20/02/09

Hans Kung da Lucia Annunziata - Il tempo per Morire.



http://www.ildialogo.org/Allegati/HansKung08022009.mp3


Cari amici, con molto piacere vi propongo qui sopra una parte dell'intervento audio  di Hans Kung alla trasmissione di Lucia Annunziata (1/2 ora) l'8 febbraio scorso - prima, dunque della morte di Eluana - nella quale il teologo svizzero ha affrontato molti temi - innovazioni e profonde critiche del papato dell' 'amico-nemico' Joseph Ratzinger, Benedetto XVI; morale ed etica, buona morte .
Trattandosi di un raro esempio di televisione generalista di alto livello, ritengo giusto proporlo per consentire a chi l'ha perso, di recuperarlo.

3 commenti:

  1. ...E' una bella intervista fatta da una giornalista che considera la Chiesa un organizzazione preposta all'indirizzo delle coscienze dei propri aderenti, che intervista un prete e grande teologo che è stato sospeso all'insegnamento della teologia perché ha messo in discussione il primato di Pietro e propone il governo della chiesa Cattolica attraverso il metodo democratico. Rappresentano entrambi il livello di percezione media della Chiesa da parte di molti credenti e dei non credenti in Dio. La Chiesa come comunione di origine divina, composta da battezzati che compongono il popolo di Dio, il popolo dell'alleanza in un organizzazione che si esprime attraverso l'adesione a doni ministeriali e sacramentali, nella quale il diavolo non prevarrà -ci ha garantito Gesù-pur transitandovi alla grande, proprio perché a governarla è lo Spirito Santo, questa chiesa in quella intervista non c'è. Kung poi è un grande teologo e credo che tutti i credenti dovrebbero almeno leggerlo che è coerentemente inserito nella concezione clericalizzata della Chiesa.Parla al Papa e ai Vescovi e la gregge si limita ad additare il comportamento dei pastori non il loro sacerdozio battesimale. Per quanto riguarda la vicenda di quella povera donna che è stata brutalmente utilizzata per questioni che riguardano tutto nella politica e nella cultura senza tuttavia aver tentato di rispondere rispondere all'unica vera domanda fondamentale -quale era il suo bene?- vorrei tentare un piccolo presuntuoso punto:
    C'è un padre che ha voluto ottenere dalla legge il permesso di interrompere la sua vita, perché ritenuta non vita, questo sulla base di frasi espresse quando era nel pieno ella salute; c'è una corte costituzionale che ha definito per legge il confine tra la vita e la morte. Poteva farlo e in mancanza di legislazione doveva farlo. Ciò non toglie che ha introdotto un principio sulla base di una precisa visione antropologica dell'uomo che non contempla nella fondamentale unitarietà della persona, ne nous ne anima intesa come soffio vitale. Ci sono medici che intendono il proseguimento delle cure, sia farmacologiche che di mantenimento in vita, quali tecniche che consentono di verificare quali sono i confini del prolungamento della vita fisiologica raggiungibili. La coscienza, la fede e la morale è stata utilizzata attraverso mille sfaccettature personalizzate che ben pochi hanno chiarito come premessa dei propri ragionamenti. La Chiesa, quella che parla attraverso i media, ha usato anche toni sguaiati e privi di carità verso colori che difendevano posizioni avverse nella difesa di principi irrinunciabili per un cristiano relativi alla vita e alla morte.Il signor Englaro si erg e svetta come difensore dei diritti dell'individuo contro le ingerenza della Chiesa sulla vita privata delle persone. La gente è disorientata su molte questioni e impaurita su molte di più e s'attacca a tutto tranne che a Dio.E' comprensibile pare più concreto un conto in banca che la consapevolezza di se e della propria forza assieme ai propri simili. Su questo piano l'uomo è solo terribilmente solo di quella solitudine che si chiama isolamento. L'illuminismo ha liberato l'uomo dalle catene di un Dio burattinaio e anche questa è una buona cosa, ma insieme all'acqua sporca ha gettato anche il bambino, vale a dire ciò che unisce l'uomo all'uomo attraverso la relazione e l'incontro con l'latro. Si chiamava la comune figliolanza a Dio.La Chiesa è comunione ma parla ad un uomo impaurito, diffidente, aggressivo per ansia di anticipo, certo concordo con te che il volto arcigno non aiuta questo uomo ferito inconsapevole di esserlo a ritrovare la propria umanità anche attraversi il volto della Chiesa,ma lo incaponisce nell'idea che essa voglia solo limitare la sua libertà....la libertà di non sapere dove andare. Il volto caldo e amorevole forse aiuterebbe anche i battezzati a ricordarsi che il nostro compito è quello di consacrare il mondo a Dio, cioè rendere presente il suo volto d'amore e misericordia in tutte le vicende della vita; noi io e te e quanti vedono in Cristo la via, la porta e la vita e....questo comunque, indipendentemente da Kung e da Ratzinger.

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  2. "La gente è disorientata su molte questioni e impaurita su molte di più e s'attacca a tutto tranne che a Dio."

    Caro Alessandro, dal tuo intervento così denso, estraggo soltanto questa frase, che mi sembra tristemente bellissima e vera.

    Ho letto recentemente un pezzo di U.Galimberti - che magari spero di recuperare, se ci riesco su Internet - che nel suo classico stile, brillante, ma un po' troppo superficiale, liquida duemila anni di Cristianesimo, dicendo che ormai, dopo Nietzsche, e dopo che Dio è morto, " Dio, è una parola che non spiega più il mondo, che non lo rende più comprensibile. "

    In sostanza, dice Galimberti, io oggi posso comprendere il mondo anche senza usare la parola e il concetto di "Dio", mentre invece, dice sempre Galimberti, NON posso comprenderlo senza usare la parola "Denaro" o "tecnica".

    Se questa analisi è vera, se Dio è diventato superfluo per comprendere o dare un senso al mondo, non c'è nulla di strano sul fatto che anche il concetto del morire sia diventata una questione di contesa burocratica.

    E che di conseguenza anche molti credenti 'ragionino' più volentieri sui terreni di 'denaro' e di 'tecnica' che di 'Dio'.

    Ma l'analisi di Galimberti, non mi convince fino in fondo. Il bisogno di sacro che vedo in giro, mi sembra sempre più disperato, e pressante, ancora di più in quelli che apparentemente lo rifuggono.

    E mi sembra che molto, molto lentamente nella umanità si stiano sviluppano i prodromi di una nuova umanità, o di quello che un mio amico filosofo chiama il "Secondo Appello."

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  3. Ah, a proposito, Alessandro, ti ho scritto privatamente (ma non mi hai risposto ancora).

    Ciao,
    F.

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