01/11/08

L'eroismo cristiano.



Oggi nel giorno in cui la Chiesa festeggia tutti i suoi santi, mi tornano in mente le parole che ho ascoltato qualche anno fa pronunciate da Enzo Bianchi, in una famosa e bellissima trasmissione radiofonica, Uomini e Profeti, che da anni conduce meravigliosamente Gabriella Caramore.

Bene, spesso noi cristiani - noi che facciamo riferimento a Cristo, nelle nostre vite - ci sentiamo un po' schiacciati dal Suo esempio di morte in Croce, e dall'esempio di molte vite di Santi che hanno fatto vite eroiche, che sono giunti spesso al punto di dare la vita, per la causa dell'amore.

Allora ci viene da domandarci: "Mio Dio, ma allora cosa mai dovrò fare io, cosa mi sarà richiesto, a me personalmente, per poter entrare nel Regno, per vedere il Suo volto ? "

E' proprio la domanda che la Caramore rivolse a Enzo Bianchi. Il quale rispose, nel suo solito stile, semplice, diretto, essenziale: no, disse, il cristianesimo non esige alcun atto d'eroismo. Il cristianesimo, Cristo, non ha questo tipo di esigenze. Il cristianesimo è esigente soltanto su un punto: sull'amore. E' l'unico comandamento che ci viene richiesto, che è necessario per entrare nel Regno dei cieli.

Un amore che non è un volersi bene generico, però. Un amore che non ha nulla di consolatorio, nulla di romantico, nulla di accomodante. Assolutamente nulla. Un amore totale, un donarsi reale all'altro, un essere solidale con lui, un vivere con lui e come lui: è l'amore di una madre per un figlio, è l'amore di un amico che dà tutto quello che può - e anche di più - per un amico in difficoltà, è l'amore gratuito, senza interessi, senza calcoli, senza doppi fini, senza invidie, senza do ut des.

E' l'amore senza. E l'amore punto e basta. E questo, e soltanto questo, è l'eroismo quotidiano che ci viene richiesto.


Il sito di Uomini e Profeti:

http://www.radio.rai.it/radio3/uomini_profeti/

14 commenti:

  1. Grande Enzo Bianchi: l'unica vera esigenza del cristianesimo è l'amore!
    ...Che comunque rimane una cosa difficile. Facile infatti è amare le persone "amabili" (appunto!), ma tutte le altre?
    Ecco, secondo me sta qui l'impegno del cristiano: nell'educarsi all'amore, senza ingenuità. L'amore non viene spontaneo, ha bisogno di piccoli passi e grandi decisioni.
    Mi viene in mente ad esempio il consiglio che s.Paolo dà a Filemone rimandandogli lo schiavo Onesimo: “non più però come schiavo, ma [...] come un fratello carissimo [...] nel Signore”. Qui si va al sodo: per amore (di Cristo e del fratello) si ribaltano le istituzioni!

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  2. Carissima Biancospina,

    dici benissimo ! "Qui si va al sodo ! " L'esempio di San Paolo a Filemone è eloquente assai, e c'è dentro tutto.

    Andare al sodo ! L'amore è rivoluzionario, è uscire fuori da se stessi, rinnegare se stessi, è la cosa più coraggiosa - ed eroica - che possiamo fare in vita.
    Ed è l'unica cosa che interessi a Cristo, a quanto pare, che noi facciamo veramente, per meritarci di essere con Lui, fino alla fine.
    Grazie !

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  3. Ecco, secondo me sta qui l'impegno del cristiano: nell'educarsi all'amore, senza ingenuità. L'amore non viene spontaneo, ha bisogno di piccoli passi e grandi decisioni.

    grazie Biancospina, è così! e richiede quel piccolo 'inserto' della tua citazione di Paolo: "nel Signore"!
    Allora tutto diventa possibile, anzi NATURALE.
    L'eroismo richiede uno sforzo sovr-umano, appunto... nel Signore, invece, è la natura che riceve la sovranatura restando natura realizzata nella sua pienezza...

    un caro saluto a tutti!

