29/09/08

Il Vangelo della Domenica - La Vigna.


Vorrei, molto umilmente, provare a far sì - anche qui su Il Mantello di Bartimeo - che il Vangelo della Domenica, che abbiamo ascoltato la Domenica, continui a far 'frutto' nelle nostre teste anche durante la settimana seguente. Così ogni lunedì lascerò qualche pensiero, ispirato dalla Parola, che spero possa essere condiviso e servire.

VANGELO
Mt 21,28-32
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Dicono: "L'ultimo".
E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli".


Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Dicono: "L'ultimo".

Dunque, tutta questa parabola, molto semplice in realtà - e poco misteriosa - sembra voler dire una cosa sola: è più importante il FARE che il DIRE, per un cristiano.

Il Padre, sembra dirci Gesù, non sa che farsene dei nostri 'buoni propositi', del nostro 'dire', del nostro 'promettere'.

Egli vuole le nostre opere. Vuole un fare. Anche se questo fare arriva dopo reticenze e svogliatezze. Anche se è un fare che deriva da un frutto sbagliato. Purchè sia preceduto da un pentimento sincero.

Fare.

Fare sembra anche essere il linguaggio di Dio Padre, nei nostri confronti. Egli ha fatto l'immane opera della Creazione. Ma non si è mostrato più di tanto con le parole. E' apparso, anzi, spesso, agli uomini, alquanto reticente: reticente sulla esistenza del male, per esempio, sulle spiegazioni (causa-effetto) che gli uomini pretendono sempre, proprio come forma mentis.

Ho letto in un libro, recentemente: "Dio ama, non spiega."

Amare è fare. Spiegare è dire. Il Padre sembra privilegiare il primo, e questo vuole e vorrebbe che noi facessimo.

Proviamo a raccogliere questo 'fare' nelle nostre vite. Lasciamoci dietro le vane parole inutili. E proviamo a fare.

24/09/08

Il rischio della Religione Fai-da-Te, oggi.


Conosco sempre più persone - amici, colleghi di lavoro, semplici conoscenti - battezzati e di famiglia cattolica, che ormai si sono costruiti una specie di Religione-fai-da-te, pescando un po' di qua e un po' di là. Di fondo, si sentono ancora cattolici, e probabilmente - se qualcuno li andasse ad intervistare per un sondaggio - alla domanda: "religione cattolica ?" risponderebbero sì, ma soltanto per evitare di dover spiegare quello che magari non è del tutto chiaro neanche a loro.

Queste persone, in perfetta buona fede, e con spesso con le migliori intenzioni, sentendosi deluse da alcuni aspetti del cattolicesimo - in gran parte la qualità delle liturgie (messe noiose, prediche melense), ma anche la posizione della Chiesa e del Vaticano su alcune questioni del vivere comune - cominciano a rivolgersi altrove, in cerca di 'integratori' spirituali d'altra natura.

Così accade che alcuni di loro comincino a frequentare i circoli buddhisti del Soka Gakkai, dove si recita il Sutra del Loto, il namu myoho renge kyo che "fa sentire meglio, perchè libera l'energia che c'è in te." Il Soka Gakkai, come altre discipline buddhiste, è di 'facile approccio': si comincia con la conoscenza di una persona che ti introduce in un circolo di 'praticanti', la prima volta si va per curiosare, e poi si comincia a ... provare.

Non è soltanto il Soka Gakkai, ovviamente. Oramai va di moda 'pescare' anche da altre religioni, dal Tai-chi (che non è una religione, ma un'arte marziale che si usa a scopi meditativi e di conoscenza interiore), allo Zen, magari a un pizzico di Zoroastrismo o di Scintoismo, o di Confucianesimo e magari, perchè no, di new age ?

Credo che la nostra chiesa cattolica, specie in Italia, sottovaluti parecchio il rischio della trasformazione di un cattolicesimo che ormai - come avverte anche Benedetto XVI - rischia di essere percepito come "un insieme di no", di fronte al quale si cerca la consolazione di più facili "sì". E sottovaluti questa 'moda' di fabbricarsi religioni personali pret-a-porter anche da parte di coloro che si professano cattolici.

Il rischio è, secondo me, che si annacqui ancora di più lo spirito originario del cristianesimo, che non si voglia o non si sia più capaci di viverlo nella sua bellezza radicale, nel suo messaggio forte, originale.

