18/02/09

La "Chiesa dei No" secondo Marco Politi, vaticanista di Repubblica.


Dalla battaglia astensionistica per il referendum sulla procreazione medicalmente assistita al dramma di Piergiorgio Welby raccontato dalla moglie Mina, dagli esordi del Pontificato Ratzinger, con l'elaborazione dei "principi non negoziabili", ai 'Dico' bocciati dalla piazza del Family day, alla "crociata" di Ferrara sull'aborto: è la carrellata di eventi che Marco Politi, firma di 'Repubblica', descrive nel suo nuovo libro 'La Chiesa del no' (Mondadori).

L'accusa è respinta dai vertici ecclesiastici italiani. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, si è difeso di recente dall'accusa di chi dice che la Chiesa ha "la volontà di alzare muri e scavare fossati. Sarebbe la Chiesa dei 'no'". Ma Politi non ha dubbi. "L'ultimo decennio - scrive - è stato segnato da un'invasione di campo senza precedenti da parte della Chiesa, specialmente quando il Parlamento era al lavoro per trovare soluzioni a nuovi problemi nella società".

La Chiesa ha mostrato di avere "paura" della società che si organizza sui temi della nascita , dela morte, della sessualità a prescindere dai suoi insegnamenti, così come della "europeizzazione della società italiana". Una constatazione che lo ha spinto a tracciare una "indagine sugli italiani e la libertà di coscienza" (è il sottotitolo del volume in questi giorni in libreria).

"Questo libro - spiega - indaga sui tanti modi in cui si declina in Italia la libertà di coscienza". Un panorama che "i vertici ecclesiastici al fondo conoscono, ma con cui non vogliono misurarsi e che molti esponenti della classe politica fingono di ignorare". E mentre oggi, a pochi giorni dalle polemiche sul caso di Eluana Englaro, ricorre l'anniversario dei Patti lateranensi, afferma: "A ottant'anni dal Concordato, il bilancio è opprimente".

Il libro, dedicato al fondatore di 'Repubblica' Eugenio Scalfari, "laico chiaro e coerente", presenta una serie di colloqui con personalità di spicco del mondo laico e cattolico italiano, protagonisti anche delle cronache degli ultimi giorni. Politi parla con il senatore del Pd Ignazio Marino di vita e di morte, di laicità col costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, di coppie di fatto con l'ex ministro Rosy Bindi. Affronta il tema della "bella fede" con il teologo Vito Mancuso, col filosofo Giulio Giorello discute di guelfi e ghibellini, con una giovane avvocata barese della legge pugliese sulle unioni di fatto.

'La Chiesa del no' si conclude con la pubblicazione integrale dell'intervista che Politi fece nel 2004 all'allora cardinal Ratzinger. Dio nella società contemporanea? "E' molto emarginato", rispondeva il futuro Papa. "Una società in cui Dio è assolutamente assente, si autodistrugge".

fonte apcom

4 commenti:

  1. ...l'anima è di Dio, il corpo è governato da Cesare questa esemplificazione caratterizza tutti i cosiddetti laici che per lo più non credono all'anima e prendono in considerazione l'ipotesi che oltre il fisiologico vi sia pere lopiù un groviglio di emozioni e percezioni governate dall'irrazionalità. MA l'uomo è un essere profondamente unitario o non è! Tertium non datum est o l'uomo appartiene a Dio o appartiene a sè stesso, ma queste si chiamano visioni antropologiche e fino a prova contraria ve ne sono solo 4: quella lineare degli atomisti,l'uomo è solo soma; quella bidimensionale - platonica e aristotelica - l'uomo è soma e psiche; quella tridimensionale, diciamo di una spiritualità umana, l'uomo è soma-psiche e nous lo spirito del mondo e dell'universo; quella quadrimensionale, l'uomo è soma-psiche-nous e soffio vitale è una creatura. La cosa interessante è che tutto è stato detto duemila anni fa: La modernità come antropologia ha prodotto solo la clonazione, cacca dal punto di vista del respiro culturale.Dietro ogni proposta di regolamentazione sociale relativa all'uomo, ai suoi diritti e alle sue relazioni; alla vita e alla morte, vi sta una visione antropologica. LA Chiesa dice qual'è la sua: è la quarta quella del'uomo creatura di un Dio creatore, gli altri non lo dicono e parlano di leggi senza dirci chi è l'uomo di cui parlano. Per questo e solo per questo rifiuto ogni giudizio di ingerenza sulle prese di posizioni della Chiesa comprese quelle con cui sono in disaccordo è una polemica tra me e chi amo, mentre considero un ingerenza intollerabile questo continuare a dire alla Chiesa che dimostrerebbe il suo rispetto per il mondo non parlando dei valori con cui dovrebbe essere amministrato per tutelare la dignità di ogni uomo! Leggerò comunque il libro.

