28/05/08

San Giovanni, L'Evangelista, a Roma.



Ignoriamo molto delle nostre radici cristiane.

Eppure, ad ogni passo, ad ogni pietra del suolo che calpestiamo oggi, si aprono voragini di storie antiche che riconducono tutte ad un’unica grande storia.

A Roma si sta perdendo perfino la memoria apostolica, che pure è così viva, e documentata.

Ci ho pensato pochi giorni fa percorrendo la meravigliosa Via di Porta Latina, dove sorge l’antichissima basilica di San Giovanni a Porta Latina, una di quelle paleo-cristiane di Roma.

A Roma, si sa, si parla sempre di Pietro e di Paolo. Ma si ignora spesso l’importante passaggio di quelli che furono gli altri apostoli di Gesù, a cominciare di quelli più importanti: gli Evangelisti.

Pochi romani – e pochi cristiani in generale – saprebbero oggi rispondere alla domanda se risulta di un passaggio a Roma di San Giovanni, l’Evangelista. Il prediletto.

Eppure questa presenza non solo è documentata. Ma è anche testimoniata da un culto bi-millenario. Mai decaduto.

Di Giovanni si ricorda l’attività di predicatore instancabile, dopo la morte di Gesù, e soprattutto della sua presenza a Patmos, nell’Egeo, dove scriverà le terribili ed enigmatiche visioni contenute nell’Apocalisse.
Ma tra queste due fasi, Giovanni transitò a Roma.

E’ Tertulliano a raccontarci che nell’anno 89, mentre Giovanni si trovava ad Efeso, si scatenò una nuova ondata di persecuzioni nei confronti dei cristiani ad opera dell'imperatore Domiziano. Tertulliano racconta che Giovanni venne arrestato e condotto a Roma, quindi torturato nei pressi di Porta Latina e infine condannato a morte.

Di lì a poco questa pena però verrà commutata in quella dell'esilio nell'isola di Patmos. Sul luogo dove venne sottoposto alla tortura dell’Olio bollente venne costruita la chiesa di San Giovanni in Oleo. Non si tratta anzi, di una vera e propria chiesa, ma di un piccolissimo oratorio a pianta ottagonale, che vedete ritratto qui.

E’ un luogo veramente particolare, del quale vi parlerò meglio nei prossimi giorni. Raccontandovi anche di qualche piccola scoperta.

4 commenti:

  1. Quanto vorrei fare un giro nella bellissima Roma!!!

    Perché bisogna soffrire così tanto?
    E dove sta in tutto questo Dio?
    So che sono domande aperte, ma mi piacerebbe immaginarmi nella persona di S. Giovanni (che modesta), io avrei venduto Dio in continuazione :-) per salvare la pelle
    Ciao

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  2. Adama' ti capisco molto bene !
    Però certo se la sofferenza di Giovanni è arrivata dopo quello che lui ha visto (fu il primo ad entrare nel sepolcro vuoto e a vedere ciò che spinse l'evangelista a scrivere 'vide e credette', quindi qualcosa di molto molto convincente), forse era ben più sopportabile delle nostre, che brancoliamo nel buio e cerchiamo prove ovunque, trovandone sempre di scarse rispetto alle nostre aspettative..

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  3. E’ vero, comprendo questo fatto, grazie a questa tua affermazione.
    Nel mio caso anche la certezza tenderebbe ad annacquarsi col passare del tempo.

    Dall’altro canto se ci penso alla passione ed alla convezione dei kamikaze con i loro “sacrifici”, il fatto mi torna possibile anche se molto individuale.

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  4. "A Roma si sta perdendo perfino la memoria apostolica, che pure è così viva, e documentata."

    Sarebbe un vero peccato !
    quelle poche volte ( lo dico con un pò di nostralgia :)che sono passata per Roma,da qualsiasi parte guardavo respiravo e ogni pietra.....mi ricordava un pò di storia.

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