Il rischio è che le persone che 'mischiano' tradizione e professioni di fede magari non completamente 'scelte', ma 'trovate lungo la strada' creino ancora più confusione nei cuori, e smarrimento di fronte a ciò che succede nel mondo.

Perchè la Chiesa non prova ad interrogarsi a fondo su questo, e a cercare di ribadire, di ritrovare e riaffermare lo spirito originario del cristianesimo, cioè Cristo, che non avrebbe e non ha bisogno di nessun integratore per affermarsi come Senso nel Mondo ?

23/09/08

Finalmente una apertura della Chiesa sul Testamento Biologico.


Finalmente, dopo quelli che secondo me sono stati gli scivoloni, le omissioni e le incertezze, sui Funerali a Welby - e la gestione di quella vicenda - la Chiesa italiana, in una dichiarazione ufficiale del suo massimo organo collegiale, il Collegio permanente della Cei, si esprime ufficialmente a favore di una legge che regolamenti il fine-vita, e tutte le complicate implicazioni che questa comporta.

Le parole del Card. Bagnasco di ieri, mi sono sembrate assai ponderate, e in gran parte condivisibili.

Eccole:
Questi mesi estivi sono stati segnati dalla vicenda di Eluana Englaro, la giovane lecchese che, per un incidente stradale occorsole sedici anni fa, vive in stato vegetativo conseguente a un coma da trauma cranico. La partecipazione commossa alla sorte di questa giovane, la condivisione e il rispetto per la situazione di sofferenza nella quale versa la famiglia, sono i nostri primi sentimenti. È una condizione, quella di Eluana, che peraltro interessa circa altri due mila nostri concittadini sparsi per il territorio nazionale. Per loro e le loro famiglie, come pure per altri malati gravemente invalidati, è necessario un efficace supporto da parte delle istituzioni. Non è questa la sede per richiamare l’iter abbastanza complesso che, rendendo questo caso emblematico, ha nel contempo evidenziato la nuova situazione venutasi a determinare in seguito a pronunciamenti giurisprudenziali che avevano inopinatamente aperto la strada all’interruzione legalizzata del nutrimento vitale, condannando in pratica queste persone a morte certa. Si è imposta così una riflessione nuova da parte del Parlamento nazionale, sollecitato a varare, si spera col concorso più ampio, una legge sul fine vita che – questa l’attesa − riconoscendo valore legale a dichiarazioni inequivocabili, rese in forma certa ed esplicita, dia nello stesso tempo tutte le garanzie sulla presa in carico dell’ammalato, e sul rapporto fiduciario tra lo stesso e il medico, cui è riconosciuto il compito – fuori da gabbie burocratiche − di vagliare i singoli atti concreti e decidere in scienza e coscienza. Dichiarazioni che, in tale logica, non avranno la necessità di specificare alcunché sul piano dell’alimentazione e dell’idratazione, universalmente riconosciuti ormai come trattamenti di sostegno vitale, qualitativamente diversi dalle terapie sanitarie. Una salvaguardia indispensabile, questa, se non si vuole aprire il varco a esiti agghiaccianti anche per altri gruppi di malati non in grado di esprimere deliberatamente ciò che vogliono per se stessi.

Quel che in ultima istanza chiede ogni coscienza illuminata, pronta a riflettere al di fuori di logiche traumatizzanti indotte da casi singoli per volgersi al bene concreto generale, è che in questo delicato passaggio – mentre si evitano inutili forme di accanimento terapeutico − non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono terapeutico, e sia invece esaltato ancora una volta quel favor vitae che a partire dalla Costituzione contraddistingue l’ordinamento italiano.

La vita umana è sempre, in ogni caso, un bene inviolabile e indisponibile, che poggia sulla irriducibile dignità di ogni persona (cfr Benedetto XV, Discorso di saluto e accoglienza ai giovani, Sydney, 17 luglio 2008), dignità che non viene meno, quali che siano le contingenze o le menomazioni o le infermità che possono colpire nel corso di un’esistenza. Alla luce di questa consapevolezza iscritta nel cuore stesso dell’uomo, e che non è scalfibile da evoluzioni scientifiche o tecnologiche o giuridiche, noi guardiamo con fiducia alle sfide che il Paese ha dinanzi a sé, sicuri che il nostro popolo − con l’aiuto del Signore − saprà trovare le strade meglio corrispondenti alla sua voglia di futuro e alla sua concreta vocazione.