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  4. 'Qui si va al sodo: per amore (di Cristo e del fratello) si ribaltano le istituzioni!'

    stupenda, Biancospina, la forza rivoluzionaria dell'amore che Cristo ci chiede di costruire, come affermano Faber e Miriam...
    essa rivoluziona la nostra stessa persona come da Tolomeo a Copernico, dalla terra al sole dal sole alla terra

    "Fratello, se vuoi la pace,
    datti pace. La pace
    è solo il tuo cuore
    sprigionalo.

    Fratello, se vuoi l'amore,
    diventalo. Tu sei l'amore:
    tutto l'amore che cerchi.

    Non chiedere perciò la pace al mondo.
    E non pretendere l'amore da nessuno.
    La pace dalla tu. Falla
    tutti i giorni, con le tue mani.

    E dallo tu l'amore.
    Scroscia, dònati, irradia:
    sii felice. E' dandolo
    l'amore che lo ricevi
    in abbondanza."

    Marco Guzzi

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  5. Grazie, Miriam e Magda !

    In effetti noi dimentichiamo troppo spesso - obnubilati dalla retorica della pubblicità, del marketing, della televisione, dei luoghi comuni - la FATICA dell'amore.

    Una fatica, però, che SE noi amiamo VERAMENTE, non possiamo fare a meno di compiere. Ne siamo, cioè, OBBLIGATI.

    Come scrisse un grande filosofo, Paul Ricoeur: " C'est l'amour qui oblige."

    E' l'Amore che OBBLIGA. E' l'amore per qualcuno che ci spinge a non poterne fare a meno, a dover compiere la nostra fatica, a uscire faticosamente dal nostro rassicurante 'me stesso' e andare incontro all'altro, per essergli vicino.

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  6. In una società mercenaria come la nostra ci è difficile concepire qualcosa che non abbia a che fare con lo scambio. A volte siamo capaci di scambi diseguali,a nostro sfavore per cosi dire, ma niente di più. Solo Dio è capace di dare a chiunque in modo gratuito, senza aspettarsi ne chiedere nulla, assolutamente nulla in cambio.Noi potremmo sperimentare un amore non mercenario se riuscissimo a riappropriarci del concetto di alleanza. Sapere che ciò che ci unisce ad ogni altro uomo, in umanità e per figliolanza comune con l'unico Dio, è molto, molto di più di quanto ci divide in cultura e tradizione che sono poco più di ragnatele rispetto all'eternità. La nostra capacità di amare è comunque e sempre contaminata dalla paura della morte. Anche l'amore di carità: fare qualcosa per qualcuno senza provare nulla per lui, senza aspettarsi nulla da lui non è purificato, per noi uomini, dalle mille gratificazioni anche spirituali di cui siamo affamati. Eppure solo nell'amore noi possiamo fare esperienza della nostra umanità.non ci è data altra possibilità.

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  7. Grazie Alessandro, per queste parole così vere, da meditare.

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  8. Anch'io come Faber voglio ringraziarti per la profondità e la serietà delle tue riflessioni.
    Se puoi/vuoi sarebbe bello se approfondissi questa affermazione:

    'La nostra capacità di amare è comunque e sempre contaminata dalla paura della morte.'

    Il concetto di 'alleanza'da te citato mi fa venire in mente (con le dovute distanze e differenze)la 'social catena'di cui parla Leopardi ne 'La ginestra'...può esserci qualche, anche lontana, attinenza?

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  9. Penso, Magda, che la paura della morte, il terribile dubbio che l'eternità possa non esserci,impastate con l'attaccamento a tutti gli aspetti della vita e alla bellezza del creato sia alla base del nostro egoismo. La relazione ci è indispensabile come l'aria lo è per i polmoni eppure la viviamo nei nostri rapporti quotidiani giustificandola con ragioni opportunistiche o ci ritraiamo da essa mascherando la diffidenza con la parola discrezione e rispetto dei rispettivi confini.Eppure quel che da identità è l'appartenenza ad una comunità non certo rimirare la propria immagine riflessa da uno specchio.Noi non siamo capaci di alleanza, vale a dire di riconoscere profondamente ciò che ci unisce agli altri non ne siamo capaci perchè di fronte alla morte e al dolore siamo soli, cosi come lo siamo di fronte alla gioia. Dio ci ha proposto un alleanza alla quale lui sa essere fedele e solo li possiamo trovare la fonte per affrontare, non superare, solo affrontare queste paure.

