicati a John Lennon. Una vera invocazione collettiva per una mancanza.

Sono colpito perché è la dimostrazione eclatante di quanto nel mondo si senta la mancanza di idealismo. Lennon lo era per eccellenza, al punto che certe sue battaglie oggi fanno perfino sorridere. E degli idealisti è sempre facile ridere, sorridere, burlarsi. E' lo sport più facile del mondo: il cinismo vince sempre contro l'idealismo. Sembra una partita senza speranza: il cinismo può distruggere ogni idealismo - specie il più innocente - con una alzata di spalle, con un ringhio da iena, con una battuta fulminante. Sei un idealista? Peggio per te... Svegliati, il mondo è questo. Non sei un bambino, cos'è: fai ancora la pipì al letto ?

E però...

Però alla fine, la vicenda Lennon lo conferma: quanto abbiamo bisogno di questi idealisti, di questi stupidi, quanto ci mancano, quanto ne sentiamo la rumorosa assenza, quanto tristi sono le nostre vite senza lo straccio di un pensiero, di una speranza. Quanto buio e angoscioso è questo vuoto, senza nessun canto che lo abiti.


La lezione di civiltà di Brembate - Claudio Magris.




Sembra incredibile, ma ogni tanto gli uomini, le istituzioni e l'opinione pubblica mostrano anche segni di umana civiltà. Un muratore marocchino che lavora a Brembate di Sopra, presso Bergamo, è stato sospettato di aver assassinato Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa da alcuni giorni; sospettato ingiustamente e poi rilasciato in base alla traduzione sbagliata di una sua frase in arabo detta al telefono.

Non si è scatenata, come purtroppo è avvenuto in altri casi (lo stupro commesso da un romeno che ha creato una feroce psicosi verso i romeni accusati quasi in blocco d'essere stupratori, l'indiscriminata violenza verso gli zingari), alcuna bestiale caccia al marocchino, non si sono sentiti idioti insulti razzisti rivolti globalmente agli arabi.

La comunità di Brembate di Sopra ha dato in generale un esempio civile oggi più che mai prezioso nel clima teso ed eccitato - anche comprensibilmente, per le difficoltà dei problemi legati all'immigrazione e al contatto fra culture diverse - che stiamo vivendo, in cui spesso si sentono risuonare selvagge parole di odio generico e si assiste a violenze gratuite. Non sarebbe male se tutta l'Italia, sotto tale profilo, assomigliasse a questa Brembate.

C'è sempre, e sempre più drammatica, l'angoscia per la sorte di Yara, la speranza o meglio la necessità di trovarla; e - nella tragica eventualità di una sua morte per mano di un assassino - la necessità di individuare quest'ultimo e punirlo con tutti i rigori della legge. Troppo spesso si dimentica che Dio è anche collera.

Mohamed Fikri, il manovale accusato ingiustamente, ha rischiato una sorte terribile per una traduzione sbagliata. La lingua regge il mondo, nel suo potere di comunicare, informare, plasmare e talora plagiare gli animi. Determina la giustizia o l'ingiustizia, può far trionfare la verità o la menzogna, chiarire o avvelenare la vita. Se non si mette correttamente il soggetto al nominativo e il complemento oggetto all'accusativo ma si inverte la sintassi, non si capisce più chi ruba e chi è derubato, si mette in galera la vittima e si manda libero il colpevole. Una punteggiatura sbagliata o alterata può falsare e sconvolgere l'ordine delle cose.

Oggi è sempre più necessaria, nello scambio e nel contatto sempre più a gomito di genti e culture diverse, la conoscenza delle lingue ovvero la possibilità di comunicare, capire, incontrarsi, difendersi, aiutare. L'insegnamento reale delle lingue, così carente in Italia, dovrebbe essere una pietra angolare dell'istruzione, a tutti i livelli. Se il ministro dell'Istruzione - colpito da questo episodio che mostra come la conoscenza linguistica possa dannare o salvare una vita - recedesse dall'assurdo provvedimento che ha abolito i lettori di madre lingua straniera all'università, la vicenda di Mohamed Fikri sarebbe stata, tra le tante altre cose, pure utile al nostro Paese.

05/12/10

Invocazione per voce sola.



Nel vento di Novembre se ne sono andate anche le speranze.
Viaggiano come voci sperse che il vento sospinge malinconiche, e un nuovo orizzonte non appare. Si disinteressa il caso al ricordo e alla dimenticanza. Tutto è come sempre avvolto da un misterioso sospiro, quando i capelli sparsi sul cuscino si perdono in tutto quel bianco e la luce li sfiora appena perché il giorno non può ancora nascere. Viene di notte il tuo battito appena percepito, lo sento dentro, nessuno può più svegliarci, nemmeno il rumore della pioggia o il silenzio intero di una assenza, divenuta insopportabile.
Ritorna, rinnova, dài un senso.
Riprendi il gesto, muovi l'ombra nel gelo dei tuoi occhi, torna a svernare al tepore brumoso dei tropici, resta sospesa tra me e te, descrivi questo niente che è un momento e rendilo eterno, come deve essere e come è sempre stato.