26/10/09

Il Vangello di ieri - Bartimeo.


Proprio ieri la Liturgia domenicale ci ha sottoposto come lettura il brano del Vangelo dal quale il titolo stesso di questo blog è ispirato.

E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!» E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!» Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?» E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

Non è stato un caso che io abbia scelto questo brano evangelico, e la figura di Bartimèo, per questo blog.
Mi sembra che Bartimèo rappresenti, come meglio non si potrebbe, la situazione dell'uomo oggi, specie in Occidente. Bartimèo è cieco, innanzitutto. E' un uomo che non può più vedere, che non sa più vedere. E', oltretutto, un mendicante. Quale - da un punto di vista simbolico - siamo un po' tutti, oggi. Mendicanti di una qualsiasi verità, che ci sembra inesistente, e di cui abbiamo smarrito il senso e la via.

Ma Gesù, il Cristo, con il suo passaggio, sembra riportare luce nell'oscurità. E' singolare che Bartimèo vada da lui abbandonando perfino il mantello, che è tutto ciò che ha: casa, letto, coperta, rifugio. Si presenta da Lui nudo. Gesù non lo guarisce semplicemente: vuole che sia lui ad esprimersi. Gesù non prevarica mai, non agisce mai imponendo se stesso. Lascia sempre l'arbitrio. Chiede espressamente al cieco: " che vuoi che io ti faccia ", anche se sembra evidente che il desiderio di Bartimèo possa essere uno ed uno soltanto.
Solo quando il cieco si esprime e rimette la sua fede nelle mani del Cristo, chiamandolo 'Rabbunì', Cristo lo guarisce. Lo guarisce quasi con naturalezza, con spontaneità.

Ricordiamoci che Gesù è sulla strada di Gerusalemme, dove lo aspetta il supplizio. Ricordiamoci che Gesù, il Salvatore non è venuto per guarire tutti indistintamente.
Non guarisce TUTTI i malati di Gerusalemme. Ha bisogno di qualcosa per farlo. Ha bisogno di disponibilità, ha bisogno di un affidarsi, ha bisogno di fede.
La fede è una relazione, sempre.
Il cieco Bartimèo lo sapeva, ed è stato salvato in virtù di questa relazione.

Nessuno si salva da solo, verrebbe da dire. E forse un giorno anche noi potremo esultare insieme a Bartimèo.
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5 commenti:

  1. sai Faber, proprio ora ho ascoltato una canzone di Battiato (a cui hai dedicato un post recentemente), L'ombra della luce, bella come una meditazione, commovente come una preghiera che viene dal cuore

    e anche tu qui parli di luce...
    nel mondo c'è tanto bisogno di luce e pochi sono le donne e gli uomini in grado di intravederla e di indicarla agli altri mendicanti

    solo l'ombra
    di una luce più grande
    intravediamo quaggiù
    solo l'ombra
    di un destino infinito
    nell'abbraccio dell'immenso

    grazie Fab, un abbraccio di luce
    Magda

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  2. Carissima Magda,

    grazie per quello che mi scrivi. Anch'io adoro Battiato, come hai visto anche dal post precedente, e in effetti le sue canzoni sono preghiere, spesso, come è anche 'L'ombra della luce'.

    Credo che per quanto ci siano uomini che possano dispensare luce su questo mondo a volte ottenebrato, l'unico che possa offrire una promessa di luce duratura fu quello che si incamminò verso Gerusalemme.

    F.

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  3. .....abbiamo tanti modi di essere ciechi, tutti riconducibili al mettere davanti agli occhi qualcosa che ci impedisca di vedere oltre, quando ero giovane facevo il gioco di posizionare un dito sul naso e così vedevo solo un cilindro chiaro e carnoso.....quante volte lo facciamo con le persone e le situazioni?--la nostra verità, il nostro schema mentale, la nostra sensibilità, il nostro sesto senso , il nostro istinto, la nostra esperienza, la nostra cultura, il nostro narcisismo, la nostra paura, la nostra diffidenza, il nostro egoismo.....una miriade di filtri che impediscono di avventurarsi in quel che non si conosce, nel mistero dell'altro, nello stupore per qualcosa che non ci aspettavamo .....Gesù ci tocca e apre gli occhi, le orecchie, la pelle, la bocca.....impariamo a vedere, ascoltare, dire, toccare.....

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  4. Verissimo Alessandro.
    Fra l'altro quello che scrivi oggi va proprio nella direzione (singolare sincronia) con il nuovo post che sto per inserire.

    Grazie e un abbraccio
    F.

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