Qui il testo integrale della prolusione del Card. Bagnasco.



21/09/08

Enzo Bianchi chiamato da Benedetto XVI per il prossimo Sinodo dei Vescovi


In vista della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà a Roma dal 5 al 26 Ottobre, a norma di quanto previsto dall’ Ordo Synodi Episcoporum, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ha nominato tra gli Adiutores Secretarii specialis (o Esperti), fr. Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose.

Per noi de Il Mantello di Bartimeo, questa è una gran bella notizia, e per festeggiarla, vi propongo qui sotto l'Omelia scritta per la domenica di oggi, 21 Settembre 2008, da Enzo Bianchi, a commento della Parabola Evangelica dei lavoratori della Vigna.


«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna»: così si apre la parabola di Gesù che oggi ascoltiamo. È una parabola che, mentre rivela la distanza tra il pensiero di Dio e quello di noi uomini (cf. Is 55,8-9), ci invita a colmarla assumendo i sentimenti di Dio narrati da Gesù.Il padrone della vigna si accorda con gli operai chiamati all’alba per il salario di un denaro al giorno; poi esce ancora a più riprese sulla piazza del paese e assolda altre persone che scorge disoccupate, rispettivamente alle nove, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque del pomeriggio. Con tutti quelli ingaggiati più tardi egli non pattuisce una paga precisa, ma si limita a dire loro: «Andate anche voi nella mia vigna, quello che è giusto ve lo darò». Parole strane in bocca a un proprietario terriero, parole che contrastano con la logica di mercato e attirano la nostra attenzione: quale sarà questo salario giusto?Venuta la sera il padrone della vigna incarica il suo fattore di pagare gli operai «incominciando dagli ultimi fino ai primi». Quelli delle cinque del pomeriggio ricevono un denaro ciascuno, mentre a proposito degli altri lavoratori presi a partire dalle nove non si specifica nulla. «Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più»: è un calcolo umanissimo, che probabilmente molti di noi sottoscriverebbero, ma è un atto di presunzione che dimentica quanto il padrone aveva pattuito con loro. La realtà invece è un’altra: «Anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno», come da accordo…

Ma nel ritirare il loro salario gli operai della prima ora non riescono a celare il loro disappunto. Essi però non hanno il coraggio di esprimere il loro dissenso mediante una parola franca e leale, ma mormorano contro il padrone. Già questa forma di «comunicazione» è sintomo di una doppiezza interiore, di un cuore diviso che porta ad avere labbra doppie (cf. Sal 12,3; 119,10.13), perché – come rivelato da Gesù – «la bocca parla dalla pienezza del cuore» (Mt 12,34). Quanto al contenuto della loro lamentela, è ispirato alla logica perversa del paragone, del confronto con gli altri: «Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». Ciò che non riescono a sopportare non è tanto la mancata corrispondenza tra lavoro compiuto e ricompensa, quanto l’uguaglianza del trattamento ricevuto, il pensiero che altri venuti dopo siano stati oggetto della benevolenza del padrone: «tu li hai fatti uguali a noi», essi dicono letteralmente…

Tocca allora al signore della vigna, figura di Dio, ricondurre questi contestatori alla realtà. Rivolgendosi a uno di loro egli innanzitutto lo chiama «amico», poi gli spiega: «Io non commetto verso di te un’ingiustizia. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene». Egli, dunque, si è comportato semplicemente in modo giusto. Ma non basta, il padrone si riserva anche la libertà di fare delle proprie ricchezze ciò che vuole: «Io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te …

Oppure il tuo occhio è cattivo perché io sono buono?». In questa domanda è racchiusa la matrice profonda dell’invidia, sentimento che amareggia le nostre relazioni quotidiane: l’invidia consiste nell’avere un occhio cattivo verso l’altro fino a non volerlo più vedere e a desiderarne la scomparsa. Di nuovo, essa ha le sue radici nel cuore, perché «dal cuore dell’uomo nasce l’occhio cattivo» (Mc 7,22).

