23/11/09

Lettera aperta ai Cristiani - di Daniele Garrone.

Vorrei oggi postarvi questa dura Lettera aperta ai Cristiani, scritta da Daniele Garrone, che è uno dei maggiori biblisti italiani, di fede cristiana valdese. Credo che contenga molti spunti su cui riflettere.


Cari fratelli e care sorelle,

scrivendo queste righe ho davanti agli occhi le centinaia di cristiani cattolici con cui negli ultimi decenni ho avuto la gioia di condividere il cammino ecumenico: laici impegnati, docenti universitari, sacerdoti, vescovi, religiosi e religiose, teologi, giornalisti. Potrei rivolgermi ad ognuno di voi, ma il mio intento non è di sfidare qualcuno, ma di sollevare con franchezza un problema, a mio avviso drammatico.


Con molti di voi ho più volte verificato come siate a disagio di fronte alla piega presa dalla Curia e dai vertici della Chiesa cattolica italiana, ad esempio riguardo al fine vita e al testamento biologico, alla reintroduzione della messa tridentina, alla riabilitazione dei lefebvriani … Eppure tacete. Veniamo a sapere che è stato avviato un provvedimento disciplinare contro 41 sacerdoti e religiosi che hanno espresso una posizione del tutto simile a quella espressa nel “Testamento biologico cristiano” approntato dall’episcopato tedesco in collaborazione con la “Chiesa evangelica in Germania” e già sottoscritto da quasi 2 milioni di cristiani (dunque, presumibilmente da circa 1 milione di cattolici), eppure tacete. Vi viene urlato che quello che è possibile ad un cattolico in Germania in Italia è non solo vietato, ma anatemizzato, e che chi manifesta il suo dissenso dev’essere rimesso in riga. Viene così negato ogni pluralismo all’interno della chiesa (quel pluralismo reale che è sotto gli occhi di tutti, ma che alla fine non si manifesta) e l’Italia viene sempre più ridotta ad un orticello vaticano, certo anche grazie alla interessata e solerte (e nel caso della sinistra, oltretutto totalmente vana, perché nessuna “messa” le procurerà mai nessuna “Parigi”) acquiescenza della classe politica. Eppure tacete. Avete davanti agli occhi uno strategico e massiccio processo di normalizzazione delle aperture che il Concilio Vaticano II al tempo stesso esprimeva ed avviava, e che so essere un elemento centrale del vostro modo di vivere il cristianesimo. Eppure tacete.

Vi scrivo perché non voglio concludere affrettatamente da protestante che nella chiesa di Roma è giocoforza che avvenga così, visto che per voi l’obbedienza alle gerarchie – anche molto tormentata - è, se non proprio una virtù, un dovere. Vi chiedo però di riflettere su un punto: chi pretende di vincolare le vostre coscienze esercita un potere di cui Dio non fa uso. Di più: nella fede Dio ci costituisce come soggetti liberi e responsabili, solo nei suoi confronti e nei riguardi del prossimo.

La maggior parte di voi sono personalità pubbliche, anche con incarichi importanti: una vostra parola chiara (ad es. un appello per la sottoscrizione di una versione italiana del “testamento biologico cristiano” della Germania; oppure la rivendicazione della liceità delle posizioni espresse dai 41) farebbe del bene alla vostra chiesa, che amate, alla cultura italiana, a cui contribuite, e ne sono certo, anche a voi, che vorreste un’altra parola cristiana alla città e ai credenti. Vi prego, alzate la vostra voce. La vostra fede ve ne dà il diritto. Non vi fate conculcare dagli uomini la libertà che Dio vi ha donato. Pensate al vostro battesimo come suggello di questa libertà.

Fraternamente

Daniele Garrone


11 commenti:

  1. ..... per un cristiano, intendendo non chi fa pratiche cristiane ma cerca di vivere nella sequela di Cristo e viene santificato da questo incontro personale con Gesù, libertà è parola che non è mai disgiunta da responsabilità e senso di appartenenza ad una comunità, la libertà che Dio ci ha lasciato è proprio questa e la Parola non è mai interpretabile al di fuori di una comunità e della continuità della rivelazione che va sotto il nome di tradizione. Il Concilio vaticano II ha dedicato tempo e riflessione alla questione della libertà religiosa ed alla responsabilità personale del Cristiano in uno scenario di passaggio dalla Chiesa gerarchica alla chiesa comunione..la Chiesa popolo di dio; ha molto dibattuto sul compito del laico nel mondo per ordinarlo secondo l'amore di Dio. Sono temi questi sui quali il passo è ferraginoso perché caratteristica della chiesa è quella di portare tutti tenendo il passo dell'ultimo. E' anche matrigna la Chiesa e, spesso, preferisce i figli meno critici e meglio inseriti nelle regole del mondo, e del potere temporale,i più rispettosi! ma questo non è un buon motivo per non amarla..anche quando lei non mi è madre io le rimango figlio..perchè non potrebbe essere diversamente.. Il testamento biologico è una di quelle questioni che attengono diritti non disponibili dall'uomo, come la padronanza sulla vita che appartiene solo a Dio tuttavia ne siamo amministratori perché Dio l'ha messa nelle nostre mani e ognuno ha una soglia di tolleranza al dolore e alla sofferenza che solo lui può tracciare..quando un uomo ha raggiunto questa soglia ha il diritto di chiedere che lo si lasci morire..e una legge potrebbe riconoscere solo questo.. nient'altro..Garrone è un cristiano, un biblista, un uomo di Dio e sa che le questioni che attengono la coscienza e la libertà del cristiano non possono e non debbono essere ridotte a diatribe politico religioso ma lasciate in quella sfera profonda e irraggiungibile da qualunque legge degli uomini che attiene l'intimità del rapporto con Dio e con il corpo....questo corpo così amato e ignoto cosi visibile e colmo di indicibile e indescrivibile,cosi pesante e cosi leggero, cosi forte e cosi debole, cosi puro e cosi volgare, questo corpo che ci schiaccia alla terra mentre l'anima ci unisce al cielo, in cui carne e spirito sono strettamente intrecciarti, impastati, contaminati..questo corpo che molti troppi vorrebbero ridurre a oggetto disponibile all'umore di cani e porci fuori di noi e all'ombra che alberga in ognuno ....

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  2. Grazie, Alessandro, per questo tuo bellissimo contributo, che sento molto vicino.

    Ho molta stima di Garrone, e penso che sia opportuno meditare su questa lettera come tu hai fatto anche se non si è d'accordo.

    Obbedienza e libertà: il confine è molto labile e suscettibile di invasioni di campo e di continui conflitti.

    Che la chiesa - nel senso dei suoi vertici - continui a dettare la sua linea mi sembra del tutto legittimo. Che le teste pensanti dentro e fuori la Chiesa abbiano il diritto di continuare a pensare, a essere in disaccordo, e a convivere con dubbi e lacerazioni, mi sembra altrettanto legittimo.

    E' bene che questo dia-logo continui sempre, anche quando si fa scomodo.

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  4. Conosco da tempo questa lettera e un mio amico mi ha fatto riflettere molto perchè mi ha dimostrato che non ci sono fatti sufficienti oper autorizzare un giudizio tale sui cattolici:

    In sostanza:
    Vittorio Possenti, Roberta De
    Monticelli, Giovanni Reale pubblicano articoli in cui prendono le
    distanze (in maniera differente) dalla posizione della CEI.
    L'intervento del primo suscita un dibattito al quale intervengono tra
    gli altri Enrico Berti, Sergio Belardinelli, Marco Ivaldo, Roberto
    Mordacci. Poco più tardi viene pubblicata una lettera privata
    indirizzata ad Angelo Bagnasco, con primi firmatari Stefano Semplici e
    Carmelo Vigna, che riceve un'altra trentina di firme di intellettuali
    cattolici (prevalentemente professori di filosofia morale). Il
    dibattito così creato all'interno dei cattolici porta a due incontri:
    presso la sede dell'Enciclopedia Italiana (parlano Semplici,
    Belardinelli, Mordacci D'Agostino) e presso il Centro di etica generale
    e applicata di Pavia (parlano ancora Semplici e D'Agostino, e in più
    Massimo Reichlin e Giovanni Salmeri, intervengono in maniera articolata
    tra gli altri Giampaolo Azzoni, Francesco Botturi, Ugo Perone,
    Francesco Totaro). Si tratta di due incontri pubblici, pubblicizzati e
    aperti a tutti. Viene poi preparato, da Semplici, Vigna e Azzoni, un
    altro documento riguardo alla legge in discussione, che viene
    pubblicato, pubblicizzato e che raccoglie 81 firme di intellettuali
    (prevalentemente cattolici). Si giunge infine a formulare una proposta
    alternativa alla legge in discussione, che riceve una quarantina di
    sottoscrizioni (tra le altre: Pietro De Vitiis, Virgilio Melchiorre,
    Andrea Poma, Mario Signore, Silvano Zucal). La stragrande maggioranza
    dei nomi citati esprimono posizioni che, per un motivo o
    per l'altro, differiscono da quella "ufficiale" della CEI. Infine vi sono numerosissimi nomi che hanno argomentato sostanzialmente a
    favore di quest'ultima posizione: per esempio Francesco D'Agostino,
    Paola Ricci Sindoni, Adriano Pessina, Francesco Miano e tutti i
    numerosissimi firmatari di Liberi per vivere.