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  10. Alessandro, vediamo se ho capito (correndo il rischio di banalizzare, ma è per cercare di chiarire a me stessa) quello che intendi.
    L'uomo pone sempre al primo posto il proprio IO, limitato e stretto in mille paure, prima fra tutte quella della morte che potrebbe ridurci al nulla , alla non esistenza. E contemporaneamente l' IO è attaccato agli aspetti della vita che più lo appagano, lo gratificano. Del resto la nostra unica esperienza (almeno quella di cui abbiamo sicura memoria) è filtrata dai sensi, è legata a questa vita che ci dà la conferma di 'essere', di avere un peso, un'importanza. E per 'essere' ancora di più abbiamo bisogno della relazione, degli altri; e a tale relazione diamo vari nomi amicizia amore conoscenza rapporti di lavoro... Ma mi pare di capire che in tali relazioni tu individui, diciamo così un 'vizio di fondo', causato dal nostro egoismo, dal nostro ego-centrismo. Dunque siamo incapaci di amore vero, disinteressato. L'unico vero amore è quello che solo Dio ci offre (anche perchè è solo Lui che sa con certezza ciò che c'è 'dopo' ;) e solo in Lui possiamo e potremo sentire appagato il nostro insaziabile desiderio di immenso.
    L'alleanza di cui parli potrebbe essere forse sinonimo di amore?

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  11. Tu non banalizzi Magda, io intendo propri quello. Nella lingua in cui sono scritti i Vangeli si usano quattro verbi per dire amore a differenza della nostra in cui usiamo la medesima parola per parlare di gatti e di Dio.Si usa il verbo erao per dire l'amore sensibile (vi deriva eros ed erotismo) noi l'abbiamo ridotto a genitalità ma in realtà indica passionalità, l'uscire da sé il fare le cose con passione; vi è poi stergo un altro verbo che indica familiarità, l'amore di consuetudine quello per le persone con le quali viviamo che abbiamo sempre visto attorno a noi verso le quali useremmo con difficoltà la parola amore della cui importanza ci accorgiamo quando non le abbiamo più accanto; vi è poi fileo che esprime l'amore di amicizia, l'affetto caloroso e tenero che si prova tra due amici, in italiano lo potremmo tradurre con "voler bene" questo è sempre un amore elettivo, partigiano, all'amico si giustifica tutto; infine vi è un quarto verbo agapao ed è l'amore di carità, di benevolenza, di buona volontà l'amore capace di dare e di continuare a darsi senza aspettarsi nulla in cambio. Ecco noi ci muoviamo, balbettanti in questo spettro, qualcuno forse ha la grazia di raggiunge l'amore di agapao . E' molto bello in questo senso il brano del Vangelo di Giovanni,il capitolo dopo la resurrezione quando sul lago di Galilea Gesù si rivolge a Pietro: Per due volte gli fa la domanda chiedendo se lo ama di amore di agapao e Pietro risponde che lo ama di amore di filoe (ti voglio bene)la terza volta Gesù gli chiede se lo ama di amore di amicizia (mi vuoi bene) e Pietro non ha più coraggio e dice "tu vedi nel mio cuore" Finalmente nella nuova traduzione CEI il brano è tradotto usando i due verbi. Vedi Magda il punto è qui Gesù scende al nostro livello sa dove possiamo arrivare,(infatti dice a Pietro "verrà il giorno ecc.." ma scende al nostro livello sempre. E' questa l'alleanza, è questa la fonte dell'amore. Senza questa io so che da me solo egoismo o al massimo un po di solidarietà politica per quelli della mia parte come quando ero comunista.