Ma perché siamo tristi per la felicità altrui, quasi fosse un attentato alla nostra? Gesù ci insegna che vi è una corrispondenza tra il concepire il proprio rapporto con Dio in termini di prestazione legalistica, misurando i propri presunti meriti, e il rattristarsi per la gioia altrui; al contrario, chi serve Dio nella libertà e per amore suo si rallegra della misericordia da lui riversata su tutti gli uomini e sa vivere il grande bene della gioia condivisa. Sì, il Signore Dio nell’imperscrutabile profondità della sua sapienza (cf. Rm 11,33) si rivela giusto nel donare la sua misericordia a tutti, abbiano risposto alla sua chiamata alla prima o all’ultima ora. Il suo unico arbitrio è la libertà di amare senza limite: e chi siamo noi per ostacolarlo?

Enzo Bianchi

il sito della Comunità di Bose:

http://www.monasterodibose.it/index.php/


18/09/08

La Risposta a Giobbe - di Carl Gustav Jung.





Sto leggendo in questi giorni un meraviglioso libro, di quel grande genio dell'umanità che è stato Carl Gustav Jung. Il quale in un famosissimo saggio, intitolato "Risposta a Giobbe", pubblicato nell'ultima fase della sua vita, nel 1952, si pose come obbiettivo quello di rispondere alla domanda cruciale della nostra esistenza: ovvero la presenza del male, nelle nostre vite, che da un punto di vista veterotestamentario, è rappresentato in tutta la sua drammatica pienezza nel Libro di Giobbe.
Chiunque sa che quel Libro della Bibbia sottopone un problema fondamentale: perchè il Giusto viene punito - ingiustamente - da Dio ? Perchè Dio si accanisce contro di lui, cedendo alle lusinghe di Satana che pone dei dubbi a Dio sulla fedeltà di Giobbe (il quale invece non ha nessuna colpa, tutt'altro) ? Perchè l'onniscente Dio - sembrerebbe per un puro divertimento sadico - si diverte a tormentare il povero Giobbe, l'uomo giusto e incolpevole, fedele a Dio: soltanto per constatare se egli riuscirà a rimanergli fedele anche nelle sofferenze più atroci inviategli ingiustamente ? Ma che gioco è questo ? Dio ragiona così ?

A tutte queste drammatiche domande, Jung dà una serie di risposte geniali, fornendo una interpretazione psico-analitica delle dinamiche che si instaurano tra Dio-Yahwèh e l'Uomo, la sua creatura.

Secondo Jung, Giobbe è il 'punto di rottura' nell'equilibrio tra Dio - creatore e Uomo-creato. E' quella crasi che rende 'necessario' il cambiamento in Dio stesso, e che porta all'incarnazione.

" Tutto il mondo è di Dio, e Dio è in tutto il mondo, " scrive Jung, " sin dalle prime origini. Ma perchè allora tutta questa grande impresa dell'incarnazione ? ci si domanda stupiti. Dio è sì, de facto, in tutto, ma nonostante ciò dev'essere mancato qualche cosa perchè sia stato necessario inscenare, con tante precauzioni e con tanta cura, una , per così dire, seconda entrata nella Creazione. .... Ma quando si pensa che il male è stato originalmente insinuato da Satana e che questi continua ancora incessantemente ad instillarlo con le sue male arti in tutto il creato, sembrerebbe molto più semplice che Yahwèh avesse richiamato energicamente all'ordine, e una volta per tutte, questo practical joker, eliminando il suo influsso dannoso ed estirpando così il male alla radice. Non ci sarebbe stato allora alcun bisogno di organizzare una particolare incarnazione.... "
Ma.... il testo di Jung è una affascinante (e assai persuasiva risposta) a queste e a molte altre obiezioni.

15/09/08

Lourdes - L'ultima preghiera di Bernadette.



In occasione dell'ultimo giorno della visita del Papa a Lourdes mi sembra bello riportare queste parole, questa preghiera scritta da Bernadette Soubirous poco prima di morire:

Prima di morire, Bernadette scrisse una preghiera. È il proprio personale Getsemani, l'ora del dubbio, del combattimento interiore.
Bernadette Soubirous è diventata suor Marie-Bernard, conversa delle suore di Nevers, ha 35 anni ed è morente.

