17/12/08

Il Vangelo della Domenica - Il Battista.


VANGELO (Gv 1,6-8.19-28)
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

3 commenti:

  1. ...di Giovanni mi ha sempre colpito quanto viene detto nel Vangelo di Luca la dove si riferisce alla strada che egli deve preparare per la venuta del Signore, al secondo posto viene scritto --affinché il cuore dei padri sia rivolto verso i figli-- E' lancinante questa frase, si dice che se si vuole spianare la strada alla venuta del Signore occorre che il cuore dei padri abbia come tesoro i figli che Dio ha loro donato.Non fare tante cose per loro ma proprio mettere loro al centro della propria vita. Conosco tanti padri per la mia attività che giustificano il poco tempo che dedicano ai figli con gli impegni del lavoro e della carriera e giustificano gli impegni del lavoro e della carriera con la qualità della vita che vogliono garantire ai figli, faticano a riconoscere la centralità che danno alle proprie ambizioni;legittime, comprensibili, ma personali, perché è li che rivolgono il proprio cuore ed è li che sta il loro tesoro. Mi è capitato di tenere conferenze con amici, noti esperti in materia, dei cui figli mi sono occupato e parlavamo dell'adolescenza e dell'educazione dei figli e spiegavamo ai padri quel che avrebbero dovuto fare con i loro figli. Ho amici, cari, anche nella Chiesa che mi accusano di sottrarmi ad impegni pubblici accampando come scusa la famiglia e i due figli che, non potendoli generare, ho adottato. Vedo giovani in vari modi , conosco il loro disorientamento, si considerano ragazzi sino a quarant'anni e più. So che questa è una società senza padri capace solo di garantire servizi. Ma perché Luca da questa importanza a sta cosa. Io mi sono dato questa risposta: perché se vogliamo che i nostri figli facciano una qualche esperienza di Dio occorre che ne abbiano anche solo una parvenza attraverso l'ombra che possiamo essere del Padre facendo effettivamente i padri, rinviando come fa il Battista al Padre vero l'unica paternità capace di offrire tutto senza chiedere nulla, ma solo cercando di comprendere ciò che è effettivamente il bene dell'altro cosi come egli è. E allora quando vado in Chiesa, alla mattina. faccio sempre la conta di quanti uomini siamo e dell'età che abbiamo. Cambio spesso Chiesa perché ho un attività intensa e in luoghi disparati. So che la partecipazione alla messa non è il migliore indicatore della fede dei maschi e forse nemmeno i figli di altri di cui mi occupo ormai da quasi trent'anni come tossici, alcolisti, pazienti psichiatrici o semplicemente depressi. No, non sono dei buoni indicatori. Tuttavia penso che la necessità per cui era venuto Giovanni sia ancora una necessità.

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  2. Carissimo Alessandro,

    grazie per questo tuo commento. Grazie davvero. Il discorso sui Padri, che tu fai, è centrale, non solo nella nostra fede, ma anche e soprattutto nella nostra vita di tutti i giorni.

    Questa è una società, mi sembra, che ha un'ansia smodata di padri, e sembra non trovarne più, da nessuna parte.

    Il padre che c'era lo abbiamo ucciso, gli altri che abbiamo investito di questo ruolo si sono defilati, per disattenzione o perchè non si sentivano all'altezza.

    Noi non facciamo altro, nella vita, che rincorrere quella voce di Padre che sentiamo nel nostro cuore, e che sempre ci sfugge, perchè non sappiamo niente di questi padri, troppo indaffarati anche soltanto per spiegarci la loro vita, per aprirci il cuore ai loro dubbi, alle loro esitazioni, ai loro grandi e piccoli vuoti, alle loro speranze.

    Così, se riuscissimo, noi per primi,noi che figli abbiamo, di ESSERE padri veramente, come tu esattamente descrivi, faremmo il più generoso regalo che su questa terra si può fare, a coloro che questa terra erediteranno.

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