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  12. Dalle tue riflessioni, Alessandro, sono scaturite queste mie che spero non risultino sgradevoli perchè scendono a volte nel personale.

    I quattro livelli dell'amore, tra i quali ci muoviamo incerti, oscillando come navicelle tra le onde.
    Erao - 'noi l'abbiamo ridotto a genitalità ma in realtà indica passionalità, l'uscire da sé il fare le cose con passione'. Ridotto a 'roba' fatta di silicone e viagra, per tornare al discorso sulla società mercenaria che 'sembra' oggi quella vincente. E' invece la capacità di integrare le passioni nella propria vita (lavoro lungo, lavoro difficile), non semplicemente sublimandole quasi a volerle allontanare da sè come per paura di venirne dominati. E' grazie alla passione che le relazioni, il lavoro, il corpo, l'anima, la preghiera, la spiritualità,la sessualità, diventano vive e vivaci, appassionate, incisive.
    E forse senza provare passione non si può nemmeno provare vera com-passione.
    Stergo - 'indica familiarità, l'amore di consuetudine quello per le persone con le quali viviamo che abbiamo sempre visto attorno a noi verso le quali useremmo con difficoltà la parola amore della cui importanza ci accorgiamo quando non le abbiamo più accanto'. Quest'estate un collega di mio marito, che conosciamo da oltre 10 anni, di quelli che telefonano con disarmante frequenza e nelle ore più insolite, è stato davvero molto male, non si capiva cosa avesse. E mi sono ritrovata a pensare: "...e se morisse? cambierebbe tutto!" e ho provato un senso di vuoto, di smarrimento. Per fortuna tutto si è risolto bene. E ha ripreso a telefonare :)
    Fileo - 'l'amore di amicizia, l'affetto caloroso e tenero che si prova tra due amici, in italiano lo potremmo tradurre con "voler bene" ' ...come accoccolarsi in un cantuccio familiare, accanto al fuoco. Ritrovarsi nell'altro, basta uno sguardo, poche parole, una lieve allusione a fatti passati, indelebili. E scocca la scintilla! Tutto come la prima volta.
    Agapao - 'l'amore di carità, di benevolenza, di buona volontà l'amore capace di dare e di continuare a darsi senza aspettarsi nulla in cambio.' A volte, capendone il valore, provo a metterlo in pratica (o almeno così mi pare)quest'amore puro, disinteressato, scevro da altri fini secondari.Ma non dura molto. C'è sempre una voce dentro (quella dell'EGO?) che mi sussurra o mi grida " Ma sei sicura che l'altro/l'altra si accorga del tuo amore, della tua dedizione? Ne vale davvero la pena? Sei certa di esistere per lui/lei?" e troppo facilmente rientro nella logica dello scambio, dell'attesa della gratificazione e della conferma che IO ci sono. E insieme provo la paura di uscire dai binari, di deragliare, di essere un marziano se insistessi in questo amore 'folle'.

    Ma dalla fonte del Cristo Risorto sgorga sempre l'acqua dell'Amore. Per tutti.

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  13. Magda perché sgradevoli? Gesù si è contaminato nella nostra storia e nella nostra carne e la parola se non entrasse nella vita a che altro dovrebbe servire? Chissà, forse scopriremo la nostra capacità di amare quando sperimenteremo che il giogo è veramente leggero come Gesù ci promette nel Vangelo e non quella sorta di fatica con cui rappresentiamo ogni nostro gesto d'amore!

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  14. "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" !!!

    Dicevo 'sgradevoli' perchè a volte è difficile capirsi; come mi ha detto una mia cara amica riportando parole di Martini, 'comunicare è come camminare sulla seta' e credo che non bisogna stancarsi mai di usare le parole per chiarirsi. Ma anche qui ci soccorre Gesù, il Verbo che si è fatto carne.

    Cosa ne pensi, Alessandro, del tema trattato nel post di Faber del 15/11 e nei relativi commenti? Ogni nuova opinione è motivo di arricchimento. Ci vediamo là?

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