    Quindi molte voci voci libere e che seguono la propria coscienza.

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  5. Mi sembra un contributo molto utile, e interessante.
    Grazie Thekla !
    E' bello sapere che viviamo in un'epoca in cui non ci sono/saranno più scomuniche (almeno lo speriamo)per espressioni di libero pensiero in libera chiesa (senza cioè negarne i principi teologici fondamentali).
    F.

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  6. Pensate al vostro battesimo come suggello di questa libertà

    ho l'impressione che Garrone, che conosco personalmente e apprezzo per molte cose, in questo caso confonda la "libertà" - che è un valore ed ha dei confini che la salvano dal divenire "licenza" - con il "liberalismo" che è un'ideologia

    Se pensiamo di essere noi i padroni della nostra vita e non la consideriamo un Dono di Dio, che non acquista minor valore quando attraversa situazioni di limite anche estremo, e quindi possiamo disfarcene come un cencio che non serve più, allora ha ragione Garrone e, con lui, tutti i cosiddetti 'progressisti' di turno.

    Se siamo invece consapevoli che la nostra vita 'serve' il Creatore e contemporaneamente tutte le altre creature, anche nei momenti tanto misteriosi quanto a volte duri e insostenibili senza la Fede e senza La Croce di Cristo nella quale sono indissolubilmente inseriti, allora le ragioni di Garrone sono solo ideologiche.

    Stranamente,
    ma forse non tanto, il Signore Gesù e la Sua Croce sono sempre più i grandi assenti dai discorsi di molti sedicenti cristiani, dimenticando che, senza di essa, non esisterebbe nessuna Risurrezione, che è il punto di arrivo dell'espiazione e quindi della Redenzione, parole che non si usano più: sono state 'espunte' dal vocabolario di chi si crede ancora cattolico, oppure sono state sostituite dal pecca fortiter sed credi fortius di Lutero...

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  8. E' ovvio che il mio discorso non comprende ogni accanimento terapeutico e quant'altro costituisca pur sempre una 'manipolazione'... possono esserci dei confini spesso labili, ma sta alla nostra coscienza individuarli

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  9. poi, che ognuno resti libero di esprimere il proprio pensiero, questo è un altro discorso; ma non credo che la Chiesa possa e debba rinunciare alla necessità, cosa peraltro negli ultimi tempi esercitata nei confronti nell'agone politico, di chiamare l'errore con il suo nome, tornando a insegnare le verità ultime e soprattutto ad essere portatrice di Colui che è la Verità, e del quale il cristianesimo è sequela e non E' un'etica ma HA un'etica nella misura in cui incarna i frutti della sequela coerente e fedele

    quindi una Chiesa che non parla di etica, ma la vive e la 'mostra' e, solo così, riesce a fare amare e scegliere la Vita che ha sempre un senso anche quando sembra attraversata dall'assurdo; perché siamo noi, in Cristo, a trasformare l'assurdo in qualcosa di diverso

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  10. Cara Miriam,
    grazie.
    Non credo che Garrone pensi a proposito della vita, che "acquisti minor valore quando attraversa situazioni di limite anche estremo, e quindi possiamo disfarcene come un cencio che non serve più ".

    Spero, anzi, sono convinto che pensi e creda esattamente il contrario. Essere cattolici adulti secondo me significa capire e vivere, nel dramma e nella gioia della continua trasformazione, il confine che esiste tra obbedienza e libertà.

    Nessuna fede, tantomeno quella cristiana, può essere basata sulla 'cieca obbedienza'.

    La Chiesa fa bene a indicare la sua etica e il suo errore. Ma un cattolico adulto può dissentire e ha il dovere di obiettare quando questa etica e questo errore - come nei tanti casi nel passato, come nel caso recente in cui si tiene il corpo ancora caldo di Welby fuori dalla Chiesa, mentre si ospita la salma di un bandito nella pompa magna di Sant'Apollinare - si fanno palesi e offendono le coscienze.

    F.

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