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  2. Sono d'accordo su tutto, Alessandro. Specie sul fatto che la cosiddetta 'cultura moderna' non è stata capace di darci altro - per ora - che una visione nichilistica del mondo, ovvero di pura biologia (che probabilmente è ancora più antica delle 4 che tu individui).

    L'unica cosa su cui dissento è il fatto che - stante il diritto della Chiesa di dire quello che vuole e quando vuole - è un dato di fatto ormai innegabile che la chiesa cattolica di Roma venga ormai percepita (se ne rende conto lo stesso Benedetto) sempre più solo e soltanto come "Chiesa dei No", essendo passato in secondo piano quel gigantesco 'Sì' che Gesù Cristo (fondatore di questa chiesa) ha proclamato al mondo e agli uomini.

    Insomma, una chiesa severa e inflessibile, che difende il territorio, ma non scalda il cuore. Non sembra proprio capace di scaldarlo (ti ricordi il 'discorso della Luna' di Giovanni XXIII ?) .

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  3. ...si lo ricordo, l'ho sentito e ho nel cuore le immagini di quella sera e hai ragione la chiesa di Benedetto mostra solo il cipiglio mentre sostiene uno scontro immane con la cultura di questo mondo che vuole rimuovere Dio dalla storia e dalla realtà, sembra voler chiudere i cristiani dentro un recinto protetto da filo spinato e corrente tra i fili per proteggerci dai pericoli del mondo, è clericalizzata e incapace di usare i doni del sacerdozio battesimale attraverso uomini e donne di fede seppur non religiosi; media e cerca compromessi con i poteri di questo mondo nella convinzione o presunzione di poterne condizionare le azioni... si la chiesa è anche tutto questo e chi la rappresenta ne rivela il volto e la benevolenza o meno del cuore ma gli uomini tutti gli uomini che hanno il dono di conoscere e vivere la presenza di un sacerdote, di un missionario, di una religiosa colgono in quel volto a loro vicino il volto della Chiesa e qui rispetto alla Chiesa che riempie di titoli i giornali per molti credenti quella chiesa diffusa nel mondo mostra il volto caldo del Padre.E il vangelo di Luca ci fa quella domanda terribile -quando il signore verrà, troverà la fede sulla terra?- ecco io credo che sulla terra la troverà non la troverà tra quei cristiani e non che conoscono la sua sposa attraverso i titoli dei giornali. Per inciso Faber conosco il tuo lavoro e le fatiche di questo lavoro, ne ho un esperienza diretta con mia moglie che fa lo stesso tuo mestiere, per cui vorrei farti capire che quando dico titoli dei giornali non vi è alcuna mancanza di rispetto in chi li costruisce.

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  4. Alessandro, non devi giustificarti.

    Anche la stampa ha la sua bella dose di responsabilità - eccome - nello stravolgimento dei temi di confronto etici, e anche e soprattutto in come la fede - la fede vera, quella sincera e autentica - viene raccontata, o meglio NON viene raccontata.

    La tremenda domanda del Signore, riportata da Luca, riguarda quindi tutti, nessuno escluso !

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