Colei che ha visto e parlato con la Madonna a Lourdes guarda al passato con occhio stupito, diremmo incredulo di fronte alle cose operate dal Signore in Lei: la vita dura e miserevole condotta nella sua casa, la fame sofferta, le terribili ingiustizie subite, i dileggi, le incomprensioni anche da chi era più vicino. Guarda al passato e scrive quanto il cuore le annota; e ciò diventa preghiera vera e rara, drammaticamente vibrante...



Per l'indigenza di mamma e papà,
per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza,
per le pecore rognose: grazie, mio Dio!
Bocca di troppo da sfamare che ero;
per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie!
Grazie, o mio Dio, per il Procuratore,
per il Commissario, per i Gendarmi,
per le dure parole di Peyramale.
Per i giorni in cui siete venuta. Vergine Maria,
per quelli in cui non siete venuta,
non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso.
Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe,
per gli oltraggi,
per coloro che mi hanno presa per pazza,
per coloro che mi hanno presa per bugiarda,
per coloro che mi hanno presa per interessata.
Grazie, Madonna!
Per l'ortografia che non ho mai saputa,
per la memoria che non ho mai avuta,
per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie!
Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra
una bambina più stupida di me, avreste scelto quella!
Per la mia madre morta lontano,
per la pena che ebbi quando mio padre,
invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette,
mi chiamò suor Marie-Bernard: grazie, Gesù!
Grazie per aver abbeverato di amarezza
Questo cuore troppo tenero che mi avete dato.
Per Madre Joséphine che mi ha proclamata:
«Buona a nulla».
Grazie!
Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura,
le sue ingiustizie, le sue ironie,
e per il pane della umiliazione, grazie!
Grazie per essere stata quella cui la Madre Thérèse
Poteva dire: «Non me ne combinate mai abbastanza».
Grazie per essere stata quella privilegiata
dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano:
«Che fortuna non essere come Bernadette!».
Grazie di essere stata Bernadette,
minacciata di prigione perché vi avevo vista,
Vergine Santa!
Guardata dalla gente come bestia rara;
quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva:
«Non è che questa?!».
Per questo corpo miserando che mi avete dato,
per questa malattia di fuoco e di fumo,
per le mie carni in putrefazione,
per le mie ossa cariate, per i miei sudori,
per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti,
Grazie, Mio Dio!
Per quest'anima che mi avete data, per il deserto
dell'aridità interiore,
per la vostra notte e per i vostri baleni.
per i vostri silenzi e i vostri fulmini;
per tutto,
per Voi assente e presente, grazie! Grazie, o Gesù!

14/09/08

L'OMELIA PRONUNCIATA DAL PAPA A LOURDES NELLA GRANDE MESSA PER IL 150MO ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DI LOURDES - IL TESTO INTEGRALE


Ecco il testo integrale che il Papa ha appena pronunciato sulla Spianata della Prairie di Lourdes, davanti a 200.000 fedeli. Un testo molto profondo, che merita di essere letto integralmente e che pubblico a beneficio dei lettori di questo blog.

Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella". È il messaggio che Bernadette ricevette dalla "bella Signora" nell’apparizione del 2 marzo 1858. Da 150 anni i pellegrini non hanno mai cessato di venire alla grotta di Massabielle per ascoltare il messaggio di conversione e di speranza che è loro rivolto. Ed anche noi, eccoci qui stamane ai piedi di Maria, la Vergine Immacolata, per metterci alla sua scuola con la piccola Bernadette.
Ringrazio in modo particolare Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, per la calorosa accoglienza che mi ha riservato e per le parole gentili che mi ha rivolto. Saluto i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, così come tutti voi, cari pellegrini di Lourdes, in special modo i malati. Siete venuti in grande numero a compiere questo pellegrinaggio giubilare con me e ad affidare le vostre famiglie, i vostri parenti ed amici, e tutte le vostre intenzioni a Nostra Signora. La mia riconoscenza va anche alle Autorità civili e militari, che hanno voluto essere presenti a questa Celebrazione eucaristica.



"Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro! (Sant’Andrea di Creta, Omelia X per l’Esaltazione della Croce: PG 97, 1020). In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della santa Croce, il Vangelo che avete appena inteso ci ricorda il significato di questo grande mistero: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati (cfr Gv 3,16). Il Figlio di Dio s’è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce /cfr Fil 2,8). E’ per la sua Croce che siamo salvati. Lo strumento di supplizio che, il Venerdì Santo, aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. "Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!" diceva sant’Agostino (Tract. in Johan.,XII,11). Sollevando gli occhi verso il Crocifisso, adoriamo Colui che è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo e donarci la vita eterna.

