09/04/10

Ci mancava solo lui, il pastore ateo, e fiero di esserlo.


Cari amici de Il Mantello,

vorrei commentare con voi, se ne avete voglia, questa notizia, che qui in Italia abbiamo appreso qualche giorno fa, e che riguarda un certo Klaas Hendrikse, un pastore protestante olandese di 63 anni che si dichiara fieramente ateo e che però non solo non rinuncia a fare il pastore, ma proclama anche di avere la sua chiesa piena di 'fedeli' (fedeli ??).


Mi sembra davvero un caso di schizofrenia eclatante della nostra epoca, ma sarei curioso di sapere cosa, la notizia, vi suscita.


3 commenti:

  1. Bella questa! Un prete ateo. Non stupisce il fatto in sè (immagino che tutti i preti, essendo uomini, nutrano dubbi ed incertezze) quanto la decisione di pubblicare a chiare lettere il suo ateismo.
    Mi piacerebbe sapere di cosa parla nelle sue omelie, quali speranze infonde a chi lo ascolta, quali vie indica ... ma forse l'elemento chiave è in queste parole:
    'questo non è assolutamente in contraddizione con il suo mestiere.'
    Se si considera quello del prete un 'mestiere' allora va bene tutto. Si può tranquillamente essere un impiegato che non condivide le idee del capo; basta guadagnarsi da vivere. E magari anche un po' di notorietà.

    RispondiElimina
  2. ...se per ateo si intende un uomo, o una donna, convinti che Dio; il Dio che si è rivelato nell'antico Testamento e ricapitolato in Gesù, non serva a orientare, riempire, dare senso alla propria vita, credo caro Faber che gli atei sono molti ma molti di più anche tra coloro che si richiamano alla tradizione culturale cristiana, anche tra religiosi e sacerdoti in fondo...sentirsi parte di una tradizione, inseriti in un conformismo che da appartenenza è molto, molto tranquillizzante! Questo Pastore, che non è un sacerdote perché non rende presente Gesù nell'Eucaristia e non riconcilia con il Padre dice ai cristiani tiepidi e..del mondo... quel che vogliono sentirsi dire:il Vangelo è un insieme di buone intenzioni, Gesù non è importante che sia esistito effettivamente e tantomeno che sia il figlio di Dio, la fede cristiana è solo un insieme di buone pratiche che rendono migliore la convivenza reciproca...tutto questo è raggiungibile e comprensibile anche a un ateo!

    RispondiElimina
  3. Alessandro, capisco quel che dici, ma a me questo sembra davvero uno dei tanti sintomi patologici contemporanei, molto eclatante.

    Ma che senso può avere predicare la fede in un Dio che si proclama non esserci ??

    Dobbiamo tranquillizzarci e sentirci felici - come sostengono molti - perché i valori cristiani sono tanto belli, anche se Cristo era soltanto un uomo e Dio non esiste ?

    Cos'è, un effetto placebo ?

    Io ho grande stima e rispetto per i veri atei. Ma questo non è un ateo, è un pagliaccio.

    Credere in un Dio che non c'è è una presa in giro.

    Sulla questione della fede io sono del tutto concorde con Nietzsche e sono crociano, o paolino, nel senso di San Paolo e delle parole chiare che ha detto e nelle quali mi riconosco appieno:

    "Se Gesù non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede, e noi saremmo i più stolti tra tutti gli uomini."

    E' così. Se Dio non esiste, anche i valori propagandati da un profeta che si chiamava Cristo, sono polvere nel vento, valgono quanto una bicchierata con gli amici al bar, o quanto la fede nella squadra di calcio, cioè niente.

    Se Dio non esiste, e noi siamo frutto di un cieco caso, nessun valore 'umano' ha più molta importanza o senso. L'uno vale l'altro, e raccontarci che è tanto bello amarci l'un l'altro (in nome di cosa ? In nome di che? Per evitare di scannarci ? E se anche ci scannassimo cambia qualcosa ?)
    non servirebbe a nulla. L'unica cosa che avrebbe senso è autoaffermarsi - come sosteneva Nietszche - e aspettare pazientemente la morte come una liberazione.

    RispondiElimina

Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.