21/11/08

Pasolini, Cesare e Dio.


Molta dell'opera poetica e letteraria-saggistica di Pier Paolo Pasolini, risulta essere, se letta oggi, profetica. Pasolini sembrò prevedere con 30-40 anni di anticipo molti dei fenomeni di massa che hanno travolto l'Italia - insieme all'Occidente - trasfigurandone completamente il volto.

Anche a proposito di trasformazioni nel modo di percepire la religione e sulla Chiesa Cattolica, Pasolini scrisse e disse cose ferocemente contestate allora, sulla quale oggi molti osservatori - di destra e di sinistra - concordano, ammettendo che forse 'aveva ragione. '

Risulta così quanto mai toccante rileggere questa pagina degli Scritti Corsari, che dice molto, e di grandemente attuale, sui rapporti tra Chiesa e Stato, su cui bisognerebbe grandemente meditare. Scrive Pasolini:

Prima di tutto la distinzione radicale tra Chiesa e Stato. Mi ha sempre stupito, anzi profondamente indignato, l'interpretazione clericale della frase di Cristo: "Dà a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio": interpretazione in cui si era concentrata tutta l'ipocrisia e l'aberrazione che hanno caratterizzato la Chiesa controriformistica.

Si è fatta passare cioè - per quanto ciò possa sembrare mostruoso - come moderata, cinica e realistica una frase di Cristo che era evidentemente, radicale, estremistica, perfettamente religiosa. Cristo infatti non poteva in alcun modo voler dire: "accontenta questo e quello, non cercar grane politiche, concilia la praticità della vita sociale e l'assolutezza di quella religiosa, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, ecc.."

Al contrario Cristo - in assoluta coerenza con tutta la sua predicazione - non poteva che voler dire: "Distingui nettamente tra Cesare e Dio; non confonderli; non farli coesistere qualunquisticamente con la scusa di poter servire meglio Dio; non "conciliarli": ricorda bene che il mio "e" è disgiuntivo, crea due universi non comunicanti, o se mai, contrastanti: insomma, lo ripeto "inconciliabili".

Pasolini nel suo inconfondibile stile appassionato, radicale, polemico, avvertiva e avverte di un rischio sempre in agguato nel nostro mondo: quello di identificare Dio con Cesare e Cesare con Dio, di unificare gli scopi di Cesare con quelli di Dio, l'utile di Cesare con l'utile di Dio: la peggiore delle iatture umane.

5 commenti:

  1. Credo che abbiate equivocato Alessandro. La sua ultima domanda era infatti - credo proprio - retorica.
    Dall'intero suo commento si evince che, secondo Alessandro, Pasolini era - proprio come Agostino e Colombano - qualcuno che andava in cerca dell'altro, fino all'estremo, e che dunque camminava su territori molto insidiosi - che infatti l'hanno perduto - mettendo in gioco tutto se stesso.
    Era un idealista certo, ma anche uno che non si accontentava di piccole verità consolatorie, e cercava un'altra Verità, che nella vita continuava a sfuggirgli.
    E però, uno che è stato capace - come lui - di fare un film come "Il Vangelo secondo Matteo" ha dimostrato di conoscere nel cuore il vero cristianesimo più di tanti che si battono il petto tutte le domeniche.
    Dici bene, Thekla,la verità avviene - non può che avvenire - tramite un corpo.

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  2. E'come dice Faber la mia era la domanda di Natanaele, quella che fanno tutti i pii Israeliti , prima di conoscere Gesù: "che può venire di buono da Nazareth". Ho sentito qualche tempo fa una catechesi molto bella di Tonino Bello sulla lavanda dei piedi, li passava in rassegna tutti ma proprio tutti, compreso Giuda e arrivato a Natanaele usa, la lettera di un componente il suo gregge che gli scrive più o meno cosi" vescovo, io non sono tossico, non rubo, non sono extracomunitario, non tradisco mia moglie, non sono stato in galera, i miei figli sono bravi ragazzi, ma in paradiso c'è un posto anche per mé, ascoltando te sembra di no?" e don Tonino gli risponde "vedi fratello noi persone per bene, notare dove si colloca don tonino!, siamo come Natanaele che è il pio israelita capace di carità, che rispetta tutte le pratiche ma che non si lascia contaminare dal povero, dall'omosessuale, dalla puttana perchè pensa che li lui non abbia nulla da imparare, da ricevere, ma abbia solo da dare. Ecco in questo senso la mia domanda era veramente retorica Pasolini era un appestato, almeno ufficialmente sia per i comunisti, e all'epoca io ero uno di questi che per i cattolici. E questo in genere è quanto capita ai profeti, sempre.

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  3. siamo come Natanaele che è il pio israelita capace di carità, che rispetta tutte le pratiche ma che non si lascia contaminare dal povero, dall'omosessuale, dalla puttana perchè pensa che li lui non abbia nulla da imparare, da ricevere, ma abbia solo da dare.

    grazie Alessandro, è collegato anche con il 'mettersi in gioco' dell'altro thread...

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  4. Grazie Alessandro, per quello che hai scrittO, e per il brano di don Tonino Bello che scende nel cuore di quello che molti cristiani pensano e si domandano, spesso.
    In quanto a Pasolini, fu esattamente come tu scrivi: avversato da tutti. Come ogni vero profeta, lasciato completamente solo, a marcire nella sua disperazione consapevole. Salvo oggi ammettere che su quasi tutto ... aveva proprio ragione lui.
    E grazie anche a Thekla Magda e Miriam.

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