E la Chiesa ci invita ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l’amore del Crocifisso per gli uomini. Essa ci invita a rendere grazie a Dio, perché da un albero che aveva portato la morte è scaturita nuovamente la vita. È su questo legno che Gesù ci rivela la sua sovrana maestà, ci rivela che Egli è esaltato nella gloria. Sì, "Venite, adoriamolo!". In mezzo a noi si trova Colui che ci ha amati fino a donare la sua vita per noi, Colui che invita ogni essere umano ad avvicinarsi a Lui con fiducia.

E’ questo grande mistero che Maria ci affida anche stamane, invitandoci a volgerci verso il Figlio suo. In effetti, è significativo che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce. Più che un semplice segno, è un’iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria. Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati.

La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia. E’ questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes. Essa invita tutti gli uomini di buona volontà, tutti coloro che soffrono nel cuore o nel corpo, ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della salvezza.

La Chiesa ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo. Sapremo noi comprendere che nel Crocifisso del Golgota è la nostra dignità di figli di Dio, offuscata dal peccato, che ci è resa? Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo. È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato. Perché, su questa Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo. Noi li affidiamo a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, presente ai piedi della Croce.

Per accogliere nelle nostre vite questa Croce gloriosa, la celebrazione del Giubileo delle apparizioni di Nostra Signora di Lourdes ci fa entrare in un cammino di fede e di conversione. Oggi Maria viene incontro a noi per indicarci le vie d’un rinnovamento della vita delle nostre comunità e di ciascuno di noi. Accogliendo il Figlio suo, che Ella ci presenta, siamo immersi in una sorgente viva in cui la fede può ritrovare un vigore nuovo, in cui la Chiesa può fortificarsi per proclamare con sempre maggior audacia il mistero di Cristo. Gesù, nato da Maria, è Figlio di Dio, unico salvatore di tutti gli uomini, che vive ed agisce nella sua Chiesa e nel mondo. La Chiesa è inviata dappertutto nel mondo per proclamare quest’unico messaggio ed invitare gli uomini ad accoglierlo mediante un’autentica conversione del cuore. Questa missione, che è stata affidata da Gesù ai suoi discepoli, riceve qui, in occasione di questo Giubileo, un soffio nuovo. Che al seguito dei grandi evangelizzatori del vostro Paese, lo spirito missionario, che ha animato tanti uomini e donne di Francia nel corso dei secoli, sia ancora la vostra fierezza e il vostro impegno!

Seguendo il percorso giubilare sulle orme di Bernadette, l’essenziale del messaggio di Lourdes ci è ricordato. Bernadette è la maggiore di una famiglia molto povera, che non possiede né sapere né potere, è debole di salute. Maria la sceglie per trasmettere il suo messaggio di conversione, di preghiera e di penitenza, in piena sintonia con la parola di Gesù: "Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25). Nel loro cammino spirituale i cristiani sono chiamati essi pure a far fruttificare la grazia del loro Battesimo, a nutrirsi di Eucaristia, ad attingere nella preghiera la forza per testimoniare ed essere solidali con tutti i loro fratelli in umanità (cfr Omaggio alla Vergine Maria, Piazza di Spagna, 8 dicembre 2007). E’ dunque una vera catechesi che ci è proposta sotto lo sguardo di Maria. Lasciamo che la Vergine istruisca pure noi e ci guidi sul cammino che conduce al Regno del Figlio suo!

Proseguendo nella sua catechesi la "bella Signora"rivela il suo nome a Bernadette: "Io sono l’Immacolata Concezione". Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato, perché "ha guardato l’umiltà della sua serva" (Lc 1,48). Maria è questa donna della nostra terra che s’è rimessa interamente a Dio e ha ricevuto da Lui il privilegio di dare la vita umana al suo eterno Figlio. "Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Essa è la bellezza trasfigurata, l’immagine dell’umanità nuova. Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità. Questo privilegio riguarda anche noi, perché ci svela la nostra dignità di uomini e di donne, segnati certo dal peccato, ma salvati nella speranza, una speranza che ci consente di affrontare la nostra vita quotidiana. E’ la strada che Maria apre anche all’uomo. Rimettersi completamente a Dio è trovare il cammino della libertà vera. Perché volgendosi a Dio, l’uomo diventa se stesso. Ritrova la sua vocazione originaria di persona creata a sua immagine e somiglianza.

