29/01/09

Il negazionismo dei sacerdoti - Una vergogna.


Ma davvero nell'Anno Domini 2009 - dopo tutto quello che le nostre orecchie hanno visto e sentito - un cristiano deve ancora ascoltare dichiarazioni come queste qua sotto, espresse da un uomo che se ne va in giro con abito talare e crocefisso sul petto ?

Com'è possibile non dico nutrire pietà - la pietà va concessa a tutti, se uno ne è capace - ma comprensione e soprattutto legittimazione a svolgere un ministero cultuale che si ispira e discende dagli insegnamenti di Gesù Cristo a uno che può affermare impunemente le cose riportate qui di seguito ?

Davvero sono esterrefatto e sono anche scandalizzato che dentro la Chiesa lefebvriana - oggi riabilitata - possano vivere ed esprimersi persone come queste.

Riporto la notizia da http://www.corriere.it

Le polemiche su lefebvriani e Olocausto non accennano a placarsi. Il rabbinato capo di Israele ha cancellato l'incontro con funzionari cattolici previsto a Roma per il prossimo marzo. La decisione è stata presa in segno di protesta per la riammissione nella Chiesa del vescovo lefebvriano negazionista Williamson e nonostante la Fraternita di San Pio X abbia chiesto perdono per le affermazioni di monsignor Richard Williamson. Intanto, in un'intervista alla Tribuna di Treviso il prete lefebvriano don Floriano Abrahamowicz sostiene che «l'unica cosa certa» circa le camere a gas «è che sono state usate per disinfettare».

Dopo l'intervista di Williamson, uno dei quattro vescovi "perdonati" da Benedetto XVI che minimizza l'Olocausto, altre affermazioni negazioniste, dunque. Don Abrahamowicz ( capo della comunità lefebvriana del Nordest che nel settembre 2007 celebrò messa in latino a Lanzago di Silea per il leader della Lega Nord Umberto Bossi) rilancia la teoria per cui i numeri della Shoah sono un «problema secondario», accreditati dagli stessi capi delle comunità israeliane subito dopo la liberazione «sull'onda dell'emotività».

ANTISEMITISMO - «È veramente impossibile per un cristiano cattolico essere antisemita. Io stesso ho, da parte paterna, origini ebraiche», afferma il sacerdote. «Sicuramente è stata un'imprudenza di Williamson addentrarsi nelle questioni tecniche. Nella famosa intervista si vede che il giornalista è andato a parare su quell’aspetto specifico. Ma bisogna capire che tutto il tema dell’Olocausto si colloca a un livello di molto superiore rispetto alla questione di sapere se le vittime sono morte a causa del gas o per altri motivi».

«DUE VERSIONI» - Sulle camere a gas e le dichiarazioni di Williamson, Abrahamowicz dichiara: «Io so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dirle se abbiano fatto morti oppure no, perché non ho approfondito la questione. So che, accanto a una versione ufficiale, esiste - prosegue Don Floriano - un'altra versione basata sulle osservazioni dei primi tecnici alleati che sono entrati nei campi».

«IL GENOCIDIO È SEMPRE UN'ESAGERAZIONE» - «Lei mette in dubbio il numero delle vittime dell'Olocausto?» chiede il giornalista della Tribuna al prete lefebvriano. «No, non metto in dubbio i numeri - risponde Abrahamowicz -. Le vittime potevano essere anche più di 6 milioni. Anche nel mondo ebraico le cifre hanno un valore simbolico. Papa Ratzinger dice che anche una sola persona uccisa ingiustamente è troppo, è come dire che uno è uguale a 6 milioni. Andare a parlare di cifre non cambia niente rispetto all'essenza del genocidio, che è sempre un'esagerazione». «Un'esagerazione? In che senso?». «I numeri -sostiene ancora Abrahamowicz - derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli angloamericani subito dopo la liberazione. Nella foga ha sparato un cifra. Ma come poteva sapere? Per lui la questione importante era che queste vittime sono state uccise ingiustamente per motivi religiosi. La critica che si può fare al modo in cui in cui viene gestita la tragedia dell'Olocausto sta nel dare ad essa una supremazia in confronto ad altri genocidi».

2 commenti:

  1. Sono senza parole,mi viene in mente Primo Levi..voi che vivete......
    Condivido il tuo sgomento,grazie Faber.

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  2. ...eppure il sacerdote unisce cielo e terra e rende presente Gesù nell'eucarestia anche quando fosse in stato di peccato. Ai miei tempi Camillo Torres lasciò il sacerdozio per imbracciare il fucile dicendo che non poteva conciliarsi con il fratello che provocava tante ingiustizie. Sarebbe interessante riflettere su quanti sacerdoti hanno lasciato il sacerdozio per mettersi al fianco dei deboli, magari sbagliando gli strumenti ma riconoscendo che quella scelta di campo era incompatibile con il ministero di comunione e carità che gli era stato affidato. Probabilmente solo i preti che scelgono i poveri in modo radicale hanno la consapevolezza del peccato. Quelli che scelgono i ricchi e i potenti no, rimangono preti e in loro rimane il mistero.
    Per quanto i riguarda mi affido ai sacerdoti nell'eucarestia e nella confessione e alla Chiesa attraverso il suo unico rappresentate universale per i giudizi sul mondo e sugli uomini attraverso il suo magistero.
    Per il resto quelle dei preti sono opinioni come quelle di chiunque altro con cui confrontarsi come sa fa con chiunque altro.

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