11/12/08

Canto alla Bellezza.





Per tutta la vita cerchiamo bellezza.

E la mancanza di bellezza intorno, quando non la vediamo e non la sappiamo e non la viviamo, genera guasti irreparabili.

Abbiamo così bisogno di bellezza.

Hermann Broch, ne La morte di Virgilio, scriveva un meraviglioso canto alla bellezza:

Così in dolente tristezza
la bellezza si svela all'uomo,
gli si svela nella sua compiutezza, che è quella
del simbolo e dell'equilibrio,
affascinante e sospesa nell'opposizione
dell'io che guarda la bellezza del mondo colmo di
bellezza,
l'uno e l'altro nel proprio spazio, l'uno e l'altro limitato
in se stesso,
chiuso in se stesso nel proprio equilibrio, e proprio per
questo
entrimani in equilibrio reciproco, proprio per questo in
uno spazio comune
...
il gioco saturo di bellezza, che satura di bellezza e che,
innamorato della bellezza,
ha luogo ai confini della realtà e
ingannando il tempo senza annullarlo,
giocando col caso senza dominarlo,
infinitamente ripetibile, e tuttavia
fin da principio destinato a perdersi,
perchè solo l'umano è divino.

.

10 commenti:

  1. a questo stupendo canto alla Bellezza che hai riportato per noi, Faber, metto accanto questi due di Gibran

    Non c'è alcun centro nello spazio
    se non dove l'io si sposa con l'io
    e la bellezza è sacerdote e testimone.


    Vorrei costruire una città
    presso un porto
    e su un'isola, in quel porto,
    erigere una statua
    non alla Libertà, ma alla Bellezza.
    Poichè Libertà è quella ai cui piedi
    gli uomini hanno sempre combattuto
    le loro battaglie
    mentre Bellezza è quella
    al cui cospetto tutti gli uomini
    alzano le mani
    verso tutti gli uomini
    come fratelli

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  2. Tardi ti ho amato

    Tardi ti ho amato,
    Bellezza tanto antica e tanto nuova;
    tardi ti ho amato!
    Tu eri dentro di me, e io stavo fuori,
    ti cercavo qui, gettandomi, deforme,
    sulle belle forme delle tue creature.
    Tu eri con me, ma io non ero con te.
    Mi tenevano lontano da te le creature
    che, pure, se non esistessero in te,
    non esisterebbero per niente.
    Tu mi hai chiamato
    e il tuo grido ha vinto la mia sordità;
    hai brillato,
    e la tua luce ha vinto la mia cecità;
    hai diffuso il tuo profumo,
    e io l’ho respirato, e ora anelo a te;
    ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te;
    mi hai toccato,
    e ora ardo dal desiderio della tua pace.

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  3. T. O Verità che illumini il mio cuore,
    fa’ che non siano le tenebre a parlarmi!
    Mi sono buttato in mezzo ad esse e mi sono trovato al buio,
    ma anche da quaggiù ti ho amato tanto.
    Mi sono smarrito, ma mi sono ricordato di te.
    Ho sentito la tua voce alle mie spalle,mi diceva di
    tornare indietro: l’ho sentita a malapena,
    a causa dell’inquietudine che tumultuava in me,
    ma ecco che ora torno assetato e desideroso della tua fonte.
    Nessuno m’impedisca di avvicinarmi a lei: ne berrò e vivrò.
    Non devo essere io la mia vita:
    da solo ho vissuto male,
    sono stato morte per me stesso;
    solo in te ritorno a vivere.
    (sant’Agostino ‘le confessioni, XII,10)

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  4. Voglio unirmi alle parole di Angelo...meravigliosa testimonianza di Agostino!

    buona giornata nella Bellezza a cui tutti aspiriamo

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  5. sto continuando a pensare alle parole di Sant'Agostino che risuonano con mille echi nell'anima...
    sarà una mia suggestione ma è come se quelle parole, Alessandro, tu le abbia non solo scritte qui ma ancor prima vissute

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  6. ...e questo dà alle tue parole il sapore denso e trasparente, definito e pacificante della TESTIMONIANZA

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