Cari fratelli e sorelle, la vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Lasciamoci toccare dal suo sguardo: esso ci dice che siamo tutti amati da Dio, mai da Lui abbandonati! Maria viene a ricordarci che la preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante, deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. "Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell’emergenza e sembra spingere unicamente all’azione" (Enc. Deus caritas est, n. 36). Lasciarsi assorbire dalle attività rischia di far perdere alla preghiera la sua specificità cristiana e la sua vera efficacia. La preghiera del Rosario, così cara a Bernadette e ai pellegrini di Lourdes, concentra in sé la profondità del messaggio evangelico. Ci introduce alla contemplazione del volto di Cristo. In questa preghiera degli umili noi possiamo attingere grazie abbondanti.

La presenza dei giovani a Lourdes è anche una realtà importante. Cari amici, qui presenti stamattina intorno alla Croce della Giornata Mondiale della Gioventù, quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirvi ancora che nessuno di voi è indifferente per Dio. Egli posa il suo sguardo amoroso su ciascuno di voi e vi chiama ad una vita felice e piena di senso. Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo venuto a dirle che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Essa sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse "sì" senza esitare. Grazie al suo "sì" la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità. A vostra volta, cari giovani, non abbiate paura di dire "sì" alle chiamate del Signore, quando Egli vi invita a seguirlo. Rispondete generosamente al Signore! Egli solo può appagare le aspirazioni più profonde del vostro cuore. Siete in molti a venire a Lourdes per un servizio attento e generoso accanto ai malati o ad altri pellegrini, mettendovi così sulle orme di Cristo servo. Il servizio reso ai fratelli e alle sorelle apre il cuore e rende disponibili. Nel silenzio della preghiera, sia Maria la vostra confidente, lei che ha saputo parlare a Bernadette rispettandola e fidandosi di lei. Maria aiuti coloro che sono chiamati al matrimonio a scoprire la bellezza di un amore vero e profondo, vissuto come dono reciproco e fedele! A coloro tra voi che Egli chiama a seguirlo nella vocazione sacerdotale o religiosa, vorrei ridire tutta la felicità che vi è nel donare totalmente la propria vita a servizio di Dio e degli uomini. Siano le famiglie e le comunità cristiane luoghi nei quali possano nascere e maturare solide vocazioni a servizio della Chiesa e del mondo!

Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano. Amo invocare Maria come Stella della speranza (Enc. Spe salvi, n.50). Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie, lei è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo "sì", mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato. Essa ci accompagna con la sua presenza materna in mezzo agli avvenimenti della vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni. Felici gli uomini e le donne che ripongono la loro fiducia in Colui che, nel momento di offrire la sua vita per la nostra salvezza, ci ha donato sua Madre perché fosse nostra Madre!

Cari fratelli e sorelle, in questa terra di Francia, la Madre del Signore è venerata in innumerevoli santuari, che manifestano così la fede trasmessa di generazione in generazione. Celebrata nella sua Assunzione, essa è la Patrona amata del vostro Paese. Sia sempre onorata con fervore in ciascuna della vostra famiglie, nelle vostre comunità religiose e nelle parrocchie! Vegli Maria su tutti gli abitanti del vostro bel Paese e sui pellegrini venuti numerosi da altri Paesi per celebrare questo Giubileo! Sia per tutti la Madre che circonda d’attenzione i suoi figli nelle gioie come nelle prove! Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, insegnaci a credere, a sperare e ad amare con te. Indicaci la via verso il regno del tuo Figlio Gesù! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino! (cfr Enc. Spe salvi, n.50). Amen.

13/09/08

Benedetto XVI a Lourdes.


Il Papa tra poche ore arriva a Lourdes.

Che cos'e' Lourdes ?
Come è possibile spiegare questo fenomeno di Lourdes ? Chi almeno una volta è andato li' davanti a quella Grotta non ha potuto fare a meno di chiedersi:

come è possibile tutto questo ?

Come è possibile che le visioni di una contadina analfabeta che sapeva parlare solo il dialetto occitano abbia generato un culto come questo
?

Il Santuario di Lourdes è stato visitato finora da circa 700 milioni di persone.

Ma tutto questo - incredibile ! - è cominciato in una grotta, alla ricerca di legna secca.

Ancora una volta il Mistero ha scelto l'umiltà più periferica, più marginale, più "insignificante" per manifestarsi.

Li', in quella Grotta Maria sembra manifestarsi nuovamente come SECONDA OCCASIONE PER L'UMANITA'.

Lei, sembra far risuonare sulla nostra Terra Desolata (T.S.Eliot) un nuovo immenso grido di speranza.

"Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la Grazia" (Romani 5,20)

" Volete farmi il piacere di venire qui per quindici giorni ?" chiede la Signora alla ragazzina contadina, il 18 febbraio 1858, giorno della terza apparizione.

Bernadette va.

Risponde a quella semplice chiamata. Che è la stessa di Gesù: " Venite e Vedrete" (Giovanni 1,39).

09/09/08

Indonesia: i cellulari aiutano i fedeli a pregare durante il Ramadam !


Sono molti i motivi seri per cui i musulmani hanno già superato i cattolici nel mondo, e li stanno sopravanzando. La curiosa notizia qui sotto può fornire uno spunto di riflessione in proposito. Ve l'immaginate una cosa del genere in un paese cattolico, che ne so, in Italia ? Che putiferio infernale ne verrebbe fuori ?

I fedeli musulmani che faticano a conciliare i ritmi della vita lavorativa con i doveri religiosi del mese sacro di Ramadan si affidano sempre di più a speciali cellulari che li aiutano a scandire i ritmi delle preghiere quotidiane.

In Indonesia, più grande paese musulmano al mondo, quando i fedeli sono tenuti a digiunare dall'alba al tramonto durante il mese sacro, gli accessori islamici diventano particolarmente ricercati.

Fra questi, c'è un'edizione limitata di un cellulare bianco e verde chiamato Hidayah, guida divina in arabo, che cinque volte al giorno avverte puntualmente il fedele quando è l'ora di inginocchiarsi faccia alla Mecca per pregare emettendo
l'azan, il richiamo tradizionale, e con un suono di tamburo dopo il tramonto segnala la fine del digiuno.

Prima dell'alba, il telefono è programmato anche per svegliare i fedeli con canzoni religiose in tempo per potersi gustare l'ultimo pasto prima dell'inizio del lungo digiuno.

"Quando sono al lavoro, a volte mi è capitato di perdere il senso del tempo e mancare una preghiera perchè il rumore del traffico copriva il richiamo proveniente dalle moschee. Grazie a questo telefono, invece, non c'è rischia di perdersi nulla", ha detto Donny Meirawan, 35enne che lavora in una fabbrica.

Fra i salvaschermo offerti da questo modello di cellulare ci sono delle foto della moschea principale di Jakarta e foto di versetti coranici scanerizzati.

Tra le funzioni, ce ne è una che consente di sapere sempre da che parte occorre girarsi per trovarsi con la faccia alla Mecca, in Arabia Saudita, come prescrive la religione di Maometto.


fonte Reuters - http://it.reuters.com

08/09/08

Helene Grimaud - Quando la musica è estasi, e avvicina a Dio.



Hélèn Grimaud non è soltanto una grande pianista, che si è esibita e si esibisce nei più importanti teatri di tutto il mondo. No, è anche una bellissima donna. E oltre a questo è una scrittrice apprezzata, amante della natura e dei lupi, per la conservazione dei quali ha fondato il Wolf Conservation Center nel 1999 negli Stati Uniti.

Sono parecchi i talenti, dunque, che Hélèn ha ricevuto.

Ma forse il maggiore è questo: il trasmetterci con le parole dei suoi libri, e con il semplice gesto del suo suonare cosa è la musica. "La musica di Bach", dice Hélèn, " è in grado di salvare l'anima delle persone. La sua musica è per i disperati, per aiutarli a tornare ad amare la vita."

Nel video qui sopra non è alle prese con Bach, ma con Arvo Part (che probabilmente usa Bach come ispirazione), ma basta guardare il suo volto, il volto di Hélèn per capire cosa può fare la musica. Fin dove può portare.

Tutto sulla Grimaud:
http://www.helenegrimaud.com

http://it.wikipedia.org/wiki/H%C3%A9l%C3%A8ne_Grimaud